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Bologna 13 febbraio presidio medici pro-migranti: “Noi non segnaliamo!”

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Segnalazione delle/dei migranti nelle strutture
sanitarie, un nuovo attacco all’autodeterminazione e ai diritti di tutte le
donne

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Con *l’abolizione del comma 5 dell’art. 35 del
Testo Unico sull’Immigrazione proposta nel Disegno di Legge 733* si esclude
dal diritto fondamentale alla salute una parte importante della popolazione
migrante che abita e lavora nei nostri territori.

D’accordo con la comunità medica che si sta
esprimendo contro l’emendamento proposto dalla Lega Nord votato al Senato lo
scorso 5 febbraio, siamo profondamente indignate di fronte ad un  provvedimento disumano e crudele, che punisce centinaia di migliaia di persone per
la condizione di irregolarità di cui non sono
responsabili.

In questo momento di nuova ed insistente
criminalizzazione delle/dei migranti irregolari ci sembra necessario
ribadire ancora una volta che la clandestinità è frutto di una normativa che non
prevede forme di regolarizzazione, ma che al contrario costringe
donne, uomini e bambini ad una invisibilità forzata: anni di privazioni,
sacrifici, soprusi e sfruttamento lontano dagli affetti prima di
tentare, attraverso la lotteria del decreto flussi, di ottenere il solo
riconoscimento di esistenza come persone.

La discussione sulla cancellazione del divieto
di segnalazione da parte dei medici sta già producendo le conseguenze temute:
gli accessi delle/dei migranti alle strutture medico-opsedaliere sono
già in forte calo.

In questo generale quadro di veloce erosione
dei diritti accompagnata da rischi concreti per la salute delle-i singole-i
e della salute della collettività, gli effetti del Ddl 733 sulle
donne ci allarmano ulteriormente.

Il diritto alla salute in tutte le sue
articolazioni e per tutte le donne, italiane e migranti, con o senza permesso di
soggiorno all’interno delle strutture pubbliche, e in particolare il diritto
all’IVG, regolata dalla Legge 194/1978 – che costituisce un diritto
imprescindibile di autodeterminazione di tutte, ma che è reso
sempre più inaccessibile a causa della massiccia presenza di personale obiettore
di coscienza – è da questo provvedimento gravemente minacciato.

Nel 2007, secondo i dati dell’Assessorato
Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna circa il 37% delle IVG è
stato effettuato da donne migranti.

Ma sono molte – troppe – anche le donne che si
rivolgono a ginecologi non professionisti per effettuare l’IVG (che in
molti di questi casi terminano in tragedie).

*È evidente come il provvedimento contenuto nel
Pacchetto Sicurezza andrà ad aumentare il mercato parallelo degli aborti
clandestini, effettuati a costi altissimi e con enormi rischi per la
salute delle donne. Non solo, il provvedimento votato al Senato avrà anche
l’effetto di allontanare le donne migranti senza permesso di soggiorno dalle
strutture pubbliche (ospedali, consultori, ambulatori) costringendole a
rinunciare a consulenze e informazioni preziose per la propria salute
(psico-fisica e sessuale) e alla contraccezione: nessuna donna accetterà di
correre il rischio di essere segnalata e di compromettere per sempre il
proprio progetto migratorio (che per molte inizia con l’irregolarità).
*

Come donne impegnate nell’affermazione e nella
difesa del diritto all’autodeterminazione, come operatrici di
Sportelli per migranti e come insegnanti, convinte che tale decreto
rappresenti l’ultimo ulteriore criminoso tentativo di svuotamento delle nostre
istanze di autodeterminazione e di appropriazione indebita
dei nostri corpi di donna, ancora una volta ridotti a meri campi di feroci
crociate razziste, siamo convinte dell’importanza e dell’urgenza di
potenziare la comunicazione verso le migranti, informandole sull’accessibilità
alle strutture pubbliche nelle quali – senza rischi per sé e per il loro futuro
– avranno la possibilità di accedere a tutte le informazioni e ai servizi
necessari per la tutela della propria salute, sessualità, (interruzione di)
gravidanza.

*Costruiamo reti di informazione e solidarietà
per salvaguardare i diritti delle donne e resistere alle norme del Pacchetto
Sicurezza che mirano a trasformare tutte/i le/i cittadine/i in delatori
e complici del razzismo istituzionale!*

*Per queste ragioni aderiamo ed invitiamo a
partecipare al Presidio Noi non
segnaliamo! indetto dalle associazioni mediche
per*

*VENERDI’ 13 FEBBRAIO 2008, ORE
11-18*

*PIAZZA RE ENZO BOLOGNA*
*
*
 *Guai a chi ci tocca! – TPO*
*Sportello Migranti e Scuola di Italiano per
migranti dell’associazione Ya
Basta!*
 *Lo Sportello Migranti dell’Ass. Ya Basta, in
collaborazione con Guai a chi
ci tocca, è aperto tutti i giovedì, ore 17-20 in
Via Casarini 17/4 Bologna*
 
Guai a chi ci tocca
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—>>>Foto da Global Project

Posted in Fem/Activism, Iniziative.


One Response

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  1. wonderely says

    Non sono di Bologna e non ho potuto partecipare. Appoggio però la vostra protesta e vi segnalo che online è possibile firmare una petizione contro questa vergogna razzista. Ecco il link: http://appelli.arcoiris.tv/salute
    Chiedo scusa se magari l’avete già pubblicata e non me ne sono accorta.
    Io studio per diventare ostetrica e la salute delle donne è il punto cardine del mio futuro lavoro. Ovviamente così come delle donne è necessario garantire la salute anche degli uomini. Ogni individuo ha diritto alla salute. La salute è uguale per tutti!