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Non pagheremo noi la vostra crisi!

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Lunedì 27 ottobre a Palermo
c’e’ un corteo cittadino (ore 16.00 appuntamento in Piazza Politeama) di studenti medi, universitari (leggi l’inchiesta sulla parentopoli all’università palermitana), ricercatori, docenti contro la legge 133, i tagli all’istruzione, i licenziamenti, la controriforma gelmini. Uno dei tanti
come in molte altre città. Iniziative, lezioni in piazza, cortei,
occupazioni si moltiplicano e quello sul quale tutt* sono d’accordo è
il fatto che non vogliono essere loro a pagare per la *loro* crisi. Non pagheremo noi la *vostra* crisi. (Leggi news)

A Cagliari nei due giorni dell’Igfi,
mentre noi discutevamo di diritti digitali, di privacy, di contenuti
della rete, di tecnologia rivisitata da un punto di vista di genere, di
accesso, gratuità, di repressione mascherata da garanzia di sicurezza,
di limitazioni della libertà di espressione, di copyleft vs copyright e
di molte altre cose ancora, sono arrivate un gruppo di persone con gli
striscioni. Pensavano ci fosse il ministro brunetta che in realtà
figuriamoci se stava lì a sentirsi dire che la rete è una cosa
all’interno della quale non si può andare avanti a furia di veti,
censure, limitazioni dei diritti.

Ricercatori e studenti
hanno esposto striscioni e letto i loro documenti e c’e’ stata una
ovazione, forse per loro inattesa, anzi chi stimolava il dibattito ne
ha approfittato per mostrare come la rete sia uno strumento di
diffusione di temi politici e ha mostrato alcuni dei tanti siti e blog
che sono nati in questo periodo perchè la protesta è presente in rete
dato che la rete è soprattutto uno strumento di diffusione di quello
che succede nella realtà e non un giocattolino fine a se stesso.

Ricercatori e studenti
sono rimasti a sentire tutto quello che si è detto a proposito di
internet e politica, fino alla fine, e il giorno dopo abbiamo ritrovato
altri a manifestare per le strade di una città che ha vissuto un lutto
infame: 5 morti e un disperso per poche ore di pioggia,
chiamatelo nubifragio, comunque inspiegabili se non ipotizzando
responsabilità precise nella cattiva gestione del territorio. Dare
licenza di costruire in luoghi dove normalmente c’era acqua parrebbe
una cattiva idea persino ad un bambino di due anni.

La manifestazione ha
proseguito tra gli applausi delle persone che stavano in piedi sotto i
portici, accompagnata da un’unica minuscola misura di sicurezza: una
volante della digos con due poliziotti dentro.

Mi è subito venuto in
mente quello che invece era successo appena la sera prima a Roma dov’e’
ovvio che il sindaco aveva in mente di dare una dimostrazione di forza.
Peccato che menare studenti che vengono a prendersi un po’ di
visibilità nel bel mezzo del festival del cinema per raccontare al
mondo che l’italia in questo momento travasa fascismo da ogni luogo e
che vuole risolvere i problemi economici sottraendo risorse a chi paga
le tasse, non è mai una grande idea. Lo abbiamo visto al g8 di genova
nel 2001: se ammazzi i manifestanti finisce che qualcuno comincia a
sparlare di dittatura al pari del cile di pinochet.

Le mattanze non hanno
senso e non ha senso neppure che la signora gelmini si metta ad usare
un argomento tanto caro ai mafiosi della mia terra i quali erano soliti
andare da mio padre a dirgli che doveva tenersi in casa a fare la
maglia questa figliola così indisciplinata che aveva una bocca troppo
sciolta e una lingua indomabile. L’intimidazione tra le righe che la
gelmini manda ai suoi, studenti di centrodestra che vengono
ufficialmente invitati a fare una guerra civile e genitori di
centrodestra di figlioli che fanno l’occupazione ai quali viene detto
di tirare le orecchie agli infanti per riportarli sulla retta via prima
che partano i manganelli a frantumare teste, è qualcosa che sfiora
l’orrido.

D’altronde è già successo
e non mi risulta che servì a molto in una situazione nella quale
tutti/e, studenti/esse, ricercatori/trici, docenti/esse,
genitori/trici, la pensavano più o meno nello stesso modo. Bisogna
spiegare alla gelmini, e bisogna dirlo anche a cossiga sempre
nostalgico dei bei tempi in cui c’erano i servizi segreti e gli
stragisti fasci a dirimere le controversie e a spostare l’attenzione su
altre cose attraverso la strategia della tensione, che il film *fragole e sangue*
lo abbiamo visto tutt*. Che non può mettere a tacere allo stesso tempo
gli/le ottantamila e passa maestre/i che vuole buttare in mezzo alla
strada e i/le ricercatori/trici precari/e e gli/le studenti/esse e i
padri e le madri e la società civile e le persone di buon senso.

I problemi economici di un
paese non possono essere considerati un problema di ordine pubblico.
Essere preoccupati per il proprio futuro, per il fatto che l’istruzione
debba essere un diritto gestito bene, per la precarietà che non si
attenua ma che si aggrava sempre di più, per le condizioni generali di
tutt*, è un nostro diritto.

