Oggi,
mercoledì 22 aprile, è stata comunicata al Laboratorio Zeta una ingiunzione di sgombero.
Lo IACP (Istituto Autonomo Case
Popolari) proprietario dell’immobile, nel 2002, mentre era in corso una
vertenza da parte del Laboratorio Zeta (poi interrotta dallo stesso
Istituto), emana un bando per l’assegnazione dei locali. Il bando viene
vinto da tale Associazione Aspasia che, venendo a conoscenza dello
stato di occupazione di via Boito 7, denuncia alla magistratura lo
IACP. Pochi giorni fa è arrivato un provvedimento di condanna dello
IACP, e l’ ingiunzione di sgombero. Le operazioni si sono conclusa con
la presa d’atto dell’impossibilità a procedere. Lo IACP si è impegnato
a convocare un tavolo con tutte le parti coinvolte. Lo sgombero è stato
rinviato al 22 giugno.
A partire da tale atto il civico di via Boito 7 è sotto sfratto.
Quella di Zeta è una storia collettiva, che sta dentro i percorsi di
democrazia partecipata e di difesa dei diritti sociali che hanno
segnato la nostra città negli ultimi dieci anni.
La storia del Laboratorio Zeta è la storia
di quanti in questi anni hanno condiviso, sostenuto e accompagnato
questo percorso politico, per un tratto breve o lungo, per una sera o
per anni interi contribuendo alla sua trasformazione.
Dal 20 marzo 2001, quello che era uno
stabile abbandonato è stato trasformato in uno spazio pubblico,
divenendo laboratorio di sperimentazione culturale e di partecipazione
sociale e politica in prima linea nelle lotte per il diritto alla casa,
la difesa dei beni comuni, i diritti dei migranti, la denuncia del
sistema di potere affaristico-politico-mafioso che governa la città.
In questi 8 anni abbiamo prodotto e
ospitato laboratori e spettacoli teatrali, presentazioni di libri e di
video, concerti, rassegne cinematografiche, seminari, dibattiti, mostre
fotografiche e pittoriche, corsi di informatica, corsi di italiano per
stranieri, ecc… E’ attiva una biblioteca con più di 2000 volumi.
Dal marzo 2003 ha preso vita un’esperienza
di cogestione abitativa. Questa esperienza nasce dall’incontro con un
gruppo di richiedenti asilo sudanesi, insieme ai quali è stato
intrapreso un percorso di rivendicazione dei diritti dei migranti.
Lo Zeta è così diventato un punto di
riferimento, stabile o di passaggio, per centinaia di migranti di ogni
nazionalità che hanno collaborato alla trasformazione e alla gestione
degli spazi, sperimentando una forma di accoglienza lontana da logiche
paternalistiche ed assistenziali. In quest’ottica nel 2006 abbiamo
lanciato una campagna di solidarietà, che grazie ad una sottoscrizione
popolare, ha consentito l’autorecupero e la ristrutturazione degli
spazi abitativi (bagni, lavanderia, cucina).
Nell’assenza totale di politiche di
accoglienza da parte dell’Amministrazione, lo Zeta è l’unico spazio di
accoglienza laico della città, ruolo ipocritamente legittimato dalle
stesse istituzioni che, pur non riconoscendolo ufficialmente, lo hanno
inserito nell’elenco dei servizi agli immigrati presenti sul
territorio.
Gli attacchi susseguitisi nell’ultimo anno
ad esponenti del movimento e al comitato di lotta per la casa sono
segnali che vanno nella stessa direzione, quella del tentativo di
azzeramento dei conflitti sociali e della normalizzazione di una città
che è tutt’altro che normale.
Sono tutte questioni non tecnico-giuridiche, ma politiche e sociali.
Ciò che è in gioco non è la destinazione d’uso di un posto, ma la quota di democrazia di una città.
Zetalab non si tocca
Laboratorio Zeta – Palermo – 21/4/2009
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Il laboratorio Zeta è anche la nostra storia
Tutti noi al suo interno abbiamo presentato i nostri libri, proiettato i nostri video, abbiamo organizzato dibattiti e vi abbiamo assistito; tutti noi abbiamo partecipato a incontri, cene, concerti, seminari; abbiamo provato i nostri spettacoli e suonato la nostra musica; abbiamo fatto crescere la biblioteca di quartiere.
Abbiamo soprattutto sperimentato e sviluppato forme reali di partecipazione politica e socialità non mediata.
Tutti noi abbiamo vissuto il Laboratorio Zeta.
Lo abbiamo attraversato ed ha attraversato le nostre vite.
Con lo Zetalab abbiamo contribuito alle battaglie per la libertà ed i diritti degli esclusi, promuovendo centinaia di iniziative che nel tempo hanno coinvolto migliaia di persone in difesa del diritto alla casa, alla libera circolazione delle persone, al rispetto dei beni comuni.
In otto anni di storia lo Zeta ha restituito uno spazio pubblico nel quale la dimensione locale e le dinamiche globali sono state raccontate ed intrecciate in un unico vissuto. La presenza dello Zeta in città ci ha permesso di vivere meglio una Palermo in cui la cultura, gli spazi di socialità e scambio sono sempre più ristetti e relegati alla sfera del privato.
La cogestione degli spazi con la comunità sudanese, la scuola di italiano per stranieri, hanno rappresentato un modo diverso di vivere le trasformazioni del nostro territorio, nella prospettiva della valorizzazione delle differenze e della lotta alle disuguaglianze.
Il Laboratorio Zeta è un’altra idea di Palermo, di Italia e di Mediterraneo;è un luogo da cui continuare a muoversi per interpretare il nostro presente e per inventarci il nostro futuro.
Lo Zeta è anche la nostra storia.
E deve continuare ad esserla.
laboratoriozeta@yahoo.it
Primi firmatari
Comitato di lotta per la casa
Ask 191
Collettivo Malaussene
Collettivo 20 luglio
Centro culturale Maha Nassar
Confederazione Cobas
Cobas Scuola
Associazione La solidarietà
Associazione culturale Clac
Fulvio Vassallo Paleologo
Pietro Milazzo
Andrea Cozzo
Toni Scardamaglia
Matteo Di Gesù
Enzo Macaluso
Giovanni Di Benedetto
Luciana Zarini
Federico "Aki" Spadaro
Maurizio Spadaro
Fabrizio Perret
Stefano Galieni
Giovanni Abbagnato
Antonella Monastra
Nadia Spallitta
Toni Pellicane
Giorgia Listì
Mimma Grillo
Francesco Andriano
Andrea Ballarò
Alberto Lombardo
Filippo Pistoia
Cristina Alga
Caterina Spina
Linda Giusino
Antonia Giusino
Silvia Angileri
Valeria Boatti
Nando Grassi
Grazia Rotolo
Vincenza Piparo
Leonardo Mesa Suera
Giuseppe Giovannelli
Cosimo Di Fatta
Cosimo Riccobono
Daniela Denaro
Linda Pasta