Siamo alla consueta rassegna delle
violenze. Questi ultimi giorni sono stati abbastanza pieni. Le fonti web, i
media mainstream sono andati a ripescare notizie di stupri, percosse e molestie
dagli scaffali polverosi nei quali finiscono le vicende che restano lì per
troppo tempo senza che nessuno se ne curi. Mancano come sempre le tante storie
custodite per pudore dentro le famiglie, nei centri antiviolenza, e le
moltissime altre che non vengono denunciate. Divideremo la rassegna per
tipologia:
Stalking da estranei: zero.
Stalking da persone conosciute: Milano, convivente; Palermo, due denunce da due donne diverse, entrambe
molestate dagli ex compagni; Milano, l’ex la perseguita e per vendicarsi uccide il nuovo compagno.
Pedofilia da estranei: Napoli, ad una bambina di sei anni.
Pedofilia da persone conosciute: Lecce, il padre avrebbe violentato la figlia; Genova, una ragazzina di dodici anni sarebbe stata
violentata da un conoscente; Villabate (Palermo), il nonno ha violentato una bambina di
9 anni; Trento,
continua l’indagine a proposito di molestie a minori da parte del prete; Pieve
del Cairo (Pavia), condannato ex sindaco per violenza su una bambina di
dieci anni che era affidata ai servizi sociali.
Stupri e violenze da estranei: Palestrina, molestie ad una quindicenne; Roma, denuncia per stupro e rapina; Aosta, 4 valdostani hanno rapito e stuprato due donne; Firenze, un italiano ha stuprato una sedicenne; Roma Centocelle, tentato stupro; Senigallia, accusa di stupro di gruppo fuori da una
discoteca; Milano,
una donna stuprata da un italiano.
Stupri e violenze da persone conosciute:
Carini (Palermo), maltrattamenti ad una donna da parte del
figlio; Firenze, sette fiorentini accusati per lo stupro di gruppo
avvenuto qualche tempo fa, nessun arresto; Cremona, un uomo – amico di famiglia – accusato di molestie
ad una ragazza; Benevento, un uomo è stato accusato di aver stuprato per
due anni una ragazzina che si è suicidata all’età di 16 anni; Milano, violenta la figlia quattordicenne della sua
compagna.
Nell’impazzimento generale a napoli vorrebbero fare le ronde per acciuffare i pedofili che nella maggior parte dei casi sono risultati conoscenti e genitori
dei bambini e delle bambine violentate. A Palermo alcuni ragazzi aspiranti
rondisti hanno quasi ammazzato di botte un loro compagno del
Bangladesh. Il resto lo sapete già, dna ballerini compresi (persino il ministro
la russa si ripara dalle polemiche dicendo che non è stato lui a convocare
la conferenza stampa all’arresto degli accusati di stupro della
caffarella, dice infatti che può esserci stato un errore giudiziario. Ci
chiediamo come sarebbe finita se la folla avesse davvero linciato i due romeni
proprio grazie a quella conferenza stampa).Come si diceva, a parlare di stupri solo riferendosi ai romeni si lasciano ampi margini di impunità e liceità per qualunque altro uomo che nel frattempo volesse approfittare della disattenzione.
Ieri sera ad Annozero abbiamo tratto altre consapevolezze: hanno intervistato l’altra donna stuprata che avrebbe incastrato il romeno per il quale oramai i giornalisti hanno persino trovato l’appellativo che si confà ad ogni "mostro" che si rispetti (il biondino? faccia da pugile? e ancora esiste un ordine professionale che abilita questa gente a esercitare impunemente la professione? Mah…). La donna intervistata ha detto di non essere sicura del riconoscimento effettuato e che ancora si attende l’esame del dna. Insomma i giornalisti ci riprovano senza avere ancora nessuna certezza. Quello che non si capisce è come mai i giornalisti che rischiano il carcere se parlano di intercettazioni ai potenti si prestino a fare le veline di questure. Sarebbero i vostri dieci minuti mal spesi di libertà?
Ad annozero abbiamo saputo anche altre cose: che per qualcun@ bisognerebbe che tutte diventassimo microronde (?), che i politici non sanno rispondere alla semplice domanda "perchè invece di svuotare le piazze e le strade e i parchi per metterci dentro ronde e rondarelle non li riempiamo di feste e cultura e iniziative? una città sicura e una città viva!", che per il sindaco veronese Tosi la distinzione tra rumeno e zingaro si configura nel seguente modo: un rumeno secondo lui sarebbe colui il quale paga affitti spropositati agli italiani, uno zingaro è quello che sta nella baracca, ergo chiunque sta in baracca è zingaro. Sillogismo aristotelico leghista. Vorrò vederlo tra un po’ quando tanti italiani senza lavoro e sfrattati saranno costretti a vivere in baracche come potrà applicare quella distinzione.
Abbiamo anche saputo che la crisi è gravissima (ma di questo c’eravamo accorti) e che il grido è al "si salvi chi può" (altra modalità del terrore per farci pensare che dobbiamo stare zitti e affidarci, e lasciarli fare anche se si spartiscono il piatto e ci lasciano gli avanzi). Tremonti durante il telegiornale ha pronunciato la seguente frase: "E’ per questo che stiamo facendo quello che stiamo facendo!". Si riferiva ovviamente alle sue ricette economiche, al fatto che si rendono le città più sicure mettendoci dentro il nucleare, dando il via al piano per le opere pubbliche per finanziare un po’ di imprese edili di amici e amici degli amici, che bisogna trattare malissimo gli immigrati perchè c’e’ da chiudere la borsa e scappare: siamo alla saga Zombies di Romero. Un governo paternalista e autoritario che possiede le nostre vite e i nostri corpi e che liquida la faccenda affermando: "Finche’ stai sotto il mio tetto fai come dico io". Il punto è che lo stato non è nostro padre e che soprattutto non è lo stato che mantiene noi ma siamo noi che manteniamo lui, esso, illo. Quindi senz’altro, c’e’ qualcosa che non va. Unica cosa positiva della serata: i monologhi della vagina trasmessi su raidue anche se ad un ora impossibile. Per un attimo ci siamo sentite in un paese libero e laico. E’ durata solo un attimo però.
Per finire le vostre sicilian cunts vi ricordano: Tenete d’occhio le
iniziative (quelle serie, che non usano come testimonial il cantante machista che si ingroppa le donne) tra il 7 e l’8 marzo. Le trovate elencate
qui città per città. Ce n’e’ una che si svolgerà alla Caffarella romana dove alcune amministratrici locali si ostinano ad opporsi alle strumentalizzazioni e alla logica della paura. Ecco la locandina: