"Racconti da Stoccolma" è un film
che parla di violenze. Tre storie che scorrono parallele e che
tracciano la trama in modo credibile e alla maniera di un thriller
pieno di suspance che ti tiene bloccata sulla poltrona fino alla fine.
La
prima violenza ha come vittima la figlia di un clan familiare con
radici mediorientali. Stretti da regole rigide ispirate ad una
cristianità integralista, sono complici, in modo più o meno
consapevole, tutti i membri di una famiglia in cui vige la regola
dell’eliminazione della persona per cancellare l’onta.
Fa
enormemente rabbia vedere come in effetti famiglie di questo genere,
altrove probabilmente autorizzate a compiere simili delitti con il
plauso dei governi e dei giudici, in europa si siano inventate altri
metodi – legali – per ottenere lo stesso risultato. La foto che vedete
si riferisce al momento in cui ho bestemmiato di più in tutta la
visione del film. Una scena di una crudeltà impensabile. Registe della
punizione le due matrone della famiglia, veicoli della peggiore cultura
patriarcale, per le quali era essenziale costringere al suicidio la
figlia targata come "puttana" per conservare il loro buon nome.
La
seconda violenza ha come vittima una donna ben inserita. Il suo
carnefice è anche padre dei suoi figli, un giornalista con il quale si
schierano tutti i colleghi e le colleghe di lavoro. Gli uomini per
solidarietà di corpo e le donne per invidia del successo dell’altra.
Anche lei una giornalista, premiata e piena di possibilità. Lui un uomo
mediocre che passa il tempo a massacrare la compagna disprezzandola per
qualunque cosa.
Fondamentale è la descrizione dell’omertà che si
realizza attorno a situazioni che riguardano uomini inseriti in certi
contesti sociali. Quasi come per necessità di autoconservazione della
certezza che certe cose avvengono solo altrove, tra gente più
disgraziata.
La terza violenza è espressione di omofobia allo
stato puro. Capita quando si trova un bullo che ritiene di essere
autorizzato a fare quello che vuole perchè tu sei gay. La storia
riguarda un uomo e la persona che ama. Minacce, ritorsioni, vendette
trasversali e un tempo scandito dall’attesa di una testimonianza ad un
processo al quale bisogna pur arrivare vivi.
Le tre storie
vengono raccontate senza mettere al riparo gli spettatori e le
spettatrici dagli eventi luttuosi, atroci e negativi che in simili
circostanze possono avvenire. Tuttavia il film si conclude con tre
riscatti personali che più o meno direttamente riguardano anche altre
donne e uomini nelle stesse condizioni. Provate a vederlo, ne varrà la pena. Poi ditemi se vi è piaciuto.
Per non perdere l’abitudine, eccovi la rassegna "reale" delle violenze in italia di questo periodo:
Ada, 30 anni, muore a Rossano Calabro per mano del marito. La suocera ha provato a difenderla. Anche lei è stata ferita gravemente dal figlio.
Lei è una ragazza in giro con un amico. Un uomo li ferma, li induce a seguirlo in un bosco e stupra la donna. E’ accaduto a Brescia.
Lei una ragazzina, stuprata dal genitore più e più volte nella provincia di campobasso.
Una madre e le sue figlie, tutte picchiate dal marito/genitore. Usava spesso la cintura talmente e a lungo da causare attacchi di epilessia ad una figlia. Accadeva a Follonica. La denuncia è stata fatta nel 2003. Il processo si è concluso di recente e la condanna ha escluso alcuni capi d’accusa che nel frattempo sono caduti in prescrizione.
A Livorno un nonnino si divertiva a violentare la nipote. E’ durata dieci anni. Oggi lei ha 23 anni ed è riuscita a far sequestrare i beni degli "affettuosi" nonni a titolo di risarcimento.
Siamo a Lamezia. La moglie picchiata costantemente dal marito. Nulla di nuovo. Lei è ancora viva.
Palermo: una storia "lapidaria". Lui viene arrestato. Secondo l’accusa avrebbe massacrato a sassate la moglie. Lei è viva ma con le ossa del viso fratturate. Nega di aver riconosciuto l’aggressore. La polizia non le crede e becca il coniuge in fuga altrove.
