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Emergenza omofobia. Vertice fascio-gay. Tricolore e celtica al prossimo Pride

A Roma si parla di emergenza omofobia. Come se fosse una novità. O forse, come si diceva ieri, non ci si aspettava che ad essere aggrediti fossero anche i gay di destra. Oggi si denuncia un inizio di incendio al Qube, locale romano frequentato dalla comunità glbtiq. Non si capisce perciò se si vuole far intendere che si tratti di una escalation o di una soluzione finale sullo stile nazista.

Tra i commenti di un post precedente giustamente si dice che tutto ciò è la semplice conseguenza del clima che altri hanno determinato. Gli atti di intolleranza hanno bisogno di una legittimazione, una giustificazione sociale e quella giustificazione è stata ampiamente sollecitata dalla stessa gente del governo di centro destra, o da tanti soggetti un po’ confusi del centro sinistra (compresi illustri parlamentari lesbo-gay) che a volte si comportano ne più e ne meno che come la lega nord. Una lobby alla quale non frega nulla dello stato in cui versa l’italia. Purchè passino delle piccole norme che vadano bene a loro.

Come non dimenticare la disponibilità di egregi esempi di rappresentanza lgbtiq, a nome del pd, che dichiaravano di poter votare il pacchetto sicurezza purchè ci fosse la norma sull’omofobia. Come dimenticare l’atteggiamento securitario di tanti gay che a seguito di pesanti attacchi a milano conformavano il loro pensiero alla destra e discutevano di ronde per tutelare i circuiti froci. Come dimenticare le dichiarazioni di tanti rappresentanti della comunità istituzionalmente riconosciuta glbtiq in favore di un ampio dialogo con il sindaco alemanno. Così siamo arrivati ad oggi, tra sdoganamenti e cinismo, tra miserie e mediocrità, nella consapevolezza oramai acquisita che non basta – e finalmente – riconoscersi nello stesso genere per stare dalla stessa parte. Questo principio vale per le donne, per gli uomini e per i gay, le trans, le lesbiche, gli immigrati e ogni altra categoria sociale che non può essere riconosciuta in quanto omogenea.

I gay di cui parliamo, quelli che, chissà, forse in alemanno vedono il simbolo dell’uomo forte che tanto piace a loro, sono gli stessi che se trovano stranieri bisognosi di asilo nella sede arcigay chiamano la polizia (come è successo a firenze) o sono quelli che pietiscono semplicemente di essere riconosciuti in quanto soggetti aventi diritto di matrimonio, attribuendo al matrimonio un valore che noi donne, per fare un esempio, tentiamo faticosamente di sovvertire. Sono quelli che vogliono muoversi nella miseria delle tradizioni patriarcali, conformarsi ad esse, vogliono frequentare la chiesa e sposarsi con il velo, avere figli e normarsi senza rivoluzionare una benemerita minchia. Tutta qui l’azione sovvertitrice di certi soggetti. E vi giuro che non lo dico perchè ho un problema rispetto alle scelte altrui giacchè ciascuno deve certamente poter fare quello che vuole, come lo vuole, con chi vuole. Il punto è che la lobby gay, e dico gay perchè ho davvero un problema a identificare lesbiche consapevoli che dopo aver messo in discussione il proprio ruolo nel mondo possano ricacciarsi nello stesso guaio in formato lesbo-normato, comunque dicevo della lobby gay: tendono ad imporre un modello uniformato escludendo di per se’ il principio di autodeterminazione.

Cioè: ma siamo sicuri che tutti i gay vogliono sposarsi? Siamo sicuri che tutti i gay vogliono parlare con alemanno? Che vogliono le ronde? Che odiano gli stranieri? Che hanno in mente di scimmiottare un modello familiare borghese di lui assieme ad un altro lui più il cane e il figliolo da portare al parco (entrambi, cane e figlio)?

Un cambiamento sociale che ammetta cambiamenti di ruolo, stravolgimenti della cultura patriarcale e religiosa, come può riassumersi in altre norme che ne consentano la totale assimilazione nella società attuale?

Perchè di assimilazione si tratta. Nulla più di questo. Niente di sconvolgente. Non un cambiamento epocale. Non una direzione alternativa, autodeterminata.

Il frocio di centro-sinistra-destra diventa dunque egemonico e mi spiace ma spesso finisce per diventare anche un mio avversario politico. Perchè io non voglio una società divisa per schemi. Io non voglio una società preordinata dove anche la scelta di essere frocio mi obbliga ad aderire ad un modello preciso, stereotipato, possibilmente televisivo, corpo da tronista gay, nemico del caos, delle altre culture, rigidamente arroccato in una dimensione politica "moderata" dove persino frequentare i salotti fascisti diventa un modo per creare uno standard di froscitudine.

