Skip to content


Con Gaza, contro ogni razzismo e fascismo

Raccolgo questa documentata segnalazione dal blog della bolognese assemblea antifascista permanente e la ripubblico perchè è necessario leggerla tutta. Già avevamo ragionato ampiamente sul rischio di infiltrazione dei fascisti nel bel mezzo delle lotte in solidarietà dei palestinesi. C’era stat@ anche chi aveva decisamente descritto il "bisogno di tenersi lucidi" su quanto avviene a Gaza e chi aveva chiarito che contro i bombardamenti non ci può essere nessun antisemitismo. Questa ulteriore segnalazione rende ancora più chiara la faccenda che a commento del post di invito alla lucidità viene descritta come reale, certo, ma viene anche detto da Abdel Nur che questo non sarebbe il momento.

Così dice: "Dinanzi ad una situazione di estrema gravità, restare a dissezionare le
posizioni di questa o quella voce filopalestinese (tra le poche voci
filopalestinesi), mi sembra più un’operazione di élitarismo culturale –
seppure, come detto, condivisibile, ed in altri momenti addirittura
necessaria – e non certo un motivo di rafforzamento della denuncia
antisionista. Non ora, quantomeno. Credo che quest’impressione sia condivisa da coloro che a suo tempo
domandarono meno interesse per il “Campo Antimperialista”, le analisi
del quale, personalmente, lessi comunque con un certo interesse.
"

In quello scambio così ho risposto: "Volessimo portare avanti motivi di elitarismo culturale affronteremmo
allora le tante questioni di genere che separano le donne da quelli che
negli ultimi trent’anni hanno condannato la palestina ad essere un
luogo assai meno laico di quello che era. Non lo stiamo facendo e
insistiamo nel denunciare la strage e nell’attribuire al governo
israeliano responsabilità di tutte le atrocità commesse. Una denuncia è più forte se fatta con atteggiamento critico e
approfittare della commozione per spegnere la nostra coscienza critica
è proprio quello che è utile a perdere la battaglia contro la deriva
culturale totalitarista che domina ciascuna delle nostre vite. Per cui, no. Non sono d’accordo. E’ sempre il momento di tenere acceso
il cervello. Le ambiguità aiutano fascisti e assassini. La chiarezza
stabilisce la differenza tra carnefici e vittime.
"

Leggete dunque questa segnalazione e occhi e orecchie aperte. Mantenersi lucidi e laici, sempre. Ricordando che: Domani Sabato 3/1 a Roma ci sarà la
Manifestazione Nazionale per la Palestina. Concentramento in
P.za Repubblica (ex Esedra, vicino la stazione) alle 16,30, con corteo fino a
P.za Barberini.

>>>^^^<<<

Mentre le bombe continuano a cadere su Gaza, i postfascisti di Progetto Eurasia sentono solo un gran prurito antisemita ed esaltano il «saper morire con dignità».
Fingono una solidarietà che è solo strumentale alle loro fantasie
razziste. Fanno discorsi che potrebbero assomigliare a quelli della
solidarietà internazionale e della mobilitazione contro il governo e
l’esercito israeliano. Ma non è così.

Anzitutto, i postfascisti di Progetto Eurasia non riescono nemmeno a
pronunciare locuzioni come “stato israeliano”, “governo israeliano”,
“esercito israeliano”. Per loro ogni abitante ebreo di Israele fa parte
di una cosa chiamata «Entità Sionista», definita «conglomerato di
scorie etniche». Sono tutti responsabili: anche i bambini, anche i
ragazzi, anche i disertori, anche i compagni anarchici e comunisti,
anche quei gruppi che in questi anni hanno avversato con determinazione
l’occupazione, il muro e le violenze del governo israeliano. La formula
opaca e inclusiva di «Entità Sionista» in realtà rispolvera e rilancia la vecchia menzogna razzista del complotto giudaico-pluto-massonico, cara alla propaganda nazista. Così scrivono infatti:

«l’Entità Sionista, la base politico-territoriale del Sionismo,
un’ideologia scaturita dall’alveo del Giudaismo ed incoraggiata – nei
suoi sviluppi suprematisti, strategici e messianici – dall’Occidente,
in particolare dall’Angloamerica calvinista e puritana, con l’Europa
accodatasi sempre più dopo che l’Unione Europea, creazione massonica,
ha preso corpo».

D’altra parte, la solidarietà lugubre di Progetto Eurasia si esplica in una mitizzazione misticheggiante della morte eroica,
una sorta di necrofilia nazistoide. Si sa, ai fascisti sono sempre
piaciuti i cumuli di cadaveri e la “guerra sola igiene del mondo”. Ecco
come si rivolgono a chi oggi muore a Gaza:

«È un esempio il loro saper morire con dignità, dito al cielo
mentre, in un lago di sangue, fortunatamente puro dall’infezione della
“democrazia” e dei “diritti umani”, attestano che “Non v’è divinità se
non Allàh”».

