Il Roma Pride quest’anno ha avuto un sacco di intoppi. Tanti ostruzionismi che significano una sola cosa: il comune di Roma a gestione alemanno, la questura e la chiesa, approfittano del nuovo protocollo e della coincidenza con una serie infinita di riunioni religiose per stabilire che il pride è di disturbo. Il circolo Mario Mieli fa sapere di voler fare ricorso, Facciamo Breccia invita alla mobilitazione perchè si faccia comunque la manifestazione nel giorno stabilito. Tutto ciò avviene con una ulteriore difficoltà. In giro per il mondo c’e’ chi sta depositando la parola "Pride" per conservarne il copyright. Perciò solo pochi giorni fa a Napoli hanno sfilato in tantissim@ per un riuscitissimo Copyleft Pride. A proposito del Pride Romano ecco dunque il comunicato del coordinamento lesbiche romane e quello dell’Open Mind di catania.
NON SI ABBATTE LA CASA DEL PADRONE CON GLI STRUMENTI DEL PADRONE
Anche quest’anno intendiamo partecipare al Roma-Pride, ma con un sentimento di stanchezza: per il 3° anno consecutivo la piattaforma politica ripropone la "battaglia" dei diritti civili, incentrata sulla rivendicazione al godimento dei privilegi; privilegi riconosciuti, per altro, solo a quegli eterosessuali che decidono di stare all’interno del patto sociale indicato dal patriarcato come l’unico. L’unica strada, il matrimonio, riconosciuto dallo stato e santificato dal Vaticano.
Crediamo che questa via non porti a risultati politici di parità, dignità e laicità, ma semmai aumenti la forbice della disuguaglianza.
La famiglia, in tutte le forme e culture, continua ad essere il luogo dove si sviluppano le diseguaglianze e dove i privilegi vengono goduti dal capofamiglia (meglio se bianco, cattolico ed europeo, ma in questo caso va bene anche nero, musulmano e terzomondista).
Non vogliamo elencare per l’ennesima volta l’inferno che la famiglia, in quanto tale, rappresenta per le donne, e dunque non siamo favorevoli a proposte di gironi infernali alternativi per le lesbiche, per le donne, per nessun individuo.
Riteniamo inoltre che tutti i diritti che si porta dietro l’istituto matrimoniale, possano essere rivendicati al di fuori di esso e su principi di scelta.
Diciamo dunque NO alla coppia come luogo di privilegio.
"Non si abbatte la casa del padrone con gli strumenti del padrone " (A. Lorde).
Proponiamo una legge di iniziativa popolare per rendere libera, ad esempio, la destinazione della reversibilità della pensione, i cui contributi versati allo stato riguardano anche chi in coppia non ci sta, dunque le singole/i. E se la famiglia si svuota dei finti privilegi distribuiti a tutti i componenti ( mentre lo sono solo per i capofamiglia maschi e padri-padroni), finirà col cadere su se stessa, svuotata.
Il sentimento di rabbia, che ci obbliga moralmente a scendere in piazza, è dovuto alla dura repressione verso il movimento lgbt da parte delle forze reazionarie che agiscono nel paese. Queste ultime, non solo non hanno accolto le richieste dei diritti civili, ma hanno coscientemente messo in atto la repressione.
Condanniamo decisamente l’ondata repressiva messa in atto contro lesbiche, trans, gay che si è manifestata con i rastrellamenti notturni ai danni delle trans e con aggressioni lesbofobiche e omofobiche.
Non sono aggressioni puramente casuali quelle che avvengono, dietro c’è l’accondiscendenza di alcune forze politiche e di parte della società che nega proprio il diritto ad esistere, e quindi il diritto ad ogni rivendicazione, a chi non è omologato al resto della popolazione sia esso lesbica, gay, immigrato, donna, trans.
Per questo scendiamo in piazza, solidali con tutte le forze del movimento lgbt contro ogni repressione, denunciando la tratta delle donne ad opera di maschi/politici di potere.
Scendiamo in piazza
– contro la famiglia clericale e fascista
– contro il mercato dei corpi – contro il sessismo padre del razzismo, fascismo, clericalismo, berlusconismo
– per affermare la laicità delle nostre vite
– per l’autodeterminazione di tutte e di tutti
– per liberarci tutte e tutti dalle gabbie del pensiero unico
– per individuare percorsi alternativi e non obbligatori
– per il diritto di cittadinanza delle/i migranti
CLR – Coordinamento Lesbiche Romane
web-site: www.clrbp.it
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Il centro Open Mind GLBT di Catania ritiene doveroso per tutt* quell* che credono nella libertà e nella laicità rifiutare le modalità che da tempo le istituzioni usano nei confronti della libera espressione della persone GLBT, e non solo. Il progressivo restringimento degli spazi agibili per le nostre pratiche politiche, ci induce a ritenere indispensabile la loro riconquista.
Diciamo no ai ricatti di questo paese fascista e solidarizziamo con il Mario Mieli, dandoci appuntamento il 13 giugno per il Roma Pride 2009.
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Il sindaco di Roma la pensa come il sindaco di Mosca? Giudicate voi stess@. O lasciate che il circolo Mario Mieli vi narri i distinguo e le sottili differenze. Secondo quanto accaduto qualche settimana fa effettivamente non sembrerebbero così diversi. Così sappiamo perchè berlusconi va tanto d’accordo con Putin e perchè l’italiano più filosovietico che esista sia lui. Il mondo è stranamente vario. In Croazia una ragazza ha passato anni in manicomio perchè lesbica. A Stoccolma invece una lesbica diventa vescovo. Così come in Islanda una lesbica è premier e in Norvegia fu ministro della giustizia. In Italia invece siamo ai livelli di Mosca e tra un po’ arriveremo ai livelli dell’Iran dato che l’omofobia è giustificata anzi agevolata persino dai veti a manifestazioni durante le quali si rivendicano diritti umani, civili, scontati per alcuni posti e una chimera per noi.
—>>>La foto "Ragazza e polizia" è di Tano D’Amico
scusate l’ot, ma questo: http://www.repubblica.it/…iglio-marito-coma.html ?????
si poteva ingravidare Eluana e non si puo’ usare il seme del marito in coma?