Hanno detto che gli stranieri vanno allontanati per stare tranquilli in casa nostra.
Quando penso a “stare tranquilla in casa mia” si presuppone che io una casa ce l’abbia. Che i miei “nemici” siano uguali a quelli di bossi, emilio fede e berlusconi. Che io abbia talmente tanti beni da proteggere da dover essere terrorizzata a tal punto da rinchiudermi in cassaforte in mezzo agli ori e alle monete.
Stare tranquilla in casa mia chissà perché invece ha un senso profondamente diverso. Le mie paure sono completamente diverse.
Non ho niente che si possa rubare. Ho paura di uno sfratto, di non avere più un euro per comprarmi il pane, di vedere arrivare gli unici ladri veri che speculano sulle crisi. Quelli che ti propongono microcredito per farti comprare il televisore e se non riesci a pagarlo poi ti mandano gli omini dei pignoramenti a pignorarti il televisore, i mobili, il frigorifero, lo spazzolino da denti. Lo spazzolino da denti NO. Lo spazzolino da denti si perché non è un bene di prima necessità. Puoi sempre sciacquarti i denti con un dito e un po’ di bicarbonato.
Stare tranquilla in casa mia dovrebbe significare che io in casa mia ci sto da dio e invece ci sto abbastanza di merda e il punto è che non me ne posso andare altrove. Mi capita sempre un padre che mi picchia o mi molesta, una madre che mi dice di mettermi le gonne lunghe per fare la “ragazza seria”, un fratello che dirige la mia vita e se non fosse vigliacco com’e’ mi direbbe che mi vuole scopare e la smetterebbe di allontanare tutti i miei compagni di scuola. Però mi dicono che il nemico è lo stupratore fuori casa. A quello di casa invece devo porgere l’altra chiappa. La lega presenterà presto un emendamento in tal senso.
Stare tranquilla in casa mia dovrebbe significare che casa mia mi offre tutto tanto da farmi smettere di essere curiosa, di cercare risposte, risorse e strumenti per vivere meglio altrove. Pensa che tristezza avere sempre qualcuno che quando vuoi migliorare la tua vita ti dice che no, devi stare tranquilla a casa tua perché lui vuole stare tranquillo a casa propria.
Ed è il concetto di casa che è diventato esteso fino ad occupare anche i metri quadri di spazio pubblico che separa una casa dall’altra. Strade, piazze. Tutto sarebbe casa mia. Per farle attraversare a te che sei negro devi pagare una tassa e quella tassa la puoi pagare solo se sei autorizzato ad attraversare quelle strade per andare al lavoro. Un lavoro che ti offro io, alle mie condizioni.
Allora ho capito che questa specie di “casa mia” in realtà è la casa di quelli che vogliono una tassa per far attraversare le strade. A me è concesso di non pagarla. A me che sono del luogo, intendo. Però devo fare attenzione. Non posso bivaccare, chiedere l’elemosina, bere sul marciapiede, mangiare cornetti o kebab oltre una certa ora e un certo numero di metri quadri decisi dal padrone delle strade, non posso stare vestita come mi pare.
Dunque si, le strade posso attraversarle, io che non sono padrona di niente, neppure della mia vita, e che riconosco come fratelli e sorelle quegli altri schiavi di colore diverso, però devo attraversarle in modo “decoroso” così come mi viene imposto dal padrone degli spazi aperti.
Riassumendo c’e’ chi non ha una casa e chi mette tasse e regole anche per i metri tutt’attorno alla propria casa. Stiamo parlando di cemento. Potente o depotenziato. Si tratta di un concetto allargato. Non fosse per le conseguenze parrebbe persino poetico.
Voglio stare tranquill@ in mezzo al mio cemento. Alla terra, agli alberi, alle costruzioni in legno. Proprietari della materia e della natura. Talmente da farne quello che si vuole.
Voglio stare tranquill@ in casa mia a tal punto da aspettare un terremoto per poterci speculare con ricostruzioni sovrastimate e detassate, a tal punto da poterci fare il nucleare. Lo decide il capocondomino perché tutti gli altri non contano niente. Il capocondomino ha l’attico e tu solo un piano terra dove respiri i fumi del traffico tutti i giorni. Vuoi mettere la tua opinione con quella di chi ha il culo di avere i pensieri puliti?
