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Non è un mondo a misura di bambine

http://mandalini.noblogs.org/gallery/47/graffiti15.jpg

Milano, lei ha 14 anni. Denuncia di essere stata stuprata da un ragazzo alla fine di una serata con amici. Il contesto è di ragazzi che fanno parte di un gruppo di latino americani. In una puntata di Chi l’ha visto la giornalista Sciarelli racconta di come a Milano vi siano bande giovanili diverse per etnia e provenienza che si aggirano alla maniera delle grandi metropoli e attorno alle quali ogni tanto avvengono episodi di stupro ai danni di ragazzette che incappano nella loro strada. Vero o falso non sappiamo. Noi prendiamo appunti.

Bari, lei ha 12 anni e viene aggredita dai suoi amichetti quattordicenni. Da Lorena Cultraro in poi sappiamo che i ragazzini non sono meno stupratori e violenti degli adulti.

Imola, lei ha 13 anni. La madre è un’operaia e affida la ragazzina ad un gentile signore che l’aiuta persino a fare i compiti. Il tizio pare abbia ecceduto nelle attenzioni e gentilezza dopo gentilezza gli è arrivata una denuncia per stupro. Lui si disse innamorato della ragazzina. Disse anche che lei era consenziente. La ragazzina non fu d’accordo.

Playboy lancia una linea di magliette con taglie che partono dagli 11 anni. La questione, unita ad altre vicende, fa scandalo. La ministra inglese commissiona una indagine sulla sessualizzazione precoce delle teenager e dei pre-teen. A noi pare che bombardare le ragazzine con messaggi sessuofobici non sia una cosa positiva. Sarebbe opportuno, una volta tanto, accompagnare con una sana educazione sessuale ed affettiva tutti i messaggi che arrivano in direzione delle adolescenti. Peraltro la sessualità ha sempre riguardato le ragazzine. Il punto è come e con chi.

Quando la società, e parliamo anche di quella italiana, sembrava non "sessualizzata" in realtà le ragazzine venivano lasciate in balìa di ragazzi o uomini adulti che le prendevano vergini, le violentavano, forse le sposavano, oppure le piantavano, il che era altrettanto grave. Il fatto che ora le ragazzine hanno più possibilità di essere informate – se ricevono le corrette informazioni – può invece tutelarle da situazioni spiacevoli. Potrebbero arrivare più preparate, più in grado di scegliere e difendersi. Poi, certo, bisognerebbe continuare a ragionare sul modo attraverso il quale si stuzzicano gli appetiti sessuali maschili assecondando la loro tendenza a intrattenere relazioni con bambine o ragazzine che subiscono attenzioni non richieste. Ma è tutta un’altra storia. Si torna allo stesso discorso di sempre, invece che affrontare la questione maschile si prova a moralizzare la vita, le abitudini delle adolescenti. Per la ministra forse: sono loro che si devono coprire e non gli uomini che devono crescere come persone.

Infine un interessante articolo pubblicato dall’agenzia Dire che mette in discussione le sentenze adultocentriche che riguardano minori in processi di violenze e molestie. Una sentenza della cassazione accoglie il ricorso di un padre separato di Catania, condannato in due
precedenti gradi di giudizio a tre anni di reclusione per violenza
sessuale nei confronti della figlia di sette anni, in base alla
seguente motivazione: "I bambini sono altamente malleabili e se
interrogati con domande inducenti tendono a conformarsi alle
aspettative del loro interlocutore".

Al di la’ della questione in se’ già in altri post abbiamo riflettutto sul fatto che spesso i padri separati usano i figli per vendicarsi delle ex mogli. Accade anche, se vi sono denunce di violenza alle figlie, che sostengano che le bambine siano state influenzate dalle madri. Alle bambine non si crede, non c’e’ nulla da fare. Non si crede neppure alle donne. Donne madri e bambine quindi diventano l’espressione massima della bugia.

Se si sostiene che i bambini sono altamente malleabili, in quali casi si potrà mai dire che dicono la verità rispetto ad una violenza subita? Come è possibile che si ritengano a priori i bambini come fossero invertebrati senza cervello ne’ sensibilità a tal punto da giudicare ogni loro espressione, richiesta, risposta, priva di importanza giuridica perchè ritenuti "malleabili e tesi a conformare le aspettative dell’interlocutore"?

