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G8 di Genova: sentenza diaz. Obama risolverà tutto

Cosa si può dire che in questi giorni non sia stato già detto [leggete il comunicato di supporto legale]. Non per bisogno di presenziare all’argomento ma solo perchè davvero sento la necessità di condividere con altr* questo terribile sconforto.

Ho una mestruazione lunga e antipatica, con un lento approssimarsi alla menopausa che vedrei bene tra qualche mese invece che tra almeno dieci anni, secondo la diagnosi definitiva di mia madre. Olfatto alterato, stati d’umore altalenanti, nervi a fior di pelle, cioccolata fondente a portata di mano.

Chi mi conosce sa che questi giorni per me sono deleteri e mi piacerebbe tanto guidare il mio cervello in sciopero. Fare una bella serrata mestruale.

Ma come si fa. Bisognerebbe emigrare. Lontanissimo. In un paese dove non c’e’ neppure l’accesso a internet. Dove le cose importanti sono quelle che ti servono per sopravvivere giorno dopo giorno. Parlo giusto dell’essenziale. Cibo, sonno, abiti da scaldarsi, un tetto sulla testa, la solidarietà strana che ti lega alle persone vicine che per culo possiamo chiamare famiglia, naturale o putativa.

Capita ora, a volte, di sentire come uno stato di dissociazione. Senti che tutti ti dicono di comprare, fare, dire, e parlano parlano parlano e bla bla bla. Si discute di cose grosse, grandi scommesse per il futuro, il g20 che cagherà i soldi per far sopravvivere il liberismo a se stesso, i primi ministri che dicono di essere stati eletti dal popolo ma poi vanno a rappresentare le industrie e gli industriali, i nostri ministri della serie 9000, per rubare la battuta alla splendida cortellesi, che sono ben attenti a recitare il copione che il capo ha scritto per loro, i parlamentari che fanno finta di muovere la bocca giusto per essere giustificati mentre si fottono lo stipendio che viene pagato grazie alle nostre tasse, la chiesa che ancora rompe i maroni e le ovaie, per par condicio, e non perde mai l’occasione di straparlare, non ha la decenza di stare zitta neppure di fronte ad una scelta così dolorosa come quella che ha fatto e sta facendo il padre di eluana englaro, i leghisti e i fascisti che insistono con le loro teorie idiote e non si sputano in faccia mentre si guardano allo specchio neanche dopo che i loro elettori hanno dato fuoco ad un barbone.

A chi non verrebbe la tentazione di emigrare, ritirarsi nel caldo abbraccio di qualcun*, smettere di fottersi la vita spendendola in cause perse per le quali nessuno ti ringrazia e anzi diventi colpevole di misfatti irripetibili? A chi non verrebbe in mente di chiedersi ogni tanto: "ma a me, chi cazzo me lo fa fare?" oppure "ma a me, non c’e’ nessuno che mi regala mai niente. cosa sto qui a perdere tempo per lottare per un mondo diverso se non ho neppure la certezza di un contratto di lavoro a partire dal prossimo mese?"

Poi qualcun* ti avverte, in un sos oramai abituale, che i nazi hanno aggredito e ferito altre due persone perchè erano vestiti da compagni. E la lista dei pestaggi e delle coltellate si allunga all’infinito e noi, che stiamo a vivere giorno dopo giorno, in una condizione di precarietà, ritenendoci già fortunati ad avere un letto, una coperta, un tetto, qualcosa da mettere sotto i denti e qualcosa da fumare, siamo sempre più incazzat*, inferocit*, piegat* da questo senso di impotenza che è buono da digerire ma quando poi devi cagarlo è duro e deleterio come un lastrone di pietra tagliente.

Quando sono in questo stato, per una strana perversione, decido di farmi male con la programmazione di *fuori orario*. Questa notte, su rai tre, il buon enrico ghezzi ci ha deliziato con una serie di episodi di una saga in portoghese, sottotitolata in italiano, dal titolo "amore di perdizione. cronache di una famiglia" tratto dal romanzo di camilo castelo branco. Recitazione a tono unico, stessa nota per tutti gli episodi, pose inespressive, storia di una famiglia di non so che epoca con un altissimo livello di misoginia. Il padre decide di dare in sposa la figlia ad un tale un po’ stronzo. Lei ama, riamata, un altro e rifiuta le nozze. Il padre le lascia come unica alternativa quella di diventare suora. Lei si ritira in convento e dopo un po’ di peripezie, muore ammalata d’amore e il suo amato, che uccide il rivale e si ammala, muore mentre va in esilio. Lo seppelliscono in mare. Appresso al cadavere si tuffa un’altra spasimante – muore anche lei – che così riesce a coronare il suo sogno d’amore.

