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Costi troppo: dimagrisci!

Quando il razzismo è veramente razzismo lo vedi dal modo in cui le persone trattano le patologie.

Il giornale pubblica una notizia a proposito della percentuale di obesi in maggior numero al sud. I commenti all’articolo sono atroci. C’è chi dice che al sud si ingrassa perchè campiamo a sbafo, c’è chi parla del fatto che noi sfruttiamo il nord anche in questo perchè graviamo sul costo della sanità più dei nordici normopeso, e via di questo passo.

Il taglio dell’articolo d’altronde è da crociata contro i grassi. L’obesità fa male alla salute, ok, è possibile. Certo muoiono anche i magri in gran quantità e per i motivi più disparati. Certo che anche i grassi hanno diritto di esistere. Certo bisogna che si decidano: dobbiamo trangugiare roba da mcdonald’s, spaccarci la schiena e le ginocchia per stare in forma in palestra, perire di anoressia o bulimia. Quali tra tutte? Il pezzo poi insiste con una tiritera che criminalizza i grassi perchè pesano sulla sanità nazionale, sullo stato, e il tono è un crescendo che limita la scrittura forse per pudore.

Poteva continuare: i grassi consumano più metri di stoffa per vestirsi, hanno bisogno di più spazio per sedersi e porca miseria occupano due corsie di marciapiede quando camminano. Roba da pazzi. Gente da abbattere.

Soprattutto: necessario, come sempre, sottolineare che quel male non è diffuso equamente, non dipende da fattori x o y, ma deriva dalla provenienza geografica. I meridionali sono brutti, sporchi, cattivi, spreconi e mangiano tanto, talmente tanto da essere obesi e da pesare ulteriormente sul costo sanitario nazionale.

Ed eccola una pagina di vera discriminazione sociale che è legittimata dal cattivismo di governo. Resto curiosa di sapere a quale pezzo d’italia attribuiranno l’anoressia: male nordico? meridionale? d’importazione estera?

C’era un’altra stagione italiana in cui "mente sana in corpore sano" e la storia ha ampiamente dimostrato che si sbagliavano. In un corpo forse sano ci può essere una mente fanatica, folle, orribile.

In quella stagione italiana si attribuivano etichette a tutte le razze impure e si dettava legge su una estetica dominante, quella della razza ariana. Già allora non facevano parte delle preferenze estetiche dei nazi-fascisti i rom, i neri, gli ebrei, i meridionali.

Idioti razzisti che ritenevano sbagliati tutti i lineamenti e tutte le conformazioni fisiche non affini a quella di discendenza nordica che popolava le regioni settentrionali. Come spiegare che i corpi di tutte le persone hanno caratteristiche genetiche, predisposizioni, ossa e muscolatura, chimica e metabolismi differenti. Come spiegare che la bellezza non è quella di una qualunque miss padania messa a digiuno perchè di discendenza calabra.

Atroci nazisti quelli che parlano di corpi e di malesseri attribuendo lo stigma della colpa, come si fa per l’aids. Le prossime vittime nel mirino nazista quali saranno? I malati di anemia mediterranea per la localizzazione del problema? E perchè non dire due parole sulla schiera di "depressi" residenti al nord che continuano a sterminare mogli e figli?

Siamo davvero alla follia e quando si capirà che ogni soglia di decenza in questo paese è stata superata e che bisogna smetterla di dare spago a gente che sdogana cattiveria su cattiveria allora sarà veramente troppo tardi. 

Il video che vedete sopra l’ho appena scoperto e mi piace davvero tanto perchè dice una cosa seria: i figli degli stronzi saranno stronzi anche loro. Se tanto mi da tanto allora il nord italia è perduto perchè il razzismo non è storia che guarisci nell’arco di una sola generazione.

Tanto per capirci, ecco un documentario [guarda] abbastanza ben fatto, salvo la parte in cui si obbligano le pazienti a ingurgitare psicofarmaci, che spiega che cos’è l’obesità.  

Leggi anche

—>>>La supremazia della taglia 

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


19 Responses

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  1. si-culo says

    tutto questo mi suggerisce l’idea che potrei provare a tenere una specie di diario alimentare vegetariano in cui annotare, pasto dopo pasto, ingredienti, dosi e costi
    giusto per mettere in gioco la mia alimentazione e vedere “scientificamente” dov’è che si va a finire

    devo solo recuperare gli scontrini delle ultime due spese!

  2. fikasicula says

    @chiara

    la tua endocrinologa è una che fa terrorismo psicologico. veramente criminale. a parte che l’ictus e l’infarto ti possono venire per varie ragioni. per l’inquinamento che respiri, per esempio, per il veleno che digerisci durante il giorno tra stress e varie altre cose, per esempio. non mi risulta però che qualcuno abbia mai chiesto alle fabbriche di fare meno danni alla salute perchè lasciano una scia di persone che costituiscono un grosso costo per la SSN.

    importi di dimagrire dicendoti che pesi per l’ssn è veramente una cavolata allucinante. una cosa è la tua salute e io non so come un medico ti può “imporre” di dimagrire con questi ricatti se l’obesità dipende dalla tiroide e dal difetto di metabolismo e dunque non per colpa tua. eventualmente avrebbe dovuto suggerirti una cura. se non lei altre cure naturali. non so. ma costringerti significa giudicarti unica responsabile del tuo male e questo non ti aiuta per niente.

    oltretutto appunto è una cavolata perchè in realtà i malati fanno bene al pil, perchè, come dimostra tarantini & company , c’è un circuito d’affari che non finisce mai. gli ospedali, la mancanza di salute della gente sono ricchezza sulla quale circuitano tanti di quei soldi che sono tutti dimostrabili dai tanti arresti, inchieste, tangenti e schifezze che ci girano attorno.

