"Denti" è un film horror. Cioè: è horror per quelli ai quali spaventa l’idea di scoprire che una vagina può azionare dei denti quando si sente infastidita da qualcosa. Personalmente ho riso alle lacrime. Quindi è una commedia. Una commedia horror.
Il film di Mitchell Lichtenstein prende ampiamente spunto dal mito della "vagina dentata". E’ una intelligente proposta che parla di sessualità adolescenziale, di terrorismo psicologico moralista, sullo sfondo: un panorama di quelli americani tutti prati verdi e laghi limpidi interrotto da due ciminiere industriali che vomitano fumi neri e inquinamento con il quale gli abitanti della storia convivono senza alcun problema. Le ciminiere ci sono sempre, quasi fossero un altro protagonista, un personaggio tra i personaggi.
Lei, la protagonista, è una attivista di una di quelle sette per la purezza e la verginità fino al matrimonio che vanno di moda in america (da noi non servono, basta il papa e il movimento per la vita). Con l’adolescenza arrivano le prime voglie, le curiosità e tutte sono fraintese, forzate, sfruttate da ragazzi o uomini che vedono materializzarsi una delle paure più ancestrali che li accompagna per tutta la vita. Gli esseri umani mutano, si adattano all’ambiente. Le donne mutano con essi e la mutazione tiene conto delle condizioni di rischio ai quali è quotidianamente sottoposta.
La vagina con i denti, ghigliottina dei peni, è un simbolo che ci è stato attribuito nella storia per dare un nome all’ansia da castrazione, alla paura della perdita dell’attrezzo che più di qualunque altro viene considerato importante per il genere maschile. Senza il pene un uomo cos’e’?
La vagina della protagonista è una potente arma respingente degli intrusi. Accetta chi la conquista e la seduce e mozzica quelli che tentano di stuprarla o molestarla. Mente e vagina agiscono all’unisono. Per ogni pene mozzato nessuna macchia di sangue sporcherà la ragazza. Lei resterà pura. Esilarante la scena nella quale un cane mangia quel che resta di un pene mentre il suo padrone (del cane e del pene) perde la spocchia assieme alla speranza di vederselo riattaccare.
E’ un film che sono certa piacerà moltissimo a quelle che pensano alla giustizialista castrazione chimica come soluzione semplificatrice ad un più ampio problema che è costituito da una diffusissima cultura dello stupro.
E’ un film che è piaciuto molto anche a me per altri motivi: tra le cose evidenti dice qualcosa di molto importante. A giocare al terrore sessuofobico si creano mostri repressi e persone penecentriche (androcentriche per i più colti). Difficilmente si realizza una sessualità sana dove il desiderio non diventa un furto e una violazione sino alla rivendicazione del diritto all’accesso alla vagina come punto primario sul quale si fonda il mondo etero-maschile.
Eve Ensler nei suoi "Monologhi della vagina" [guarda il video] ci ricorda come il pene sia considerato uno status symbol mentre la vagina sia persino impronunciabile a tal punto che le donne la chiamano in mille modi diversi, riferimenti allusivi come "cosina" o "la’ sotto", pur di non definirla precisamente per quello che è.
Il film "Denti" ci fa ridere dei pregiudizi, li ridicolizza, li distrugge. Perciò mi sembra un buon lavoro. Dopo le ultime notizie a proposito di stupri italici è terapeutico guardare un film così. Buona visione.
ecco una signora che si è ispirata alla vagina dentata in maniera sorprendente:
http://www.rapestop.net
Davvero un bel film. Io lo interpretato anche se l’intento è horror come allusione a una società di ragazze che si ribellano ad un america retrograda che tende a imprigionare la sesualità femminile reputando il prprio corpo come un indifeso campo di battaglia da controllare.
condivido molto questa tua frase:
“”Eve Ensler nei suoi “Monologhi della vagina” [guarda il video] ci ricorda come il pene sia considerato uno status symbol mentre la vagina sia persino impronunciabile a tal punto che le donne la chiamano in mille modi diversi, riferimenti allusivi come “cosina” o “la’ sotto”, pur di non definirla precisamente per quello che è. “
Pero ricordiamoci che x noi ragazze è “proibito” pronunciare anche con il proprio nome l’organo maschile, come dire “non appropriatevi della nostra sesualità”.
La vagna è sempre stata vista come qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa in cui crearsi sensi di colpa. Da qui deriva la vergogna che viene appicicata quando una subisce uno stupro. Il pene è visto come un arma di potere e prevaricazioni dalle socità tribali ad oggi. I ragazzi ne vanno fieri, lo misurano lo sfoggiano. Le donne devono nasconderla il + possibile 🙁 non a caso quando ci stuprano dicono”non erano coperte abbastanza le tue vergogne”.
Se andasse di moda dentarsi la vagina contro gli stupri? 🙂
A me è piaciuto moltissimo.
Se ci aggiungiamo la visione di “Hard Candy” (su un’adolescente vendicatrice di pedofili che potrebbe essere figlia di Hannibal Lecter), il divertimento è completo.
E’ curioso come si trovino messaggi incredibilmente politici nei film horror americani. Ad esempio in “The Mist” ad un certo punto viene detto: “terrorizza la gente al punto giusto e si affideranno al primo che gli promette ordine”. (più o meno, cito a memoria).