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Depressi d’italia

Un padre ammazza la figlia. E’ italiano, un ex agente di polizia penitenziaria rimandato a casa. I quotidiani forniscono il solito alibi della depressione. Un motivo che evidentemente non è tra quelli che dovrebbero impedire il rilascio delle autorizzazioni per la detenzione di armi da fuoco. In poche parole: si sono dimenticati di togliergli la pistola e quello l’ha usata per ammazzare sua figlia.

Potete controllare voi stessi. Solo dalla rassegna degli ultimi mesi emerge un dato mostruoso. L’italia ha il più alto numero di depressi del mondo. I depressi italiani sono una specie a parte: stuprano, ammazzano le mogli, le figlie, le sorelle, le amanti, le fidanzate, le conviventi, le ex, soprattutto le ex. Quelli che ammazzano le ex sono i più depressi di tutti. Non hanno nulla da fare nella vita. Perciò prima ammazzano una donna e solo dopo "tentano" di uccidersi. [Se avete a che fare con un "depresso" ditegli che si ammazzi in solitudine.

Hanno poi una caratteristica in comune: generalmente sono armati. Forse erano "depressi" anche quelli che li hanno autorizzati a portare una pistola nella fondina. Hanno una incredibile quantità di armi: la già citata pistola, fucili da caccia, coltelli da sub, asce da guerra, cacciaviti, scimitarre, balestra, machete, coltelli da cucina, o le mai tramontate mani nude.

I depressi d’italia probabilmente si allenano la notte perchè hanno muscoli d’acciaio. Riescono a sbaragliare folle, a superare barriere, a spaccare portoni, finestrini delle auto, a saltare fossati, ad arrampicarsi senza appigli per raggiungere il balcone della ex moglie. Fanno parte infatti della speciale razza dei rambo-depressi.

Talvolta fanno delle esercitazioni in branco. Sarebbero i depressi squadristi famosissimi per l’urlo di battaglia "Prozaaaaaac" e il loro costumino con la faccina di Brunetta che ride.

Possiamo dire che i depressi d’italia sono una particolare razza di supereroi. Li vedi infatti fuori la sera, dopo aver picchiato le mogli, andare a cercare in ronda il negro di quartiere. Il negro non è mai depresso. Il negro è soltanto un negro.

I depressi d’italia hanno fatto la storia. Sono arrivati in mille in sicilia per risalire il continente, hanno eroicamente sbaragliato le razze inferiori nel continente nero e hanno stuprato le donne che lì hanno incontrato. Il depresso più depresso di tutti lo chiamavano duce e ha fatto ammazzare un sacco di gente fino a che non lo hanno appeso a testa in giù.

Attualmente vi sono dei depressi al governo. Alcuni sono proprio dei depressi cronici e insistono nello sterminio dello straniero, altri parlano di famiglia e chiesa e valore della vita e mai, dico mai, che dicessero una parola per la scia di sangue che i loro colleghi depressi lasciano dietro di se’.

I depressi d’italia generalmente in tribunale chiedono l’infermità mentale. Dicono che ammazzano le donne in preda a raptus. Non si capisce perchè questo raptus gli viene sempre con le donne e mai con un bel maschio muscoloso di due taglie più grandi.

In italia abbiamo un altro grande depresso: è il nostro presidente del consiglio e pare abbia la depressione da utilizzo finale.

I depressi d’italia hanno alcuni giornali che li rappresentano. Tra i più noti: il corriere, il giornale, la padania, libero, spesso repubblica e talvolta anche l’unità (se ce ne sono altri suggerite). I depressi d’italia hanno intere trasmissioni televisive dedicate a loro. Tutte le puntate pomeridiane di tivvu’ verità, uomini e donne, tronisti si nasce, minchioni si diventa.

I depressi d’italia non si assumono mai la responsabilità delle loro azioni ne’ la società chiede loro di farlo. Per gli omosessuali si ordinano cure alla bicicletta in traino. Per chi commette un femminicidio dietro l’altro invece basta una pacca sulla spalla e una giustificazione sociale che li protegge all’infinito.

Fondamentalmente io odio i depressi d’italia e volendo proprio esprimere fino in fondo il mio pensiero non posso che augurare loro tutto il peggio possibile. A chi continua a proteggere la figura del maschio italiano invece va un bel vaffanculo. Istigate più femminicidi voi con questa cultura complice e omertosa che chiunque altro.

Beccatevi il: 

Saluto e l’Inno

Depressi d’Italia

Depressi d’italia
l’italia s’e’ destra
del corpo di donna
s’e’ cinta la cresta.
Dov’e’ la vittoria?
le pieghi la schiena
chè schiava dell’uomo
il maschio la inventò.
Stringiamoci a branco
Siam pronti allo stupro
Il pene chiamò. 
Noi siamo da secoli
oppressori e schiavisti
perchè non siam uomini
perchè siam maschilisti. 
Raccolgaci un’unica
bandiera, una certezza
di uccidervi sempre
già l’ora suonò. 
Stringetevi a corte
siete pronte alla morte 
Il pene chiamò.
Stupriamole, uccidiamole,
il possesso, egoismo
rivelano ai maschi
le vie del dominio;
giuriamo far schiava
la madre e la figlia:
uniti in un branco
chi vincer ci può!
Stringetevi a coorte
siete pronte alla morte
Il pene chiamò.
dall’alpi a sicilia,
dovunque è maschiopoli.
Ogni uomo depresso
ha il pene, ha la mano
i giovani d’italia
anch’essi depressi 
il suon d’ogni stupro
i maschi suonò. 
stringetevi a coorte
siete pronte alla morte
il pene chiamò. 
Son depressi che vivono,
le spade sguainate,
già la testa di donna
i capelli ha perduto 
Il sangue di donna,
il sangue di bambina,
berremo con gusto
e il cuor vi bruciò.
stringetevi a coorte
siete pronte alla morte
il pene chiamò. 

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. Rosa says

    o ci uccidon xke sono depressi o xke ci amano..fikasicula leggi qua:

    http://www.ansa.it/…ws/2009-08-26_126386041.html

    è assurdo!!!

  2. lucida follia says

    Inno meraviglioso! Lo voglio imparare a memoria, così la prossima volta che vengo prima tamponata e poi aggredita da un depresso (mi è successo davvero la scorsa settimana, stavo facendo benzina ed ero sola con le mie figlie, nessuno ha visto niente…) mi tolgo la soddisfazione di cantarglielo sul muso!

  3. Luna says

    l’inno è fantastico 😀
    Vado un poco fuori tema ma merita, è un articolo del Secolo XIX di qualche mese fa; lo citai in un’inchiesta: era intitolato sensazionalisticamente: “Violenta la moglie e finisce in carcere”; sottotitolo: “E’ vero, le ho strappato le mutandine, ma è sempre stata una sua passione”. E ancora: “Un focoso pensionato ha violentato la moglie che proprio non voleva saperne di fare sesso con lui” e, se non bastasse, “La nottata hot con la moglie è costata cara al pensionato”.
    Da ritiro del tesserino.