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Qual è la donna ideale del maschio italiota?

http://vibrisse.files.wordpress.com/2009/07/poupee.jpg?w=450&h=578

[la donna ideale messa in sicurezza secondo abrutis – via vibrisse]

Ieri la Stampa (via zeroviolenzadonne) riportava un intervento della Binetti (sempre lodata sia!) che diceva pressappoco così:

Binetti

"Il boom degli stupri nasce dal velinismo"

"Il boom degli stupri ha tante motivazioni. Tra queste spicca sicuramente anche la cultura del velinismo esasperato che caratterizza le ragazze di oggi, il loro stile di vita, il modo in cui si pongono, i messaggi che lanciano attraverso i loro indumenti, il loro stile". Lo ha detto Paola Binetti.

Senza riferirsi al caso di Roma, la Binetti ha affermato che "bisogna ripensare a uno stile di vita del paese. "Tra le tante cose previste nel disegno di legge sulle violenze sessuali che abbiamo recentemente approvato alla camera (qui un nostro commento – FemASud) – ha ricordato – c’e’ anche tutta una necessità di fare un’intensa azione di prevenzione proprio a partire dalle scuole, cercando di far capire ai ragazzi i modelli di sicurezza (insegniamo ai ragazzi a fare le ronde sin da piccoli? – FemASud) che nascono anche dal fatto che tu ti poni in un certo modo rispetto agli altri."

Sicchè dopo la demonizzazione dello stupratore abbiamo anche la scure di savonarola puntata sui comportamenti delle donne, sul "nostro stile di vita", sulla sessualità che immagino, dall’alto del suo cilicio, la binetti consideri un inutile orpello per menti devastate.

La binetti forse non ha chiaro che si stupra dall’inizio del mondo. Sono convinta che il primo girino abbia cavalcato non consensualmente la prima girina e che adamo sia stato esortato a stuprare eva con sommo vigore come dicevano le antiche scritture in vari punti del vecchio testamento.

Solo che a quell’epoca lo stupro era legittimato dal dovere riproduttivo, dal fatto che le donne venivano considerate come muli pronte a soddisfare i bisogni del loro signore e padrone. Oggi è un po’ diverso e lo stupro è visto in modo differente. La binetti si può consolare del fatto che i costumi non siano poi così tanto cambiati quanto meno in sede maschile giacchè è ancora necessario giustificare il "maschio" o al limite demonizzarlo (come straniero o come personificazione del diavolo) ma mai ammettere che lo stupro "è tra noi", stupratori inclusi.

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[Clicca sull’immagine, guarda la orrenda pubblicità della Fernet stock. Pensate se la stessa cosa fosse stata fatta invertendo i ruoli, quali reazioni avrebbe potuto suscitare.]

Il velinismo è figlio del berlusconismo e il berlusconismo è cosa maschile. Il velinismo non è cattivo in se’. Cattivo è l’uso che si fa dei corpi delle donne per umiliarle. Il trucco non è coprire le donne ma scoprirci come pare a noi perchè se siamo noi a scoprirci non puntiamo all’autoumiliazione.

Ho ascoltato un dibattito fatto a repubblica video mentre c’era il g8 a coppito e in un certo senso sono molto contenta che ci si renda conto che il problema è bello grosso. Che il sessismo sia un burqa pesante da sostenere. Spiace sempre vedere che ci sia qualche donna, in special modo se vive a new york, che dice alle altre donne, in special modo se queste vivono in italia, che non parlano abbastanza. E il punto non è soltanto – come ha detto durante il dibattito la brava Loredana Lipperini – che esistono i blog. Il punto è che dietro i blog ci sono tante donne e che queste donne raccontano di altre centinaia, migliaia di donne che scendono in piazza e parlano, eccome se parlano, solo che nessuno a parte noi parla di loro. Ecco perchè Lea Melandri parla di censura. Ed è una censura fatta di mille cose a partire dal metodo che porta donne a citare, invitare, sempre e soltanto altre donne con titoli accademici, reiterando una cultura baronale maschile e vecchia anche al femminile, mentre ci sono – e potete vedere le liste linkate qui dei blog femministi attivisti – tantissimi punti di riferimento ai quali chiedere una opinione che sarà diversa, nuova, radicale.

