A Pisa è successa una cosa grave.
Due ragazze alla ricerca della *pillola del giorno dopo* sono state trattate ne più e ne meno che come
delle fastidiose accattone. Sia i medici della guardia medica che quelli dell’ospedale
hanno rifiutato di prescrivere il farmaco richiesto. Per chiarire ancora, semmai ve ne fosse bisogno: La pillola del giorno dopo NON E’ la RU486, la
famosa pillola abortiva che eviterebbe alle donne che vogliono interrompere la
gravidanza la crudeltà di un invasivo e dolorosissimo intervento chirurgico. La
pillola del giorno dopo E’ un contraccettivo d’emergenza che va preso entro le
72 ore dal rapporto a rischio.
Nulla dice che i medici possano
obiettare. Nessun medico si può rifiutare di
prescrivere la pillola del giorno dopo. Una delibera del consiglio regionale
toscano, infatti, "avverte i medici che non fornire la pillola a chi la chiede si
configura come un reato: quello di interruzione di pubblico servizio".
Ma a Pisa evidentemente i medici
pensano di essere in un altro stato e fanno un po’ come gli pare e per questo
rischiano una sanzione disciplinare dalla azienda sanitaria locale e una
denuncia in piena regola. I dottori di cui si parla, secondo le segnalazioni
arrivate all’Asl, hanno rifiutato di prescrivere la pillola del giorno dopo a
due ragazze che in giorni e luoghi differenti sono andate a chiedere
assistenza.
La prima ha trovato un bel
cartello alla porta della guardia medica che diceva: "Presso questo
ufficio non viene prescritta la cosiddetta pillola del giorno dopo".
Capite? Neppure fosse una casa privata o un negozio di alimentari in cui si può
trovare scritto: "In questo negozio non si vende carne di pollo!".
La ragazza giustamente non si
arrende. Sono le due di notte e non può rintracciare ne’ il suo medico curante
ne’ la ginecologa. Così prova ad andare in ospedale. Anche lì però la stessa
storia. Le hanno detto che doveva aspettare fino alle 6.00 del mattino perchè
il medico di guardia notturno era un obiettore di coscienza e non avrebbe
prescritto la pillola.
Al cambio turno la ragazza riceve
la pillola, pagata con un ticket di 25 euro (che attraverso la prescrizione
alla guardia medica sarebbe costata molto meno), e dato il ritardo con cui l’ha
presa c’e’ certamente un dubbio sulla sua efficacia.
Dopo qualche giorno un’altra
ragazza accompagnata da un’amica si reca al pronto soccorso. Deve aspettare le
emergenze della fila fino a che un’infermiera non le indica la guardia medica
per accellerare i tempi. Così la ragazza chiama al telefono ed è arrivata la
doccia fredda: i medici hanno risposto "di restare pure al pronto soccorso
perché tanto lì nessuno dei medici le avrebbe prescritto la pillola". Così
l’infermiera non può fare altro che consigliarle di provvedere svegliando una
persona fidata che avrebbe potuto risolvere il problema entro la fine delle 72
ore.
Su queste due gravi vicende
l’Asl "ha avviato una indagine interna". Come prima cosa
tenteranno di individuare con certezza – come dice il quotidiano da cui è tratta la notizia – i medici che si
sono rifiutati di prescrivere la pillola e di chiarire la questione del
cartello *non autorizzato* affisso davanti la porta della guardia medica.
A questo proposito il Presidente
dell’Ordine dei medici di Pisa ricorda che il comitato di bioetica ha "introdotto
la possibilità di una cosiddetta clausula di coscienza": vale a dire
che se un medico non si sente di prescrivere la pillola del giorno dopo può
seguire la propria coscienza a patto che "metta in condizione la
paziente di ottenere quello che chiede nei tempi e nei termini stabiliti".
Tutto ciò però può essere fatto se l’azienda sanitaria riceve comunicazione di
questa intenzione. Dall’Asl pisana invece non arrivano notizie di medici che
hanno segnalato ufficialmente particolari disagi e che si siano appellati alla
clausula di coscienza.
Insomma questi medici non hanno
proprio scuse di nessun genere. Diventa poi oltremodo paradossale che un
comitato di bioetica possa fornire linee di comportamento della professione che
dovrebbero essere sancite per legge. Cosa ne direbbero i medici se il "comitato
delle donne incazzate" (che si può fare, statene certi) stabilisse che
ad ogni medico che assume questo comportamento può essere dedicato il
provvedimento indicato secondo le nostre particolari clausule di coscienza?
Lascio a voi la libertà di immaginare quale potrebbe essere…
—>>>Per tutte: se vi capita la
stessa cosa, se andate in farmacia e il farmacista non vi vuole dare la pillola
del giorno dopo neppure su presentazione della ricetta, denunciate medici e
farmacisti. QUI le istruzioni per sapere come fare.
—>>>L’inchiesta è di Elisa Cecchi che intende proseguire e chiede che le siano inviate segnalazioni su altri fatti incresciosi come quelli che lei ha narrato. QUESTO è il suo blog al quale eventualmente potete far riferimento per comunicare con lei.
ma questa cosa della pillola vale anke x le minorenni??..ioc’ho un grosso problema..rispondete al più presto..
vi ringrazio molto anche di aver pubblicato il link al mio sito. vi informo che in edicola oggi (ieri dato che ormai è notte fonda) è stata pubblicata una seconda parte dell’inchiesta
Intendevo anche complimentarvi con voi per l’impegno profuso per questo e, notavo dando un’occhiata al blog, numerosi altri argomenti
a presto,
Elisa
Buonasera Elisa e grazie di questo messaggio. Stia pur certa che se abbiamo notizia di altre cose di questo tipo glielo segnaleremo (alla mail che ha lasciato, giusto?). Nel caso in cui voglia comunicare un numero di telefono faccia pure. Copieremo il numero e lo cancelleremo prima della pubblicazione del commento.
Sicuramente terremo d’occhio il tirreno online e se pubblicherà l’intervista al medico avremo cura di segnalarlo qui.
Intanto passiamo a guardare il suo blog.
grazie ancora e a presto”
Buonasera,mi chiamo Elisa Cecchi e sono la giornalista pisana che ha lanciato l’inchiesta riguardante le mancate prescrizioni della pillola del giorno dopo. Sia per interesse personale che lavorativo, vi pregherei di contattarmi per consentire a me e alla testata per cui lavoro, “Il Tirreno”, di continuare l’inchiesta, nel caso aveste testimonianze utili per rendere più completo il quadro della situazione. Sono disposta a fornire recapito redazionale ed indirizzo email per eventuali contatti, nel frattempo informo che a breve, forse già domani, “Il Tirreno” pubblicherà l’intervista ad uno dei medici in questione. Grazie,
di seguito metto il link al mio blog nel caso qualcuno volesse approfondimenti sull’argomento
http://modulozero.splinder.com/