Guardate il video, senza audio perchè pare non fosse consono [così dice un avviso su youtube (???)]. La notizia potete leggerla su ZeroViolenzaDonne. Di calendari, diritto di critica di genere, pubblicità relish avevamo parlato QUI. Le azioni contro la pubblicità erano iniziate a Napoli.
Io quel cartello con su scritto "è istigazione allo stupro" lo avrei attaccato alla faccia di qualche nostro indegno rappresentante di governo ma il messaggio è buono uguale anche lì. 🙂
Comunque la pensate e qualunque modo vorrete attuare per criticare e stigmatizzare il sessismo (suggerisco buoni riot ma meno richieste di censura, non ci serve la protezione paternalista dello Stato, niente rambo, ci difendiamo da sole altrimenti le conseguenze possiamo leggerle QUI), buona lotta a tutt@!
@chiara: il rischio di fare pubblicitĂ negativa c’e’ sempre, certo. ma in questo caso è una scelta obbligata perchè quella pubblicitĂ albergava per le strade senza che fosse accompagnata da una descrizione critica. far parlare di lei significa anche far parlare dei nostri argomenti. vuol dire che quando qualcuno si avvicinerĂ a quella pubblicitĂ per guardarla la vedrĂ con altri occhi. almeno ci spero. un abbraccio :)*
@cloro: se è vero che la relish e di apicella è uno scooppone 🙂
ma davvero? sai dove possiamo verificare questa cosa?
certo che ricordo la pubblicitĂ di dolce & gabbana. ne uscirono maluccio anche loro. e in questo hai ragione tu. i creativi pubblicitari non hanno il minismo background antisessista. i pubblicitari sono troppo spesso uomini e le donne che guardano queste pubblicitĂ non hanno strumenti per recepirce criticamente… uffa!!!
ps: non c’ho la forza di scrivere storie trombanti al momento. abbi pazienza. è troppo un periodo nero. però arrivano :)*
Milano e’ straimbottita , specie in periferia, di queste pubblicitĂ che, secondo me, incitano allo stupro. Non è la prima volta, ricordo Dolce e Gabbana che ne fecero una analoga, solo che li si alludeva allo stupro “da branco”.
Tra l’altro ho sentito dire che Relish è di proprietĂ del cantastorie di Berlusconi, come si chiama, APicella, ma non ho fonti granitiche.
In ogni caso già il fatto che nei commercial si partoriscano queste idee creative è significativo di come la sottocultura si è imposta a livello capillare, tanto che se non hai un background femminista, manco ci fai piu caso.
ciao
cloro
Perdona Fikasicula i miei dubbi, ma credo che la Relish non abbia mai avuto tanta pubblicita’ gratuita come in questo momento.
Prima non la conosceva nessuno adesso un po’ tutti sanno di cosa si tratta e da un punto di vista pubblicitario abbia ottenuto lo scopo.
Tu sai come la penso e come concordo su molti concetti che vengono esposti in questo blog, ma questo tipo di boicottaggio (come la censura per un film) non fa altro che ingigatire la fama del prodotto.
Dimmi se quello che sto dicendo e’ una sciocchezza.
Un saluto affettuoso.