Skip to content


Napoli, video sullo scandalo Romeo

http://www.insutv.it/blog/wp-content/uploads/2006/04/esterno_stampa1.jpgUna faccenda che non è molto diversa da tante che accomunano il bel mondo dell’edilizia del meridione. A palermo allo stesso modo si è speculato sul mattone costruendo palazzi di sabbia – per risparmiare sul cemento – che si sono sbriciolati poco a poco. La stessa cosa accade per ponti, autostrade, gallerie. Gli imprenditori edili in sicilia erano i cavalieri della mafia, altrove sono amici di qualcun altro ma sempre di cose sporche si parla. Guardatevi questo collage di interviste in video proposto da Nicola Angrisano. E’ in distribuzione creative commons e potete scaricarlo per intero a partire dal link segnalato.

Una descrizione tratta da InsuTv:

Un viaggio tra le case pubbliche fatiscenti gestite dalla
“Romeo” nelle enormi banlieuses napoletane. Uno sguardo dal basso sulla
crisi politica della città:

Undicimila udienze di sfratto, le ombre della camorra sulla
dismissione del patrimonio comunale, assegnatari di case popolari
intrappolati in una “lite amministrativa” da 18 anni, una commissione
d’inchiesta sul contratto della Romeo “bocciata” dal Consiglio Comunale
già nel 2000. Sullo sfondo: l’impatto dei processi di esternalizzazione
del governo pubblico e la crisi post-fordista del “Rinascimento
Bassoliniano”…

Lo scandalo tra la “Romeo immobiliare” e il Comune di Napoli non è solo uno dei tanti episodi di corruzione. Il
nome di Romeo, infatti, evoca immediatamente la gestione privata e la
dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. In particolare la
situazione delle case popolari, nella cui decadenza si consumano alcuni
tra i drammi più duri della città! L’assenza di una politica per
l’abitare è l’espressione di punta dei processi di distruzione del
welfare e di progressivo sganciamento di una parte della popolazione da
ogni diritto di cittadinanza.
Diventa così evidente il peso sociale del processo di privatizzazione e
esternalizzazione amministrativa che va avanti dagli anni ‘90, passando
dalle “società di trasformazione urbana” fino alla leva fiscale
(Gest-line, Equitalia). E si consuma l’ennesimo fallimento di quella
che pretendeva di essere la “borghesia postfordista” della città,
mentre sopravvive, con drammatica vitalità, la borghesia extralegale
della camorra.
Rispetto a tangentopoli la miseria del ceto politico, che la
de-welfarizzazione ha paradossalmente privato delle leve del consenso,
si traduce nella sua subalternità. I partiti non dettano più nemmeno le
regole della corruzione, ma fanno la fila “sull’uscio dell’operatore
economico”.

Posted in Omicidi sociali, Vedere.