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Nabruka Mimuni: morta di leggi razziali


Nella notte, nel Cie di Ponte Galeria è morta una detenuta tunisina. Si chiamava Nabruka Mimuni e aveva 44 anni. Ieri sera le hanno comunicato che sarebbe stata espulsa e questa mattina le sue compagne di cella l’hanno trovata impiccata in bagno. Da quel momento le recluse e i reclusi di Ponte Galeria sono in sciopero della fame per protestare contro questa morte, contro le condizioni disumane di detenzione, contro i maltrattamenti e contro i rimpatri. Nabruka lascia un marito, e un figlio. Era in italia da più di 20 anni. È stata catturata due settimane fa dalla polizia mentre era in coda in Questura per rinnovare il permesso di soggiorno.


Se dobbiamo dare un nome a chi l’ha uccisa, non basterebbero le poche righe che abbiamo a disposizione. Del resto, almeno qualche nome di questa lista lo conoscete già: intanto il ministro Maroni, che questa mattina si vantava della gente deportata in Libia senza neanche passare dai porti italiani; poi il partito del Ministro, e tutto il suo governo, che si apprestano a portare di nuovo a sei mesi il tempo di reclusione nei Centri di identificazione ed espulsione; e ancora la
Croce rossa italiana, che gestisce il centro di Roma Ponte Galeria e diversi altri lager in Italia; e giù giù, tutte le brave persone che applaudono alle retate, che si radunano nelle strade ad urlare
"espulsioni, espulsioni!" e che sputano rancore ad ogni passo.


Ascolta l’intervista ad una sua compagna di cella raccolta da Radio Blackout di Torino:
http://piemonte.indymedia.org/article/4879

(http://piemonte.indymedia.org/attachments/may2009/diretta_cie_roma.mp3)

Vincenza scrive: "Mi rifiuto di leggere la sua morte come un atto di disperazione, la disperazione deve essere tutta nostra che non siamo riusciti ad impedirlo. Quello di Nabruka è un gesto politico . Un gesto politico che urla. E dobbiamo urlare anche noi (insieme a tutt* le/i migranti in sciopero della fame e in rivolta nei centri di identificazione ed espulsione), noi con i documenti in tasca e tutti i sacrosanti diritti di "cittadina/o". Ma fuori, fuori di qui".

Ha ragione. Anch’io mi rifiuto di leggerlo come un atto di disperazione. Voglio pensare che sia un atto di libertà. L’ultimo. E’ un gesto politico e tutti i commenti che si possono leggere invece lo riducono ad uno stato di prostrazione di una donnetta debole che si è arresa. Come se l’avessero uccisa due volte.
 

Nel frattempo stanno per approvare il pacchetto sicurezza con il reato di clandestinità e il prolungamento della detenzione per gli immigrati fino a sei mesi. I leghisti continuano a sogghignare crudelmente sulla pelle delle loro vittime preferite, gli immigrati, e a milano arrivano a proporre carrozze del metrò separate per milanesi e stranieri. Sono nazisti e quelle che stanno per varare sono leggi razziali. Spero non facciate finta di non saperlo. 

Copio qui un commento di Fulvio Vassallo Paleologo al rimpatrio forzato degli immigrati che sono stati dirottati in Libia senza che fosse stata verificata ne’ la provenienza ne’ la eventuale necessità di richiesta di rifugio politico ("li hanno mandati a morire", diranno alcune donne sbarcate a lampedusa che testimoniano come in libia siano state torturate e violentate fino a rimanere incinta):

"Il ministro Maroni è riuscito a deportare in Libia, da dove erano
partiti, i migranti soccorsi ieri nel Canale di Sicilia. Anche se tra
loro c’erano 40 donne e un numero imprecisato di minori, già vittime di
abusi in quel paese. E’ il prezzo della «sicurezza».

Si è quindi riusciti a «forzare» il protocollo di intesa tra Italia
e Libia del dicembre 2007, con Prodi al governo, poi ripreso dagli
accordi sottoscritti a Tripoli nell’agosto del 2008 da Gheddafi e
Berlusconi e ratificati dal Parlamento a febbraio scorso con il voto
favorevole del Pd.
Siamo arrivati ai respingimenti «sommari» in mare, vietati dall’art. 33
della Convenzione di Ginevra e dall’art.3 della Convenzione europea dei
diritti umani. E’ irrilevante per il governo che ad attraversare la
Libia siano soprattutto potenziali rifugiati.

Maroni sbaglia quando dice che questa operazione non ha precedenti.
Nel 2005 l’Italia era stata condannata dalla Corte europea dei diritti
dell’uomo proprio perché aveva effettuato respingimenti collettivi, con
voli militari e charter da Lampedusa a Tripoli e Misurata, dei migranti
sbarcati a Lampedusa dall’ottobre del 2004.
Nei mesi successivi l’Italia aveva finanziato voli di deportazione dalla Libia verso i paesi di origine.

Con questa nuova operazione di «rimpatrio», ci sono tutti gli
estremi per una nuova denuncia alla Commissione europea. Occorre fare
presto. Perché le partenze continuano e continueranno, come è
confermato anche oggi dallo sbarco sulle coste siciliane di un elevato
numero di migranti, fuggiti prima dell’arrivo della polizia. Proprio
mentre le motovedette della Guardia costiera della Finanza
riconsegnavano alla polizia libica i 224 naufraghi «recuperati»."

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali.


3 Responses

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  1. NO CIE says

    Solidarietà con le recluse e i reclusi di PONTE GALERIA!

    Ponte Galeria, Roma. Tunisina si impicca al CIE.
    Un altro omicidio di stato.
    Nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2009 nel Cie di Ponte Galeria è morta Nabruka Mimuni, detenuta tunisina, 44 anni.
    Residente in Italia da 30 anni, è stata arrestata due settimane fa mentre era in fila per rinnovare il permesso di soggiorno.
    Le hanno comunicato che sarebbe stata espulsa e si è uccisa.
    Da quel momento i detenuti e le detenute di Ponte Galeria stanno dando vita ad uno sciopero della fame per protestare contro questa morte, contro le condizioni disumane di detenzione, contro i maltrattamenti, contro i rimpatri, contro l’esistenza dei CIE.

    Sabato 9 maggio, ore 15.00
    appuntamento alla Metro Piramide

    in solidarietà con le lotte dei reclusi e le recluse nel CIE di Ponte Galeria
    come in tutti gli altri lager d’Italia

    Chiudere i CIE subito
    Nessuna gabbia, nessuna frontiera!

  2. frida says

    tutto è assolutamente assurdo…
    voci strozzate..
    rabbia..tanta rabbia…

Continuing the Discussion

  1. Circolo Pasolini Pavia linked to this post on Novembre 10, 2009

    Anna Magnani in Mamma Roma in preda ad un’angoscia grande infinita quanto il suo amore, grida con la sua voce roca al figlio E ancora non la sai tutta la cattiveria del mondo : sequenze di un film straordinario, come gli attori , il regista P