  3. Chiara says

    Io abito al Nord, purtroppo ho problemi di tiroide e metabolismo, ma la mia endocrinologa mi ha “imposto”di dimagrire perchè a 30 anni(ne ho 26) avrei avuto un ictus o un infarto:sarei sopravvissuta(più o meno paralizzata) ma avrei costituito un orribile peso per il SSN…E’vero che sono in sovrappeso, ma non è un ragionamento che mi ha molto incoraggiata su questa via.

  4. fikasicula says

    Cavolo e io che pensavo che questo fosse un argomento inoffensivo e invece guarda che polverone. Ottimo! 😀
    @martina
    nessuna difesa della vita malsana. Ho solo provato a spiegare delle cose che claudio ha capito. Per averci un quadro di insieme non puoi fissare il tuo punto di vista nella scelta vegana. Perché è una scelta, tua, personale, che certo implica controllo, ordine, informazione, e non mi metto a fare qui una dissertazione che porterebbe ad uno scontro ideologico perché io non ho affatto l’ideologia del grasso ne’ dei cibi poco sani. Ti dico solo che il tuo punto di vista non tiene conto di famiglie, madri che devono tirare su la cena e saziare i figli e quando dico saziare mi riferisco al fatto che c’è anche un problema educativo nella alimentazione. Tu sei vegana ma io ad esempio no. Non riesco a rinunciare a delle cose e non me ne faccio una colpa. Sono cresciuta nel sud in un luogo dove odori e sapori sono importanti perché sposano la sensualità e la passione che senti nell’aria. Per me mangiare una cosa buona – e non puoi stabilire cosa è buono per me – è un piacere e proprio perché parlo di piacere e non di “dovere” di aderire ad una religione alimentare piuttosto che un’altra, io non rinuncio al piacere di mangiare una cosa che abbia sapore e odore che mi piacciono, come non rinuncio al sesso. Seguendo il filo del tuo ragionamento allora bisognerebbe invitare la gente a non abusare di pratiche eccessive e a non fare troppo sesso. Per me il gusto è un senso, come l’olfatto. Sono anche cose parecchio soggettive. Puoi rieducare i sensi? Boh. io non so quanto pesavi da piccola. Conosco persone che con il grasso vivono bene e persone che nonostante il grasso camminano e corrono. Grasso e assenza di allenamento e movimento sono due cose diverse. Il grasso legato all’adolescenza, momento peggiore in cui devi essere per forza uguale agli altri, è poi certamente drammatico ma poi si cresce e se non si acquista serenità e non ci si accetta da adulti si vive nello stress totale per tutta la vita, cose che in modi diversi sfiorano comunque l’iper-controllo con ossessione per il cibo da bulimia o anoressia. Con immutata stima e con tanto affetto anche da parte mia.
    @ si-culo
    sono molto d’accordo sulla valutazione culturale e d’accordo anche sul resto. Diciamo che la persuasione pubblicitaria non è una alleata della vita sana perciò io sottolineo sempre che la società crea patologie e poi le criminalizza per rifilarti farmaci.. è un circolo vizioso che non mi permetto di avallare ma che va spiegato senza criminalizzare nessuno.
    Rispetto alle abitudini culinarie c’è – ma giusto perché mi avete rifilato il ruolo mio malgrado della difensora delle cause perse 😛 – un problema di tempo. La casalinga che ha tempo di preparare le cose e compra i sofficini spesso viene arrotata dalla pubblicità o viene stressata dal fattore insistenza che le pubblicità usano nei confronti dei figli (vedi post maledetta pedofilia III°) su questo blog. Se i figli vogliono i sofficini e tu sei una donna stressata che non vuole sentire piagnistei alla fine ti arrendi e compri i sofficini. Fare la gestapo alimentare in casa è veramente difficile. Prova a dire ad un bambino che va a scuola con amichetti che portano merendine di ogni tipo che lui invece deve mangiare la torta vegana alla carota e vedrai cosa ti dice. Crescerà con l’idea che è trasgressivo rimpinzarsi d’altro. crescerà con l’idea che tu l’hai trascinato in una tua scelta ideologica che presto o tardi tradirà (perchè tu ti rivolgi a lui come se altrimenti fosse un disertore).
    In ogni caso questi riferimenti non riguardano tante persone che conosco, mia madre inclusa. Polpette di riso, pizza e pane fatto in casa, ravioli lavorati in casa, torte fatte in casa per la colazione. Questo è il mio parametro culturale e rispetto a quello non mi puoi dire che ste cose non costituiscono un risparmio o non ingrassano. Per dire: in casa mia c’è chi prepara la marmellata, chi si diletta nel fare un sacco di cose. Insomma i sofficini noi non sappiamo manco che cavolo sono. Se provi a dire a mia madre che vegano è bello semplicemente lei non lo sa fare ne mi sogno di chiederglielo perché ha un’età e poi mi piace da morire la sua cucina piena di calore e di solarità. Se devo rieducarmi io che sono educata ad una alimentazione di un certo tipo innanzitutto mi chiedo perché devo soffrire. Mangio pochissima carne, un paio di uova settimana, un minimo di pesce se c’è, faccio minestroni di ogni tipo, sughi e intrugli con quello che c’è a casa, mi piace bere un bicchiere di vino quando posso e poi, cazzo, io adoro la cioccolata fondente.
    Possiamo parlare allora delle incoerenze dei mondi sani? Giacchè ne ho conosciuti tanti. Ci sono i vegetariani che ingoiano ettolitri di cocacola e poi ci sono alcuni vegani che bevono alcool da fare schifo. L’alcool sarebbe roba sana? Per non parlare del fatto che fare uso di certe sostanze non aiuta certamente un certo tipo di lotte (e non mi riferisco alla parte poliziesca del problema) e non aiuta l’opposizione a un determinato tipo di sfruttamento.
    @elena
    come dicevo prima lo schematismo era per dovere di integrazione di notizie che mi sembravano eccessivamente schematiche dall’altro verso. Ora forse abbiamo una visione di insieme e comunque già noi si sta ragionando il che non c’entra nulla con l’articolo de il giornale che fa cagare.
    Rispetto a quello che dici tu:

    ci sono posti in cui i mercati rionali sono in culo al mondo e non li puoi raggiungere specialmente se lavori, hai figli e se il mercato è giusto da quella fascia oraria a quell’altra fascia oraria.

    L’orto in molte realtà è un’utopia. Forse meno in toscana, in emilia, in umbria o non so. In sicilia, per dire, parlare di orto e avere a che fare con la siccità è la stessa cosa. A prescindere da questo la gente coltiva “orti” nelle proprie terrazze non avendoci terreno e quindi vedi ogni tipo di aroma, basilico, prezzemolo etc etc e poi vedi alberi di limoni, qualche volta piantine di pomodoro. Ma anche ad avercele se non fai coltura in serra sono cose che nascono una volta l’anno e per il resto devi faticare. A me non tange perché mio padre ci faceva potare alberi di arance che eravamo infanti ma altri neppure lo sanno fare.
    Sul camminare, io adoro camminare. Se hai figli e devi stare al lavoro ad una tot ora e devi anche accompagnare e prendere figli a scuola non puoi camminare perché richiede tempo. E a voi credo sfugga il fatto che tante donne non hanno una vita sana perché il lavoro e i fattori di stress sono enormi. Prova a stare dietro alla famiglia e poi ad assistere tua madre in ospedale, a lavorare o studiare o non so e dimmi se hai tempo per fare quello che dici tu.
    Cose importantissime che chiunque dovebbe fare ma che non si riesce a fare perché le donne, per esempio, non hanno il controllo del proprio tempo e se devono stressarsi anche per far quadrare l’allenamento etc etc è come dire che le vogliamo morte.
    @psiche
    mi dispiace 🙂

    invece torna e dacci una mano. Appena sei in italia scrivici che succede con gli occhi di chi ha vissuto in un paese civile.
    @claudio
    io non so che tempi abbia vissuto tua nonna ma la mia che ripeto ha attraversato due guerre viveva in un mondo di donne panzute e di maschi belli pienotti. Se mangi pane e niente proteine ingrassi. È un dato di fatto. E non parlo del grasso precario d’occidente. Parlo anche del grasso precario dell’africa che esiste.
    Insisto: obeso non è chi è visibilmente grasso. Obeso è chi ha più grasso che massa magra. Questo può riguardare una persona di duecento chili come una di 50 chili.
    Di persone obese nei mondi in cui si mangia male ce ne sono tante.

    Per il resto d’accordo certo.
    Sul tuo secondo commento:

    ci sono madri che non sono mai riuscite a fare portare ai figli uno spinacio per merenda. Torte fatte in casa, quando puoi, quelle si, ma devi cedere sulle merendine e i figli odiano i ceci. Bisogna passarglieli via endovena?
    Concludo:
    sono molto contenta di questa discussione soprattutto perché emerge un dato più che gli altri: la differenza di vedute tra una generazione che ancora può consentirsi il lusso di dire “io mai e poi mai” e di un’altra che dopo aver sonoramente tradito per mille situazioni quel presupposto ha vissuto in un mondo e con donne di altre generazioni che devono concedersi il lusso di perdonarsi qualche volta perché tutto le colpevolizza. la differenza di vedute tra donne e uomini di due contesti diversi. ci sono i luoghi con servizi, asili, bus puntuali e poi c’è il sud, tutto a carico delle donne che diventano grasse di povertà e di stress.
    Dire ad una donna che ingrassa che è colpa sua, dire che nutre male i suoi figli, è devastante.
    Conosco donne per cui è liberatorio cedere all’insistenza del figlio dopo due ore di pianto per il kinder delice. L’alternativa è il suicidio.
    Invece che prendercela con le donne, o comunque con chiunque non riesce a mantenere diritta la barra delle coerenze alimentari per se’ e per chi sta attorno a se’, potremmo essere più severi con le pubblicità, con le aziende, con la società dello spreco e dei consumi e continuare ad informare, certo, e a divulgare consapevolezza ma senza mai scordare chi è vittima e chi carnefice.
    Diverso è se considerate tutte le persone che mangiano male come complici e dunque alla fine da un punto di vista diverso siete d’accordo con quanto dice il giornale e dal mio punto di vista è come se diceste ad una donna di girare molto vestita perché fuori ci sono gli stupratori. Della serie: è sempre colpa nostra.e comunque permettetemi anche di dire che sposare l’estetica della magrezza a tutti i costi è un fatto che fa schifo. serve che si dia licenza di libertà alle taglie dalla 42 in su. non sono io che devo entrare nelle taglie imposte ma sono i vestiti che vanno cuciti su misura per chi ha un peso diverso. diverso e non maggiore. ugualmente bello al di la’ del fatto che chi vuole dimagrire ritiene che quello debba essere l’obiettivo della vita. la questione dell’alimentazione e dei corpi coinvolge tutti perchè è su essi che si esercita la maggiore pressione di questi tempi. personalmente io diserto. e continuo a parlare di antifascismo viola.