Se fossi un uomo e volessi essere un frocio differente a chi potrei rivolgermi? Chi potrebbe rappresentarmi? Grillini? Alemanno? Arcigay che diventa sempre più a vocazione moderata e securitaria?

E dunque perchè mai ora a roma si parla di emergenza omofobia senza parlare mai di fascismo? Un fascismo che lascia tracce ovunque e non solo nella comunità gay. Sono morti compagni, sono state aggredite persone, vandalizzati spazi, martoriati soggetti e poi si picchiano gli stranieri, alcuni si ammazzano, si bruciano i barboni, si rastrellano i campi rom. E la continuità tra chi commette le aggressioni e chi applica il proprio fascio-razzismo legalizzato è tanta e tale da non giustificare nessuno che voglia chiacchierare anche solo informalmente con chi di queste vicende è complice, istigatore e artefice.

Come spiegarlo in parole semplici: perchè andate a chiacchierare con un sindaco che parla di "bullismo" quando si bruciano i barboni, che strizza l’occhio a casapound anche dopo le note vicende di piazza navona, che svuota le strade, regola il decoro, giustifica il rastrellamento delle prostitute e delle trans, ordina rastrellamento e deportazione nei campi rom?

Basta davvero che questo sindaco invochi l’emergenza sui gay per legittimargli tutto il resto? Sarebbe questa la partecipazione critica della comunità istituzionalmente riconosciuta glbtiq? Tutta qui la rivoluzione? Chiedete ronde? Poliziotti che abitualmente cantano faccetta nera a sorvegliare le vostre feste? Messe cantate a benedire i vostri locali?

E gli immigrati che muoiono? E i diritti delle donne che vengono mortificati per obbligarci alla norma etero-familiare? E i precari, i lavoratori che non sanno più che pesci pigliare? E i cittadini e le cittadine che praticano dissenso che vengono massacrati di legnate in piazza? E la democrazia che va a farsi fottere?

Ma certo, che importa. Purchè si parli di "emergenza omofobia". E quel che è peggio è che non mi sconvolge più sapere che esiste un gay che odia i rom.

Il punto è che io devo ricordare che un gay è comunque un uomo che non ha mestruazioni, non ha bisogno di contraccettivi per non restare incinta, non ha bisogno della ru486, non ha bisogno della 194, non ha bisogno di rimettere in discussione il ruolo di cura che gli viene affidato, non ha bisogno di sopravvivere tra maschi che picchiano, ammazzano e stuprano…

Un gay è comunque un uomo che di queste cose non si occupa, sebbene subisca violenze per mano di quegli stessi maschi che conformano la cultura dominante. Se la lobby gay, diversa dalla comunità glbtiq antifascista, antisessista, antirazzista, fosse preoccupata a recuperare la stessa origine – sociale, economica e politica – per i mali che subiamo, lo stesso principio di negazione delle identità libere e "diverse" che non hanno diritto di cittadinanza in nessun posto, fosse intenta a perseguire il principio di autodeterminazione per tutti e tutte invece che ritagliarsi qualche micro privilegio per se’ allora sono certa che la vedrei in piazza ogni volta che vado a manifestare per i miei diritti. Invece non li vedo. Non ci sono. 

Io vado ai pride. Loro non vengono alle manifestazioni per i diritti delle donne, contro la violenza maschile, per l’autodeterminazione, a favore degli immigrati, contro le azioni di un governo securitario.

Loro non vengono, non partecipano, non gliene frega niente. Come se tutto il mondo si risolvesse nella froscitudine. Come se l’omofobia fosse un problema a parte, scisso da tutto il resto, decontestualizzato dal fascismo, dal razzismo, dal sessismo. Come se io stessi qui a cianciare solo di mestruazioni senza comprendere che persino quelle comunque non posso considerarle un fattore indipendente da tutto quello che avviene nel mondo.

Se lo scopo è di fare un frocio libero in un mondo di schiavi, se lo scopo è incastrarsi nella società per quella che è senza mai rimetterla in discussione, ma allora perchè cazzo devo venire a farmi chilometri di corteo nei gay pride? 

Soprattutto: perchè si fanno ancora i pride – per i quali qualcun@ intende persino depositare il marchio per ottenere il copyright sulla formula (come se io chiedessi il copyright per la street parade) – quando potete comodamente sedere allo stesso tavolo di alemanno per far passare una vostra proposta di legge? A che serve un pride svuotato di senso politico, pieno zeppo di carri di locali alla moda dell’ambiente frocio, con maschioni cubisti, tronisti, palestrati e decorativi a fare passerella del modello estetico maschile dominante? Che ci fanno le lesbiche e le trans nei pride interamente dominati da una soggettività maschia, frocia ma orrendamente, classicamente maschia? 