I bambini strillano, si lamentano, ci risulta che sono "tesi a soddisfare le esigenze dell’interlocutore" solo se l’interlocutore lo intimidisce, gli da ceffoni e persino in quei casi però i bambini riescono a dire la verità. I bambini dicono talmente tante verità da mettere sempre in difficoltà i genitori che vorrebbero nascondere i panni sporchi senza neppure programmare di lavarli in famiglia. I bambini spesso vengono puniti perchè anzi danno un quadro troppo difforme da quello che gli adulti tendono a dare della famiglia. Gli adulti vorrebbero dare una immagine di se’ e della propria vita familiare perfetta e i bambini tradiscono spessissimo questo quadro, perciò vengono puniti.

Come si può dunque produrre una sentenza che riduce la opinione di una bambina di sette anni (non di 2 o 3, ma di 7, quindi con capacità autonoma sebbene infantile di pensiero e parola) a niente per dare ragione ad un adulto?

Certo, ci rendiamo conto che le situazioni possono essere tante e tali da non poter mai escludere nulla. Però effettivamente, come dice l’articolo, bisognerebbe ragionare di processi a misura di bambine/i e non sempre dalla parte degli adulti, soprattutto in casi di violenza e in controversie relativi gli affidi.

Vorremmo un mondo a misura di bambini e di bambine. Siamo di parte, soprattutto di bambine.

 

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Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


8 Responses

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  1. Lameduck says

    Non ho alcun problema a parlare di ciò che mi è capitato che, se non è stato il peggio che poteva capitarmi, è riuscito tuttavia a rovinarmi l’intera gioventù.
    Tempo fa scrissi un pezzo sull’argomento: “Orchi e lupi cattivi, ma questa non è una favola”. http://ilblogdilameduck.blogspot.com/…n-una.html

    Parlarne aiuta moltissimo, perchè permette di riappropriarci del nostro ruolo di vittime, allontanando da noi l’assurdo senso di colpa che ci faceva credere di “essercela cercata”.
    Sono a disposizione in qualsiasi momento per ulteriori approfondimenti.

  2. fikasicula says

    @ lameduck
    La tua storia è esemplare per dire quello che spieghi. mi piacerebbe parlarne senza tirarti in ballo se vuoi o parlando di te. nel senso che non è la prima volta che sento della parente che difende la sua prole perchè sa e però obbedisce alla legge del non vedo non sento non parlo nei confronti della prole altrui.

    chi non ti ha avvertito come dici ha difeso sua figlia e tanto le è bastato.
    i mondi sono piccoli e c’e’ tutta una cultura che produce diffidenza e separazione tra donne proprio per evitare quello che dici tu.

    se le donne sapessero, avessero consapevolezza di quanta forza hanno potrebbero insieme sconfiggere milioni di situazioni di questo genere.

    potrebbero se le relazioni non fossero intricate, interdipendenti, se gli uomini fossero figli solo di padre e non di madre, se non si facesse leva proprio su quelle donne lupe addestrate a difendere i maschi come fossero cuccioli invece che responsabilizzarli per salvare l’altra metà del mondo.

    è una cosa davvero complessa e con il tempo ho capito che non posso giudicare. solo provare a capire e oppormi con tutte le mie forze. giudicare no.

    responsabilizzare si.

    il coraggio però, come dici tu, c’entra. c’entra sempre. perchè centinaia di donne non amano i cambiamenti, sono impigrite, rassegnate o sono semplicemente terrorizzate perchè hanno insegnato loro che l’unica prospettiva sta in quella vita che possibilmente neppure si sono scelta.

    io ho vissuto sulla mia pelle la difficoltà di liberarsi da una tortura innanzitutto psicologica che mi obbligava ad avere paura di tutto e tutti tranne che del mio carnefice. ed è durata relativamente poco. la tortura più grande e oppressiva l’ho poi trovata fuori, in ogni contesto possibile…

    pensa ad un mondo di donne piegate dalla volontà di una cultura patrarcale che ti convince che tu, donna, non hai altra possibilità che essere questo.
    con che coraggio immagini di poter essere qualcun altra?

