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Se i picchiatori diventano quelli dei “Comitati per la Sicurezza”: violenze, monnezze e puttane


Vi racconto un pezzo d’italia
. Perchè è chiaro che qui può avvenire di tutto. Domani saremo a ragionare di violenza contro le donne e manifesteremo di notte per le strade di bologna e presidieremo una piazza a bari. Allora cominciamo proprio da questo.

Parliamo ad esempio di una donna che è stata chiusa in casa per venti anni perchè aveva avuto un figlio. Avevo già sentito cose del genere. E’ avvenuto anche in sicilia. In generale si pensa che una donna con livelli di disabilità mentale, che non sappia difendersi da se stessa e dagli altri e che è facile trascinare in stupri individuali o di gruppo abbia più garanzie se chiusa in casa. Salvo poi sapere che è proprio un parente stretto (com’e’ successo a scicli – in provincia di Ragusa – qualche tempo fa) ad abusare della reclusa.

Da dire che spesso la reclusione è autorizzata anche da trattamenti sanitari obbligatori (TSO) conditi di psicofarmaci e di ordini del giudice che dichiara il livello di infermità mentale della donna in questione e la affida a tutori che dovrebbero proteggerla, amarla, trattarla bene. Invece la chiudono in casa e si beccano la pensione di invalidità. Come dire: è un bel culo avere la propria handicappatina in casa, non da troppo fastidio e con l’accompagnamento ti ci compri una bella tele nuova per vedere le telenovelas.


Parliamo
poi dell’ennesimo femminicidio: padova, lui lei l’altro. Lui prova ad uccidere l’altro, poi ammazza la ex e infine si ammazza. Classico. Uno schema oramai rodato. So che si discute di morti sul lavoro e vi assicuro che nessuno più di me vorrebbe fare qualcosa per impedire quegli omicidi. Si parla di quell’emergenza perchè muore in media un operaio al giorno. Poi però trovano soluzioni che non sanzionano mai gli imprenditori per eseguire il volere di quei gran farabutti della confindustria. In ogni caso, le donne che muoiono per mano di un uomo corrispondono alla stessa cifra se non di più. Eppure questa non è mai un’emergenza, proprio non lo è. Chiedetevi come mai… 


E’ di oggi la notizia
di un piano contro la violenza alle donne della regione piemonte [in assenza di un piano nazionale dobbiamo accontentarci dei piani regionali]. Non ne ho letto i dettagli. Anzi se c’e’ chi ne è informato e vuole postare un link o un contributo a commento sarebbe ottimo. 


Sul fronte uterino
non c’e’ da stare allegri. 130 parlamentari del centro destra hanno chiesto che vengano ritirate le linee guida di applicazione della legge 40, quella sulla procreazione medicalmente assistita, che sono state redatte dalla ministra turco recependo di fatto le sentenze che hanno permesso la diagnosi preimpianto a quei soggetti portatori di grandi malattie. D’altro canto c’e’ per fortuna anche chi, come l’associazione Luca Coscioni, fa sapere che sostiene servizio volontario a milano e roma per tutte quelle donne che si vedranno rifiutare la prescrizione della pillola del giorno dopo. 


Di violenze in violenze
e dato che a Bologna vivremo due giornate all’insegna dell’antisessismo, antirazzismo e antifascismo eccovene un’altra: Avete presente quel gentile signore che si disse di sinistra solo perchè aveva un tatuaggio del Che Guevara e che aveva guidato un raid razzista nel quartiere romano del Pigneto? Quel tizio lì lancia un’iniziativa da brivido. Signori e signore, ecco a voi: il "Comitato sicurezza", guidato dal suddetto e composto da volontari che imperverseranno in quel pezzo di roma per punire gli immigrati.

E siccome che non sarebbe una cosa di destra – quale sia il metodo per distinguere un kapo’ di destra da uno fascista che vota per gli amici dei sindaci leghisti come veltroni/rutelli, domenici e cofferati non si sa – allora il comitato vorrebbe comporsi anche di immigrati "onesti". Et voilà: abbiamo assolto un picchiatore di stranieri, lo abbiamo eletto a giustiziere di quartiere e abbiamo sdoganato in un colpo solo gli incendiari del campo rom di ponticelli, gli assassini di nicola tommasoli e i vari fascisti che vanno in giro a massacrare quelli che non gli sono simpatici. Come dire: alemanno ha veramente portato a roma una ventata di freschezza. O è la ventata di freschezza che ha portato alemanno a roma?