Di fronte a tanto cinismo, non ci sono parole. Con in tasca un
“democratico” passaporto europeo, al sicuro in una casetta che non
verrà bombardata, questi postfascisti o neonazisti idealizzano la morte
eroica «in un lago di sangue», ma solo per gli altri…

Intanto, a Cinisello Balsamo (Milano) una via è stata intitolata ai “Martiri Palestinesi”. Anche a Montesilvano (Pescara) Forza Nuova chiede di intitolare una piazza o una via ai “Martiri della Palestina”. Si badi: non ai “resistenti”, non ai “combattenti”, e neppure alle “vittime” palestinesi, ma ai “martiri”, con un vocabolo sacrale che le organizzazioni integraliste usano per esaltare l’azione dei kamikaze che si fanno saltare in aria nei locali, sugli autobus, tra la folla. Da una parte Forza Nuova se la prende con le moschee (anche quelle in miniatura), dall’altra esalta implicitamente i kamikaze. Qualsiasi cosa va bene per diffondere la loro ideologia razzista.

Dire che la politica dei governi israeliani è una politica criminale per noi vuol dire combattere ogni forma di razzismo e fascismo.
Noi non dimentichiamo i diciannove mesi di brutale assedio israeliano
imposto a un milione e mezzo di persone, deprivate delle forniture più
elementari. Noi non dimentichiamo l’isolamento forzato tra Gaza e la
Cisgiordania. Né dimentichiamo che le pratiche di pulizia etnica e di
rappresaglia contro i civili sono dispositivi che hanno la loro origine
nel colonialismo e nel nazifascismo.

In un documento recente, la Rete degli Ebrei contro l’Occupazione ha citato l’introduzione di Primo Levi a Se questo è un uomo
per affermare che, «quando il disprezzo per lo straniero, il diverso,
diventa il fondamento di una società, si arriva al lager». E ciò per
noi significa due cose:

– lottare contro la politica omicida e razzista dei vari governi israeliani non significa dare spazio in alcun modo all’antisemitismo fascistoide o al revisionismo storico sullo sterminio nazista;

– il razzismo, da qualsiasi parte venga, porta sempre a politiche di violenza e di sterminio.

Come in altre città italiane, anche a Bologna sabato 3 gennaio si terrà un’iniziativa in Piazza Nettuno alle 15.30 per contestare il bombardamento della striscia di Gaza. Secondo noi è un appuntamento importante di solidarietà internazionale.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


4 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. antifa says

    sono identificabili per noi che siamo militanti. per tutti gli altri invece questi non sono personaggi noti. l’informazione serve a questo.
    a proposito di campo antimperialista ha ragione. anni fa anche alcuni compagni si erano lasciati attirare da quella cosa. se non si dava “spazio” per informare, alcune cose non sarebbero venute fuori e quei compagni sarebbero ancora li.

  2. gioegio says

    si, questa è gente sconosciuta e facilmente identificabile. mai con i nazi. non è difficile no? perché parlarne? c’è davvero qualcuno che, in nome della solidarietà alla Palestina, pensa di poter stare con folli del genere? non diamogli nemmeno spazio

  3. fikasicula says

    uno dei modi per sdoganare fascismo è quello di dare retta a quelli di cui si parla sopra. anni fa la ricordi la storia del campo antimperialista?
    eravamo tutti a guardare il dito (la palestina) e non la luna (a fianco di chi si fa la lotta per il popolo palestinese).
    altrimenti fai lo stesso ragionamento che fanno nel post. come se parlassi di elitarismo culturale. non è così.
    mi ricordo certo del corteo del 2000 e mi ricordo di milioni di altre spaccature all’interno del movimento pro palestina perchè non tutti la pensavano allo stesso modo.
    servirebbe una analisi ben fatta su questo ma io non ho tutte le informazioni che servono e sbaglierei di certo.
    se hai voglia e tempo sarebbe ottimo se la facessi tu. ti va?

  4. obi one kenobi says

    fico.
    dare spazio a quei 4 sfigati di eurasia è veramente una genialata.
    io piu’ che concentrarmi sul pericolo *infiltrazioni dei fascisti* (e posso assicurarti che anni fa nei cortei venivano lo stesso in maniera anonima) mi concentrerei sulle cause che hanno distrutto il fronte di solidarietà con la popolazione palestinese.
    uno dei motivi è il *forum palestina* e alcuni personaggi che ci girano attorno (do you remembre il corteo del 2000 in cui ci fu la spaccatura?!).
    pensare ai fascisti pure stavolta e fargli un favore.

    guarda la luna non li dito.