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Se sei bella ti tirano le pietre

http://www.youtube.com/watch?v=bY5mg0TJEDU

Fastidio scova in rete questo spot e fa una interessante riflessione che vi invito a leggere. A me vengono in mente pensieri collaterali. Ci sono gli spot con questi maschi esteticamente imperfetti dei quali si esaltano milioni di virtù: la forza, il coraggio, la determinazione, la tenacia. Lo spot dice infatti "bello non ti farà vincere nessuna partita, mai!". Modelli di virilità che non devono avere il problema di farsi centinaia di operazioni di chirurgia plastica, aggiustamenti vari, liposuzioni, diete, sedute dall’estetista, depilazioni, trattamenti con creme di ogni colore e consistenza. A loro basta essere forti, coraggiosi, modelli di altre virtù.

Noi invece siamo elementi decorativi. Di noi si esalta la bellezza come un valore aggiunto, si denigra la bruttezza come se fosse di per se’ quella che ci definisce come persone. Centinaia di spot che insistono sull’essere pulite dentro e belle fuori, sottolineando anche dettagli che talvolta sembrerebbero oscuri. La bruttezza come colpa, come conseguenza della nostra cattiva vita, delle nostre cattive abitudini, della nostra incapacità di adeguarci alle regole del mercato. Usi una crema perchè "vali", prendi uno shampoo colorante perchè meriti di più, e giù con mille riferimenti che associano la bellezza ad un valore imprescindibile.

Frasi che sembrano rivoluzionarie, intendendo rompere schemi e distruggere stereotipi che candidamente riaffermano che le donne che dicono di essere belle e intelligenti in fondo sono solo belle senza facoltà di parola e capacità autonoma di pensiero. Una bellezza usata per vendere e criminalizzata per dare sempre ragione agli uomini che se ne dichiarano vittime. Una bellezza a senso unico che esclude le mille forme di meraviglie esistenti al mondo.

La bellezza diventa modello estetico dominante, l’una la fotocopia dell’altra e in quel caso secondo la cultura patriarcale andrebbe custodita, regalata ad un uomo soltanto perchè se la usi per farci soldi tutto diventa improprio. Una società che spinge le donne ad essere soltanto belle poi condanna quelle che reclamano il diritto di sfruttare la bellezza per campare. 

Questo mi fa venire in mente anche un dibattito seguito di striscio su un atroce programma pomeridiano di rai uno. Un tale mostrava la ex velina, ex modella per calendari, che diceva di non volere mai più posare nuda. Faceva da contraltare la modella che continua a fare calendari e che sosteneva che quello fosse l’unico modo di lavorare in quell’ambiente. L’unico modo di lavorare (ma quanto ha ragione!). Il tale, acuto quanto un lobotomizzato appena caduto da un grattacielo, chiude la discussione con un: "nessuno ti obbliga. sei tu che scegli." La modella incassa e sta zitta, sigla e annuncio di un altro mega servizio con donne con labbra formato canotto.

Riassumendo le donne devono essere belle, virtuose nel senso di custodi della propria bellezza fino a consegna all’uomo che la "valorizzerà", colpevoli sempre qualunque sia la scelta che faranno anche se dettata da necessità.

Per le donne non vale il principio di "bella non ti farà vincere nessuna partita mai!". Bella in italia significa "bella presenza", quell’aspetto gradevole richiesto dai datori di lavoro che se non porti la taglia 38 non ti assumono. Bella in italia significa "portare il sole nei luoghi di lavoro", "dare un tocco di femminilità in ufficio", e tutta un’altra serie di baggianate simili. Bella in italia significa "cchiù pilu ppi’ tutti!", più voti per i partiti, più audience per le trasmissioni televisive, più pubblico per gli spazi web, persino più copie di libri venduti perchè anche la cultura, quella fatta di idee e pensieri e intelligenza, si vende attraverso l’immagine, la topa, la fica in copertina. 

A noi non basta allenarci per vincere la partita e non vorremmo neppure vincerla perchè non siamo competitive e questa gara a chi ce l’ha più lungo non è roba nostra. A noi non basta essere brave per essere riconosciute. Noi abbiamo il dovere di essere belle, di quel bello deciso altrove, da altri, sempre maschi, per il loro piacere, per la soddisfazione della loro fantasia.

Claudia Mori  pare si sia arrabbiata perchè in tivu’ le hanno spiaccicato in faccia esattamente quella realtà. Di quella donna non contano le cose fatte ma le rughe guadagnate. Se non facesse tutto parte di un reality buono per attirare l’attenzione direi che ha fatto bene. Noi ci siamo sorbite mike bongiorno e continuiamo a sorbirci pippo baudo con i capelli finti in testa. Abbiamo ministri e un capo del governo orribili, brutti, tristi, decrepiti. Al loro fianco giovani donne che stabiliscono la linea patriarcale dell’epoca di mia nonna. Quando le fanciulle sposavano uomini di 25 anni più grandi.

La nostra è una società maschilista, profondamente sessista nella quale si celebra l’esaltazione geriatrica di un sesso tenuto a diritto a colpi di viagra. Noi donne non vinceremo le gare neppure se ci alleniamo giorno e notte perchè non ci faranno neppure partecipare.

Così andrà finchè non la smettiamo di farci umiliare. Così andrà finchè non mandiamo quei logori vecchi a quel paese.  

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


4 Responses

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  1. Rosa says

    Mi ricorda molto le incazzature di mia madre quando a volte uscivo di casa con le gambe non depilate e visibilmente esposte. Mia mamma mi diceva: cosa penserà la gente di te..ricordati che devi curare la femminilità.
    Insomma noi donne dobbiamo essere sempre belle, pulite, mai puzzare di sudore,capelli apposto e depilate.

  2. Mario says

    Mi viene in mente il brano di Wu Ming 1, «L’Istituzione branco», che ben descrive l’assoluta mancanza di considerazione della donna come soggetto portatore di pensiero e di dignità, nonché «l’esaltazione geriatrica di un sesso tenuto a diritto a colpi di viagra», come dici qui sopra. Lo cito perché andrebbe riletto, ogni tanto.
    Circa i «ministri e un capo del governo orribili, brutti, tristi, decrepiti», quanto hai ragione!

  3. maria grazia says

    Oltre a quotare tutto, aggiungerei che questo modello estetico imposto rappresenta anche il modello culturale ed emotivo a cui siamo “obbligate” ad aderire. Belle, buone , gentili, oche, insomma barbie che sappiano stare al proprio posto. Noi non possiamo arrabbiarci, dobbiamo rimanere docili fanciulle comprensive e tolleranti. Se ti incazzi per la costrizione imposta sei un’isterica femminsta frustrata. Ci tolgono anche la rabbia e la capacità di critica pena l’esclusione sociale. Vedo la situazione molto brutta e vedo che la Tv e i media in genere non fanno altro che alimentare questa distorsione. Che tristezza. Menomale che esistono blog come il vostro!

  4. Mat says

    Mi viene in mente di quella donna disabile che è stata licenziata in Inghilterra da un negozio di abbigliamento (perché aveva un braccio finto mi pare). alle donne viene richiesto solo di apparire, non è importante che siano capaci nel lavoro, importa solo che siano conformi al modello estetico che ci hanno imposto. Però alcune donne sono anche complici con questo modello e vi si adeguano al pari degli uomini anziché combatterlo.