Qualche riflessione sul film prima di rivelarvi come obama/superman punirà i colpevoli della diaz di genova: che allegria! se c’erano un altro paio di morti si poteva girare tutto in un cimitero. Solo un uomo, ricco borghese, poteva raccontare le donne in una maniera così… tetra e noiosa. Per sapere di donne e conventi io suggerisco la lettura del bel romanzo di goliarda sapienza *l’arte della gioia* e dell’altro capolavoro di jose’ saramago *memoriale del convento*. Dalla loro scrittura le donne appaiono assai più vive e soprattutto vere. Per fortuna oggi le donne hanno qualche alternativa in più che il noviziato; ecco perchè nei conventi le suore sono diminuite di numero e quelle che sono rimaste fanno sciopero e non vogliono più lavare le mutande a preti, frati e vescovi. 

Permettetemi di dire ancora due parole al ghezzi: enrico, luce dei miei occhi, sangue della mia vita, minchia, ma era necessario fare una intera saga per raccontare questa storia? Ma ti è chiaro, si, che la gente continua a votare berlusconi e gli uomini continuano a picchiare le donne? Secondo te un film in portoghese  – che detto tra noi, sarà anche un capolavoro portato al festival di torino, ma che due ovaie – senza una sola variazione nel tono della voce e con sguardi fissi che sembravano cadaveri ancora prima di crepare, può aiutarci a suscitare un cambiamento culturale? Perchè secondo me questi film li mandi in onda per te e per pochi intimi. Giusto per godere del piacere di essere in pochi e tanto intelligenti a comprendere la "bellezza" di una opera unica di siffatta specie. Enrico caro, io ti adoro, amo blob, riconosco che le notti senza "fuori orario" sarebbero state assai banali per me, ma ti prego, basta con questi soliloqui che sembrano sessioni masturbatorie autoreferenziali. Tra la fetenzia di hollywood e "amore di perdizione" ci sarà pure qualche geniale alternativa, no? Solo un giudizio estetico e una preoccupazione sul livello di incidenza delle tue proposte culturali. Mi piacerebbe anche sapere com’e’ il cinema fatto dalle donne nel mondo in tutto il novecento. Esiste? Io so di si. Provi a cercarlo e ce lo fai vedere? Grazie. Chiusa parentesi.

La visione delle proposte ghezziane comunque è catartica perchè mi fa desiderare di riprendere contatto con la realtà. Detto fatto: ho preso il coraggio a due mani e sono andata a rileggermi tutto, ma proprio tutto, quello che altr* hanno scritto sulla sentenza sulla diaz del g8 di genova. Ho cercato qualche parola di buon senso, qualche proposta su cosa fare in futuro, qualche cenno di speranza, qualche battuta cinica, un pizzico di amara consapevolezza, un po’ di senso critico costruttivo, un abbraccio consolatorio…

Io lo sapevo. Per la verità lo sapevamo in tant*. Lo abbiamo sempre saputo.

Per un po’ ci siamo illus* che questa volta no, sarebbe stato diverso. Perchè c’erano troppe telecamere e tutt* hanno visto e quindi non poteva succedere quello che già è successo per mille atti di tirannia, per tante stragi e tanti brutti capitoli oscuri della storia dell’italia.

Dicevamo che no, non era proprio possibile che LORO fossero così abili a fare una revisione della storia nonostante le tante testimonianze. LORO non potevano essere così bravi da riscrivere quel capitolo a modo proprio senza suscitare l’incazzatura della gente. Pensavamo che il POPOLO si sarebbe arrabbiato e sarebbe sceso in piazza tutto intero per ribellarsi ad una bugia così grossa. Pensavamo che li avevamo in pugno, stavolta non potevano mentire. Stavolta dovevano mollare qualche testa, quella di un capo, magari due, giusto per uscirne puliti.

Invece no. La verità hanno cominciato a infangarla quelli che ultimamente si sono tanto spesi per far comprendere che gli studenti di piazza navona sono stati aggrediti dai fascisti. Quelli che hanno dimostrato con foto, video e parole che gli studenti hanno reagito in risposta ad una aggressione fascista.