Casandrino: lei non vuole più sentire parlare di suo marito. Lui pretende un rapporto sessuale. Lei si rifiuta e lui prende il coltello.Tutto ciò davanti ai figli. Lei, per fortuna, è riuscita a scappare portandosi dietro la prole.
Questioni sportive. Parliamo di calcio. Baruffe tra tifosi e giocatori. Moglie e figlia di uno di loro sono state offese proprio alla vecchia maniera.
Reggio: lei è una donna di 40 anni stanca dopo 15 anni di violenze subite dal marito. Finalmente ha deciso di sottrarsi a quella situazione. Per lui un ordine restrittivo. Se si avvicina a lei finisce in carcere. Speriamo non accada nulla di grave.
Sernaglia della battaglia: litigano e lui spinge la moglie in un canale. Annegarla deve essergli sembrata un’ottima idea. Non c’e’ riuscito e lei lo ha denunciato.
Modica: lui tenta di ammazzare la moglie. Non ci riesce. Viene arrestato e condannato. E’ stato in carcere per un sacco di tempo. Fosse stato un marito picchiatore italiano probabilmente se ne sarebbe stato in giro fino alla sentenza.
Sapri: si separano, lei e il figlio vivono con la madre. Lui prova a dare fuoco alla casa per cancellare chiunque ci sia dentro. Non ci riesce, per fortuna.
Lui è un cinquantenne, lei nigeriana. Lui la picchia e vuole risolvere i suoi problemi economici inducendo la donna alla prostituzione. Lei lo denuncia. Non si capisce perchè per campare bisogna sempre mantenere papponi parassiti. Brava lei che lo ha denunciato.
Firenze: lei è stata costretta a sposarlo. Entrambi marocchini. In Italia lui le spegne le sigarette addosso, la picchia e la violenta davanti alla figlia. La provenienza geografica non c’entra nulla. Conosco donne alle quali è accaduta la stessa cosa e gli uomini sono italianissimi.
Forlì: due uomini litigano perchè uno dei due ha fatto dei complimenti alla donna dell’altro. Un litigio per questioni di proprietà. Come ne avvengono tanti per le occhiate non autorizzate, per una concezione del rispetto condivisa dagli uomini (rispetta la donna che è con me perchè sta con me e non perchè è una persona). Mi piacerebbe pensare che lei alla fine li abbia mandati a quel paese entrambi.
Varese: lui maltrattava la moglie. Talvolta in maniera originale. Un paio di volte pare abbia tentato di incendiarle l’auto con le bombole a gas. Forse sperava che ci fosse lei dentro?
Trapani: hanno litigato. Lui prende la spranga e tenta di uccidere la moglie. Dall’articolo non si capisce se lei si è salvata e in che condizioni sia.
Nordest: casa di un ingegnere. Lui tenta di uccidere la moglie nel sonno.
E ancora una lista di violenze – del periodo precedente, con storie probabilmente già linkate in altri nostri post perchè raccontate anche da altri quotidiani – pubblicate sulla rubrica di Liberazione [QUI la rassegna dal 30 agosto al 31 ottobre]:
Lunedì 3 novembre
Quattro donne morte ammazzate. Una, dopo tre mesi di agonia per le percosse ricevute dal compagno. Questa settimana si allunga anche l’elenco delle storie di violenza che non riusciamo a far entrare in questa colonna. Domenica scorsa, a Perugia, una donna di 38 anni quasi strangolata dall’ex compagno. Lunedì sera, a Bollate (Mi), una ragazza di 19 anni tenta il suicidio perchè non ce la fa più a vedere il padre massacrare di botte la madre, mentre, a San Colombano (Br), un’altra ragazza viene accoltellata dal marito. Poi, da Modena a Trapani, padri stupratori, ex fidanzati persecutori e mariti picchiatori a non finire.Lunedì 3 novembre
Bologna
Aurica Maria ha 31 anni, viene dalla Romania. Da una settimana è ospite a casa di Marilena, 25 anni. Si sono conosciute due anni fa in carcere, quando Aurica Maria è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione insieme al suo compagno Konstantin, 51 anni, mentre Marilena era dentro per aver accoltellato un ragazzo durante una lite ad un distributore di benzina. Ora Marilena, incinta del secondo figlio, è ai domiciliari per il furto di uno scooter. Aurica Maria ha deciso di farla finita con Kostantin, Marilena e la madre l’hanno accolta. Sono le 9 e mezza del mattino. La mamma di Marilena è andata a fare la spesa, rientrando trova Kostantin sul pianerottolo. Sembra tranquillo, lo fa entrare. Lui va nella camera dove Aurica Maria e Marilena stanno ancora dormendo. Marilena si sveglia di soprassalto mentre Konstantin sta accoltellando l’amica, al collo al petto. Cerca di fermarlo, rimane ferita, poi lo vede sgozzarsi. Aurica Maria è morta sul colpo. Lui prima di arrivare in ospedale.
