Vi avevamo già parlato della faccenda di Carlo Ruta. Trovate i dettagli QUI. Una di noi ha avuto modo di parlare direttamente con lui di tutta questa brutta faccenda e non appena farà ritorno dai suoi giri siculi ve ne parlerà in maniera approfondita (intanto vi saluta e insieme vi assicuriamo che tra qualche settimana saremo tutte qui a produrre un’infinita quantità di parole e fotografie di tutto ciò del quale ci piace parlare). Intanto pubblichiamo il comunicato diffuso dai giornalisti di "Liberi di Comunicare" e la sentenza in versione integrale che a nostro parere è indispensabile leggere con attenzione per capire come sia possibile subire una condanna del genere con un semplice blog. Buona lettura!
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—>>>Ecco la copia della sentenza da scaricare (è un file .doc): Sentenza stampa clandestina.doc
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Comunicato stampa: Libertà sul web e caso Ruta. Sentenza shock
Le motivazioni della condanna non appartengono ai contesti di una vera democrazia. Secondo il giudice, il blog Accadeinsicilia era addirittura un giornale quotidiano. Per l’informazione in rete potrebbe essere l’inizio del countdown.
Il testo della sentenza emessa dal giudice Patricia Di Marco, che per la prima volta in Italia e in Europa ha condannato per stampa clandestina il curatore di un blog, non solo legittima la preoccupazione e la protesta che si sono levati dalle rete e dal paese negli ultimi mesi, ma offre ulteriori motivi di allarme. Come attestano le carte processuali e le note informative della polizia postale di Catania, la periodicità regolare di “Accadeinsicilia” non è stata assolutamente provata. Non poteva esserlo del resto, trattandosi di un normale blog. Il giudice conclude nondimeno che il sito citato non era soltanto un periodico: era addirittura un giornale quotidiano, condotto in clandestinità. Un assurdo, evidentemente: ma per far quadrare il circolo di una condanna necessaria, a dispetto della discontinuità di pubblicazione che emergeva dai dati, non ci poteva essere altra soluzione.
Tale fatto giudiziario viene da un contesto difficile. Come testimoniano numerosi eventi, alcuni poteri forti della Sicilia, sottoposti a critica, stanno facendo il possibile per far tacere Carlo Ruta, reo solo di credere nel proprio lavoro di ricerca e documentazione. Basti dire che solo negli ultimi mesi sono state inflitte allo storico ben quattro condanne, a pene pecuniarie e risarcimenti ingentissimi, per complessivi 97 mila euro, presso tre tribunali della regione. La gravità della condanna di Modica, pur rappresentativa del “senso della giustizia” che vige in taluni ambiti della frontiera siciliana, va comunque ben oltre gli scenari di riferimento, recando un naturale riscontro nell’attuale situazione politica, che sempre più pone in discussione le libertà sancite dall’ articolo 21 della Costituzione.
Lontana dai motivi di una vera democrazia, ma prossima alle logiche che vigono a Teheran e a Pechino, la sentenza siciliana apre di fatto un varco pericolosissimo, offrendo ai potentati italiani, sempre più timorosi della libertà sul web, un precedente per poter colpire i blogger scomodi, i siti che fanno informazione libera, documentazione, inchiesta. E’ quindi importante che la risposta a tale atto, già imponente in rete e significativa in altri ambiti, si estenda ulteriormente.
Giovanna Corradini (redattrice)
Paolo Fior (Giornalista)
Nello Lo Monaco (geologo)
Vincenzo Gerace (cancelliere)
Roberto S. Rossi (giornalista)
Carla Cau (associazionismo ragusano)
Serena Minicuci (giornalista)
Vincenzo Rossi (giornalista)
Teodoro Criscione (studente)
Per contatti e informazioni: accadeinsicilia@tiscali.it – cell. 347-4862409 – www.giornalismi.info/vocilibere
Per testimonianze: carlo.ruta@tin.it
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Comunicato stampa
Sentenza oscurantista sul web. L’allarme e la mobilitazione siest endono in Grecia. Decine di blog prendono posizione. Numerose note di protesta indirizzate all’ambasciata italiana di Atene.
