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L’italia giustifica la violenza contro le donne

http://i426.photobucket.com/albums/pp346/lobocopertine/RIOTQUEER_silencestill.jpg

Sandra Bruxaderas scrive in spagna. Il sito italia vista dall’estero traduce. A parte alcune cose che dell’articolo non condividiamo (per esempio la parte che parla della felicità delle associazioni femminili per il decreto antistupro, cosa non effettivamente vera e riferita forse solo ad alcuni precisi gruppi) per il resto l’interpretazione ci pare abbastanza fedele alla realtà. La domanda è: perchè dobbiamo leggere di quello che succede in italia dai giornali stranieri mentre noi ci ritroviamo giornali come Libero che quando non condividono l’opinione di una donna la mettono in prima pagina a seno e corpo scoperto?

Godetevi il pezzo:

In Italia i maschilisti assassini possono tirare un sospiro di
sollievo. Da oggi potranno evitare le pene più dure se ammetteranno di
aver ucciso la loro compagna per gelosia. Lo stabilisce la Cassazione
limitando ad un massimo di 14 anni la condanna nei confronti di un uomo
che uccise a coltellate la sua compagna.

Il Tribunale giustifica la sentenza affermando che, “secondo il
sentire comune” degli italiani, la gelosia non è del tutto “illecita”.
I principali partiti hanno protestato, però nessuno finora ha proposto
una legge che rettifichi la sentenza maschilista della massima carica
giudiziaria.

La concezione della donna come un essere creato per il piacere
dell’uomo, che nei casi più gravi conduce a maltrattamenti e persino
alla morte, è ancora molto radicata in Italia, ed il suo leader
politico Silvio Berlusconi, non ha alcuna intenzione di combatterla.

Neppure i mezzi di comunicazione, escluse alcune onorevoli
eccezioni, si mobilitano contro la violenza di genere. I programmi
televisivi non solo sono pieni di veline, donne utilizzate al solo
scopo di mostrare la loro bellezza, ma omettono le notizie sui i
maltrattamenti.

Come racconta Susanna Bianconi, presidente della Casa Delle Donne
Per Non Subire Violenza di Bologna, quando un uomo uccide la sua
compagna i mezzi di informazione parlano solitamente di “raptus di
follia, di gelosia, a volte perfino di eccessivo amore”.

Esiste addirittura un programma chiamato Amore Criminale. “Quando si
parla di violenza contro la donna ci si focalizza molto sulla violenza
da parte di sconosciuti. E la destra si è mobilitata sopratutto nei
casi in cui l’aggressore era straniero”, aggiunge la Bianconi.

Il Governo di Berlusconi si è mosso sulla base di una serie di
stupri commessi in un parco di Roma ed ha approvato un decreto che
prevede l’ergastolo per l’assassino che abbia prima stuprato la sua
vittima, considerando per la prima volta delitto la violenza sessuale.

Le associazioni femminili hanno applaudito la misura, ma denunciano
l’assenza di una normativa che, come quella spagnola, contempli la
violenza di genere in forma integrale. Però neanche l’opposizione la
richiede, come spiega Vittoria Franco del Partito Democratico, perché
si preferisce dare una opportunità alla nuova legge.

Mancano i fondi

Quello che invece denuncia la Franco è che “il Governo ha congelato
le risorse contro la violenza”. Il precedente esecutivo di Romano Prodi
(centrosinistra) aveva approvato un piano da 20 milioni di euro l’anno
per la protezione e la prevenzione. Il Governo attuale lo ha sospeso
dichiarando la mancanza di fondi, e si limita così ad azioni isolate,
come pubblicizzare un numero di telefono gratuito per le vittime di
maltrattamenti.

Un portavoce del Ministero per le Pari Opportunità assicura che il
piano sarà ripreso a settembre con uno stanziamento di 29 milioni di
euro. Le associazioni contro la violenza sulle donne chiedono,
tuttavia, che il progetto si concretizzi e che finalmente si risolva
l’arretratezza italiana sul numero dei centri di sostegno per le
vittime di maltrattamenti.

La società civile esige che si vada oltre e si combatta il
maschilismo alla radice. L’unico modo è promuovere un’altra immagine
della donna, una cosa difficile da ottenere in un paese in cui il primo
ministro, la scorsa settimana, è apparso in un video nel quale si
avvicina ad una assessore donna chiedendole se può “palparla un po’”
per farsi una foto di gruppo. Qualche giorno prima aveva detto a un
medico che gli sarebbe piaciuto tanto essere rianimato da lei.

Solo sua moglie Veronica Lario è riuscita a frenarlo. Ha ottenuto
che modificasse il suo progetto di includere nelle sue liste elettorali
un pugno di donne elette per la loro esuberanza fisica e non per le
loro capacità politiche.

Però quando è andata oltre chiedendo il divorzio e accusando suo
marito di essere un donnaiolo capace perfino di frequentare minorenni,
la metà della societá italiana non l’ha compresa, come rivelano i
sondaggi. In televisione sono comparse addirittura donne che chiedevano
al primo ministro di picchiare sua moglie.

Posted in Corpi, Omicidi sociali.


One Response

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  1. Natla says

    Sono andata a cercarmi la sentenza http://www.studiolegalelaw.it/…enza-legale/10853 perchè non ci credevo.
    Sono BEN DUE i giudici per i quali la gelosia non è motivo sufficientemente futile per giustificare l’inasprimento della pena da 14 a 21 anni, corte d’appello e cassazione che ha rigettato il ricorso.
    Secondo il criterio enunciato un motivo per essere futile “Deve essere uno stimolo esterno lieve, banale e sproporzionato, rispetto alla gravità del reato, da apparire, per la generalità delle persone, assolutamente insufficiente a provocare l’azione delittuosa, tanto da poter essere considerato, non tanto quale causa determinante dell’evento, quanto un pretesto o una scusa per l’agente di dare sfogo al proprio impulso criminale” e oggi apprendiamo che la gelosia NON E’ un banale pretesto per massacrare una donna (che era già stata ampiamente minacciata dal compagno se l’avesse vista con un altro).
    Apprendiamo anche che noi appartenenti al genere femminile che ci indignamo non apparteniamo alla “generalità delle persone” pertanto il nostro risentimento può essere allegramente ignorato e non contribuisce a formare il sentire “comune”.

    Un bel passo avanti rispetto al “delitto passionale”. Il diritto di proprietà della donna è stato esteso anche tra conviventi.

    Bruno Tinti ci ha spiegato bene come vanno queste cose http://www.vivitelese.it/…r/TEMA%20Maturo/17.htm per cui mi chiedo come mai secondo la sensibilità dei due giudici fosse proprio necessario togliere al poverino quei 7 anni che avrebbero a malapena compensato quelli che comunque non farà (tra attenuanti generiche, sconti di pena, buona condotta e chissà che altro).

    E poi, considerata l’importanza oggettiva che ricopre nel sentire maschile il proprio automezzo, come prolungamento del proprio ego e conferma della propria identità, mi chiedo se dobbiamo attenderci altre analoghe sentenze per le risse ai parcheggi o se invece tale criterio intepretativo valga solo quando è una donna a rigare la macchina di un uomo. In fondo nel sentire comune delle donne la macchina non è altrettanto importante.
    Così, tanto per saperci regolare.