E per fortuna che c’e’ il No Vat, una volta l’anno. E per fortuna che ci sono i copyleft pride. E per fortuna che ci sono compagni e compagne che propongono altro. Accidenti!

Ps: discutendo con un amico, si parlava di frociata bipartisan. Però: il concetto di frociata bipartisan è troppo del pd. Come dire che io dovrei fare manifestazioni per i diritti delle donne con donne che concepiscono il mio ruolo in termini fascisti e dunque non mi riconoscono dei diritti. Cosa posso avere a che spartire io con la carfagna o con la mussolini?Quando il genere diventa una bandiera secondo me non funziona. Si tende al conformismo, all’omologazione e se sei frocio non capisco che interesse hai ad uniformarti. Fai semplicemente un passaggio da un branco ad un altro branco. Cosa cambia?

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


10 Responses

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  1. fikasicula says

    Daniele,
    sin dalle prime righe capisco che abbiamo veramente poco da dirci. Sei della scuola “ne rossi ne neri ma liberi pensieri” dei camerati di casapound. La pensi come i “fascisti futuristi del terzo millennio” e quindi il resto diciamo che ai miei occhi perde rilevanza perché è inficiato proprio dal fatto che tu non leggi comportamenti fascisti in quello che accade oggi.

    Se gli attacchi omofobi, le aggressioni di tale svastichella ai gay non ti sembrano sufficienti per richiamare al fascismo anzi allo squadrismo fascista non c’e’ molto altro da dire.

    È che proprio non sei presente, autoreferenziale e distratto o sei in malafede.

    Gli immigrati non sono pari alle quote latte. Il disegno autoritario che massacra gli immigrati massacra anche te, me e tutte le categorie umane diverse, da controllare. Ripeto: se non capisci qual è il nesso non è colpa mia.

    Il frocio sta male in una società fascista o se vuoi totalitarista perché starebbe male anche con una dittatura comunista alla stalin. E non rivendico il frocio nella mia parte politica, no. Non faccio collezione di feticci umani. Proprio per questo dichiaravo in assoluta libertà che tu sei libero di stare dove ti pare e io giudico il pride svuotato di senso politico e assolutamente poco interessante per me.

    Non mi interessa sfilare per fare numero. io muovo il culo per lottare per progetti di società che in un modo o nell’altro mi riguardano e mi riguarderesti anche tu se la pensassi diversamente ma invece no e dunque semplicemente lotti da solo.
    Ci sono altri gay, altre lesbiche, altre trans con le quali lottare che la pensano come me e – ripeto – così come non mi sono mai riunita sotto la bandiera di genere delle donne in quanto aventi tutte fica e mestruazioni non vedo perché partecipare ad una sfilata di gente sessualmente orientata in un certo modo che però la pensa totalmente in modo differente da me sul senso della vita e su mille altre cose.

    È proprio una questione di affinità. Gli immigrati per me sono roba seria. Il pride finisce invece per essere il presidio per le quote latte e io non sono ne un allevatore ne una pecora, letteralmente parlando.

    E ti prego lascia stare la simpatia perché io non sono un peluche. La tua supponenza è pari solo ai contorsionismi verbali e alle inversioni semantiche che utilizzi.

    Resta che vai da alemanno a pietire lezioni alle scuole o spazi sociali, o protezione per le strade. E le telecamere, sappi, servono per controllare te e se non hai capito che perfino tu sei schiavo della retorica della paura=sicurezza=controllo hai un sacco di strada da fare.

    Buona chiacchierata tra te e alemanno.
    Credo che sarà l’unico amico che ti rimarrà…
    Ho i brividi…

    Antifascista sempre (e abbiamo capito che per te antifascista equivale ad omofoba)
    Dicevo
    Antifascista sempre
    fikasicula

  2. Daniele says

    Cara sicula,
    innanzitutto osservo fra di noi una differente schematizzazione della realtà che difficilmente renderà facile la comprensione reciproca. Secondo me parlare di “fascismo”, al giorno d’oggi, ha poco senso. Possiamo al massimo parlare di comportamenti “fascisti”, ma cercare di classificare la realtà che ci sta intorno con categorie di 60 anni fa mi sembra fuorviante e autoreferenziale. Insomma rischiate di capirvi solo fra di voi (dai pure al “voi” il significato che preferisci, anche un plurale maiestatis va più che bene), di combattere un “nemico” dai contorni indefiniti in cui, di volta in volta, può essere fatto rientrare tutto e niente. I termini a volte hanno poco senso, critichiamo le azioni piuttosto, ripeto.