    e potrebbero esserci mille altre spiegazioni ma nessuna di queste ovviamente potrebbe giustificare quello che hanno fatto a te. niente può compensare la rabbia, la tua giustissima necessità di attribuire responsabilità in ogni direzione, senza dimenticare niente e nessuno.
    è giusto. l’ho fatto anch’io.

    oltretutto se condividi la tua analisi, finita o in corso d’opera può aiutare altre a capire, a tirarsi fuori da stati di frustrazione personale che ti porti dietro per un bel po’ di tempo.

    ho conosciuto una ragazza che era stata più volte usata da suo padre. una persona solare, sempre allegra, incazzata con la vita in maniera attiva. una donna viva, intelligente, che non si è fatta ammazzare la vita e il futuro dall’osceno padre.

    tu mi sembri così. non ti fare piegare dalla vigliaccheria altrui. è con il tuo coraggio che oggi hai a che fare.

    non so se l’hai già fatto. se lo hai fatto io non l’ho letto ma se no scrivi se ne hai voglia la tua storia per me, per noi, per quelle che ritieni sorelle e facciamo in modo che questo passaparola non si spezzi perchè è l’unica cosa che ci salva dato che tutti gli altri ci dicono cazzate. la tua verità ha diritto di cittadinanza ovunque e non entra in contraddizione con altre…

    per dire: essere dalle parte delle donne non significa assolverle tutte.

    un abbraccio

  3. lameduck says

    “tu hai ragione da vendere ad avercela con le donne che hanno coperto, si sono rese complici direttamente o indirettamente dell’atto di pedofilia che hai subito.
    tuttavia chi ha commesso quell’atto era un uomo mi pare di capire. mi piacerebbe seriamente approfondire nei modi che vuoi per capire innanzitutto come stai e poi se le donne erano anch’esse vittime di convenzioni sociali, egoiste e preoccupate per la loro sorte, semplicemente indifferenti o cosa.”

    Sai la cosa che mi ha ferito di più di questa brutta storia ?
    Ciò che ho scoperto in seguito, cioé che chi doveva parlare ha difeso sua figlia ma non ha avuto l’accortezza di avvisare la sorella (mia madre) del pericolo che correvo io. Come definiamo questo comportamento? Egoismo, quel desiderio inconscio di far pagare a qualcun’altro ciò che si è subito da piccole, oppure incoscienza?
    Tu dici che tutto ciò nasce da una cultura non femminile, ma io penso invece che le donne non siano ancora arrivare a capire quanto la solidarietà di genere e il fare fronte assieme denunciando, denunciando e denunciando gli abusi all’interno delle famiglie, potrebbe sconfiggere la pedofilia, almeno famigliare che è però l’80% del totale.
    Perchè continuano a coprire i mariti, i compagni, i padri e a sacrificare i figli sull’altare del proprio egoismo? Io non credo che sia solo per paura. Vi sono donne che con coraggio si buttano dalla parte dei figli e li difendono come lupe. Allora è solo questione di coraggio?

  4. fikasicula says

    @Lameduck

    si, ma se metti questo ragionamento all’origine di ogni valutazione del singolo caso diventa un pregiudizio, quindi una generalizzazione.

    come dire: capita più spesso che gli uomini ammazzino le mogli. in caso di morte di donna vado a processo per condannare un uomo a prescindere dalle prove?

    capita di tutto e il “se ne sentono di tutti i colori” non giustifica il fatto che non si può togliere credibilità alle bambine dicendo a priori che quelle sono sempre malleabili e quindi qualunque cosa diranno è sempre parto della fantasia di una adulta femmina cattiva e vendicativa che le sta a fianco. questo vale sia nel caso che ci siano adulti uomini a sentire che adulti donne.

    non c’e’ intento complice e omertoso da parte mia credimi altrimenti non indagherei a fondo come indago sulle cause e gli effetti dell’aggressività femminile.