San Giovanni Rotondo
Elizabeta, 51 anni, abitava a Vieste. Veniva dalla Polonia, aveva lavorato come badante, da un po’ faceva la cameriera. E’ morta in ospedale, dopo tre mesi di agonia. Quando era stata ricoverata, il 27 luglio scorso, non sembrava grave. Poi, dopo qualche giorno, era entrata in coma. Intestino e reni non funzionavano più, spappolati a pugni e calci dal suo compagno. Lei lo aveva già denunciato più volte. Lui, Giuseppe, 45 anni, è ai domiciliari per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Ora tocca al giudice decidere se accusarlo di omicidio.Sabato 8 novembre
Magenta (Mi)
Amalia ha 61 anni, viene dalle Filippine, ha 5 figlie che vivono tutte in Italia, tra Milano e Novara. E’ sposata con Carlo, abita a Magenta da molti anni. Sua figlia Erachel, 33 anni, vive con loro da due anni. Lavorano entrambe in un’impresa di pulizie e si stanno dando da fare perchè i tre bimbi di Erachel, rimasti nelle Filippine, possano raggiungerle presto. Da un anno stanno ospitando anche Francisco, 46 anni, un nipote di Amalia, ma la convivenza si è fatta pesante. Le abitudini del nipote sono molto diverse da quelle del resto della famiglia e le discussioni sono frequenti. Sono quasi le 20 di venerdì, Carlo riceve una telefonata da Francisco. "Torna a casa in fretta, c’è una sopresa per te". Amalia ed Erachel sono in una pozza di sangue, ammazzate a coltellate . Lui è stato fermato questa mattina. Le ho uccise perchè non mi lasciavano dormire.Domenica 9 novembre
Pianezza (To)
Sono passate le 5 del pomeriggio, lei è in casa con la figlia di 9 anni. La puzza di gas si fa sempre più forte. L’odore viene dal piano di sotto della villetta, dove abita l’ex marito. Si sono separati a febbraio e hanno deciso di dividersi la casa. I vigili del fuoco trovano una sbarra di ferro a bloccare la porta della cucina. Dentro, finestre chiuse, tappeti contro le fessure per impedire il passaggio dell’aria, i quattro fornelli aperti al massimo. Lui, 38 anni, tecnico di laboratorio, non c’è, è uscito. Lo trovano, dice che il gas aperto deve esserselo dimenticato. Lo arrestano per tentata strage. Fucile, pistola e proiettili che aveva in casa, sequestrati.
Lunedì 10 novembre
Oristano (Ss)
Lei l’ha lasciato e se n’è andata. E’ sera inoltrata, lui, 57 anni, le va sotto casa. Con un fucile. Prima le buca una ruota dell’auto, poi alza il fucile verso il balcone e spara. Il proiettile manda in frantumi la vetrata e si conficca sul soffitto della stanza. L’hanno arrestato per detenzione abusiva di armi, danneggiamento aggravato, minacce e molestie.
