Skip to content


La cultura del branco (appunti liberi)

http://www.teknemedia.net/gall_img/2008/TKimg48dcfe334ad2d.jpg

La logica di branco. Lo stupro di branco. Il branco. L’atteggiamento
da branco. Il comportamento da branco. Il branco. La mentalità da
maschi che agiscono culturalmente come un branco.

La cultura del branco, segue codici precisi, regole che vengono seguite con differenti capi, uno per ogni fazione.

C’e’
il capo di governo
, poi quello della chiesa, poi ancora il datore di
lavoro e il marito, il fidanzato, il professore, il preside, il
compagno di scuola, il generale, il soldato, giù giù dai gradi più alti
fino a quelli più bassi. La stessa logica imperversa. Quella cultura si
fa legge. La legge diventa obbligo e l’obbligo diventa un contratto,
per noi difficile da rescindere.

La cultura del branco è una
modalità sociale di relazione. Implica lo spalleggiarsi l’uno agli
altri per trovare giustificazioni ai propri cattivi comportamenti, alle
proprie debolezze, alle fragilità.

La cultura del branco è
l’intera organizzazione dello stato che in branco si muove per
offendere i deboli, dileggiare gli ingenui e violare i corpi delle
donne.

La cultura del branco si muove negli organi di stampa e si fa forte di una grande arma sociale: l’ignoranza.

La
cultura del branco
è quella che terrorizza, fa paura e tiene sotto
ricatto una intera popolazione per rubarle tutto quello che può.

La
cultura del branco
sottomette, intimidisce, inventa una morale che non
c’e’. La cultura del branco può essere applicata anche dai singoli
sganciati dal branco per quegli attimi che chiamiamo "vita privata".

I
livelli di accettazione
per le brutte azioni li troviamo a partire dai
piccoli nuclei progredendo fino ad arrivare ad intere società. La
cultura del branco è una trasmissione televisiva con dieci invitati più
o meno della stessa parte politica che offrono spunti, commenti, alibi,
e istigano, sollecitano, incentivano, giustificano…

La cultura
del branco
è fatta di bulli, raduni nazi, leghisti, fascisti, che importa.
Tanto è uguale. Occhi eccitati e prurito alle mani. Una gran voglia di
violare un corpo. Perchè lo stupro non passa solo per la vagina e non
riguarda solo le donne. La cultura del branco è quella contro la quale
combattiamo. In branco, anche noi, perchè da sole non si può vincere e
perchè le guerre sono così: branchi contro branchi.

Vorrei non accedere alle mille forme di
socialità soltanto attraverso i meccanismi propri della cultura del
branco. Il primo passo per smettere di legittimare questa cultura è
quello di non perpetrarla io stessa anche se per scopi completamente
diversi e per una giusta e legittima difesa. Vorrei sentirmi fuori dal
clan quando più o meno tutt* mostrano l’esigenza e il desiderio di
farne parte. Mi piacerebbe che tutt* avessero il buon senso di voler essere degli e delle individu* invece che parte di un *gruppo*. Perchè i gruppi sono fatti di mille cose. Quella che a me più piace è la sostanza della motivazione fortemente sociale, quell’urlo collettivo e quella solidarietà reciproca fatta di una comunità nella comunità, in sostegno l’uno dell’altra per mettere in piedi mattone su mattone una società differente.

Gli unici branchi che vengono accettati sono quelli istituzionali. Tutti gli altri sono trattati alla stessa stregua. Zone criminali e sovversive. Sia che si tratti di stupratori dei corpi che di persone riunite in presidio a difendere un diritto. 

Gli unici branchi legittimati sono quelli previsti dal codice penale. Tutti gli altri sono adunanze cattive. Il branco che decide e va al governo riscrive il codice e riclassifica la liceità o illiceità degli altri branchi. Se un giorno, per esempio, riuscisse ad andare al governo un branco di stupratori dei corpi anche per loro sarebbe uguale. Riscriverebbero, in assenza di garanzie e di principi inviolabili, tutte le regole per liberare le gabbie dei clan in isolamento e richiudere quelle altre per i precedenti governanti.

Questione di branchi al potere. Se non si sconfigge quella logica la storia rimarrà sempre la stessa.

Oggi io vorrei
parlare
con il capo delle bestie. Il branco al potere e forse anche quell’altro che invece viene braccato perchè non è un branco "utile" a nessuno. ‘Chè di branchi "utili", voi lo sapete, ce ne sono stati e ce ne saranno ancora e quelli nessuno si sogna di toccarli.

Potremo mai accordarci senza che io
debba servirgli qualcuna in sacrificio? Facciamo questo patto
crudele. Che prenda me e lasci in pace tutte le altre. E che nessuno mi
faccia santa perchè voglio sacrificarmi una volta sola e per il motivo
giusto. Quel papa lì non merita di usare il mio nome per saziare il
gruppo famelico che lo circonda.

Io non ho paura. Il peggio che
mi può capitare è la morte e non la temo anzi mi è amica. Tutto il
resto l’ho già vissuto. Per mano di mille bestie alleate in un solo
enorme branco.

La prossima volta che rinasco voglio fare il capo mandria. Almeno
solleverò le mucche dai loro incarichi. Ascolterò le loro istanze e
eviterò che partoriscano vitelli tutti gli anni e che producano latte
fino alla morte. Quando una mucca di un allevamento intensivo diverrà
presidente di uno stato potremo dirci salvi. Fino ad allora l’unico
intero branco del quale avere paura è quello degli uomini.

—>>>L’intero libro di Le Bon è online: Psicologia delle folle (grazie a Fulvio per la segnalazione tra i commenti)

—>>>La foto sopra è di Tano D’Amico

Posted in Anti-Fem/Machism, Anticlero/Antifa, Corpi, Misoginie, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


4 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. fikasicula says

    non di me rosa. parlano male delle donne, del blog, di noi.
    si incazzano perchè qualcuno gli fa notare che si sono inventati una intera pagina su wikipedia per fare passare le loro tesi maschiliste.
    vedremo…

  2. rosa says

    ciao fika…bazzicavo in internet e per caso e facendo la ricerca in un forum maschilista parlavano male di te:

    QUI

    Possiamo dire ora che il web è in mano ai maschilisti?

    🙁
    Bacio
    rosa

  3. fikasicula says

    grazie di questo suggerimento
    non avevo letto questa cosa. o meglio si ma non la psicologia delle folle.
    cercherò notizie più dettagliate. grazie! 🙂

  4. Fulvio says

    La “Deindividuazione”.
    Forse leggendo e visionando quanto scritto e dimostrato da Philp Zimbardo ( “Quiet Rage” l’esperimento carcerario di Stanford) – ma anche da Gustave Le Bon “Psicologia delle Folle”- ti/vi sarà tutto un po’ più chiaro, anche se non meno agghiacciante.