Mentre a Genova le sexworkers con gli ombrelli rossi fanno una iniziativa per contestare la decisione del comune che le sfratta dai bassi e dai vicoli, a Palermo accade che un episodio di aggressione e di molestia ai danni di una donna che stava facendo footing al parco della favorita diventa l’espediente attraverso il quale dare la colpa alle *lucciole* che lì svolgono la loro attività. Il collettivo femminista delle Malefimmine fa giustamente notare come in tutta la questione si sia appositamente trascurato di sottolineare quanto sia sessista ed omertosa la società palermitana (e non solo quella). Si è invece approfittato dell’occasione per attribuire la colpa alle sexworkers persino per l’atto di molestia. Vale a dire che per gli uomini della zona tutte quelle che transitano da quelle parti sono tranquillamente identificabili in quanto offerenti servizi sessuali e per ciò stesso essi sarebbero giustificati ad aggredire e molestare ogni individu@ nei paraggi.
Un paio di pensieri in libertà:
—> le sexworkers offrono servizi sessuali e non mi risulta che amino fare da punchball per aggressori e molestatori. C’e’ una domanda e una offerta e non una violenta pretesa e una cessione per "dovere" di soddisfazione dei pruriti maschili.
—> volendo proprio immaginare che vi siano delle sexworkers che offrono servizi sessuali in corsa, sudate e con il fiatone, con tuta da ginnastica e scarpe da tennis: ciò comunque non toglie che è quasi una norma il fatto che molti uomini siculi pensino che il solo desiderare una donna li giustifichi a ritenere che loro gliela devono dare per forza… la disponibilità.
Per fortuna che giusto in sicilia c’e’ stata una tale Franca Viola che mise, molti anni fa oramai, in discussione tutto questo e che mandò a quel paese il suo stupratore che voleva riparare con il matrimonio. Per saperne di più potete divertirvi a leggiucchiare la storia della legge contro lo stupro che ho redatto appositamente per voi.
Vi lascio alle parole delle Malefimmine e di seguito vi copincollo il comunicato del Comitato per i diritti civili delle prostitute a proposito del provvedimento genovese, perchè le due faccende sono ampiamente correlate.
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Nuovamente un atto di violenza contro le donne viene utilizzato e
strumentalizzato!
Pochi giorni fa alla favorita una donna che faceva footing è stata
aggredita e molestata da un uomo. per fortuna lo stupro non ha avuto luogo per
la resistenza della donna che è riuscita a divincolarsi e scappare.
L’accaduto non ha acceso una riflessione su una società sessista
e omertosa, ma è servita a giustificare un blitz della polizia alla favorita
contro le prostitute. (l’articolo è riportato sulla Repubblica palermo di oggi
pag. 10).
Siamo stanche delle continue strumentalizzazioni.
La violenza maschile sulle donne è un problema sociale e culturale profondo
e non un mero e semplice problema di ordine pubblico.
Il paradosso poi questa volta è che il messaggio fatto passare dai giornali è
che la responsabilità di questa aggressione sia da attribuire alle prostitute
che lavorando in questa zona la rendono poco sicura al transito.
Così l’aggressione trova una sua giustificazione, l’aggressore sembra quasi
non essere il protagonista fondamentale della storia, e altre donne continuano a
subire vessazioni e prevaricazioni continue da parte dello stato e dell’opinione
pubblica!
http://www.myspace.com/malefimmine
http://malefimmine.noblogs.org/
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“Via del
Campo c’è una graziosa
gli occhi
grandi color di foglia
tutta notte
sta sulla soglia
vende a
tutti la stessa rosa”
Il
provvedimento del Comune vuole sfrattarci dai bassi e dai
vicoli
Ha lo scopo
di “restituire alla zona adeguate condizioni di vivibilità, di sicurezza urbana
e di praticabilità delle stesse da parte della
collettività”.
Ma la sicurezza
di chi? Siamo forse delle/dei criminali?
Quanti/e cittadini sono stati aggrediti, picchiati, scippati dalle
“graziose” e dalle “Boccadirosa” che lavorano nei vicoli. Saremmo quindi noi,
“le persone di vita”, a minacciare la sicurezza dei cittadini?