  5. Claudio says

    P.S. Leggo or ora la risposta a Silien e ti muovo un’obiezione: non è affatto vero che le cose che fanno più male sono quelle che costano di meno! Tutt’altro! Con i vari gruppi vegan ci sputiamo il sangue per sfatare questo assurdo mito per cui i prodotti vegetali, e dunque più sani, siano più costosi! Da che mondo è mondo i prodotti animali e le porcherie “americane” costano molto ma molto ma molto di più di qualsiasi verdura, ortaggio, legume! Voglio dire, costa di più mezzo chilo di cotolette Aia o mezzo chilo di ceci? Costa di più un pacco di Kinder Delice od un pacco di spinaci? E via dicendo. Non c’è proprio paragone! Ecco perché è un assurdo logico dire che, in pratica, “più uno è povero e più ingrassa” e che la salute e la magrezza sono roba da ricchi. La straripante obesità è dovuta in larga parte proprio all’invasione del mercato da parte di cibi industriali grassi e malsani che sono immensamente più costosi di qualsiasi equilibrato pasto vegetale, che costano inoltre un ingente dispendio energetico in fase di produzione.
    Ecco cosa intendo con “grassezza come segno dell’opulenza occidentale”: non già “un grasso ci gode ad affamare il resto del mondo”, tantomeno “i grassi sono tutti ricchi e viceversa”, bensì che lo stile di vita occidentale che conduce all’incremento dell’obesità (sia esso portato avanti dal mafioso ricco o dall’operaio povero) è il riflesso dell’Occidente tutto.

  6. Claudio says

    Certo, certo, sono d’accordo con la tua risposta perché penso che più che contraddire il mio intervento integra il mio.
    Il mangiar male che menzioni giustamente è un tratto distintivo dell’opulenza occidentale. Mia nonna mi racconta sempre di quanto fosse difficile trovare un obeso ai suoi tempi. Ce n’erano e di quelli sì che si poteva che lo erano per motivi metabolici, visto che cibo a sufficienze non ce n’era. E’ un dato di fatto però di come l’obesità e l’eccessica grassezza si stiano diffondendo sempre di più (basti pensare agli USA). E non per ideologia, ci mancherebbe.
    Io penso che sia necessario affiancare alle campagne contro il totalitarismo delle immagini plasticate e ritoccate delle copertine quelle per una educazione ad una più oculata gestione delle risorse alimentari, giacché è il grasso il vero modello fisico occidentale, ancor più della magrezza fasulla delle riviste. Quella appartiene sì e no all’1% della popolazione, mentre la grassezza appartiene alla maggioranza. I due modelli sono speculari, sono la stessa faccia della stessa moneta: da una parte l’apparato disumano economico pubblicitario ti dice: “Mangia mangia mangia spendi spendi spendi” in modo tale che poi può dirti “Ora sei grasso, compra il Tesmed, pompa pompa pompa spendi spendi spendi”. L’una immagine è necessaria all’altra.
    Io credo che non si attacca il dilagare della grassezza perché è una cosa che ci riguarda personalmente. Ci viene facile prendercela con le riviste, perché sono il prodotto della classe dominante, di una ristretta elite, perché non ci rappresentano. Molto più difficile invece doverci guardare allo specchio e dirci: “Sto sbagliando”. E non possiamo pretendere che il mondo cambi se non siamo prima disposti a cambiare noi stessi.
    Cosa diciamo noi di chi tiene accesi tre lampadari, la lavatrice, due phon ed il forno? Che appartiene ad una razza inferiore e che deve perire? No, gli diciamo semplicemente che deve imparare a risparmiare energia per il bene del pianeta. Allo stesso modo a chi ingrassa per un abuso quantitativo di cibo o per una errata scelta qualitativa non dico: “Appartieni ad una razza inferiore e devi perire”, ma semplicemente: “Sii più parsimonioso nelle tue scelte alimentari, perché incidono sull’energia, sull’ambiente, sul pianeta”.
    Ti faccio un esempio: da vegano ed attivista sul fronte dell’antispecismo, ho potuto notare come molti di quelli che sono sempre in prima fila nella lotta al fascismo, al nazismo, ai CPT, ai CIE e quant’altro, iniziano a trovare duemila giustificazioni ed autogiustificazione allorché si fa notare loro: “Finanziando il mercato della carne, mangiando animali e cibi derivati dallo sfruttamento animale stai tenendo in piedi anche tu i peggiori lager che l’umanità abbia mai edificato, stai contribuendo alla più orrenda strage di esseri innocenti”. Il colpevole di atrocità insomma è sempre un altro: lo Stato, le industrie, il Governo, le banche. Noi mai. Noi siamo sempre innocenti. Nessuno è mai disposto a riconoscere le proprie colpe e le proprie responsabilità. Nessuno è disposto neppure a rinunciare ad una stronzissima salsiccia e ad una merdosissima mozzarella per salvare delle vite.
    Nella questione della grassezza e dell’obesità accade la stessa cosa: nessuno è mai pronto a guardarsi allo specchio e riconoscere che sta forse facendo un cattivo uso delle risorse naturali, energetiche, alimentari, ricco o povero che sia.
    Posso portare la mia esperienza personale: guadagno 600 euro al mese, vivendo a Roma 400 se ne vanno per le spese di casa. Mi rimangono 200 per tutto il resto: spostamenti, spesa, libri, altro. Riesco lo stesso ad avere una corretta alimentazione che non costa sofferenze ad altri animali, che costa un consumo nettamente inferiore di acqua, che mi evita sprechi ed eccessi. Non sono un eroe, non sono più bravo e più intelligente di altri, non sono uno stoico od un monaco zen: sono soltanto uno qualunque che sta attento a certe cose, che dopo un travaglio intellettuale ha capito che aveva mani e coscienza sporche di sangue, che il miglioramento sociale ed universale passa inevitabilmente dal singolo.
    Nella diffusione di obesità e grassezza eccessiva vedo dunque questo: cattive abitudini dure a morire, scarsa attenzione, indifferenza.
    Credo che se le cose vanno male non bisogna guardare solo il padrone: va fatta maggiore attenzione allo schiavo che permette la prosecuzione di certe dinamiche e certi meccanismi, non sollevandolo dalle proprie responsabilità, non dispensandolo dalla capacità di scelta. Gli schiavi siamo noi e non siamo innocenti. Siamo colpevoli quanto il padrone se ci comportiamo come una parodia del padrone.