La domanda dunque potrebbe essere un’altra: perchè le donne che veicolano messaggi di altre donne hanno paura di rappresentare soggetti più radicali? Qual è il modello di donna femminista politically correct che si intende promuovere? A che tipo di esigenza di opportunità, politica, ideale, sociale, si vuole rispondere quando si censura un blocco di donne che lavorano strenuamente per se stesse e per altre donne tutto l’anno?

Tornando alla binetti: il problema è il velinismo o chi censura le donne che veline non sono? 

Come si fa a fare passare l’idea che esiste un altro modello femminile se la censura interviene persino per promuovere forme di "normalità" che rappresentano UNA normalità e non LA normalità delle tantissime donne che esistono al mondo?

Infine, giusto per concludere questo dialogo tra donne rivolgendomi ad un’altra donna: 

Sarebbe la fidanzata del bianchini: io non lo so se lui è uno stupratore oppure no ma se sono vere le cose che abbiamo letto a proposito del loro rapporto di coppia c’e’ comunque proprio bisogno di fare due chiacchere.

Sorella cara, si discorre in rete e una amica dice: "mai stata con partner con cui si parlava solo di politica, con cui il massimo entusiasmo fosse ristorante e passeggiata a fumare un sigaro al parco in silenzio. Mai stirato le camicie al partner, ne’ riposte in un cassetto senza guardare cosa ci fosse sotto. Sempre guardato nei cassetti altrui."

La stessa amica aggiunge che non si tratta certo di colpevolizzare le donne per i comportamenti dei maschi ne di trovare complicità dietro presunte miopie. Però c’e’ tanto su cui riflettere. A questo le nostre famiglie e le istituzioni ci hanno preparato? A stare in un rapporto senza rovistarlo, senza farci domande, buonine al nostro posto accontentandoci di essere accompagnatrici mute di fumate nel parco?

Cioè: prima non lo sapevo. Infatti non m’e’ andata granchè bene. Poi ho imparato con il tempo. Gli uomini li capisci se ci vai a letto. La sessualità di un uomo è lo specchio del suo carattere. Non è una generalizzazione, ovvio. E’ la mia esperienza. Guardare nei cassetti e nei pensieri dell’uomo con cui stai è normale se con quell’uomo ci vivi, se hai una relazione non virginale, è necessario anche quando dentro quei cassetti ci sono cose che per la polizia sono da rogo della strega e per noi soltanto aggeggi che puoi trovare ovunque. E non è quella che viene definita "innata curiosità delle donne", perchè la curiosità è spinta per sapere, conoscere e se quella curiosità ce l’abbiamo solo noi allora forse si spiega perchè il mondo condotto da maschi sta ancora fermo al medioevo. Si tratta spesso semplicemente di autodifesa (Badate: Non vi sto esortando ad una perquisizione perchè la privacy comunque è sacra ed inviolabile. Niente esplorazioni di sms, mail, lettere, tasche e cassetti se non avete accesso per piazzarci dentro le "camicie stirate".) Si tratta di non chiudere gli occhi di fronte a quello che è evidente e al quale normalmente avete accesso. Si tratta di vivere le relazioni in processi di condivisione con il rispetto per spazi privati e quelli in comune e un cassetto, mon dieu, è comune specialmente se ci metti dentro almeno qualche paio di tuoi slip da trovare al risveglio. Tutto ciò presumendo che con un uomo ci passiate almeno la notte.

Non serve comunque perquisire e psicanalizzare le persone per capirle. Serve semplicemente, con discrezione e rispetto per l’altro, fidarsi del proprio istinto, della propria capacità di osservazione, della capacità di prendere per buone le sensazioni, le percezioni, le intuizioni senza farli dirottare da nessun altr*.