Sassari
Lei ha 29 anni, di cui 3 di maltrattamenti e violenze da parte del compagno. Due mesi fa è riuscita a mandarlo via di casa. E’ mezzogiorno di domenica. Lui, 39 anni, va a cercarla, è convinto che abbia un’altro uomo. Lei non gli apre, ha degli ospiti, una coppia di amici con i loro bimbi. Alle 4 del pomeriggio, ci riprova. Lei gli dice di andarsene, lui comincia a gridare, a prendere a spallate il portoncino fino a sfondarlo. Irrompe in casa, la prende per un braccio, la sbatte contro il muro, di fronte agli occhi attoniti degli amici e dei bambini. Lei riesce a divincolarsi, si chiude in camera e chiama il 113. Lui, intanto, le sta sfasciando la cucina. Quando arrivano i poliziotti, si scaglia anche contro di loro. Oggi è stato scarcerato, in attesa del processo. Gli hanno imposto di stare lontano da casa di lei. Dobbiamo affidarci alla speranza che lo faccia?Martedì 11 novembre
Baranzate (Mi)
Lei ha 46 anni, un figlio e una figlia di 20 e 22 anni, e un marito padrone. Lui, 52 anni, controlla costantemente e impedisce i loro movimenti. Se sgarrano, li minaccia e mena le mani. Fino ad oggi, quando è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia dopo mesi di indagini. Come ha spiegato il capitano dei carabinieri di Bollate, "il rischio di degenerazione delle condotte in ambito familiare si è moltiplicato negli ultimi anni, determinando il verificarsi di vere e proprie tragedie. Un contesto che impone il monitoraggio preventivo di tutte le situazioni a rischio, per intervenire prima che si arrivi al punto di non ritorno".
Venerdì 14 novembre
Jesi (An)
E’ ancora notte quando arrivano i carabinieri. Lui, 30 anni, ha chiamato 112 e 118 dicendo che la sua compagna, in preda ad una crisi isterica, sta distruggendo la casa. La trovano per terra, in camera da letto. In ospedale, viene fuori la verità. Lui l’ha picchiata e minacciata di morte. Lei, una volta dimessa, cerca di rientrare in casa, lui glielo impedisce. Questa volta, i carabinieri lo arrestano per lesioni e violenza privata.Domenica 16 novembre
Genova
Di Elga, 51 anni, casalinga, dicono che è depressa, che ha un sacco di manie. Del figlio Alex, 24 anni, che sta per laurearsi a Scienze della comunicazione, dicono che sia uno studente modello. La mamma però, lo rimprovera di continuo di lasciarla troppo da sola, si lamenta, chiede di essere aiutata. Come questa sera, quando lui le ha risposto con tre coltellate alla gola e tre alla pancia . Sono le 23.20, Elga viene portata in ospedale. E’ stato lui a chiamare i soccorsi, credeva di averla ammazzata. Ha chiesto scusa, dice che era esasperato. Ieri mattina, a Licodia Eubea (Ct), invece, è stato rintracciato l’assassino di Carmelina, 54 anni. E’ il figlio Paolo, 25 anni. Giovedì 13, l’aveva ammazzata con 80 coltellate, inseguendola per tutta la casa . Di lui dicono che fosse poco sereno.
Lunedì 17 novembre
Cattolica (Rn)
Loretta ha 48 anni, è titolare di un hotel in centro. Si è sposata a 16 anni, incinta della primogenita. Monia ora ha 31 anni, è sposata, ha un bimbo di un anno, vive nelle Marche. Loretta è stanca, consumata da un matrimonio difficile. In albergo fa tutto lei. Dicono che lui tiene la pubbliche relazioni. E fa i caffè. E ha degli hobbies costosi. Lei lo sta lasciando. Dorme in albergo da un po’, mentre lui è rimasto nell’appartamento. L’altra figlia, Valentina, 28 anni, sta con lei, non vuole lasciarla sola. E’ anche andata dai carabinieri, per sapere come comportarsi nel caso lui esagerasse con le mani e le minacce. Sono da poco passate le 8. Loretta vuole aprire l’hotel per Natale, invita il marito a portare via le cose che tiene nella veranda. Modellini di aerei, la moto Bmw 1200, un po’ di tutto. Lui da’ subito in escandescenze, come al solito. Valentina gli urla contro che se non la smette va a raccontare tutto ai carabinieri. Proprio tutto. Le botte, i maltrattamenti, gli abusi. Lui imbraccia il fucile da caccia automatico, quello che ha comprato da poco. Spara un colpo a bruciapelo alla gamba sinistra della figlia. Poi, un secondo colpo diretto al petto che Valentina riesce a schivare e che le sfiora una spalla . Loretta, nel panico, prende il cellulare, chiama il 112. "Mio marito ha un fucile…". Poi un colpo le spappola il fegato e un secondo le trapassa il cuore. Lui le lascia lì così, va in albergo e si spara un colpo sotto al mento . Loretta è morta. Valentina è ricoverata nel reparto di ortopedia. Il padre, è fuori pericolo.