Il ricatto
della denuncia e l’esproprio per chi affitta metteranno in grave difficoltà le
persone che fanno la vita, con il rischio che i prezzi per un alloggio
schizzeranno ancora più alti. Chi viene sfruttato o sceglie consapevolmente
questo mestiere tenterà di spostarsi ai piani superiori dei palazzi con la
conseguenza di aggravare il proprio stato di vulnerabilità. Pensiamo che sarebbe
più opportuno trovare il modo di incidere sul mercato degli affitti a vantaggio di chi solitamente paga “canoni”
da capogiro in qualità di lavoratrice del sesso. Su 2500
ambienti usati in vario modo si vuole colpire solo i 50 usati dalle “graziose” anche quando sono
di proprietà delle stesse, non è forse discriminazione verso una parte di
cittadini questa?
«Non
sfrattiamo Boccadirosa – ha detto Vincenzi – Boccadirosa non c’è più. Le ragazze
che esercitano l’attività della prostituzione nei vicoli sono molto diverse da
quella cantata da De André…”
STRANIERE
Con questa affermazione si
stigmatizzano come “diverse” cioè altro da noi, non appartenenti alla città, le
persone che non sono genovesi e che vivono nel centro storico, oggi è
“Boccadirosa” domani chi sarà ? Forse il Sindaco desidera avere solo cittadini
e cittadine DOC? Ovvero quei cittadini
che si presentano come va di moda ora “decorosamente” e vivono in maniera
“rispettabile”? Gli stessi che magari guarda caso non esitano a trovare
gradevole passare qualche ora nei vicoli alla ricerca di piacere? Oppure gli
stessi che non esitano a fare speculazioni immobiliari e di affittanze? Perché
non si dice che in Italia se sei una
transessuale o un trans un "lavoro pulito" è ancora oggi un sogno
irrealizzabile. Si fa repressione del "fenomeno-prostituzione" attraverso la
criminalizzazione, non attraverso politiche di inclusione sociale per tutte e
tutti. Molte donne e trans che si trovano a fare la vita non hanno avuto altra
scelta, e anche ora NON si sta offrendo un’ALTRA alternativa.
“Se tu penserai, se
giudicherai
da buon
borghese
li condannerai a cinquemila anni
più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino
in fondo
se non sono gigli son pur sempre
figli di questo mondo”
SOLO
DISCRIMINAZIONE e CRIMINALIZZAZIONE
La prostituzione non è un
reato, nonostante tutte le ordinanze o
i provvedimenti che i sindaci, a livello locale, stanno emettendo. Sono delle
manovre che i Comuni compiono per rimpinguare le casse vuote? E’ in corso, a
livello nazionale invece, una proposta
di legge da parte del Ministero delle Pari Opportunità (sembra una
contraddizione vero?) per vietare la prostituzione di strada e la contrattazione
in luogo pubblico. Con questo tentativo
la Ministra Mara Carfagna assicura che si darà un duro colpo al racket. Falso!
Le persone trafficate non saranno più raggiungibili dalle unità di strada che
con i loro operatori le contattano il pomeriggio e la notte e non avranno la
possibilità che venga loro proposta alternativa alcuna. La criminalità
organizzata per soddisfare la domanda, che non cesserà, si organizzerà e
sposterà le donne in appartamenti dove la violenza, gli abusi e le aggressioni
avranno gioco facile. Noi persone che ci prostituiamo ci aiutiamo e vigiliamo
sulla sicurezza delle nostre compagne/i sulla strada. Sorvegliamo anche il pezzo
di marciapiede o vicolo nel quale sostiamo. Ladri, spazzatura,
sporcizia…cerchiamo di collaborare tra di noi del quartiere! Le azioni di
polizia contro i clienti sono una aberrazione giuridica, ma ancor di più lo è la
persecuzione delle persone che si prostituiscono. Apriamo un dibattito invece
che nascondere sotto il tappeto la polvere per far sembrare pulita la città e le
strade! Aiutateci ad aprire un dialogo. Venite a scoprire che la
prostituzione è un fenomeno che non si può combattere. E’ un mondo fatto di
molti colori e alcuni si confondono tra loro. E’ un fenomeno che va ascoltato.
Forse potrete comprendere che dietro alle gonne corte ci sono persone. Dietro a
scollature vertiginose ci sono storie che val la pena conoscere.
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
Onlus
Italia
www.lucciole.org
—>>>La foto viene da Riotclitshave