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Lo sciopero delle donne

Il Tavolo 4 della rete
Sommosse lancia lo «Sciopero delle Donne»

La violenza maschile è la prima causa di morte e
di invalidità permanente delle donne in Italia come nel resto del mondo. La
violenza fa parte della nostra vita quotidiana: essa consiste nella negazione
della nostra libertà, nella violazione dei nostri corpi, nella costrizione al silenzio.

Oltre un anno fa siamo scese in piazza a Roma in
150.000 donne e lesbiche per dire “No alla violenza maschile” e ai tentativi di
strumentalizzare la violenza sulle donne da parte di governi e partiti per
legittimare politiche autoritarie e oppressive. Da allora gli attacchi
istituzionali all’autodeterminazione delle donne si sono moltiplicati mettendo
in luce la deriva autoritaria razzista e sessista in atto in Italia.

La violenza maschile ha molte facce e una di
queste è quella economica e istituzionale. Per far fronte alla crisi
economica il governo smantella i servizi sociali per finanziare le banche, le
missioni militari all’estero, la militarizzazione delle nostre città.

Con la legge 133 tagliano i fondi
alla scuola e all’università pubblica per consegnare l’istruzione nelle mani
dei privati determinando la fine del diritto ad una istruzione gratuita e
libera per tutte/i. Con il decreto Gelmini, migliaia di insegnanti, maestre
precarie, perdono il posto di lavoro, e viene meno un sistema educativo – il
tempo pieno – che sostiene le donne, consentendo loro una maggiore libertà di
movimento e autonomia.

Le donne in Italia hanno i salari più bassi, le
retribuzioni dono in media inferiori del 20% di quelle degli uomini a parità di
mansioni. La povertà oggi in Italia è soprattutto donna: di chi è in pensione,
in maggioranza donne sole, e delle famiglie monogenitoriali condotte da una
donna.

Sono le donne quelle con i tempi contingentati
dall’altro lavoro, quello che ancora oggi non ha valore espresso in Euro, che
non rientra nel calcolo della produttività delle imprese, il lavoro di cura dei
figli, dei padri, dei mariti, dei lavoratori di oggi, ieri e domani. Quel
lavoro che aumenta di più ogni anno, in concomitanza con la finanziaria di
turno e i tagli allo Stato Sociale.

VERGOGNA!Il Governo ha cancellato la legge contro le dimissioni in
bianco e vuole alzare l’età pensionabile da 60 a 65 anni delle donne del
pubblico impiego (e poi lo farà per il privato), toglie invece di dare diritti
alle donne.

Le  immigrate sono il simbolo della precarietà, con il permesso di
soggiorno legato al lavoro, con il lavoro legato all’esistenza in vita
dell’anziano che accudiscono, quando lavorano come badanti nell’isolamento delle
case, con i lavori sempre sottopagati.

L’obiettivo delle riforme del lavoro,
della sanità, della scuola e dell’università è di renderci sempre più precarie
: mogli e madri “rispettabili” rinchiuse nelle case, economicamente dipendenti
da un uomo, che lavorano gratuitamente per badare ad anziani e bambini.

Il 24 gennaio scorso si è tenuta a Roma la terza
assemblea nazionale del Tavolo 4 «Lavoro/precarietà/reddito»della rete
femminista e lesbica delle Sommosse, lì si è deciso di lanciare l’idea di uno
sciopero al femminile, costruito in modo autonomo dalle donne
lavoratrici, operaie, precarie, disoccupate, giovani, migranti. Una rottura
inattesa contro i padroni, il governo, il Vaticano, ma anche nei confronti dei
sindacati istituzionali e del privilegio maschile sul lavoro. Oggi le donne
sono le prime a pagare la crisi.

NOI
LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

Non abbiamo nessuna intenzione di farci
ricacciare a casa, in una posizione di subalternità e di dipendenza economica.

Per questo proponiamo di preparare insieme, dal
basso, uno «Sciopero delle Donne», con presidi, manifestazioni, volantinaggi,
assemblee, raccolte di firme, per dimostrare che non ci piegheremo alle
politiche maschiliste che vogliono sottrarci quel poco di libertà che ci siamo
conquistate.

CONTRO
OGNI DISCRIMINAZIONE SESSISTA E PATRIARCALE!

L’attacco a noi donne è
pesante. È urgente che anche a Bologna, così come avviene in altre città,
creiamo uno spazio fisico e momenti di discussione sulle nostre condizioni di
lavoro per dare risposte concrete con iniziative, proteste, azioni di
solidarietà. Oggi più che mai non ci possiamo tirare indietro. Dall’iniziativa
del 7 marzo, come gruppo di donne vi proponiamo l’avvio di un ambito di
discussione e organizzazione di iniziative di donne su
LAVORO/PRECARIETA’/REDDITO che chiameremo “Tavolo 4 di Bologna”.
Ci
daremo appuntamento presso la sede del Circolo Iqbal Masih di Via della Barca
24/3. Bologna
tel/fax 0516146887 – per info cell 338 2648211

SABATO
7 MARZO ORE 15.00

 

Presso
la
SALACONSILIARE DEL QUARTIERE
PORTO

(si entra da Via dello Scalo 21 o da Via Berti 2
/ 6, la sala consiliare è adiacente alla sede del quartiere Porto e da sul
giardino Francesco Lo Russo)

ASSEMBLEA
CITTADINA DI DONNE

 

SULLE
CONDIZIONI DI LAVORO DELLE DONNE

Intervengono

Insegnante Scuola Primaria (sindacato Cobas
Scuola)

Cassaintegrata 
Alitalia Roma (sindacato CUB)

Operatrice 
Cooperative sociali (coll. Emergenza Femminista)

Precaria 
Nidi Comunali di Bologna (sindacato RdB – CUB)

Interventi liberi di tutte coloro che vogliono
parlare

Aderiscono i collettivi: Gruppo Amazora e Le Irregolari Iqbal
Masih

Appoggiamo le lotte delle 112
precarie dei nidi comunali di Bologna che dopo anni di lavoro (fino a 10 o 17
anni) il Sindaco Cofferati e l’Assessora Milli Virgilio non intendono  assumere per risparmiare sui costi e
affidare i servizi alle Cooperative sociali.

Appoggiamo le mamme dei nidi
che hanno apprezzato l’alto livello qualitativo delle operatrici del servizio
pubblico dei nidi e che non hanno intenzione di rinunciarvi.

Nei prossimi giorni
volantineremo davanti agli esercizi commerciali che ormai sono aperti tutti i
giorni della settimana, compresa la domenica, compresa la giornata dell’8
marzo, per rivendicare il riposo settimanale della domenica e dei festivi.

Dopo il
dibattito, invitiamo tutte a partecipare alla manifestazione
notturna Organizzata dall’Assemblea cittadina di donne e lesbiche  contro la violenza maschile, sabato 7 Marzo,
concentramento alle ore 20.00 in Piazza dell’Unità.

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