    In estrema sintesi tu suddividi il mondo (gaio?) in 2 categorie: coloro che vogliono collocarsi meglio in questo mondo accettandone, nel bene e nel male e in maniera opportunistica, le regole; coloro che, come te, queste regole non le accettano e tentano invece di sovvertirle. Volendo affiancherei a queste una terza categoria: coloro che, consapevoli delle dinamiche lente del progresso umano, accettano in maniera bonaria le regole del mondo in cui si collocano e cercano di cambiarne i meccanismi lavorando “dall’interno”, consapevoli dei propri limiti e della fallacia delle proprie azioni. Ti dirò: a mio parere tutte e 3 queste prospettive (ma anche la quarta e la quinta, se riusciamo a trovarle) vanno bene. Se l’obbiettivo che si persegue è quello di “far star bene le persone”, sarà più facile raggiungerlo percorrendo 3 strade diverse che non una sola.

    L’orgoglio è un concetto che a me non piace molto. Ti direi che mi sembra pure un po’ “fascista”, ma avevamo detto di depennare questa categoria 😉 Se a prevalere fosse l’orgoglio ora non potrei attraversare il confine del Brennero senza mostrare i documenti. La memoria è una buona cosa e va coltivata. Ma la si coltiva per poter poi andare oltre, non per restarle ancorati.

    Giustamente osservi che i diritti degli omosessuali, non sono il “massimo delle lotte”. Sono solo una delle tante. Però, penso sia innato nell’indole degli esseri umani lottare per le questioni che riguardano più da vicino. Io non mi sognerei mai di andare a bloccare l’autostrada per le quote latte. E’ questione di sensibilità, mi dirai: ci sono etero sensibili al tema delle libertà e dei diritti in generale che volentieri affrontano le chilometriche marce dei pride. Appunto, sensibilità. Sensibilità che, checché se ne dica, è slegata dall’orientamento sessuale o affettivo di una persona. Come ho già scritto, può darsi che la propria discriminazione possa portare ad essere più sensibile alle discriminazioni altrui, ma non è necessariamente così.

    In secondo luogo: affermare che la sensibilità verso determinate questioni, ad esempio il fenomeno dell’immigrazione, sia correlata all’orientamento sessuale di un individuo è secondo me oltremodo svilente. Io sono sensibile a queste questioni PER SCELTA, non per un fattore innato quale l’orientamento sessuale.

    A proposito del giudizio. Nonostante la simpatia che istintivamente mi ispiri, fra il giudizio tuo e quello di Alemanno, io sinceramente scelgo il mio 🙂 E il mio giudizio in questo momento ha un’occhio attento alle azioni e alle dichiarazioni che il primo cittadino romano (in questa veste, si badi bene!, non in quella di ex AN ora PDL o di ex picchiatore missino!), apprezzandone, pur restando scettico, le misurate aperture.

    Concludo dicendo che interpreto un eventuale dialogo con Alemanno o con il governo, non come forma di asservimento o piaggeria nei confronti del potere, ma molto più semplicemente come metodo di comunicazione con coloro che sono stati scelti come propri rappresentanti dai romani e dagli italiani. Poi potete sollevare dubbi sui metodi con cui sono stati democraticamente eletti, ma questo è tutto un altro discorso 🙂

    Caro si-culo,
    proprio perché la critica è rivolta indistintamente a tutta la comunità gay, mi sembra di poter tacciare di omofobia l’intervento nel blog. Ripeto, nella forma e nei contenuti (lobby gay? Magari ci fosse!), l’articolo non si discosta di molto da testi prodotti dalla sponda politica opposta. La battuta su Alemanno-uomo forte poi è proprio greve… Tornando al discorso sensibilità, me ne aspetterei tanta di più da una persona coinvolta personalmente in questo genere di questioni. E questo rappresenta un po’ anche una risposta al tuo “se l’avessi scritto io che sono frocio?”. Ecco, sarebbe stato tanto più grave. Un’altra manifestazione di quel masochismo in cui gli omosessuali (sono io ora a generalizzare?) ogni tanto cadono, facendosi le pulci l’un l’altro anziché unire le forze per raggiungere l’obbiettivo.

    Riguardo al dialogo: è ovvio che se porto la mia posizione davanti ad un’altra persona, sono convinto che la mia idea sia quella giusta. Ma il solo fatto che io la dibatta, dimostra che sono disposto a metterla in gioco! Per quanto io possa essere presuntuoso e saccente, razionalmente so che gli altri sono sempre portatori di una parte di ragione, o perlomeno della loro ragione. Quindi tanto vale parlar con tutti, male di sicuro non fa. Qui sul blog o anche con Alemanno.

    Perché i pride devono essere apolitici? Perché i diritti sono di tutti, non hanno colore. Banalità, lo so, ma è così. Quindi tutti coloro che si sentono vicini alla questione hanno diritto di parteciparvi: bianchi, neri, rossi, gialli, blu e viola ciclamino. Il passato recente ci dice che maggiore sensibilità al tema è stata da sempre dimostrata dai partiti di sinistra. Bene, annotato ed archiviato. Gli omosessuali però non sono proprietà della sinistra.

    I rimedi che Alemanno propone contro la violenza sugli omosessuali sono discutibili. Ti dirò, forse son pure stupidi. Ma chiuderci nel nostro dorato ed imbronciato silenzio non serve. Parliamoci con ‘sto caspita di sindaco. Diciamogli che le videocamere magari non sono proprio l’unica soluzione e forse, ad esempio, si potrebbe cominciare a fare qualcosina nelle scuole, a livello di educazione, o a qualsiasi altro livello vi venga in mente.

    Caro d-K,
    possiamo schematizzare dicendo che storicamente la destra è stata più omofoba e la sinistra più gayfriendly. Ma è una schematizzazione, nulla di più. E è anzi auspicabile che le cose cambino. Come nei paesi più progrediti d’Europa, dove spesso sono i partiti di destra ad avere leaders omosessuali e ad adoperarsi per la concessione di diritti agli stessi.

    “Concessione”… capisco che questa parola possa dare fastidio. Lo da anche a me. Però storicamente il genere umano si è dato come miglior forma di organizzazione quella democratica, in cui governa la maggioranza e le minoranze devono lottare per la rivendicazione dei propri diritti. In un certo senso compito delle minoranze è convincere la maggioranza. Uno dei valori aggiunti della democrazia rispetto ad altre forme di governo dovrebbe essere per l’appunto la capacità di tutelare le minoranze. Ma questa tutela è pur sempre una forma di concessione da parte della maggioranza. Ecco, forse la democrazia in linea di principio funziona perché le maggioranze sono variabili e ognuno di noi a fasi alterne ne fa parte o meno.

  3. fikasicula says

    @okkio
    a parte che non ci vedo nulla di male nelle scelte che ci consigli di fare… ma se ce la dici come se si trattasse della stessa cosa fa veramente ridere.

    sicchè, secondo la tua opinione, non essere vegani sarebbe come dialogare con i fascisti?

    interessante punto di vista, davvero.

    effettivamente siamo tutti alla ricerca di nuovi confini della coerenza.

    chiederemo ai gay di non mangiare più carne d’allevamento intensivo, di non bere cocacola, non indossare scarpe della nike, ma soprattutto… giacchè vuoi farla apparire come la negazione di una proibizionista, di non mettere sul piatto del “dialogo” con i fascisti la carne degli immigrati che muoiono nel mediterraneo.

    per ora abbiamo chiesto solo l’ultima e se ti sembra eccessivo e ritieni sia più libertario alemanno, i fascisti squadristi e i camerati di casapound, si vede che hai un grosso problema di metabolismo.

    mangi troppa roba e troppo di tutto. un po’ un bulimico della partecipazione di massa e del dialogo bipartisan.

    sai che per i disturbi dell’alimentazione politica hanno inventato delle soluzioni niente male?

    tra le tante: una dieta controllata con una piccola concessione per prevenire le abbuffate. un fascista al giorno giusto perchè altrimenti ti mancherebbe troppo. piccole dosi. senza strafare. così forse ti disintossichi

    mi raccomando. puoi farcela anche tu. siamo tutt@ con te

    saluti

  4. OKKIO says

    Bravi, giusto, già che ci siete per coerenza diventate tutti Vegan e Antispecisti.
    Scusate se mi sono intromesso…

  5. d-K says

    Scusate, ho letto solo ora il commento di si-culo, beh… Sottoscrivo in pieno.

  6. d-K says

    Non credo ci sia molto altro da aggiungere dopo l’ultimo commento di Fika ma, per quel che serve, un paio di frasi mi andava di lasciarle…

    Io sono una persona di genere maschile, al momento eterosessuale, coinvolto da anni in una relazione con la stessa persona, studente e precario. Quando leggo certi commenti comincio a chiedermi perché non mi limiti ad attivarmi solo negli ambiti che mi interessano… Ma la risposta è sempre la medesima: non posso, perché non riesco ad ignorare gli altri. Ammetto, però, che vi è un altro motivo – utilitaristico forse, ma non meno degno – permettere che i diritti di altre persone vengano calpestati, agevolare questi atti pur di ottenere qualche “osso” gettato dal padrone con benevola superiorità e da rosicchiare sotto il tavolo, nascosti, comporta l’accettare che i diritti e la libertà possano essere sottoposti a controlli e limitazioni, soprattutto comporta l’esistenza di un “qualcuno” che dà e toglie, che gestisce la nostra libertà. La libertà esiste di per se, non può essere concessa, in tal caso sbagliamo a chiamarla libertà.
    Non si può dialogare con chi pretende di poter concedere dall’alto (come un dio) diritti e libertà, mi spiace. Si può apprezzare la singola iniziativa quando è ben fatta ma il dialogo lo si può iniziare solo quando saranno mutati determinati presupposti. Fintanto che la soluzione per questi personaggi sarà di stampo securitario e mirata a limitare i diritti di altri io non riuscirò a dialogarvi.

