L’avete vista di sicuro. Le pubblicità delle compagnie telefoniche non si distinguono certo per antisessismo. L’ultimo prodotto della Tim è la narrazione di ripetuti incontri tra un ridicolo padre di uno studente e una professoressa vamp.
Nel primo episodio de sica interpreta uno dei suoi tanti personaggi scemi da film – botteghino di natale, lieta prosecuzione dei tanti pierino contro tutti con qualche accessorio più in stile per non fare sfigurare troppo la memoria del de sica padre.
Lui è un padre ignorante di un alunno altrettanto ignorante, perchè l’ignoranza purtroppo si trasmette di padre in figlio. Lei è una professoressa per nulla credibile, non per la sua bellezza, solo perchè lo stipendio delle insegnanti non permette il parrucchiere, il trucco, la gonna di pelle, l’abbigliamento alla moda. Soprattutto, dati i tempi attuali, le professoresse hanno come minimo almeno tre rughe sulla fronte per il dispiacere di dover restare sospese nella precarietà più totale in attesa che la ministra gelmini compia il taglio economico che si traduce in decine di migliaia di licenziamenti.
Volendo analizzare meglio la strategia dei pubblicitari: da un lato ti piazzano la donna bella, curatissima, modello showgirl, giammai una donna reale, che fa la prof di latino e quindi sostengono che lo stereotipo prof brutta e occhialuta non va bene. Sarebbe una gran cosa se non fosse a sostegno di chi si difende dalla critica a proposito delle candidature nelle liste del pdl o nei ministeri del governo berlusconi.
Dall’altro lato ti piazzano quest’uomo patetico che la offende continuamente mentre lei, dall’alto della sua intelligenza e cultura, semplicemente lo compatisce e lo coccola con sorrisini ammiccanti. Come dire: se rispondi ad un tizio del genere dicendogli che "non sei a sua disposizione" è solo perchè pecchi di superbia, sei acida, brutta e pure bacchettona. Invece come è bello ridere delle battutine demode’ del cavaliere… perchè gli uomini attempati come berlusconi bisogna prenderli così, con un sorriso, no?
Ancora più in dettaglio: un padre che incontra una insegnante e le chiede il numero di telefono con battutite idiote non solo non rispetta la funzione che l’insegnante sostiene, non la tratta per il ruolo che ha ma semplicemente da oca giuliva che per caso si trova lì. La prof che non risponde con un "ma come si permette" è funzionale ad una assoluzione di massa di tutti i sessisti irriguardosi di questo mondo.
Il secondo spot che è ora in circolazione è anche più atroce. Lui offende la sua intelligenza più volte, alla fine le da persino della cubista e lei senza colpo ferire continua a sorridere beatamente come se tutto ciò fosse normale, quasi intenerita da questo uomo ridicolo che si arrampica sugli specchi al limite dell’impossibile. Da notare la camminata impettita di lei mentre si allontana da de sica. Petto avanti, culo indietro e via con la passerella: una falcata a metà tra la modella e la velina.
La prossima volta, all’ennesima offesa fatta da un uomo che in una donna vede solo un oggetto sessuale, la belen dello spot cosà farà? Gli darà un appuntamento come premio all’idiozia? Basterà che lui chiami l’amico dell’amico per fare comprare la sua "opera" perchè lei si conceda?
“Col professore di latino ci parlano le mamme!”
…
però alberto scusa, è come se io ti dicessi che fuori ci sono uomini che stuprano e tu mi dicessi di mettere i pantaloni invece che la gonna oppure di non uscire affatto.
ovvio che c’è libertà di espressione e che se non mi va spengo o cambio canale ma fare ricadere la “colpa” tutta su chi guarda senza che ci sia una assunzione di responsabilità da parte di chi produce queste schifezze è troppo comodo.
oltretutto la libertà di critica è una cosa sacrosanta e quindi – agendo sul loro stesso terreno – loro possono orientare la gente a interpretare modelli di vita maschilisti e io posso orientare la gente a non comprare niente da loro. mi pare equo no?
alberto grazie mille del consiglio che noi abbiamo fatto nostro già da tempo.
la televisione infatti bisognerebbe non guardarla.
problema è che la guardano in tante e bisogna condividere strumenti critici affinchè le altre non ne siano sprovviste.
“il corpo delle donne” per esempio è un documentario straordinario sull’uso dei corpi femminili in televisione e chi l’ha fatto certo non gradiva le trasmissioni sottoposte a critica ma la lente di ingrandimento su alcune scene ha agito da strumento critico collettivo.
noi nel nostro piccolo facciamo questo da tanto tempo.
per noi e per tutte le donne e gli uomini che hanno voglia di sapere come la pubblicità agisce in maniera persuasiva condizionando intere generazioni di persone non solo per farle diventare consumatrici di taluni prodotti ma anche per educarle a interpretare alcuni modelli di vita nei quali quei prodotti sono necessari.
ciao
Ma scusate un attimo. Posso darvi un consiglio ?
Perchè non portate il vostro televisore in un centro di raccolta per rifiuti elettronici e poi la smettete un volta per tutte di pagare il canone televisivo ?
Con tutte le cretinate che trasmette la televisione la cosa più utile da fare è ricavare le notizie su ciò che accade in Italia navigando su internet nei siti gestiti da persone serie e fare a meno di guardare la televisione.
Un saluto.