Solito coro di commenti sull’inspiegabilità del gesto. Era una famiglia normale, persino benestante. Come quella di Verona, della quale Liberazione ha parlato ieri. Lui, noto commercialista, prima di suicidarsi, ha ammazzato i tre bambini e la moglie .
Sabato 22 novembre
Verona
Commercialista di 43 anni uccide la moglie e i suoi tre figli. Poi si spara. Era una famiglia "normale".Domenica 23 novembre
Trento
Ilenia ha 29 anni, è psicologa, fa la ricercatrice all’Irst di Trento, abita con i suoi. E’ da un po’ che il sabato lo passa a ballare il tango all’hotel Sporting. Quella sera vuole andarci anche Carlos. La loro storia è finita in ottobre. Ilenia fa di tutto per attutirgli il colpo e conservare un’amicizia. Lo va a prendere, poi, dopo la serata, lo riaccompagna a casa. A lui, 40 anni, bagnino e istrutture di arti marziali, l’amicizia non basta. Si è portato dietro un coltellaccio da cucina. Sono fermi in auto sotto casa, quando lui la colpisce. Tre volte, al petto, nella pancia. Poi, un unico colpo per sè. Sono le 6 del mattino. Un giornalista di un’emittente locale nota l’auto parcheggiata male. Guarda dentro l’abitacolo e chiama i carabinieri.
Cologno Monzese (Mi)
Maria, 63 anni, vive con la figlia. Al piano di sotto abita il cognato. Litigano spesso. Domenico, 82 anni, le accusa di fare troppo rumore. E’ quasi mezzogiorno. Lui sale a lamentarsi. Con una pistola in mano. Spara a Maria, la colpisce a un fianco. La nipote gli lancia addosso una sedia e corre a chiamare aiuto. Lo arrestano per tentato omicidio. Maria viene operata d’urgenza.
Lunedì 24 novembre
Paternò
Lei, 42 anni, casalinga, e il suo compagno, 36 anni, operaio, hanno due figli di 9 e 13 anni. A cena hanno ospiti alcuni amici. Sono tutti a tavola, si chiacchera, lei si lamenta di non poter usare il computer di casa perchè lui non vuole darle la password. Qualche commento, qualche battuta. Lui comincia a insultarla, lei osa rispondere. Lui la prende per i capelli, la scaraventa a terra e la prende a calci e pugni. Gli amici cercano di intervenire, lui è una furia, non si ferma. Chiamano i carabinieri. Lei finisce in ospedale. Ha un trauma cranico, il setto nasale fratturato come alcune costole, contusioni al torace e una lesione all’orecchio destro dal quale ora non sente più. Lui è stato arrestato per lesioni personali, aggressione e resistenza a pubblico ufficiale.Mercoledì 26 novembre
Milano
Caterina, 26 anni, fa la modella e l’attrice. Sono due anni che il suo ex la tormenta. E’ lunedì sera, sta tornando da un weekend trascorso in Sicilia. Lui, 29 anni, imprenditore, la va a prendere in stazione dicendo che le deve parlare urgentemente. Invece, comincia l’ennesima scenata di gelosia. La porta nella sua villetta, la prende a calci e pugni, le sbatte la testa sul pavimento. Lei riesce a chiudersi in bagno e ad avvertire un’amica che chiama subito il 112. Quando arrivano i carabinieri, lui cerca di allontanarli. Lei esce dal bagno sanguinante. Viene ricoverata al Fatebenefratelli, mentre lui viene arrestato. Questa mattina il gip Guido Salvini ha convalidato lo stato di fermo, ma non la custodia cautelare in carcere. E’ un giovane della Milano bene, si vanta di essere amico dei figli di Berlusconi, le sue generalità rimangono protette da una strana privacy. Caterina, invece, con coraggio ci ha messo la faccia. Ed è decisa ad andare fino in fondo alla denuncia.
Periodo noioso in effetti. Non succede mai niente in questa italietta da niente.