Le stesse persone che sono state così brave a distinguere i compagni dai fascisti, i picchiati dagli infiltrati, a piazza navona, nel periodo successivo al g8 di genova, hanno invece sprecato tempo ed energia, tanta, per dividere il movimento in buoni e cattivi e per difendere il lavoro della polizia. Ci sono stati quelli che hanno lavorato alacremente per dimostrare che si può reagire in modo "non violento" all’aggressione delle forze dell’ordine. Si può certo essere pestati mentre ti massacrano di manganellate, ben attenti a non fare resistenza – che è reato – e attentissimi soprattutto a non accusare la polizia di abuso e tortura perchè in fondo fanno solo il loro lavoro. C’e’ stata tanta gente del movimento, nel movimento, che ha insegnato a tutti noi attivisti un po’ scettici, che la storia la conoscevamo e non c’era bisogno di arrivare alla fine per capire come sarebbe andata, che bisognava confidare in un giudizio divino o – per i laici – in quello dei giudici. Loro ci avrebbero reso giustizia.

Così è avvenuto. Proprio un ottimo giudizio, non c’e’ che dire: l’omicidio di carlo giuliani archiviato, 24 ragazzi e ragazze si sono beccati quasi dieci anni a testa per cazzate. Gli sbirri che hanno torturato a bolzaneto sono tutti salvi e quelli della diaz rinviati a giudizio solo un po’ di uomini dal manganello facile e assolti tutti quelli che davano gli ordini, che hanno tramato, inventato prove false, ordito piani per danneggiare ora questa ora quell’altra parte del movimento.

Stamattina una amica mi diceva che forse bisognerebbe di nuovo mettersi a girare per le piazze a far vedere i video di quello che è successo in quelle giornate. Mi sono ritrovata a risponderle che quei video li abbiamo fatti vedere dappertutto, ininterrottamente. Che abbiamo parlato, raccontato e scritto. Per non favorire la rimozione collettiva, per tenere vivo il ricordo, per informare. Che abbiamo lavorato giorno e notte e che alcuni, più coraggiosi e tenaci, hanno continuato fino ad ora, dopo otto lunghi anni, a dare supporto al gruppo legale che ha seguito questi processi per conto dei manifestanti e della famiglia Giuliani. Le ho detto perciò che se la gente è stata indifferente fino ad ora è che proprio non c’e’ un cazzo da fare. L’indifferenza è contagiosa ed è un male assoluto per qualunque luogo. Figuriamoci per un paese che ama definirsi democratico.

Così ho ricordato che quella notte ero lì, con l’elicottero sulla testa e quel rumore che non dimenticherò mai più, a sentire le urla delle persone che venivano pestate a sangue, a tirare su le mani con le gambe che tremavano e la voce che ingannava la paura mentre dicevamo alla polizia che noi eravamo lì perchè quello era il media center, facevamo informazione, con indymedia, con radio onda rossa che stava trasmettendo in diretta il loro ingresso. Io ero lì: a contare le barelle con i corpi di donne e uomini ai quali non era permesso avvicinarsi, a gridare *assassini* a quegli uomini spietati che abbiamo visto scagliarsi senza ragione contro persone inermi, a pensare che forse non sarei più uscita da genova perchè in quel momento quella città sembrava senza legge, senza stato. Ero lì: a raccogliere piangendo le cose maltrattate di chi era stat* arrestat*, a guardare il sangue lungo le pareti, sul pavimento, sui termosifoni, sulle ringhiere delle scale. Una lunga scia di sangue di persone che tentavano la fuga mentre altre, prive di controllo, disumane, atroci bestie, le braccavano fino a saziarsi delle ferite e del dolore.

Ho sentito le urla. Voi non immaginate lo strazio di quei lamenti. Non immaginate la rabbia mentre ci impedivano di capire se c’era qualche altra vittima, come carlo, tra le persone pestate. Non immaginate quel massiccio cordone di polizia scagliarsi contro le prime persone trovate per strada, intente a fare cose normali, bere una birra, salire in macchina. Non immaginate il silenzio surreale che ha preceduto quel momento e poi il fiato sospeso, e la paura. La paura. La paura.

Chi ci ripagherà del terrore? Chi risarcirà le nostre vite? E non parlo solo del risarcimento giusto che spetta alle persone che hanno subito danni fisici e psicologici che si porteranno dietro per tutta la vita. Parlo di un risarcimento morale per tutt* noi.

Se ce lo aspettavamo dai giudici? No. Sapevamo che i giudici stavano riscrivendo la storia. Sapevamo che a volere la verità eravamo soli. Sapevamo che la commissione parlamentare era scomoda. Anche per di pietro che ora la chiede ad alta voce ma che bocciò la proposta in parlamento. Sapevamo persino che una commissione parlamentare non sarebbe stata utile perchè avrebbe dato forse solo una opportunità in più a chi aveva in mente di mettere nero su bianco che a genova i cattivi non erano quelli in divisa. Sapevamo anche che prima o poi ci sarebbero stati quelli che avrebbero detto di voler rivelare una verità finta mentre la verità vera è già rivelata e nota a tutti. Solo che nessuno la vuole sapere. Forse perchè fa male pensare di non avere altra alternativa che l’assunzione della responsabilità: di persona, cittadin*, animale sociale e politico o come vi pare.