Non abbiamo lavoro,
diritto alla scuola, diritto alla casa, ad un reddito, alla sanità e vi
sono molti altri diritti negati e l’unica risposta che vediamo è quella
di togliere ai poveri e alle povere per conservare nelle tasche dei
ricchi, trattare da schiavi gli stranieri e le straniere negando loro
il diritto all’istruzione paritaria per i loro figli, e un uguale
accesso ai servizi. Le persone non riescono più neppure a sopravvivere
e la risposta è quella che acuisce un divario sociale. I ricchi avranno
la migliore scuola e la migliore sanità e i poveri non avranno più
niente. 

E’ il fallimento di una
società basata sul liberismo economico: quella che spingeva affinchè
ogni cosa fosse privatizzata perchè non ci deve essere niente di
proprietà dello Stato. Ora che tutto è smantellato, svenduto,
privatizzato, cartolarizzato ci ritroviamo con un sistema economico
fatto di imprese e banche che si muovono senza vincoli e che aumentano
prezzi a dismisura o vanno incontro a fallimenti senza paracaduti di
nessun genere.

Perciò mi chiedo: se
bisognava sostenere la libera impresa e lo stato vi stava tanto sulle
ovaie, com’e’ che ora state tutt* a chiedere allo stato che vi paghi i
debiti? Com’e’ che le banche devono essere ricapitalizzate con fondi
statali – che poi sono anche soldi miei, delle mie tasse – e che la
confindustria chiede sostegno economico per le imprese?

Vi spiego: c’era una volta
roma ladrona, lo stato che impediva alle imprese di essere competitive
sul piano europeo e internazionale e altre boiate di questo genere. Poi
le banche furono quasi al fallimento e allora cominciarono a negare il
credito alle imprese e confindustria chiese al governo di
ricapitalizzare le banche perchè così avrebbero potuto ri-concedere
credito alle imprese. Lo vorrebbero chiamare fondo di garanzia.
Garanzia che i lavoratori siano sempre sfruttati e che con le loro
tasse paghino anche i debiti delle imprese che li sfruttano e delle
banche che gli succhiano il sangue.

Ma se il liberismo
funziona così bene e bisogna privatizzare e nessuna impresa deve
appartenere allo stato allora perchè lo stato, cioè noi, deve
continuamente pagare? Per di più si tratta di prestiti a fondo perduto.
Non sono neppure forme di partecipazione azionaria con promessa di
utili. Lo stato investe senza diventare proprietario di niente. Cioè:
lo stato con i soldi delle mie tasse paga i debiti delle banche che
pagano i debiti delle imprese che continuano a non pagare gli stipendi
o non garantiscono contratti stabili ai lavoratori. Certezze economiche
per loro e precarietà più che in certa per noi.

Quindi: dato che i soldi
allo stato glieli do io con le mie tasse mi piacerebbe almeno che
quando li presta a qualcuno chiedesse una garanzia, che so, una
cambiale, come le banche fanno con me. E se non la pagano allora mi
aspetto che vengano protestati assegni, che venga pignorato il bene
della banca, che l’impresa diventi dello stato, cioè nostra. Proprio
come le banche fanno con noi cittadini/e. Perchè lo stato paga i loro
debiti e non paga i nostri? Perchè non c’e’ nessuna organizzazione,
rete di lavoratori che ha la stessa faccia tosta della confindustria e
delle banche e chiede che le banche siano sostenute a patto che
congelino il credito dei correntisti debitori?

Oppure: perchè lo stato
non redistribuisce un po’ di risorse tra cittadini e cittadine affinchè
quelli/e possano rimettere in circolo, cioè spendere, denaro? Ovvero:
se passa la voglia di considerare il liberismo come una cosa
meravigliosa che da a tutt* la possibilità di diventare "qualcuno" (e
qui sghignazzo per non inondare la sicilia con le lacrime) perchè non
si comincia a ripensare ad un sistema economico che redistribuisce beni
e risorse senza che vi siano più quelli/e che continuano ad avere
troppo e quelli/e che non hanno niente? Così, giusto per chiedere…

In tutto ciò: come può
pensare la gelmini che gli studenti tirino i freni alla protesta quando
si rendono perfettamente conto che il governo sta facendo scempio delle
loro vite, del loro presente e del loro futuro? Basterà mandare la
polizia a sgomberare le occupazioni per rimettere tutto a posto?
Basterà richiamare alla "maggioranza silenziosa" per suscitare scontri
tra studenti di destra e studenti di sinistra tanto per avere una
ragione per mandare le forze dell’o.r.d.i.n.e?

Non basterà: è questione
di tempo. Il medioevo che si nutre a lungo di se stesso prima o poi
muore e quando quello è defunto viene sempre qualcosa di meglio.

—>>>A seguire, per quelli/e che hanno avuto il coraggio di arrivare fino in fondo (ddu ovaie!!! :P), un paio di video su artiste comiche che parlano della gelmini:

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.