    Vi chiedo se ognuno deve pensare al proprio orto per quell’ossicino sotto al tavolo: allora perché non me ne sto a casa ogni volta che c’è una manifestazione o un’iniziativa che riguarda individui in situazioni altre da me?
    Tutti i gay ai pride, tutte le donne alle ladyfest, tutti i precari ai cortei di san precario, e così via ghettizzando… Mi sembra una logica molto interessante, “tafaziana” direi.

    Anni fa, all’inizio della guerra in Iraq, organizzammo un gran numero di attività in facoltà. Un pomeriggio un studente mi chiese perché mai facessimo tutto ciò, cosa ne ricavavamo, che ce ne fregava. Nonostante la risposta calma che gli diedi dentro di me ribollivo e mi trattenni a stento dal mandarlo affanculo per direttissima. E’ angosciante vedere che questo atteggiamento va diffondendosi… Davvero angosciante.

    Daniele, essere gay (o etero o donna o uomo, ecc.) di sicuro non è una presa di posizione ideologica ma il fare parte di un genere e il modo in cui si appartiene a questo genere, sono fortemente imbricati nella società ed essere gay o altro ha conseguenze non solo sociali ma anche politiche nel momento in cui una parte politica ha fatto dell’omofobia la propria bandiera per anni.

  7. si-culo says

    Caro Daniele,
    se qualsiasi intervento di critica e/o condanna delle scelte politiche della comunità gay diventa automaticamente omofobia, allora c’è qualcosa che non va.
    C’è parecchio che non va. Siamo al limite del deficit cognitivo collettivo.
    Cos’è, se sparo a zero io che sono frocio allora non c’è omofobia? Va bene, ho sparato a zero proprio ieri sera (come da blog).
    La mia potrebbe essere omofobia interiorizzata? Sarà. Allora leggiti elfobruno qui http://elfobruno.ilcannocchiale.it/…gdoc=2318608 e il commento di sciltian gastaldi/anellidifumo, che di omofobia interiorizzata certo non ne hanno.
    Consentimi di dire [da frocio di prim’ordine che i cazzi visti li misuro oramai non in metri ma in UnitàAstronomiche] che hai proprio l’atteggiamento della lurida checca, sempre pronta a esplodere come il Vesuvio ad ogni “ma…” in una sequela di “State zitti perché voi non sapete quanto male può stare un gay” e “State zitti perché non capite” e “Ascoltate questa che è la Verità”.
    Hai scritto:
    Perché le persone si convincono anche con il dialogo. Restando fermi sulle proprie posizioni, ma sempre ascoltando le ragioni altrui.
    Questa è la minchiata più frequentemente ripetuta nel mondo gay e specialmente in un certo settore moderato del mondo gay.
    Te la riscrivo per esplicitarne le implicazioni, così ti renderai conto della violenza, della spocchia, dell’aria di superiorità, dell’autoinganno e dell’ipocrisia che possono condensarsi in quelle 20 parole.
    La frase suona: Io ho chiaramente ragione (infatti sto fermo sulle mie posizioni), e siccome la verità è una, allora tu hai torto. Ma siccome non posso costringerti a pensare come la penso io, farò finta di ascoltarti e poi smonterò pezzo-pezzo i tuoi presunti argomenti e crederò di averti convinto perché ti avrò umiliato con la logica.
    Questo non è dialogare, questo è polemizzare facendo finta di predicare. Questo è il lupo travestito da agnello che crede davvero di essere un agnello, ma sa benissimo di essere un lupo. Nel dialogo, se è veramente tale, difficilmente me ne sto fermo sulle mie posizioni. Nel dialogo c’è sempre la possibilità, tutt’altro che remota, che io mi lasci convincere, almeno su alcuni punti. Nel dialogo si esercita il dubbio riflessivo. Quello di cui parli tu è fuffa, ipocrisia da omelia, non certo dialogo.

    Il nocciolo della questione, che hai così artificiosamente evaso, è: perché si fanno dei pride volutamente apolitici?
    La risposta è una sequela di errori:
    -> le manifestazioni devono essere molto partecipate per essere visibili
    -> se faccio una piattaforma politica impegnativa poi ci viene meno gente
    -> allora faccio una piattaforma “light” così metto d’accordo più gente, viene più gente, ho più visibilità
    Cioè, partiamo da presupposti da politica di piazza degli anni ’70 e arriviamo a strategie di marketing pre-reaganiane superconsumistiche. Infilando tra un passaggio e l’altro di questa semplificazione pseudosillogistica una serie di sottostime, cattive interpretazioni, errori tattici, dèbacles strategiche, travisamenti e mistificazioni che fanno orrore.