Io continuo a credere che le rivoluzioni si fanno in tanti modi e che bisogna avere a che fare con i luoghi che decidono per noi, quelli in cui si fanno le leggi che poi ci governano, quelli in cui si applicano. Continuo a pensare che serve una giusta mediazione tra il bisogno di autonomia e la necessità di dialogare con chi prova a vivere le istituzioni perchè crede di poter cambiare le cose attraverso quei luoghi. Tuttavia in questo momento, forse per le mestruazioni, forse per l’aggressione fascista di stanotte, forse per la proposta cinematografica di ghezzi, ho veramente voglia di prendermi il diritto di pensare che tra un cossiga e un de gennaro, un maroni e un la russa, è veramente tutto inutile.

Non c’entra la sentenza. Quella era prevedibile. La mia militanza non si è mai basata sulle probabilità di successo in territorio istituzionale. Il mio obiettivo sono i cambiamenti culturali. Roba a lunga scadenza, di quelle che io ne percepisco l’inizio ma non ne vedrò mai la fine. Il mio cattivo pensiero deriva dalle cose scritte da altri a proposito della sentenza. La opinione comune, quella dei tanti cittadini e delle tante cittadine che sollevano il proprio ribelle, scalpitante e attivissimo ohhhhhh di dissenso popolare, intrappolat* nella poltrona davanti al pc. L’indignazione di chi si muove solo in virtù dei proclami di grillo o di di pietro e non sente venire spontanea nessuna reazione in assenza di un leader. La ribellione che è teleguidata verso l’urna. Next time grillo e di pietro for president. Loro, messia de noiantri, meglio di obama, metteranno tutto a postissimo. Anzi, sarà obama stesso a risolvere tutto, vedrete. 🙂

Non siate offesi vi prego, c’ho le mie cose. Lasciatemi dire…

Non cambia niente. Soprattutto, non cambiate voi, pigri figli di puttana che ve ne state a rammaricarvi della cattiva notizia e come massima azione di partecipazione clikkate un join sull’ennesimo gruppo per la verità su genova aperto su facebook.

Lo so, lo so che la contaminazione culturale deve avvenire anche su internet. Sono io stessa a dirlo mille volte. Il web va presidiato. Ma diocossighiano, muovetevi e fate una minchia di rivoluzione. Perchè io mi sono stancata e mi sono rotta le ovaie di sprecare tempo per un branco di codardi che parla parla e non rischia mai in prima persona.

Mettete in gioco il vostro culo, una volta tanto, smettete di fare buon viso e cattivo gioco, smettete di gestire i rapporti con convenienza, dite quello che pensate, smettete di leccare il culo ai potenti per un posto di lavoro, smettete di farvi ricattare, smettete di farvi fottere l’orgoglio e la dignità oltre che tutto il resto. Smettete di pensare che il vostro unico obiettivo è quello di vedere la partita di calcio la domenica e la fiction in prima serata. Smettete di fare politica da salotto. Smettete di delegare alla gente come me la militanza e poi smettete di rompere le ovaie quando la mia militanza non la gestisco come dite voi. Smettete di stare comod*. 

I film sul g8 di genova sono tutti online. Non serve neppure che vi indichi i link. Stanno tutti lì. Guardatevi allo specchio, pettinatevi, se volete, indossate quello che vi piace e uscite a fare il porta a porta per raccontare alle persone che a genova, durante il g8, nel 2001, hanno massacrato tantissime persone. Noi conosciamo quelli che hanno compiuto questo massacro ma ora non abbiamo neppure più il diritto di dire i loro nomi perchè sono stati assolti. I nostri carnefici sono stati assolti. I nostri carnefici non sono mai stati processati. I nostri carnefici non esistono. Ce li siamo inventati. Anzi, ci siamo fatti male da soli perchè durante quel week end eravamo tanto annoiati.

Oggi penso a quelle giornate. Questione di sangue. Il mio lo contengo con un assorbente. La ferita di genova invece è incontenibile. Stanno amputando il braccio buono invece che suturare la ferita al cuore e al cervello. Lo dico sempre che la sanità in italia fa veramente schifo!

—>>>L’immagine è di Jansson Stegner e fa parte di una serie dedicata alle donne poliziotto (Grazie a Fastidio per la segnalazione)

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


One Response

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  1. betta says

    articolo ben concepito e pregnante rispetto a tel problematica, complimenti..quando si dice al bando le banalità.