  7. A che ora è la fine del mondo? says

    diamine ma avete visto cosa sta andando in onda su canale cinque ora??? All’ora di pranzo, la santanchè che blatera sul velo… giuro mi ha chiuso lo stomaco… e la mia analfabeta nonna ciociara che si lascia esaltare e sbraita anche lei “i li mannass a casa! li cacciass tutti!!!” e quando parla il musulmano o quello che diavolo è comunque la controparte, eccola,in linea con i fischi del pubblico (che neanche allo stadio) strillare “ma vaffangulo va!”. scempio! scempio!

  8. psiche says

    *Se tanto mi da tanto allora il nord italia è perduto perchè il razzismo non è storia che guarisci nell’arco di una sola generazione.*

    …vi prego, smettetela di scrivere così perché dopo 9mesi in francia, tra una settimana sto per ritornare nella repressa padania, tra ronde naziste e matrimoni celebrati in dialetto lumbard…
    che dire a me stessa? bon courage!

    complimenti per il blog che mi ha fatto incazzaregridarepensare
    in questo periodo di piacevole assenza sul suolo italiano

    grazie di cuore

  9. Elena says

    @ fikasicula

    Condivido in parte, ma non del tutto, la tua critica al ragionamento fatto da Claudio.

    D’accordo per estetista, palestra, dietologo specialista eccetera, che sono cose da ricchi… Come ho sempre notato anch’io, è indubbio che mangiare veramente “bene” (e qui intendo dire mangiare biologico e, nel caso dei vegetariani, acquistare i cibi proteici alternativi alla carne) sia roba da ricchi: li conosco bene i prezzi di questo tipo di prodotti, che mi sembrano prodotti adatti solo a professionisti ben pagati e magari single o senza figli, ma certo non adatti a una normale famiglia, con tutti i suoi problemi di bilancio.

    Però mi sembra di vedere un eccessivo schematismo anche nel tuo modo di ragionare: penso che cercare di adottare uno stile di vita più sano non sia una pura questione di reddito ma anche di cultura e buona volontà, di voglia di organizzarsi. Lo so bene che nei supermercati frutta e verdura hanno prezzi alti e talvolta altissimi, ma l’ipermercato o il centro commerciale non sono le uniche possibilità per fare la spesa. Gli si possono preferire i mercati rionali oppure – meglio ancora – se non si ha il tempo, la passione (o il pezzo di terra) per coltivarsi un orto, ci si può rivolgere a chi ne abbia uno, a dei contadini, e acquistare gli ortaggi direttamente da loro, aggirando così i costi della filiera, che sono i veri responsabili dei prezzi esorbitanti di frutta e verdura (i coltivatori in verità percepiscono pochissimo).

    Per quanto riguarda l’esercizio fisico, invece, vorrei ricordare che non esistono soltanto le palestre con attrezzi e i corsi di fitness vario (opzioni costose). Esiste anche: camminare di più, andare a correre, lasciare a casa una volta in più auto o motorino e preferire la passeggiata o la bicicletta… Per tutte queste cose (e se proprio vogliamo, togliamo la bicicletta che è pur sempre un bene da acquistare, anche se ritengo sia un ottimo investimento) non serve spendere danaro, anzi! Fanno anche risparmiare sul carburante 😉

    Quindi, concludendo, mi pare chiaro che condurre una vita più sana non sia necessariamente una cosa “solo da ricchi”. Non è solo proporzionale al reddito ma anche all’informazione, all’organizzazione, alla buona volontà.

    P.S. Soprattutto non giustifico chi mi venga a dire “Non ho soldi per frutta e verdura” e poi magari fuma! Il danaro speso per le sigarette potrebbe benissimo essere risparmiato (non mi si dica che sono un “bene di prima necessità”!) e utilizzato per mangiare meglio.