Se non parliamo di come le donne vengono addomesticate a non fiutare il pericolo accanto a se’, a partire dai propri uomini, di che parliamo?

Altro che educare i ragazzi nelle scuole a "porsi in altro modo rispetto agli altri". Sono urgenti: corsi di educazione sessuale, di differenza di genere, di rispetto della differenza di genere. Differenza, non uguaglianza. Differenza, non annessione coatta alle fumate maschili nei parchi di tutta italia. E’ urgente per le donne che si parli di autostima, che si forniscano loro strumenti di comprensione di quello che sottovalutano e forse hanno accanto ogni giorno. E’ urgente che si smetta di definire modelli di "donna ideale" sceme, che non disturbino il maschio, che non si facciano domande, che non siano di impaccio, che siano solo belle e tacciano.

E per finire  – giusto a proposito – una segnalazione raccolta da Antonella Beccaria, sul blog Vibrisse che sta pubblicando ogni giorno immagini satiriche sulla "donna ideale". Quelle che vedete in questo post vengono da lì. Andateci a dare un’occhiata. Ne vale la pena.

Assembling the ideal woman, by Ian Keaveny (2005).

[La donna ideale – da montare. Assembling the ideal woman, by Ian Keaveny (2005).]

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


4 Responses

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  1. Rosa says

    Cosa c’entrano le veline con gli stupri?
    come dire che le donne mezze nude se li cercano
    Si stupra proprio perchè si da la colpa alle donne deresponsabilizzando gl istupratori.
    Andando di questo passo ci fanno la legge dove la donna che esce con la minigonna e viene sturpata va in galera!!!
    E’ una vergogna avere in politica gente così maschilista e poi hanno il coraggio di stupirsi per le leggi sullo stupro talebane!!

  2. fikasicula says

    feminoska
    il commento di andrea è cassato. è uno dei maschilisti seriali che fa stalking a questo blog (e a tanti altri che parlano degli stessi argomenti). squadristi di professione che infognano i luoghi di chi non la pensa come loro. pisciano sul territorio, alzano la gambina e splash, come i cani.

    e se non gli dai ascolto, perchè sentono di avere il diritto di stuprare i tuoi spazi quanto vogliono, poi ti scrivono in privato dandoti della troia. per loro NO vuol dire “fai pure”. per loro vai a fare in culo vuol dire ti rompo le scatole quanto mi pare perchè ogni cosa mi appartiene, blog altrui compresi.

    gente come lui qui non troverà mai posto.
    noi non veicoliamo neppure una delle sue parole.

    in rete i cenacoli per maschilisti abbondano. questa invece è casa nostra. chi viene deve evitare di insultarci altrimenti aria.

  3. Feminoska says

    Andrea…ma ti sei fatto di brutto prima di commentare vero? Farnetichi!
    Beh, a sto punto perchè non proporre alle giovani delle belle mutandine fashion di castità – magari griffate? Le chiavi andrebbero al pater familias, a quel punto tranquillo e sicuro…Perchè non si sa mai…anche il burka si può sollevare! Che mestizia.

  4. Anna says

    1) L’Onorevole Binetti è rimandata a settembre in storia della letteratura latina, la qual storia è piena zeppa di fanciulle stuprate, indi riconosciute come figlie dal solito pater familias. Il cattolicesimo, detto tra noi, per molti aspetti ha ripreso il modello romano del pater familias che ha diritto di vita e di morte su figli e moglie

    2) il modello di donna: la donna più gradita al maschi medio mi sembra ancora (purtroppo) quella che non disturba, che fa fare bella figura al maritino/compagnuccio di turno che si fa umiliare-menare che non rompe che non chiede un rapporto rta pari. Forse ho una visione pessimistica dell’Italia e dei maschi ma non è che in giro veda poi grandi cambiamenti, tant’è che è davvero umiliante il dover ritornare a discutere di diritto di scelta della donna, di 194 ed è tragico che cmq siano sempre le donne a pagare lo scotto di scelte sbagliate anche nel campo economico.