Voglio stare tranquill@ a casa mia e siccome il principio che va di moda è la separazione allora sarebbe il caso di separarci fino in fondo, io e quell’altro pezzo di umanità.
Innanzitutto facciamo lo stato dei ricchi che per restare ricchi devono fare lavorare altri ricchi invece che sfruttare i poveri. Così si scanneranno come selvaggi e finiranno per ammazzarsi l’un l’altro.
Poi facciamo lo stato dei cattolici, uno anche per le altre religioni. Tutti a fare figli e noi laici invece a imporre sanzioni a chi passa la frontiera del nostro stato. Se i cattolici e gli altri militanti religiosi iniziano a straripare saranno cazzi loro.
Facciamo lo stato dei maschi, quelli che odiano le donne e poi in fondo le vogliono stuprare una ad una, con mezzo spiccio e standard o con attrezzi più d’elite. Una fallocrazia con gioiellieri d’acquisto della figa. Sono individui creativi. Presto potrebbero costruirsi donne di plastica, robot su misura, decorative quanto basta e subito pronte all’uso. Potranno anche fare le ministre, purchè votino nel modo giusto.
Facciamo lo stato delle donne di destra a questo punto separate da tutto, che organizzano un proprio governo e smettono di pietire agli uomini qualunque cosa. Smettono anche di esigere “tranquillità” nelle metro milanesi facendosi spalleggiare da razzisti in camicia verde.
Facciamo lo stato dei gay e un altro per le lesbiche. Uno anche per i/le trans. Così questa categoria non disturberà più la signora binetti e neppure i fascistoni del primo, secondo e terzo millennio.
Facciamo uno stato anche per i fascisti che non si capisce perché pretendano di restare con noi invece che tornare nel loro paese. Potrebbero formare un governo autonomo in bengodi. Costruire igloo nel polo nord, addestrare un esercito di ronde di foche e trichechi. Pensa che divertente sarebbe una marcetta di pinguini. Sicchè i fascisti sarebbero contenti e noi pure.
Si potrebbe fare poi uno stato di gente perbene, esseri umani che si aiutano l’un l’altro, che hanno in mente di rispettarsi a prescindere dalle differenze e che anzi da quelle differenze partono per stabilire un principio di convivenza intelligente, basato sulla redistribuzione equa delle risorse, sulla solidarietà e sulla fine dei privilegi che sono l’unico grande furto ai danni di tutt* noi. Una società senza ghetti e senza stelle sul petto.
Vorrei stare tranquill@ in casa mia, si. Se avessi una casa. Siccome non ce l’ho vorrei una legge che mi proteggesse dai fottutissimi ricchi che mi privano di questo bene necessario, che mi pagano due lire per lavori di merda e che mi fanno contratti precari da schiav@. Vorrei una legge che punisse le banche, le finanziarie, le ladre per eccellenza.
Vorrei che il mondo non fosse fatto di differenze tra poveri e ricchi che tutelano le proprietà che ci hanno rubato perché le hanno rubate a tutti noi. Ci hanno rubato la terra, l’aria che respiriamo, il mare, il sole, la luna, i sogni, il futuro, la scuola, il diritto alla cura, ad una vita degna, il diritto al lavoro. Ci hanno rubato le strade, la sessualità, la felicità. Ci hanno rubato persino il diritto ad essere profondamente arrabbiat* e ci hanno convinto che noi siamo brave persone solo se teniamo le mani a posto e non chiediamo indietro tutto quello che ci è stato sottratto.
Siamo un esercito di schiavi che trottano dalla mattina alla sera per la felicità di pochi esseri egoisti e di schiave che devono figliare per regalare altri schiavi che mantengano in piedi gli stessi equilibri di sempre.
Ci hanno rubato tutto. Persino la libertà di cambiare canale quando c’e’ la pubblicità e di non comprare più niente. Nulla di ciò che non ci serve realmente per vivere.
Tranquill@ a casa mia? Cominciate con il restituirmi una casa e poi, forse, potremo riparlarne.
—>>>Immagine da Hardcore Judas
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bellissimo post, il concetto di casa è un nodo nevralgico di questa società schiavista…