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Spot sessista: le strade obbligate per le donne

Ci scrive Paolaa commento di un altro post di critica a pubblicità sessiste, e ci racconta le sue impressioni a proposito di un altra pubblicità:

"Dovevo assolutamente comunicare l’esistenza di un’altra pubblicità "un po’" sessista, appena trasmessa in tv… si parla della nuova renault scénic [guarda], e c’è una coppia (etero ovviamente, giovan* e bell*) che passeggia per strada. Lei improvvisamente si ferma davanti alla vetrina di un negozio pieno di culle e carrozzine e esclama "sai cosa vorrei ora?"… lui la guarda preoccupato, ma poi prova immediatamente sollievo perchè lei fa: "cosa hai capito?? le scarpe della commessa" (tacco 10 rosso fuoco)…

La prima domanda sorge spontanea: cosa c’entra con il nuovo modello della renault? La seconda pure: perchè dovremmo scegliere solo tra due impellenti desideri " tipicamente femminili" quali un bambino (ridotto peraltro ad un oggetto, a ‘sto punto) e un paio di scarpe?"

Madre o frivola un po’ zoccola. Le uniche due alternative che la renault ci riconosce. 

Lo spot Renault, come tanti altri spot di automobili, si caratterizza per venderti una quattroruote assieme ad un modello di vita. Le donne vengono trattate come accessori di un progetto che ci riguarda in ogni attimo. Ci sono gli spot che descrivono i nostri impegni: parrucchiere, estetista e ora di palestra, rivolgendosi ad un target oramai defunto perchè sarebbe da capire chi sono queste donne che possono permettersi una vita da diva con uno stipendio da operaia o con il frigo vuoto che viene dalla disoccupazione. Ci sono quelli che definiscono la differenza tra donne aggressive e donne adeguate ad una macchina "femminile". Quelle che usano le first lady come muse scalze, decorative, che non parlano e che semplicemente fanno pendent con l’auto pubblicizzata.

Lo stesso vale per gli uomini: maschi con l’amore per l’avventura e la velocità, testosteroniche teste di minchia che hanno bisogno di un motore biturbo come viagra a sostegno della loro scarsa virilità. Come ci si può sorprendere poi se l’uomo che spende ogni quattrino in un macchinone per far colpo sulla femmina diventa rabbioso con quella stessa donna se lei non mostra il minimo interesse nè per lui nè per la macchina?

Così la renault che mette l’uomo alla guida di un auto che lo porterà verso orizzonti meno "preoccupanti". Ed è chiaro, per i pubblicitari che hanno inventato questa campagna, che sono le donne quelle che vogliono mettere su famiglia e sono invece gli uomini che temono quel momento come fosse una condanna a morte.

L’unico motivo di distrazione per una donna che freme di farsi impollinare per riprodursi è una scarpa un po’ fetish che eccita tanto la fantasia maschile. Nulla che ci riguardi, nulla che sia davvero per noi. Infine, non potendo ottenere ne l’una ne l’altra "cosa" seguiamo il nostro cavaliere verso l’avventura limitandoci a fare le compagne di giochi.

Sarebbe stata una gran pubblicità se avesse mostrato la realtà di questi tempi: le donne non vogliono avere figli perchè vogliono prima studiare, raggiungere una autonomia economica, poter essere persone invece che soltanto figlie, mogli, madri. Le donne vengono costrette ad abortire clandestinamente perchè gli uomini immaginano un mondo in cui le donne non debbano avere diritto di scelta e di gestione del proprio corpo. L’obiezione di coscienza obbliga le donne a vivere infinite vie crucis alla ricerca di una pillola del giorno dopo, di un contraccettivo, di un medico che pratichi l’ivg. Le donne non possono vivere una sessualità libera che prescinda dalle conseguenze riproduttive.

Le donne non hanno alcuna ansia di impegnarsi in qualcosa nella quale nessuno le sosterrà. La maternità è di certo un fatto di responsabilità ma in italia la maternità viene totalmente delegata alle madri con tutto ciò che ne consegue, perdita del posto di lavoro incluso.

Si può insistere inducendo il bisogno di essere madri, facendo sentire in colpa le donne che non sentono alcun istinto materno, chiamando egoiste le donne che vogliono pensare alla propria vita ma di sicuro questo non cancella una verità incontrovertibile: gli uomini esigono i figli ma non rinunciano a nulla. Nessuna campagna sul senso paterno, nessuna pubblicità che indichi il dialogo di due giovani in cui lui chiede un figlio e lei dice che non se la sente, nessuno spot in cui è lei ad essere sollevata ogni volta che arrivano le mestruazioni.

Oltretutto, fare un figlio non è come un terno al lotto: se gli uomini si assumessero la responsabilità delle proprie paternità non andrebbero in giro a depositare spermatozoi per poi far gravare la responsabilità sociale e morale, oltrechè penale, di un aborto solo sulle donne.

Un’altra cosa: fare la commessa con scarpe tacco dieci è da suicidio perchè si sta in piedi tutto il giorno e perchè la colonna vertebrale diventa un colabrodo. Solo uno spot sessista poteva immaginare una donna al lavoro in una bottega per articoli per l’infanzia, generalmente frequentata da donne incinta, dunque fisicamente fuori forma, vestita con tacco dieci rosso fuoco arrapante. A meno che tanta grazia di dio non sia dedicata alle iniziazioni dei pupi appena nati…

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


4 Responses

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  1. simona says

    la propaganda pro-natalista è martellante e trasversale, mentre la weltanshaaung maschia media italiota è sempre quella del maschio che sfugge alle pressanti richieste ingravidanti-matrimoniali delle donne…anni ’50??

  2. fikasicula says

    @bp

    sulle sculaccione c’ha scritto un post spassoso giulia su sorelle d’italia 🙂

    @claudia

    lo spot di de sica è una cagata allucinante. da un lato ti piazza la donna bella che fa la prof di latino e quindi sostengono che lo stereotipo prof brutta e occhialuta non va bene.

    sarebbe una gran cosa se non fosse a sostegno di chi critica le candidature nelle liste del pdl o ai ministeri del governo berlusconi.

    dall’altro lato ti piazza quest’uomo patetico che la offende continuamente mentre lei, dall’alto della sua intelligenza e cultura, semplicemente lo compatisce e lo coccola con sorrisini ammiccanti. come dire: se rispondi ad un tizio del genere con superbia è solo perchè sei acida, brutta e pure bacchettona. invece come è bello ridere delle battutine demode’ del cavaliere…

    semplicemente odioso.
    anzi mo’ lo scrivo.

  3. claudia says

    ieri guardavo la tv ad ora di pranzo per il tg e notavo che pure lo spot della tim è bello sessista..quello con de sica dentro il museo..non lo trovo su youtube..ma tanto qualsiasi spot di de sica è sessista..pieno di battutine a sfondo sessuale che tanto piacciono agli italiani…che uno vale l’altro..

  4. bp says

    Esatto, tutto esatto… ne stavo scrivendo anch’io.
    ‘Quanto ci fanno ridicole’ questo penso ogni volta che guardo la TV -pubblicità e non-
    E le due stupidine che si sculacciano ridacchiando per liu jo? Niente censura in questi casi?