Toglie il medico di torno? No. Inzozza l’anima di tutte le donne, che siano state vittima di uno stupro oppure no.
Anche questa settimana le violenze hanno toccato cifre di tutto riguardo. Ce n’e’ per tutti i gusti: il suocero che violenta la nuora, l’uomo che punisce la sua ex compagna, il maestro di canto che violenta la disabile nei locali attigui una parrocchia. Poi c’è una storia che ci fa davvero arrabbiare: viene pubblicata la notizia di uno stupro di gruppo che coinvolge uomini di un circolo arci pesca in sardegna nei cui locali si trova anche una sezione di rifondazione. L’avrebbero fatta bere e poi l’avrebbero violentata a turno. Dopo l’uso l’avrebbero gettata via e lasciata per strada dove l’hanno trovata i carabinieri.
Non sappiamo quali saranno le conseguenze della questione ma certo è che sarebbe interessante capire come questi tre individui si difenderanno dall’accusa, quali trovate sessiste saranno in grado di esprimere per tracciare una differenza tra lei e loro.
Certo è che diventa sempre più urgente fare una riflessione che coinvolga i compagni, sempre che si possa dirsi compagni solo ad averci la tessera del circolo arci.
Quello che è dimostrato è che il sessismo e la violenza proliferano anche nelle zone a noi vicine, quelle che frequentiamo o nelle quali evidentemente non sappiamo trasmettere nulla di significativo, e questo è veramente intollerabile. Perchè fare politica, scendere in piazza con soggetti che non hanno nessuna intenzione di attuare una riflessione antisessista? Perchè ritrovarsi a frequentare persone che non sono meglio o peggio di altre? Dove sta la differenza?
Diventa essenziale per noi stabilire una discriminante forte per tutte le lotte che portiamo avanti: mai più con i sessisti, mai più con quelli che non condannano la violenza contro le donne, mai più con quelli che stuprano. Ed il "mai più" dovrebbe essere pubblico, scritto, denunciato, rivendicato. Deve essere una presa di distanza chiara in ogni luogo che frequentiamo. I compagni della sede di rifondazione dovrebbero immediatamente lasciare quella sede e fare un duro comunicato di condanna. Dovrebbero raccontare l’antisessismo in modo concreto mentre hanno a che fare con una questione concreta. L’antisessismo a parole non serve a molto.
Tutta la nostra solidarietà per la ragazza che ha subito violenza. Che non resti sola. Che le compagne e i compagni non la lascino sola.
Sarò troppo cinico, ma mi sa che la vittima verrà dipinta come un’amante del sesso di gruppo violento che ha voluto fare un tiro mancino ai poveri uomini usati e poi pure denunciati.
Dalla descrizione fatta dal giornalista, caduta di stile della “vita disordinata” a parte, pare che quello potrebbe essere solo uno dei tanti abusi subiti dalla donna.
Si intuisce che è pure single e si permette di uscire non accompagnata da un maschio di famiglia (poi vorrebbero far la morale agli incivili di altra fede religiosa)…
Non c’è più morale, contessa.