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Da Seveso a Pianura: storie di diossina e antiabortisti

Dalla Campagna "Obiettiamo gli Obiettori" è venuto fuori questo interessante Blog. Potete trovarci dentro i dati raccolti da chi si occupa della campagna. Sono condivisi anche documenti interessantissimi che si riferiscono alla pesantissima situazione per le donne colpite dalla fuga di diossina di Seveso.

Vi ricopio sotto un brano tratto dai materiali di un incontro dedicato all’argomento e vi segnalo soprattutto un documento video (da scaricare: dura pochi minuti) che mostra come le donne colpite dalla diossina che volevano interrompere la gravidanza per sospetto di una malformazione del feto venivano trattate da un signor medico prete. Quello che facevano allora non è molto diverso da quello che in molti posti continuano a fare adesso. Buona lettura e buona visione.

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Nel
luglio 1975
con la legge 405 vennero istituiti i consultori familiari e
fu conseguentemente soppressa l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia –
Onmi – fondata da Mussolini. Con questa legge si cominciò a parlare di
«maternità responsabile», «procreazione responsabile», «tutela della
salute della donna e del prodotto del concepimento», promozione dei
metodi anticoncezionali (art.1), pur essendo una legge centrata sulla
coppia eterosessuale e sulla famiglia più che non sulla donna. Le
femministe criticarono aspramente la medicalizzazione che la legge
introduceva, a fronte dell’autogestione della salute che andavano
promuovendo. 


Consultori

ne esistevano già in precedenza, ma erano strutture private, laiche –
come l’Aied, attivo dal 1953 con 35 centri – o cattoliche – come
l’Ucipem, Unione consultori italiani matrimoniali e prematrimoniali,
costituita nel 1968. [Nota a margine: la Carta dell’Ucipem del 1979,
fra i fondamenti antropologici enuncia «L’Ucipem riconosce che la
persona umana è tale fin dal concepimento» – affermazione che nel 1938
troviamo nella Politica della famiglia dell’integralista cattolico e
fascista Ferdinando Loffredo e che nel 2004 troveremo come art. 1 della
legge 40 sulla procreazione assistita].


A
Seveso
il consultorio venne aperto il 2 agosto 1976, tre settimane dopo
la fuoriuscita di diossina, in una sede e con organizzazione
provvisorie.


A
fronte
di una massiccia affluenza di donne – incinte (468), o che
chiedevano anticoncezionali (98) o un semplice controllo (198) –
mancavano gli operatori e i medici, che vennero momentaneamente
sostituiti da tre ginecologi della clinica Mangiagalli di Milano,
disponibili tre giorni alla settimana.


Intanto

la Commissione per i problemi sanitari, istituita dalla Regione
Lombardia presso l’Assessorato alla Sanità, il 30 luglio ’76 aveva
suggerito alle donne incinte delle zone contaminate di sottoporsi a
controlli e aveva indicato alle altre la misura prudenziale di evitare
nuove gestazioni per i sei mesi successivi, fino all’avvenuta bonifica.


Da qui
sorsero i problemi riguardanti gli anticoncezionali e cominciò
ad acuirsi quella spaccatura tra la visione cattolica e quella laica
che avrebbe creato ulteriori lacerazioni nelle vite delle donne.
Monsignor Guzzetti, capo della Commissione Famiglia della Diocesi di
Milano, ad esempio, si scagliò contro l’«azione disturbatrice» e la
«speculazione abortista» che, a suo parere, il consultorio pubblico
sevesino esercitava. Arrivò a paventare l’esistenza di un«piano
generalizzato di sterilizzazione o di contraccezione» e ribadì le
indicazioni della dottrina cattolica sugli anticoncezionali, che
ammetteva soltanto la contraccezione ‘naturale’ – dottrina che cercò,
per fortuna invano, di imporre ad operatori e operatrici del
consultorio.


La
situazione
sarebbe, poi, degenerata completamente dopo che, il 12
agosto, il governo Andreotti dichiarò la costituzionalità della scelta,
per le donne di Seveso, di usufruire dell’aborto terapeutico: mentre il
direttore di «Avvenire» parlava di «strage degli innocenti», monsignor
Tettamanzi, attuale vescovo di Milano, definì quegli aborti
«eugenetici» e non «terapeutici». La «inviolabilità della vita del
nascituro» sarebbe poi stata dichiarata dalla Cei il 13 settembre, con
un comunicato della presidenza, quasi un mese dopo che il papa aveva
dichiarato che a Seveso c’era in atto una «sopraffazione psicologica
sulle donne in attesa della maternità» (15 agosto). E
così, prima ancora che esistesse la legge 194/78, la chiesa cattolica
aveva cominciato quella crociata antiabortista che oggi persiste ancora
con gli stessi toni colpevolizzanti.