A proposito di aggressione
fascista eccovi un’ultimo esempio: bologna, due ragazzi sono stati aggrediti perchè non è piaciuto l’abbigliamento e il modo in cui erano seduti. Sono vivi, entrambi, per fortuna.


A Milano
si continua la caccia all’uomo, con arresti, schedature, perquisizioni, violazioni dei diritti, sgomberi, e i fascisti della città sono molto rammaricati perchè qualcun’altro ha organizzato per oggi un meeting antirazzista e per domani un corteo in quartiere in un lavoro che ha coinvolto la comunità rom.


A Napoli
arriva l’esercito a contenere le lotte dei cittadini che evidentemente, detto proprio papale papale, non contano una vagina. Immagino la soddisfazione dei militari a stare in prossimità di zone a sorvegliare la monnezza. Immagino anche quanto sarà contenta la gente di Chiaiano che evidentemente ha perso tempo a fare manifestazioni, resistenza agli attacchi della polizia, cortei cittadini, locali. Mi piacerebbe conoscere giusto il commento di quelle signore più o meno settantenni che abbiamo visto in prima fila a prendersi la benedizione dalla santa del manganello. Dite che i soldati faranno loro paura?


A Roma
ancora si disquisisce su come far sparire alla vista della "brava gente" le prostitute. Così i privati sborsano fondi da dare ai vigili per continuare a fare pulizia tra gli applausi dei cittadini "perbene". 


Così al Pride Nazionale
– 28 giugno Bologna – ci sarà uno spezzone organizzato da Sexyshock e Comitato per i diritti civili per le Prostitute. Reggiseni a balconcino e fiori a decorare le tette. Ombrelli rossi e uno slogan: anche io sono una puttana. Femminismo a Sud decorerà le tette e porterà ombrelli rossi, perchè in effetti, si, anche noi siamo puttane perchè vendiamo il culo tutti i giorni per campare ma nessuno manda fondi ai vigili per dare calci sulle palle dei nostri datori di lavoro.

Vi posto sotto l’appello e venite in massa, mi raccomando: domani sera a bologna e bari contro la violenza maschile sulle donne; domani a biella per partecipare al pride locale; a milano al corteo antirazzista; ad ogni iniziativa di lotta e resistenza civile; al pride nazionale il 28 giugno, magari con i fiori tra le tette e con un ombrello rosso.

>>>^^^<<< 


Al PRIDE senza benzina: il desiderio e’ un motore che non inquina!

Per il Pride Nazionale di Bologna, il 28 giugno 2008, organizziamo uno spezzone ecologicamente sostenibile: scendiamo in piazza con mezzi di trasporto non inquinanti ed economici, carrelli della spesa, carretti, pattini, biciclette e tacchi. Avremo fiori che spuntano da reggiseni a balconcino, gerani piante aromatiche sui cestini delle bici.


Saremo dei balconi viventi, un ponte simbolico tra la casa e la piazza:

per portare i dati sulle violenze consumate contro le donne prevalentemente in spazi privati e domestici (definiti come "sicuri"), e riprenderci lo spazio pubblico urbano (percepito come insicuro) da protagoniste attive e non come vittime da proteggere;

per portare le nostre scelte quotidiane e i nostri comportamenti effettivi: diversificati, complessi, non riducibili alla sola famiglia eterosessuale individuata come unico modello legittimo.

Saremo al Pride per noi stesse, perche’ in gioco ci sono i nostri diritti, i nostri comportamenti quotidiani, la nostra possibilita’ di scegliere.

Chiediamo politiche sostenibili, che risolvano i problemi reali delle persone in carne e ossa, non retoriche e propagandistiche che producono continui nemici contro cui puntare il dito.


Lo stato etico ci insegue? noi pedaliamo più veloci e sul balcone (e balconcini) ci stendiamo gli affetti, meglio condivisi che protetti, perche’ non pensiamo che le scelte affettive o di vita siano una vergogna da chiudere nello spazio domestico. Esibizionismo? Degrado? Noi lachiamiamo visibilita’.