    ma il punto è che la cultura che sta all’origine di questi atti, di chiunque si serva per la sua realizzazione, non è nata di donna.

    tu hai ragione da vendere ad avercela con le donne che hanno coperto, si sono rese complici direttamente o indirettamente dell’atto di pedofilia che hai subito.

    tuttavia chi ha commesso quell’atto era un uomo mi pare di capire. mi piacerebbe seriamente approfondire nei modi che vuoi per capire innanzitutto come stai e poi se le donne erano anch’esse vittime di convenzioni sociali, egoiste e preoccupate per la loro sorte, semplicemente indifferenti o cosa.

    quando mio padre mi dava mazzate la prima a dirmi di eseguire gli ordini e a non farlo arrabbiare era mia madre. quando il mio ex marito mi ridusse in fin di vita furono le donne della mia famiglia e quelle della sua a dirmi che dovevo “togliere l’occasione”.

    vittime anche loro. immiserite nei loro modesti egoismi tipici di chi si ritaglia un po’ di spazio all’interno di una prigione come una prigioniera di un campo di sterminio che fa il pompino di necessità al tedesco per avere un pezzo di pane rimuovendo in tutti i modi le brutalità che egli ha compiuto e commette ai danni di altre compagne…

    le convenzioni sociali sono una trappola mortale. sappiamo chi le reitera. portatrici non sane di cultura patriarcale. ma chi le ha inventate?

    lì sta il punto.
    e di discuterne, giuro, qui se ne discute e anche con grande chiarezza senza offrire alibi a nessuno.

    ps: soldi e mariti cornuti mi sembrano argomenti da forum di rita dalla chiesa… brrrrrr 😀 😛

    bacione

    @fox
    nessun pregiudizio.
    e non serve la precisazione.
    non tutti gli uomini sono stupratori e violenti ma stupratori e violenti sono per la maggior parte uomini. la cultura cui fanno riferimento e che frega anche le donne conniventi e complici è patriarcale

    che tu lo voglia o no è così.

    la questione qui però è un’altra. dire che le bambine a priori dicono sempre fesserie è gravissimo.

    la sentenza non dice che ci sono bambine che possono essere influenzabili e altre no. dice a priori che le bambine sono malleabili e che con le domande giuste danno sempre risposte atte a compiacere l’adulto.

    questo secondo me, al di la’ di tutto è veramente grave.

  5. Fox says

    occhio pero che cadi nel pregiudizio anche te
    non bisogna generalizzare in nessun caso, non tutti i gli “uomini uccidono sistematicamente le loro ex mogli ecc.” altrimenti visto l’andazzo di questi tempi ci saremmo estinti e non tutte le donne sono ingenue ed in indifese..
    come dice lameduck
    ci sono padri che ricattano le mogli in sede di divorzio (ma questo non significa che TUTTI gli uomini lo fanno)
    ci sono mogli che usano i figli contro i padri fabbricando false accuse ecc (ma questo non significa che TUTTE le donne lo fanno)
    bisogna analizzare caso per caso senza scadere in pregiudizi di genere (tutti i padri sono cattivi ecc tutte le donne dicono bugie ecc.)

    saluti

  6. lameduck says

    Ho detto che può capitare che vengano fabbricate false accuse di molestie sessuali nei confronti dei padri. Non ho generalizzato.
    Ti assicuro che se ne sentono di tutti i colori: madri pestate dalle figlie adolescenti, che però denunciano il marito separato per botte, così chiedono anche altri soldi (e il marito è oltretutto cornuto). Cosa dice la gente in questi casi? “Povera donna, il marito la picchiava sempre”.
    Sarà deformazione professionale ma sono abituata a non lasciarmi sorprendere dai fatti che possono essere molto diversi da come appaiono.
    Detto questo, e tornando alle bambine non credute, c’è un altro problema.
    Lo dico per esperienza personale, sulla mia pelle. Io sono stata una vittima della pedofilia perchè le donne della mia famiglia (TUTTE!) non hanno avuto l’accortezza di avvertire le parenti del pericolo rappresentato da una certa persona. Tutte sapevano ma hanno taciuto. Purtroppo questa è un tipo di omertà che coinvolge troppo spesso le donne.
    Da chi non vengono credute le bambine, in prima battuta? Dalle madri, zie, sorelle, nonne, ecc. Questa è una piaga della quale bisogna discutere, io credo. Serenamente.