    L’altra faccia della questione è: perché un_ non-LGBT dovrebbe venire a un pride?
    Le risposte finora offerte sono:
    – perché è giusto solidarizzare con chi è discriminato
    – perché ci si diverte
    Se non ho mal compreso il contenuto del post di fikasicula, “dialogare” con Alemanno è passare dal gruppo dei discriminati a quello dei discriminatori. E la spiegazione è anche abbastanza semplice, in una domanda: siamo certi che il benessere delle persone LGBTIQ passi tutta per la videosorveglianza e i comunicati stampa di “rispetto”? Pare che ne siamo assolutamente certi. Pare che vogliamo reprimere il “violento” come Alemanno, aderendo alla sua definizione di “violento”; pare che aneliamo a parole di solidarietà, o alla solidarietà a parole; reiteriamo inviti al “decoro” e al presentarsi in modo “normale, accettabile”; pare che non ci serva nient’altro, che non ci interessi rivendicare nient’altro, che per il resto siamo come i cittadini medi, qualsiasi, berlusconiani.
    Se così è, ha ragione fikasicula. Se così non è, dobbiamo dimostrare il contrario, ovvero fare, finalmente, delle scelte politicamente mature.

  8. fikasicula says

    @daniele

    cioè i gay (maschi, si, come la destra li vuole… provocatoriamente parlando) si collocherebbero su posizioni “moderate”, o diciamo di destra, tanto per capirci, perché noi solleviamo un problema di assenza di coerenza, orgoglio delle proprie posizioni?

    Non un orgoglio puttano, che rivendi al miglior offerente, ma un orgoglio che conserva memoria, che non mette sul piatto della concertazione il culo di altri per salvare il proprio.

    Questo fa la “lobby” gay quando chiede aiuto ad alemanno per avere supporto sul progetto di legge dell’omofobia mentre attorno c’e’ un carnaio di gente che muore ed è condannato solo perché di un’altra nazionalità.

    E mi spiace che tu non veda nessuna radice comune in questo grave problema e nell’orientamento sessuale/affettivo che dici scisso dalla politica.

    Dialogando dialogando evidentemente vi siete dimenticati che al mondo esistono altri esseri umani e che bisogna pur mettere una fine all’ipocrisia di una manifestazione – il pride – per i diritti delle persone di un certo orientamento sessuale/affettivo come se fosse il massimo delle lotte.

    Io non vado in corteo solo per rivendicare il mio orientamento/sessuale affettivo, il mio diritto ad esistere. Ma sono certa che il mio diritto non possa prescindere da una dimensione sociale interamente libera.

    E non ho mai messo sul piatto la dimensione biologica. Parlo di questioni di genere. Il mio genere. Parlo del fatto che non posso avvertire la lobby gay come amica dato che intende conformarsi alla struttura patriarcale e io invece tendo a sovvertirla. Sono due spinte politiche totalmente differenti e se tu fai finta di non capirne l’importanza non è certo colpa mia.

    Come dici tu la gente ti giudica dalle azioni. Bene. Lo faccio anch’io quando scegli di dialogare con alemanno. Di quale giudizio ti importa di più, del mio o del suo?

    Scommetto che ti importa più del giudizio di alemanno, appiattiti come siete nella dimensione dell’apparire bravi ragazzi, speculari ad una società bigotta dove lo spazio che vi viene riservato è nello show business come giullari. Proprio come in altri tempi. Senza capire che ai giullari non spetterà mai una libera dimensione sessuale affettiva perché il massimo che ti concedono è il fatto che sei una persona. Non è forse questo che ti ha detto alemanno mentre gli legittimavi il fascismo di cui è portatore?

    Ed è già un passo avanti che tu dica che essere gay non è una ideologia. Neppure essere donna lo è. Ma io non trovo nulla da dire a questo governo, non mi “confronto” con esso e non mi faccio usare perché facciano un decreto antistupri che nega la mia esistenza e legittima la criminalizzazione degli stranieri.

    È un passo avanti che tu dica che essere gay non è evidentemente una scelta. È uno stato di fatto e dunque non c’e’ una radice politica.

    Non è forse quello che ho scritto?

    La mia conclusione è che dunque non vado in corteo con persone di quello o di tal’altro genere. Non vado in corteo con tutte le donne e quindi non vedo perché dovrei riunirmi sotto il drappello dei gay se non condivido la loro visione del mondo.

