Skip to content


Napoli 18 luglio, concerto: l’Onda non si arresta

http://photos-c.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc1/hs129.snc1/5530_1120435725313_1059651301_30343730_7061001_n.jpg

A Napoli il 18 luglio un concerto contro gli arresti di 21 attivisti dell’Onda. [Il gruppo su facebook qui.]
Sappiamo per ora che il pm ha chiesto
la conferma del carcere per tutti tranne che per 5 tra i piu’ giovani
che sono di Torino e Pesaro (per i quali il pm prevede i domiciliari).
Per chi era ai domiciliari richiede l’obbligo di firma. Altra novità è invece il fatto che sono stati scarcerati nonostante la delirante requisitoria del pm.

Un appello per la libertà, contro l’operazione rewind:
 
[Approfondimenti e cronache delle mobilitazioni su uniriot.org e globalproject.info]
 
LIBERI TUTTI SUBITO – L’ONDA NON SI ARRESTA
 
Un
obiettivo sopra gli altri aveva ed ha l’operazione Rewind siglata dalla
Procura di Torino e dal Procuratore capo Caselli la mattina di lunedì 6
luglio, a due giorni dall’inizio del G8 dell’Aquila: isolare gli
studenti dell’Onda. Isolare gli studenti e dividerli, separare la
“parte buona” dalla “parte cattiva” dell’Onda, così come a gran voce
richiedeva gran parte della stampa la mattina del 20 di maggio, il
giorno dopo la contestazione del G8 University Summit.

Peccato
per lor signori che l’Onda non si ferma, è stata un movimento
straordinario e vuole esserlo ancora, nell’autunno incerto e drammatico
che ci attende. Basta leggere l’editoriale di Giavazzi del Corriere
della sera di oggi (martedì 14 luglio) per capire che le ragioni
dell’Onda sono ancora forti ed attendono ulteriore passione e
radicalità nei mesi a venire. Non volevamo e non vogliamo la
dismissione dell’università pubblica, l’aumento a dismisura delle
rette, la divisione tra università di ricerca e università di
didattica, il dogma della valutazione e la liberalizzazione selvaggia e
competitiva di stipendi e finanziamenti.

Le
firme che si sono raccolte a difesa dei ventuno studenti arrestati sono
un evento straordinario, per quantità e qualità. Centinaia di docenti,
ricercatori, scrittori e giornalisti, da tutto il mondo hanno deciso di
esprimere la loro solidarietà con gli arrestati e di respingere a gran
voce un’operazione giudiziaria e poliziesca ingiusta e sproporzionata.
Evidentemente le ragioni dell’Onda continuano a parlare a chi
nell’università ci vive e ci lavora e non vuole arrendersi di fronte
all’arroganza dei governi e del mercato. Altrettanto sembra evidente
che in questo paese e non solo c’è ancora una cultura garantista che
ritiene che i movimenti sociali non possano essere ridotti a problema
di ordine pubblico.

Una bella notizia, mentre attendiamo il responso del tribunale del riesame!

>>>^^^<<<

L’Onda perfetta non si arresta!
Appello in solidarietà degli studenti arrestati il 6 luglio

Nella
notte tra il 5 e il 6 luglio una spropositata operazione di polizia ha
portato all’arresto di 21 studenti dell’Onda Anomala. Ciò che viene
loro imputato è di aver preso parte alla grande mobilitazione del 19
maggio a Torino contro il G8 University Summit. In quella giornata più
di diecimila studenti, dottorandi e precari dell’università hanno preso
parola pubblica con un grande corteo, per esprimere – ancora una volta,
dopo le mobilitazioni dell’autunno – la propria indisponibilità al
processo di dismissione dell’università pubblica.
I capi di
imputazione non sono solitamente passibili di custodia cautelare a
quasi due mesi dai fatti: vi è quindi un’evidente sproporzione tra i
reati ipotizzati e l’utilizzo di uno strumento giuridico di una certa
gravità. Tale sproporzione rischia di far venire meno i principi di
garanzia democratica, che dovrebbero invece essere riaffermati. I
ventuno arrestati – quindici dei quali in prigione, e i restanti sei
agli arresti domiciliari – sono giovani studenti, la quasi totalità dei
quali incensurati.
Esprimiamo la nostra indignazione per la
sproporzione di questo atto nei confronti di chi ha semplicemente
manifestato il proprio dissenso. Soprattutto in un momento in cui
giovani studenti e ricercatori sono sempre più preoccupati per la
mancanza di garanzie sul loro futuro e per l’incerto destino
dell’università pubblica.
Riteniamo doveroso affermare che siamo
dalla parte della libertà di pensiero e della libertà di manifestazione
del dissenso, così come riteniamo inaccettabile trattare ogni protesta
come un mero problema di ordine pubblico. Vogliamo affermare, ancora
una volta, che l’università è uno spazio di libertà, di confronto e di
produzione del sapere, che non può assecondare la cecità di chi crede
che tramite degli arresti si possano sciogliere le contraddizioni e i
problemi dell’università pubblica.

Per aderire: www.petitiononline.com

Posted in Iniziative, Omicidi sociali.