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Come usare le donne per legittimare gli autoritarismi e farla franca

http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2007/11/effetti-collaterali.jpgAvete presente una persona che soffre di anoressia?
Sicuramente si. Avrete visto almeno le foto dei corpi violati e nudi delle
ragazze che soffrono di questo disturbo. Le avrete viste esposte e usate per
rinvigorire la tesi secondo la quale è indispensabile soccorrere una ragazzina
in quello stato.

L’esposizione dei corpi nudi delle ragazze anoressiche
soddisfa la deriva cultural-trash-sadica di questo paese. Come dire: una foto
di una donna che pare uscita da un campo di concentramento crea delle sovrapposizioni
di immagine. I morti dei campi nazisti non si vedono più e la magrezza
eccessiva viene attribuita ad una “malattia”.

Quando capita che per varie ragioni si mette in bella mostra
la figura di una persona che soffre di questo tipo di disturbo dell’alimentazione,
si suscita compassione, tensione al soccorso, cioè la stessa cosa che un
individuo non indifferente prova quando vede davanti a se un essere indifeso
magari ebreo, romeno, gay, del quale umanizza la figura (perché se lo vede come
cosa è difficile che si commuova
).

Se ci pensate bene è la stessa operazione che è stata fatta
a proposito di eluana englaro, presentata al mondo come fosse una donna
affamata alla quale nessuno voleva dare da bere e da mangiare.

La magrezza colpisce l’immaginario delle persone da sempre.
L’abilità sta nel sovrapporre magrezza ad altra magrezza. La magrezza dei bimbi
del “terzo mondo” sovrapposta alla magrezza, anzi inesistenza, di umanità nei
cervelli e nei cuori dei signori della guerra, degli sfruttatori di risorse di
ogni centimetro della terra. La magrezza di eluana sovrapposta alla magrezza di
democrazia cui ci sta riducendo il nostro governo. La magrezza di una ragazza
che soffre di anoressia utilizzata ancora una volta per giustificare
l’estensione del TSO (trattamento sanitario obbligatorio) a persone soggette a
disturbi che non possono e non devono essere risolti in maniera autoritaria.
Nessun disturbo in realtà dovrebbe essere risolto così, posto che siamo certi, e non lo siamo, che si tratti di disturbi individuali rispetto a contesti
sociali sani piuttosto che di disagi personali a fronte di contesti sociali
assolutamente malati, quelli si.

Leggo su ZeroViolenzaDonne di una conferenza a cura della Sisdca, ovvero Società italiana per lo
studio dei disturbi del comportamento alimentare. Il titolo della conferenza è
tutto un programma: “Le cure coercitive nell’anoressia e nella bulimia”. I
medici che hanno partecipato a questa conferenza sono usciti fuori con una richiesta
che consiste nel “rivedere le procedure per attivare il TSO nell’anoressia e
nella bulimia nervosa”. La ragione di questa richiesta sarebbe il fatto che da
parte delle persone affette da questo disturbo ci sarebbe una difficoltà ad
accettare la cura e questo cronicizzerebbe la “malattia”.

‘Sti medici tirano fuori un altro dato. Sostengono che le
donne giovani morirebbero in maggioranza per questo problema. Secondo le
statistiche in realtà le donne muoiono o restano invalide per effetto della
violenza maschile. Tra i disagi causati dallo stress provocato da padri,
mariti, fratelli e maschi vari dei dintorni ci sarebbero anche quelli elencati
nella lista dei disturbi dell’alimentazione. E quel tipo di disagi non si cura
con il trattamento sanitario obbligatorio (ovvero la psichiatrizzazione forzata)
della vittima. Volendo provocatoriamente rigirare la questione bisognerebbe
psichiatrizzare chi è causa del disagio.

Il punto però qui è anche un altro: vi parlavo di corpi
di stato
a proposito di testamento biologico e obbligo di alimentazione e
idratazione. Vi parlavo di accanimento terapeutico e della tendenza autoritaria
del ministero sacconi a decidere sui corpi delle persone, soprattutto delle
donne. Vi dicevo – maledetta cassandra – che si sarebbe arrivati a proporre l’alimentazione e
la idratazione forzata delle pazienti anoressiche. Ed eccoli in tutto il loro
splendore ministri e psichiatri prodursi nel progetto autoritario per
eccellenza.

Lo diceva un uomo senza qualità (per citare Musil), tale Foucault, in “sorvegliare
e punire” e in “storia della follia”, che l’autorità di uno stato si esercita
nelle forme di oppressione sui corpi, sulle volontà dei singoli. Descriveva lui
per primo la psichiatria come metodo sperimentato nelle carceri per annientare
la volontà delle persone. Stesso tipo di logica sta nelle proposte di
castrazione chimica della lega. Autoritarismo allo stato puro.

La separazione tra carcere e manicomio in realtà era formale
perché il manicomio era un carcere in tutto e per tutto. Sorveglianti aguzzini,
terapie distruttive, annullamento dei soggetti, costrizione fisica e mentale,
spesso persino denutrizione. Lager costruiti e pensati da "pazzi" che si esercitavano alla
tortura e al controllo sulla vita altrui in maniera legalizzata.

Nei manicomi finivano i soggetti incontrollabili,
non nella norma rispetto alla società: lesbiche, gay, ragazze ribelli, bambine
che non volevano farsi stuprare dai padri o da vecchi signori cui erano state regalate in spose. Tutte in manicomio, punite con
l’elettroshock del quale, non so se ne siete al corrente, la psichiatria sta ridiscutendo
per riproporla in alcune sedi come possibile soluzione benefica usata con
“consapevolezza maggiore” – così dicono.

Mi sto dilungando troppo e non vi ho ancora spiegato. Cosa
significa un TSO per una ragazza affetta da anoressia o da bulimia?