  7. fikasicula says

    @Lameduck

    quello di cui parli è un pregiudizio. che le madri in generale fabbrichino false accuse.

    quando le fabbricherebbero? quando dicono di essere state picchiate dai mariti? stuprate? quando subiscono ogni tipo di violenza? quando hanno bisogno di serenità e invece l’affido condiviso impone loro di avere a che fare con gli ex che usano l’affido per continuarle a molestare?

    alle donne non si crede mai. eppure muoiono in tantissime. però si tende a immaginare che siano perfide a tal punto da fabbricare prove contro gli ex. per quali motivi? cattiveria? vendetta? cosa?
    può avvenire certo ma il punto è che le donne non vengono credute mai e che ogni ragionamento parte dal pregiudizio che “anche le donne sanno essere cattive…”
    embe’?

    gli uomini uccidono sistematicamente le loro ex mogli. stuprano, fanno a pezzi i figli ma quando noi diciamo che la violenza è maschile (perchè è maschile nel 99%) arriva un esercito di nobili difensori del genere a dirci che non è vero.

    la generalizzazione varrebbe per le donne (tutte cattive e mentitrici, santa misoginia sessista) che possono aver prodotto cattiveria in un caso su un milione e invece bisogna non sospettare degli uomini perchè non si potrebbero criminalizzare a priori?

    quello di cui parli è un pregiudizio sul quale si basa la difesa (in aula di tribunale, ciò è grave) di ogni padre che viene accusato di cose del genere. però poi non si spiega come mai le bambine sono davvero molestate o muoiono perchè il papa’ violento decide di portarsi via la vita della ex moglie e dei figli.

    dire a priori questo significa anche dare ragione al giudice. sostenere cioè che i bambini e le bambine sono sempre influenzabili dagli adulti. quindi le bambine mentono? non bisogna credere mai a quello che dicono.

    io penso che le bambine abbiano risorse immense e che possano rivelare tutto. sia nel caso in cui subiscano violenze sia nel caso in cui qualcuno ha imposto loro di dire menzogne.

    il punto è che alle bambine bisogna credere sempre. invece alle bambine non si crede mai.

    non dimendichiamocene. i pedofili spesso vengono fermati quando violentano un bambino maschio. se li denuncia una bambina invece a lei non credono…

    è successo un milione di volte.

  8. lameduck says

    “A noi pare che bombardare le ragazzine con messaggi sessuofobici non sia una cosa positiva. Sarebbe opportuno, una volta tanto, accompagnare con una sana educazione sessuale ed affettiva tutti i messaggi che arrivano in direzione delle adolescenti. Peraltro la sessualità ha sempre riguardato le ragazzine. Il punto è come e con chi. “

    Sono assolutamente d’accordo, e parlo per esperienza personale. Inculcare nelle figlie l’idea che il sesso sia una cosa sporca (non so se accade ancora ma forse si) ti porta ad averne terrore e se per caso un maschio di famiglia se ne approfitta quando hai otto anni la cosa diventa fonte di tragedie psicologiche ventennali. Se bambini e adolescenti fossero correttamente informati sui fatti sessuali potrebbero anche difendersi meglio (per lo meno riguardo all’impatto psicologico) dalla pedofilia. I pedofili di merda attaccano i bimbi indifesi ed “ignoranti”, non quelli che sanno cosa sta loro succedendo in quel momento.

    Sul fatto che non si creda alle bambine quando denunciano abusi pedofili famigliari. Occhio perchè, se è vero che i padri ricattano le mogli in sede di divorzio, capita anche che le mogli usino le figlie contro i padri fabbricando false accuse di pestaggi, molestie sessuali ed altro.
    Sull’adultocentrismo siamo d’accordo e personalmente mi indigna l’avvocato che, di fronte alla dettagliata descrizione di un pompino da parte di un bimbo di tre anni, se ne esce con la frase “se lo è immaginato”.
    Un caro saluto.