  10. si-culo says

    Sono abbastanza d’accordo con quel che dice fikasicula, ma mi sento di fare alcune precisazioni “alla Claudio”.
    C’è certamente un problema di natura economica. Storicamente, come dici tu, tutte le popolazioni povere e malnutrite hanno presentato in qualche misura problemi di obesità. Basti pensare al massiccio uso alimentare di strutto di pessima qualità al posto degli oli e del burro.
    Aggiungerei, però, che c’è anche un problema di strumenti culturali che ci fa quasi letteralmente ingrassare.
    Friggere la milza nello strutto è economicamente vantaggioso quando hai una ricca economia del porco di paese. Quando, dopo l’unità d’It., per ragioni “igienico-sanitarie”, l’allevamento – quasi collettivo e rituale – di maiali in tutta la Sicilia viene stroncato, friggere nello strutto diventa sempre meno conveniente. E sempre meno salubre. E lo stesso vale per lo strutto che viene messo al posto dell’olio per mantenere morbido il panino.
    La miscela di mantenimento conservatore e pauperistico di cibi tradizionali e azzeramento degli strumenti critici e culturali ha fatto sì che conservassimo piatti che, con le sofisticazioni cui sono sottoposti i vari ingredienti, sono diventati tremendi (e penso anche al boom di celiachia). Ma non riusciamo a trasformarli.
    Io mangio abbastanza, campo all’osso e sono vegetariano da oramai 10 anni. Praticamente mi sono dovuto inventare una cucina. E non sono gli strumenti economici a garantirmi la sopravvivenza insieme a un giro vita niente male, ma sono gli strumenti culturali. Sono, insomma, un privilegiato di altro tipo.
    Ciò che è odioso, credo, è l’opulenza grassa da ceto medio che, pur potendo eventualmente permettersi la fettina di chianina DOC cara assatanata ma biologica e da filiera corta, opta per due McEschif (che, sommati, costano più della fettina di chianina). Mi fa strano la casalinga part-time che per risparmiare venti minuti compra i sofficini, anziché gli ingredienti per le crepes come faccio io. Sono inquietato dall’impiegato con 2200€/mese che la domenica sta in poltrona a guardare la TV anziché farsi le marmellate in casa con la frutta presa a costo dimezzato al mercato ortofrutticolo del sabato mattina. E resto di sasso di fronte alle vagonate di merendine che, cribbio, fatti un panino che mangi meglio, mangi di più, e spendi meno!
    (ma voi, a ricreazione, dopo il soldino o il tegolino, non vi sentivate digiuni? Io alle medie mi scofanavo mafalde e scalette con olio e primosale, e non ero manco in fase di sviluppo adolescenziale).
    Ma, Claudio, questo ceto medio in Talia esiste ancora? E al Sud di Talia c’è mai stato?
    Via, vado a filtrarmi lo yogurt.

  11. martina/rebelde says

    fikasicula io ti stimo, ma alle volte dici certe fregnacce…le risposte che hai dato ai commenti altrui sembrano veramente difese accorate ad una vita malsana, ad un’alimentazione orribile e malsana e tutto per che cosa?
    l’importante è che sia giustificato con lo stipendio del precario.

    io sono un’ex ragazzina molto grassa.
    ora sono vegana.
    dico solo questo. senza spendere ne più ne meno di quanto spende la mia disoccupata mamma per fiorentine, mozzarelle, panatine, surgelati e schifezze.

    potrei argomentare di più ma sono sicura che mi direste che sono nazista, quindi chiudo qui.
    non voglio credere che l’unica alternativa al fascismo dell’imamgine sia la grassezza, perché la grassezza è pericolosa, e non vedo perché per sfidare la società (qui a berlino lo chiamano lookism) devo mettere a rischio la mia salute, l’ambiente (si, continuiamo a giustificare il consumo smodato di carne, pesce, latte e uova in queste quantità così che il precario possa mangiare!), e per quanto mi riguarda, il discorso che fa Claudio è giustissimo, e non c’é obiezione.

    con immutata stima, spero che non ti infurierai, io cerco il dialogo, solo che sulla grassezza viene fuori la mia rabbia di antispecista e i miei orribili ricordi di ospedali, stitichezza, dolore, emarginazione, di una pubertà passata a non poter fare neanche due metri di corsa senza sfiatare e sudare acido urico.
    e in modo che non vi facciate un’idea sbagliata di me, sono 168, 53 chili, bel sederotto, cellulite, smagliature, cosciotte, fianchi abbastanza abbondanti e pancino tutt’altro che piatto.

    abbracci.
    martina

  12. vale says

    per non parlare degli uomini bassi:
    http://www.youtube.com/watch?v=4p2h_VPUaDE

  13. Manu says

    Non mi sembra una notizia diffamante che al sud ci siano più grassi… è ovvio: qui si mangia meglio e spesso una portata tira l’altra…
    Qui si pranza con la pasta ben condita non con il toast e si dedica alla cucina molta cura e attenzione. La tavola della domenica è un momento di riunione, di divertimento. Arrostire sulla brace è un’attività che può cominciare alle 11 del mattino e finire direttamente a cena senza soluzione di continuità… pazienza se si ingrassa! Meglio un obeso allegro che un magro depresso! E ve lo dice una che vorrebbe ingrassare e non ci riesce.

  14. fikasicula says

    @silien

    non possiamo mica sputtanare sempre la repubblica o il corriere. sputtanare il giornale mi sembra d’obbligo per le atrocità che scrive 🙂

    e poi, ripeto, il gioco del raffronto tra i bambini affamati del terzomondo e i grassi del primo mondo discrimina sia i grassi che i denutriti.

    una alimentazione controllata costa e chi se la può permettere come chi può permettersi il lusso di curare il proprio corpo con estetista, palestra, massaggi, saune, etc etc, è chi è ricco.

    l’opulenza va individuata nei corpi magri e sani. ovvero in quelli che riescono a fare tre pasti al giorno e a mantenere una dieta bilanciata senza essere costretti a mangiare pane e olive per risparmiare.

    per tutti i poveri c’è solo grasso che cola formato bigmac da un euro da mcdonald’s. fate quadrare il bilancio di una famiglia nutrita di tutto punto con miseri stipendi e poi ne riparliamo. oppure prendete il vostro stipendio mensile, togliete spese indispensabili di casa e affini e poi calcolate cosa potrete comprare per nutrire tutti diciamo fino alla fine del mese.