Mentre in Italia la risposta del web alla condanna dello storico Carlo Ruta per stampa clandestina cresce di giorno in giorno, a seguito della pubblicazione del testo della sentenza emessa dal giudice Patricia Di Marco, ripercussioni significative del caso si hanno in Grecia. Numerosi blog ed esponenti della cultura di tale paese stanno prendendo infatti posizione contro la condanna, intesa come espressione dei poteri torbidi che stringono il sud e di politiche governative scopertamente illiberali. Constatata quindi la gravità della situazione che si è venuta a creare in Italia, vengono denunciati sui siti greci i pericoli che, dopo tale evento giudiziario, ricadono su tutti i paesi dell’Unione Europea, in merito alla libera espressione in rete. Dai blog e da altre fonti si ha altresì notizia di numerose note di protesta indirizzate all’Ambasciata italiana di Atene, oltre che, nella
medesima capitale, alle sedi del Consolato e dell’Istituto Italiano di Cultura. Ad animare la protesta, fra gli altri, è lo studioso ateniese Nikos Klitsikas, esiliato politico in Italia nel periodo della dittatura dei Colonnelli e, negli anni più recenti, storico delle trame nere in Europa, in collaborazione con Andrea Speranzoni.
Giovanna Corradini (redattrice)
Paolo Fior (giornalista)
Nello Lo Monaco (geologo)
Vincenzo Gerace (cancelliere)
Roberto S. Rossi (giornalista)
Carlo Gubitosa (giornalista scrittore)
Carla Cau (associazionismo ragusano)
Serena Minicuci (giornalista)
Vincenzo Rossi (giornalista)
Teodoro Criscione (studente)
Antonella Serafini (giornalista)
Angelo Genovese (studente)
Giuseppe Virzì (blogger)
Carlo Ruta subisce una tirannìa dittatoriale contro la libertà di espressione. La liobertà di internet non si tocca, altrimenti dobbiamo tutti ribellarci contro la censura. La libertà di internet è una risorsa preziosissima.
ho letto che qualcuno preferiva dei formati diversi, mi sono permesso di fare un pdf ed un rtf qui:
PDF
http://arte.noblogs.org/…tampa%20clandestina.pdf
RTF
http://arte.noblogs.org/…tampa%20clandestina.rtf
ciao a tutt*
purtroppo è tornata solo qualcuna di noi e non tutte perciò questo è un assaggio in emergenza dovuto alla serietà della notizia.
lo so brazar che il .doc fa schifo davvero ma non ci si faceva a metterlo in altro formato per ora per renderlo leggibile…
abbiate pazienza per qualche altra settimana. torneremo prestissimo con tante cosa da raccontare… (forse anche più brutte di questa ma alcune tanche belle)
un abbraccione
Il guaio è che uno non sa più a chi rivolgersi (una volta si sarebbe detto a che santo votarsi): sindacati, partiti, tutte le forme tradizionali di rappresentanza sono in crisi, mentre la destra appare rinvigorita ogni oltre aspettativa. Se provassimo lo stesso a coinvolgere tutti (oltre a noi stessi, coi blog, con la solidarietà, con internet)? Se provassimo a coinvolgere l’Europa, i partiti di sinistra, guarda le cazzate che dico, il PD? So che non servirebbe a nulla, ma a furia d’insistere credo che si porterebbe tutta la questione di fronte all’opinione pubblica. Nel comune di Oria (Brindisi) è nata una figura, in seno al comune, che ha lo scopo di verificare se i blogger locali calunniano in qualche modo il comune. E’ aria ben triste…
1. Bentornata! (Mica tanto, se le notizie sono queste…) 2. Per motivi personali, sono rimasto letteralmente “fuori dal mondo” e di questa notiza non sapevo nulla – cercherò di farla circolare il più possibile, nel mio piccolo. 3. (Non per fare il rompiballe, ma) non si potrebbe far circolare il testo della sentenza in un formato che NON sia l’odiosissimo .doc?
dove sta iniziando a vigere una politica oscurantista del genere questo può significare tre cose:
1) i signori del governo hanno qualcosa da nascondere e sono spaventati, cosi disinformano e censurano chi protesta o mostra la realtà delle cose al di la della disinformazione
2) ci stiamo avviando verso un governo fascista che vieta la libertà di parola
3) Il governo è talmente debole che si caca davanti un bloggher
L’unica cosa che so è che è vergognoso che invece di solidificare la democrazia ci stiamo avviando in un tipo di governo simil cinese e mi fa paura che anche in Grecia seguono la stessa linea. Hai notato che accade nei paesi che si affacciano nel mediterraneo ovvero quelli democraticamente più deboli rispetto agli altri paesi? (e sopratuto quelli segnati in passato dai fascismi).
bentornata.
Ormai si sapeva che era solo questione di tempo. Mi sembra il minimo dopo i fascisti che sono arrivati in parlamento.