Questo brano
è tratto dai materiali dell’incontro Topo Seveso. Produzioni di morte, nocività e difesa ipocrita della vita, organizzato da Maistat@zitt@ (Milano, 14 aprile 2007), che puoi scaricare qui


Guarda
anche il video-documentario del 1976 su una donna di Seveso che vuole ottenere l’aborto terapeutico.


Cosa è cambiato da allora?

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Vedere.


3 Responses

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  1. fuoriposto says

    ehm…

    mai sentito parlare poi di “diritti individuali”? sai che essi vengono decisi dalla COMUNITA’ POLITICA e non dai singoli “gruppi umani” ? hai appena scritto un post sulla contrattazione nel lavoro , dovrebbe esser chiaro che nulla in uno Stato di diritto è problematica limitata a due categorie , quelli sono altri modelli di organizzazione sociale basati sulla “legge del più forte” .

    se poi ti soffermassi su quello che uno ti dice invece di partire con il logoro sessimo femminista che presenta gli uomini come sopraffattori brutali che vogliono sistemare il corpo altrui qui o là

    capiresti il significa di “potrebbe essere abortivo”.
    (che poi.. le femministe non mi sopportano, i maschilisti neanche! dove devo andare io? 😉 )

    cmq… andando al sodo:

    L’ OMS usò per “sdoganare” la pillola-del-giorno-dopo una ricerca del karolinska fatta su 20-dico-20 donne in cui il risultato usava termini “principalmente(sull’ovulazione) piuttosto che(sulla parete dell’utero)”

    cosa immagini sia successo dopo?

    beh , è facile pensare che l’azienda si sia buttata su sperimentazioni di massa per confermare l’ipotesi ed alla diffusione di quelle teorie. Ed invece NO ! Nulla ! ANNI dopo è stata fatta solo un ricerca IN VITRO (sempre dalla stessa ricercatrice della prima ricerca)

    Ancora oggi l’azienda usa prudenza in merito (puoi andare sul sito della HRA e verificare tu stessa) ed afferma che potrebbe avere effetti sull’ annidamento.

    io siccome non sto a fare lotta politica sul “corpo delle donne” come alcunE , i documenti me li vedo a leggere che non sacrifico nessuno per ingrassare l’ego di Viale/Flamigni od il conto in banca di qualche azienda.
    (e per questo gli scontri li ho bipartisan, o pensi che quanto ho detto sopra piaccia ai/alle ciellini/e? )

    e sia chiaro, sulla pillola , sto semplicemente chiedendo che il farmaco venga venduto con la dicitura : “potrebbe essere abortivo” in mancanza di verifiche definitive (cosa che sentenza in Italia già impone), che di questo siano AVVISATE LE DONNE e che decidano LORO, e che nel dubbio sia consentita l’obiezione per i farmacisti.

    Per quanto riguarda la laicità , i toni incazzasi erano perchè la scienza non è tema ideologico. Tu puoi pensare di concedere i diritti quando e come vuoi (basta che hai consapevolezza a quale dottrina ti avvicini se li concedi a questo o a quel punto della vita, e non pensare al cattolicesimo ma pensa al nazifascismo) ma non si può cambiare un concetto basilare della scienza, senza nuove argomentazioni scientifiche, a causa di una questione politica : la vita individuale comincia nel nomento in cui si innesca un processo di crescita, invecchiamento, morte; PUNTO.
    altrimenti si fa come gli integralisti religiosi che vogliono insegnare il creazionismo a scuola !