    è un gioco facile. fatelo, occhi aperti al supermercato e vi renderete conto che le cose che costano meno sono quelle che fanno più male.

    l’alternativa è avere un orto, fare il pane e la pasta in casa, e però ditemi chi ha il tempo di farlo se i genitori lavorano etc etc

  15. silien says

    volevo scrivere qualcosa sullo falsariga di Claudio ma tenendo presente che, oltre ad imporre modelli estetici fuori dalla realtà, ci impongono anche stili alimentari devastanti e ci vuole pochissimo a fottere un metabolismo con la merda che mangiamo.

    certo che prendere spunto da un articolo de “Il Giornale”, che a sua volta prende spunto da uno studio cercando di dividere e seminare odio a tutti i livelli, per criticare i ragionamenti rozzi e semplicistici di certa gente è troppo facile! 😉

    l’obesità è uno dei problemi più evidenti dell’opulenza occidentale ma è anche l’ennesima opportunità per speculare sulla salute della gente. se poi serve anche a creare nuovi conflitti sociali, ecco i guru della destra fregarsi le mani per aver messo i magri (magari del nord) contro i grassi (del sud).

  16. fikasicula says

    @deborah con l’acca,

    se tu non fossi accecata da pregiudizio ti saresti accorta che nel secondo capoverso del post c’è un link che punta bello dritto al pezzo in questione. goditelo e gioisci. poi vai a commentare lì e dedicagli lo stesso sonetto superficiale e idiota che hai dedicato a noi. il nord non è solo fascista, è razzista, ed è grassissimo perchè ingrassa a nostre spese. a noi i rifiuti delle loro fottute fabbriche e a loro il benessere, a noi infrastrutture di merda e a loro i denari degli appalti. poi vatti a leggere un po’ di libri sulla commistione tra mafia e imprenditoria del nord e vedrai chi è grasso, mafioso e perdipiù fascista.
    e no, non siamo a questo. siamo al di più. abbiamo capito e se qualcuno ci dice cattiverie ci difendiamo.
    addio
    @claudio
    lo sai che sono d’accordo con te su tutta la linea ma devi contraddirti su una questione. la malnutrizione e la magrezza sono due cose differenti, oltretutto si può essere obesi anche da magri perchè dipende dall’equilibrio che hai tra grasso e massa corporea. l’obesità non è necessariamente frutto di opulenza.
    a sud tante persone – penso alle italiane meridionali ma anche a tantissime africane – sono obese per povertà. l’obesità non è il risultato del mangiar troppo ma è il risultato del mangiare male.
    obeso per povertà lo sei se mangi troppi carboidrati e troppi grassi. nessuna proteina, niente carne, pesce, latte, proteine alternative per i vegetariani. solo farina del cereale che c’è nel posto. mia madre mi raccontava dei suoi pasti più corposi in tempo di guerra. pane e acqua, così il pane gonfiava e tutti si saziavano. pane cotto. in toscana con il pane cotto e un po’ di pomodoro hanno fatto una pietanza che ora passa per essere una leccornia. cibi da poveri.

    degli animali il popolo mangiava solo le parti grasse, vedi a palermo c’è la milza, la stiggliola, la frittola, sono interiora, roba callosa che sta attorno alle ossa, e si mangia inzuppatissima di olio e con il pane. una pietanza povera era il pane e panelle. farina di ceci panata e fritta con il pane. amido su amido, carboidrati e grassi su carboidrati e grassi.
    sono i ricchi quelli curati, quelli che possono permettersi a tavola una alimentazione bilanciata, quelli che la mattina un po’ di the’ e poi lo yogurtino, a pranzo un primo bilanciato e a cena un secondo di pesce o di carne di primo taglio più verdura, tutto assieme alla frutta.
    l’ultima volta che sei stato al supermercato? hai presente quanto costa la frutta? e la verdura? te lo dico io, troppo.
    prendi uno stipendio da precario, pagaci l’affitto, poi le bollette e poi conta quanto ti resta per mangiare. a quel punto troverai appetitose le frittate di cipolla, il pane inzuppato nell’acqua e tanto ma tanto riso insaporito con un filo di formaggi. vivi un mese di alimentazione e andrai in sovraddosaggio di alcune componenti chimiche e in sottodosaggio di altre. così ti si gonfia la pancia, tratterrai liquidi e se sei femmina ti viene una cellulite talmente grossa da farci quintali di sapone.

    mangiare male significa anche non avere sufficienti fibre nel corpo e non per essere scurrile ma se non hai fibre non cachi e se non cachi ti si gonfia tutto e il tuo corpo metabolizza anche la merda.

    ci sono corpi che hanno tendenza ad ingrassare e altri che no. corpi che difettano per problemi tiroidei e corpi che mancano di una proteina essenziale che accellera il metabolismo basale. ci sono persone che ingrassano anche se respirano e tu questo ovviamente non puoi saperlo.
    poi ci sono i grassi per disagi psicologici, ci sono le persone con gravi disturbi dell’alimentazione, le bulimiche senza ritorno, quelle che non vomitano ma che mangiano due chili di pasta al giorno per compensare ansia e problemi di altra natura. anche in questo caso quello che spinge queste persone non è l’opulenza o la felicità di privare qualcuno di beni essenziali.
    la grassezza non è una ideologia. mia nonna era obesa e ha vissuto due guerre. aveva anche il diabete e non mangiava mai dolci. la vicina di casa di mia madre aveva un problema di salute, dopo una cura di cortisone ha preso 45 chili e non li ha più ripersi.
    Poi ci sono quelli che non hanno il senso di appetito e di sazietà e anche quelli hanno un problema di salute e non di scelta politica.
    perciò penso che il tuo ragionamento, cioè identificare i grassi con la società opulenza, abbia un difetto di pregiudizio non da poco. te lo dico da meridionale, da persona cresciuta tra gente obesa che sa perfettamente quali sono molti dei motivi per i quali si sviluppa l’obesità.
    i ricchi di cui parli tu, quelli che spanciano e mangiano tre primi eventi secondi, i mafiosi panzallaria che fanno orge di sapori per dimostrare il proprio potere sono passati di tempo. ora trovi le famiglie che risparmiano una vita per pagare un inutile pranzo agli sposi e ai suoi invitati. una tradizione reiterata che viene da lontano. dal tempo in cui la gente giusto quel giorno si concedeva il lusso di mangiare un po’ di più.
    te ne racconto un’altra: hai presente la storia delle voglie per le donne incinta? viene dalla fame, dal potersi concedere attraverso l’uso di un pregiudizio il lusso di mangiare una cosa che non avrebbero altrimenti potuto mangiare mai.
    tutto qui il segreto della dieta alimentare.