Lesbiche, bisessuali, etero conviventi, trans, aspiranti mamme sterili o lesbiche,
prostitute a tempo pieno o part time, precarie nel lavoro e negli affetti: i nostri fiori li portiamo in piazza, ai pregiudizi gli diam di ramazza!


ci vediamo il 28 giugno…
ci riconosceremo dagli ombrelli rossi e dai…balconcini 😉

Sexyshock e Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute

—>>>Nell’immagine sopra le originali Penitas
 

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà, Sex work.


5 Responses

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  1. blazar says

    Emanuele, i blog di noblogs purtroppo non hanno meccanismi di feedback sui commenti, quindi non posso sapere se ci sono ulteriori risposte ai miei commenti. In questo caso sono capitato “per caso” su questo vecchio post e mi sono accorto del tuo intervento. Colgo l’occasione per rispondere, ma non so se tu lo farai a tua volta e molto probabilmente non tornerò a controllare.

    Dal tono della tua domanda, comunque, posso già supporre che la mia risposta non sarà soddisfacente, essa comunque è fondamentalmente: con l’Educazione!

    Nota che ho scritto Educazione con la lettera maiuscola, perché intendo il termine nel suo senso più autentico, e quindi non semplicemente la formazione che viene impartita alle persone fin dalla più tenera età e che insegna loro da un lato a perseguire il vantaggio personale e la supremazia sugli altri, peraltro rispetto ad un sistema di valori che personalmente giudico alquanto immorale: esteriorità, denaro, beni materiali, etc. e dall’altro ad “accontentarsi:” quindi, “non lamentarti se fai una vita più o meno di merda, pensa che è veramente importante seguire le sorti di quei quattro sfigati del grande fratello e disprezza quegli stronzi di immigrati che mettono in pericolo il tuo sacrosanto diritto di farlo: godi del fatto di star meglio di loro almeno, ed anzi fattene beffe.”

    Ecco, Educazione per me invece è educazione alla cultura, alla cooperazione; non tanto alla tolleranza (che significa sopportare anche ciò che non ci piace) quanto proprio a farci piacere, apprezzare e desiderare anche ciò che è diverso e nuovo rispetto ai parametri culturali a noi più familiari; a valori come l’accoglienza incondizionata e l’assistenzialismo, al disprezzo per ogni forma di ingiustizia e limitazione della libertà. Utopico? Forse. Certamente non immediato, ma è davvero l’unica via verso una società nonviolenta. La repressione può avere utilità limitata solo come terapia analgesica, laddove la vera soluzione sarebbe evitare l’insorgenza della patologia. Questo forse -per la natura umana- non si potrà mai realizzare al 100%, ma sono sicuro che si possa fare molto, molto, molto meglio di quanto si fa ora.

  2. Emanuele says

    Ok Blazar,
    tu come educheresti i criminali a non commettere violenza?

  3. blazar says

    Inoltre -mi permetto di aggiungere, ma mi si corregga se sbaglio- desideriamo tutti che gli uomini (e le donne) violenti siano puniti. Ma personalmente ritengo molto ma molto più desiderabile che siano posti in condizione di non essere più violenti. Il che non vuol dire “punire.” Soprattutto, come misura principale in questa direzione, è desiderabile che uomini (e donne) vengano educati a non essere violenti. La violenza è in parte intrinseca nell’essere umano, ma è anche pilotata e strutturale in una società che basa la sua stabilità sulla cristallizzazione, quindi su rapporti forzati di supremazia e dominazione rispettivamente – ogni deviazione dai quali ha la sua giustificazione “morale” nel ricorso alla violenza per ristabilire l’ordine: tanto in ambiti ristretti come la famiglia, quanto a livello di società nel suo complesso; salvo poi intervenire se si verificano degli eccessi, ma sempre secondo lo stesso schema e la stessa logica: la repressione, la punizione. Insomma, senza far niente che possa cambiare veramente le cose.

  4. FikaSicula says

    emanuele forse non riesco a spiegare bene che tutto quello che è descritto sopra è una conseguenza della “tolleranza zero”…
    ciao

  5. Emanuele says

    Concordo con più o meno tutto quello che dici, ma non capisco perchè te la prendi con chi invoca la tolleranza zero: non desideri forse anche tu sacrosantissimamente che gli uomini violenti vengano puniti come meritano?