Detta in maniera semplicissima: l’anoressia è quando lei non
vuole mangiare; la bulimia è quando lei mangia male, disordinatamente, si
abbuffa e poi vomita o si deprime o trova metodi di compensazione (ginnastica
eccessiva, lassativi etc) per sbarazzarsi di quello che ha ingurgitato.

In entrambi i casi a lungo andare si rischia la vita.
Sballano valori, c’e’ uno squilibrio chimico alle volte irreversibile, se le
condizioni fisiche traballano si può arrivare a disfunzioni serie e talvolta
capita che le donne muoiano.

Le terapie che vengono utilizzate fanno capo a due scuole di
pensiero. C’e’ quella psicoanalitica che non usa farmaci e che si concentra su
varie terapie tra le quali quella cognitivo-comportamentale. Collabora
strettamente con altri specialisti ciascuno per la propria competenza che si
occupano della parte medica (nutrizione, elettrolisi, valori tiroidei e così
via). Tutto in maniera interdisciplinare.

C’e’ poi quella psichiatrica che in contesti un po’ più
“democratici” copia i metodi della psicoanalisi, altrimenti ritiene plausibile
l’impiego di farmaci già dalle prime sedute. Ci sono certamente delle
eccezioni.

Le terapie sono volontarie. Nel senso che si basano su quel
principio sacrosanto per cui la stessa azione che ti porta dal terapista
diventa parte della terapia stessa. Costringerti sarebbe già un fallimento. Come
portare un tossicodipendente in comunità in catene invece che aspettare che
vada lui volontariamente.

Il principio è lo stesso. Il cibo, la sua privazione o l’eccesso
d’uso, viene considerato una droga dal quale dipendono tutti gli stati d’animo.
“Riuscire” a non mangiare in questo disturbo diventa una forma di controllo.
Cibo corrisponde a perdita di controllo. Digiuno invece viene considerato un
controllo totale.

Sono certa che mi capite perché la maggior parte delle donne
– chi più chi meno – ha un problema legato all’alimentazione che lei lo sappia
o no.

Immaginate voi concentrate in questa dieta. Il vostro umore
è alle stelle perché riuscite a tenere sotto controllo il vostro peso e
riuscite a somigliare di più all’idea che avete di voi. Il vostro corpo però
sta malissimo.

Immaginate che un bel giorno il vostro medico ordina il
vostro ricovero coatto. Vi prendono. Vi portano via. Vi chiudono in un posto
con le sbarre alle finestre, in un reparto psichiatrico, tra persone con altre
patologie ridotte a larve per l’eccessivo uso di farmaci. Vi obbligano ad
assumere psicofarmaci e vi iniettano in vena, che voi lo vogliate o no,
l’alimentazione artificiale. Vi inducono all’obbedienza, al rincoglionimento totale, vi rendono dipendente
da un meccanismo che vuole rendervi più mansuete e remissive e vi considererà
“guarite” quando chiederete una fetta di carne e la mangerete con le posate,
con gusto, con un sorriso, con lo sguardo pieno di gratitudine per compensare
un medico frustrato che decide per voi e sul vostro corpo stabilisce la liceità
di un potere. Nel frattempo voi sarete stata "schedata" come soggetto psichiatrizzato che per la società, lo sapete bene, significa essere matte.

E’ la via facile, quella che non vuole indagare sulle cause,
che non ha rispetto per la privacy delle persone e che parte da un principio
autoritario: qualcuno può decidere per te anche se tu sei viva, parli, respiri,
guardi, ami, senti.

Tutto ciò per la psichiatria autoritaria, che non a caso si
manifesta nel bel mezzo di un governo autoritario, equivale a dire che ogni
soggetto non può decidere per se’ perché vi saranno delle eccezioni
(ampliabili) che garantiranno un intervento “per il bene della paziente”.

Questo significa che una persona che soffre di anoressia non
potrà avere il diritto di rifiutare la terapia perché sarà intesa a priori in
quanto soggetto non in grado di intendere e volere. Questo significa che ancora una volta, come per il pacchetto sicurezza, il decreto antistupri e via così, le donne vengono usate come grimaldello per legittimare metodi autoritari.

Non c’e’ modo migliore per neutralizzare pezzi interi della società
se non quello di dare alla psichiatria la licenza di dichiarare l’umanità alla
merce’ delle loro valutazioni.

Di tutto questo io ho paura perché domani le
persone critiche, ogni persona di questa terra, potrebbe essere vittima del
delirio di onnipotenza delle istituzioni. Se c’e’ qualcuno che si occupa di
etica, ecco, questo è il momento di parlare.

Risorse sull’antipsichiatria:

Antipsichiatria | Violetta | Nopsichiatria | Video sull’antipsichiatria | Archivio audio sull’antipsichiatria |

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


2 Responses

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  1. foscalontana says

    C’è una petizione on line per l’abolizione del TSO.
    Chiunque fosse interessata/to questo è il link:

    http://www.petitiononline.com/…tso/petition.html

    un caro saluto

  2. Lameduck says

    Una cosa che si dimentica spesso, soprattutto da parte di coloro che maledicono la legge 180 e Basaglia, è che i manicomi erano luoghi di pura repressione dove i malati venivano violentati in ogni modo, anche in senso sessuale.
    L’elettroshock, già. Tornato di moda, in attesa del revival della lobotomia prefrontale. Un colpetto di lobotomo qua e l’altro di là e tutte le paturnie passano. Magari quelle scoppiate per un eccessivo uso di farmaci disinibenti come la fluoexetina (Prozac). Abbiamo a che fare con
    l’involuzione della psichiatria verso l’autoritarismo e la sua incapacità di riconoscere un certo grado di follia come perfettamente fisiologico.