    gli altri “toni incazzosi” erano voluti a “vostro” vantaggio contro i clericali e per il “vantaggio” che si concede ai gruppi reazionari quando si affrontano tematiche da un punto di vista ideologico(convertire gli italiani alla visione dell’ “aborto libero) piuttosto che pragmatico (fare i consultori e l’assistenza su cui la popolazione sarebbe d’accordo).
    cmq ME NE SCUSO: ti sembrerà strano ma nonostante le mie opinioni in merito a questa faccenda ritengo che, parlando con una donna, per una questione di delicatezza, lo si debba fare con due “piedi in una scarpa” (ma si abbia il diritto/dovere di parlare per via di quanto detto all’inizio sui “diritti individuali”)

    ringraziandoti tanto dell’ ultima parola 😉

    ti saluto
    sempre fuoriposto(e si vede),
    sempre spigoloso (e cazziato)
    e , soprattutto, sempre al vostro servizio (qualunque cosa decidiate)

    p.s.
    smetterla una buona volta con la bipolarizzazione da logica pseudo-marxista del “noi donne” (o lavoratori od immigrati) e “voi uomini” (o padroni od occidentali) ?

  2. FikaSicula says

    1) la pillola del giorno dopo non è un abortivo semplicemente perchè agisce prima che spermino e ovulo si incontrino. dopodichè allora anche la tua seghetta fisiologica è abortiva perchè sprechi seme inutilmente.
    2) sono sempre un po’ stupita per come gli uomini sistemino corpi femminili, concepiti, feti, uomini come se si trattasse di pezzi di una scacchiera. resto della mia opinione. la questione riguarda le donne. tutte le ricette di cui parli tu e il tono che usi servono a poco. prova a fare meno il ghibellino e vedremo di fare meno le guelfe.
    3) laicità vorrebbe che “la si smetta” di dire agli altri “la si smetta” di dire questo o quello… ciascuno può dire quello che vuole, te compreso.
    4) questo non è l’inizio di un flame. per cui spero che non ti seccherà se ho risposto esprimendo il mio punto di vista. non mi convincerai del contrario e non servono provocazioni di nessun tipo. a te l’ultima parola, tanto so che non resisterai 😛

    ciao ciao
    una guelfa :)))

  3. fuoriposto says

    secondo me il problema sorge perchè si continua a fare questione di guelfi/ghibellini.

    La cosa dovrebbe essere affrontata laicamente e mettendo d’accordo le parti:

    1) la vita individuale comincia dal concepimento , è perfettamente inutile dire falsità scientifiche per ideologia politica .

    2) vi è una parte della popolazione la quale ritiene che i diritti vadano concessi al concepimento, altra parte che li vorrebbe dare alla nascita del sistema nervoso(variando dalle prime cellule fino al suo completamento), altri ancora all’indipendenza del concepito dal corpo della madre, qualche sparuta alla nascita e persino qualcuno (Watson, quello del DNA per intenderci) due giorni dopo la nascita.

    3) preso atto di quanto detto sopra, si armonizzino i diritti della madre con quelli del concepito (senza padri o preti coinvolti) in base alla diversa sensibilità della popolzione. E quindi:

    a) rispettando la legge 194 che costituisce un buon compremesso tra le due visioni più diffuse(concepimento, sistema nervoso)

    b) i casi di malformazione vengano gestiti tramite un’apposita legge sull’ EUTANASIA infantile che legittimi la MADRE ed esclusivamente lei a richiederla (senza padri o preti) e si proponga cmq un minimo di tutele per il concepito perchè non stiamo nella germania anni 30.

    c) gli obiettori rientrino nella normale logica contrattuale per cui MAI si assumerebbe un lavoratore che non vuole prestare il servizio per il quale è assunto. E si faccia eccezione solamente per gli assunti storici(che non possono essere licenziati dopo anni di servizio)

    d) la si smetta di dire che la pillola-del-giorno-dopo non è abortivo quando persino la casa produttrice mette le mani avanti e la ricerca OMS fu fatta su SOLO 20 donne(per esempio: per la sperimentazione del vaccino anti-AIDS della Merck , poi bandito, fu preso un campione di 900 persone) . Si scriva sulla ricetta(come è già) che potrebbe essere abortivo, di questo si informino le donne (che magari in tal caso non la prenderebbero) , si consenta l’obiezione dei farmacisti per essa e si OBBLIGHINO gli ospedali pubblici a fornirla dando distribuzione capillare sul territorio.

    e) si sgancino i soldino per i consultori ed anche per asili, nursery aziendali(che non sono tematiche patriarcali) ed assistenza alle madri/lavoratrici. .. che i 300 milioni per l’ Alitalia si sono trovati senza batter ciglio , come del resto gli aumenti per le spese militari.