    sai cosa sta preparando per cena mia madre in questo momento? polpette di riso. simili alle arancine. riso, che costa poco, pangrattato, ancora carboidrati, un po’ di formaggio, l’uovo per tenere tutto attaccato e poi si passa alla frittura.
    cosa dovrei dire a mia madre che sta preparando una cena gustosa con quello che c’è a casa per saziarci e per risparmiare: che non deve farlo perchè è sintomo dell’opulenza di questa società occidentale?
    sai che mi risponderebbe? che la società occidentale in casa nostra non c’è mai entrata e ti giuro che per certi versi è verissimo.

  17. Claudio says

    Il Giornale non ha mai ragione, si sa. Pure quando tocca un argomento a me caro, è inevitabile che toppi alla grande.
    E dico un argomento a me caro perché quello della grassezza è un tema che mi trova tutt’altro che indifferente. Sarò netto: i grassi non mi stanno affatto simpatici. O meglio, diciamo gli obesi e le persone molto grasse e molto sovrappeso, se no sembra che se uno ha cinque chili in più rispetto al suo peso forma lo odio.
    Questa mia idiosincrasia non ha cause naziste e lombrosiane, bensì prettamente politiche, e sottolineo politiche. La crescente ed ormai dilagante grassezza dei cittadini europei e nordamericani è infatti uno degli emblemi più visibili dell’assoggettamento imperialista del Terzo Mondo derubato e sfruttato da parte dell’Occidente ricco da fare schifo.
    Certo, larga parte degli obesi e delle persone molto in sovrappeso lo è per motivi fisiologici che esulano dalla volontà e dall’ingordigia del singolo. Ma, come sentii dire una volta ad un medico, “tra i prigionieri di Auschwitz non c’era nessuno ‘grasso per costituzione'”. Come d’altronde sfido chiunque a trovare qualche grasso per costituzione nel Darfur. Ciò significa che noi occidentali ci ingozziamo alle spalle e sulle spalle dell’altra parte del pianeta che letteralmente muore di fame.
    Deprediamo le materie prime delle zone povere e le divoriamo tutte.
    Ecco perché provo una certa antipatia per la grassezza occidentale: se sei arrivato ad ingrassare tanto è segno che hai mangiato e bevuto tanto. Laddove ti bastava un etto di pasta, ne hai mangiati due. Se ti era sufficiente un lito e mezzo di bevande ne hai trangugiati tre. E via dicendo. Ovvero hai consumato anche il superfluo, anche ciò di cui non avevi bisogno. Cioè, hai prodotto uno spreco. Un ingentissimo spreco.
    E’ questo che non mi piace affatto della diffusione della grassezza. Spero non mi si fraintenda, dunque: non c’è alcun residuato di arianesimo sopito ed inconsapevole che agisce in me. Tutt’altro: c’è pura e semplice lotta di classe. Nella grassezza io vedo incarnato (nel senso più letterale possibile) l’egoismo indifferente ed avido della classe dominante occidentale che tutto arraffa e tutto fagocita, ben al di sopra di quelle che sarebbero le proprie necessità, fregandosene dell’impatto sulla natura, sulle altre specie animali, sugli altri esseri umani che sono umani allo stesso modo. Solo più magri e più affamati.

  18. deborah says

    Mi sarebbe piaciuto avere a disposizione anche il testo dell’articolo da leggere per potermi dichiarare d’accordo o meno con quanto scritto qui.

    Comunque la cosa che mi lascia molto amaro in bocca dopo aver letto questa riflessione è che è stata scritta con lo stesso intento di chi ha scritto l’articolo su Il Giornale: così come l’articolo in questione è diffamante verso il sud, così questa riflessione lo è per il nord…sud grasso contro nord fascista?? Ancora a questo stiamo? Che tristezza…

  19. si-culo says

    …c’era quasi da far notare che, logica conseguenza di tutto quello che sostengono sullo stato di salute dei grassi, evidentemente costoro hanno una vita più breve dunque non percepiscono la pensione nella stessa misura in cui la percepiscono gli altri. Pertanto, a conti fatti, probabilmente fanno risparmiare un sacco di soldi all’INPS.
    Non se ho più paura dei discorsi utilitaristi o di quelli che riescono a traviare anche l’utilitarismo e fare propaganda ideologica della peggior specie. In ultima analisi, però, se uno de Il Giornale riesce a mettere da parte il suo utilitarismo per dare dello “sporco ciccione” a uno di Palermo, allora si è dato una certificazione logica di razzismo.
    Abbastanza logica che secondo me è anche passibile di denuncia.

    (Certo, fossimo tutti fumatori sarebbe meglio: dai un sacco di soldi allo stato in sigarette e poi schiatti a 65 anni, senza manco averla vista la pensione.)