    La mia conclusione è che il pride apolitico-apartitico potete farvelo da soli.

    Fossi la sola a pensarla così potresti anche liquidarmi dicendomi che sono omofoba. che poi è la critica più banale e reazionaria che ci si possa aspettare. come se tra i gay non possono esserci stronzi, fascisti, soggetti ai quali opporsi senza sentirsi dire che ogni opposizione a loro sarebbe omofobia. come se mentre critico alemanno mi si dice che sono eterofoba, sessista (questa l’hai usata tu) e non una persona che non ha timore reverenziale per nessun genere e nessuna razza e che distingue quelli con cui va d’accordo da quelli con i quali non potrà parlare mai. in ogni caso il punto è che non sono affatto la sola e non potrete certo mantenere a lungo l’egemonia criminalizzando per sempre le libere opinioni di altre persone e altri soggetti.

    Avete fatto una scelta. Dalogate con alemanno, con il potente, con il monarca, invece che dialogare con me, con noi, con componenti della società che evidentemente non vi piacciono. Voi state lì e io sto qui. Siamo avversari politici. L’avete voluto voi.

    Ps: dire che l’orientamente sessuale affettivo sia scollegato da altri argomenti, che tu chiami ideali politici, come l’immigrazione, dimostra esattamente ciò che dico. Ci siete dentro fino al collo. E siete complici di chi sta mettendo in piedi una società autoritaria della quale voi stessi siete vittime. Complici e vittime. Comunque lontanissimi da me.

  9. Daniele says

    Sinceramente questo post mi è sembrato molto più omofobo di parecchie delle cose che si trovano in giro per la rete. Di “lobby gay” ormai parlate praticamente solo tu e Tremaglia, estrema sinistra ed estrema destra: poi ti lamenti che la maggior parte degli omosessuali (maschi?) voglia collocarsi politicamente su posizioni moderate?? Sinceramente il ribaltare vecchie posizioni sessiste contro lo stesso genere maschile, mi sembra il metodo peggiore per affermare la propria dignità di donna. Quando poi tiri in ballo le differenze biologiche fra uomo e donna per giustificare un presunto egoismo ed insensibilità maschile su certi argomenti, mi cadono davvero le braccia. La sensazione è che tu abbia fatto tutto il giro tornando però al punto di partenza, senza far avanzare la questione di un millimetro. Sono favorevolissimo all’ampliamento dei diritti individuali, alla tutela delle coppie in forme alternative al matrimonio, ma perché irridere chi invece ha aspirazioni differenti dalle tue, come ad esempio sposarsi con il/la proprio/a compagno/a come gli etero fanno da millenni. Libertà, per favore. E rispetto. E dialogo. Sì, perché ci vuole anche quello. Una buona norma del vivere civile insegna che le persone si giudicano dalle azioni. Quindi se in questo momento il nostro interlocutore è Alemanno o un governo di centro-destra, tantè, con questo ci dobbiamo confrontare. Perché le persone si convincono anche con il dialogo. Restando fermi sulle proprie posizioni, ma sempre ascoltando le ragioni altrui. Inoltre credo vada accettato il fatto che possano esistere gay non di sinistra. Per percorso personale è plausibile che la maggior parte degli omosessuali sia più vicina alla parte politica che storicamente ha maggiormente tutelato le classi più emarginate. Però è anche vero che se il collegamento fosse univoco, vorrebbe dire che l’omosessualità è una presa di posizione ideologica, non un orientamento sessuale/affettivo come in realtà è, quindi scollegato dagli ideali politici o dalle posizioni su altri argomenti, quali l’immigrazione, ecc.

  10. GM says

    Il sindaco nazifascista scampanella e gli Zio Tom della gaiezza bene accorrono scodinzolanti, così li si vedrà in tivù discutere allo stesso tavolo con un sindaco cribbio!
    Poco importa se il sindaco in questione non pensi lontanamente di sganciare un euro per patrocinare eventi per sensibilizzare la gente e che potrebbero essere invisi al Vaticano, poco importa la croce celtica del camerata morto al collo (che uomo, lui rispetta il ricordo degli amici!), chi se ne frega se è stato festeggiato da centinaia di saluti romani mentre salutava dal balcone…
    Sono come i Kapò; sperano solo che a loro il colpo arrivi meno forte.
    Del resto Arci Gay è roba del PD, diventerà come quella cosa ridicola di Gay Lib.
    Quella gente sarebbe capace di stigmatizzare i fischi che certamente arriveranno ad Alemanno durante la visita ai perve… depr… sodom… ehm, quel nome mi influenza troppo… alla comunità gaia.
    La rappresentanza parlamentare ed associativa (partiti, sindacati, movimenti istituzionalizzata) è la solita farsa.
    Chi cazzo rappresenta Grillini?