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Storie italiane: ovuli, palle, sputtanamenti e nuove schiavitù!

Qualche giorno fa, durante un
telegiornale della rai (due) hanno buttato lì una notiziola che
spacciavano per un nuovo traguardo della ricerca scientifica. Parlavano
della diagnosi preimpianto (nel caso della procreazione medicalmente
assistita) addirittura prima che l’ovulo e lo spermatozoo generassero
l’embrione. La teoria parla di esame sull’ovulo attraverso il quale si
potrebbe definire se c’e’ un rischio di trasmissione della talassemia
oppure no. Hanno parlato solo di "ovulo" dando a vedere, come si faceva
decine di anni fa, che sono le donne responsabili della trasmissione di
malattie e giammai gli uomini.


Curiosa
e fremente di verificare la veridicità di una notizia tanto sessista ho cercato un po’ e ho trovato un bell’articolo
(bello si fa per dire…) sull’avvenire che risale a tre anni fa – segno che queste belle notizie si tengono in caldo e si ritirano fuori ogni volta che serve – in cui si insiste sulla possibilità di evitare la
diagnosi preimpianto sull’embrione ma estende questa possibilità anche
alla selezione degli spermatozoi. Rincuorata di tanta "parità" e
tristemente incafonita per la versione del tg2, mi sono chiesta: ma
come immaginano questi signori che possa avvenire una selezione degli
ovuli se secondo la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita
una donna che produce ad esempio 9 ovuli se ne vede buttare via 6
perchè c’e’ il divieto di congelamento e di sperimentazione (quindi non
si potrebbe neppure esaminarli?) e se ne deve fare concepire e
impiantare per forza 3 sul cui numero non è possibile contrattare anche
se tutti e tre sono portatori di malattie?


Per loro
è una roba da
matematica delle scuole elementari. Come se da bravi geometri con un
diploma preso per corrispondenza avessero fatto dei calcoli sul
pallottoliere per decidere quante palle stanno nello spazio di un utero
e quanta produzione monocellulare possono buttare nel cesso senza
consentire il congelamento. Tutte misure che sicuramente avrà
comunicato loro il divino nei sogni. Perchè c’e’ chi sogna i numeri da
giocare al gioco del lotto e c’e’ chi ha scambiato gli ovuli per biglie
di proprietà del clero.


In spagna
la musica è un po’
diversa infatti "Se il partito di Zapatero vincerà le elezioni del 9
marzo, una delle prime iniziative del governo sarà di impedire che
l’"obiezione di coscienza" dei medici possa ostacolare la piena applicazione della legge
sull’interruzione di gravidanza. Lo ha annunciato Bernat Soria,
ministro socialista della Sanità del precedente governo, denunciando
anche il fatto che molti medici obiettori nel settore pubblico
praticano l’aborto in privato. Il ministero della Sanità creerà un
"registro degli obiettori" in base al quale, prima di assegnare
incarichi nel settore pubblico che riguardano gli interventi abortivi,
le strutture sanitarie potranno avere la sicurezza di fornire le
prestazioni sanitarie previste. Soria ha anche sottolineato la
necessità di regolare i tempi massimi delle liste di attesa per
l’aborto su tutto il territorio nazionale, introducendo penalizzazioni
per i ritardi. Un altro decreto proteggerà la "confidenzialità e
intimità" delle donne che abortiscono e la "sicurezza giuridica" dei
medici che le assistono." [la notizia viene da QUI e QUI]


In italia

invece come ben saprete siamo sempre più vicini al medioevo e dato che stiamo per viverci l’otto marzo nella maniera più costruttiva e
autonoma possibile, i maggiori quotidiani non trovano di meglio che
pubblicare in prima pagina la notizia di un signore cui la donna ha staccato un testicolo.
La cosa che mi fa senso non è tanto la notizia in se’ che rivela un
dato comunque ovvio per chi guarda alle relazioni tra sessi senza
ideologismi e con un minimo di realismo. Mi fa senso il titolone
"Orrore a genova etc etc… uomo castrato etc etc" che rivela un
sensazionalismo che mai è stato utilizzato neppure nei peggiori episodi
di squartamento dei corpi femminili.


Avete
mai letto voi "orrore a
brescia – per esempio – strappato via capezzolo"? oppure: "orrore a
palermo… sfondato lo sfintere"? oppure "orrore a napoli…massacrato
il retto, la vagina e rovinata a vita la cervice uterina"? Immagino di
no. Perchè la tendenza splatter, forse, rispetto alle donne è già
codificata nella comunicazione come messaggio da snuff movies.
Per le donne oramai è abituale l’uso di sinonimi, eufemismi, messaggi
edulcorati che sono fatti apposta per non shokkare chi legge. Come non
sentirsi turbati dalla descrizione dettagliata di quello che un uomo
può fare ad una donna quando decide di farla a pezzi? Noi stesse, le
donne, le femministe, abbiamo difficoltà a chiamare le ferite, le
violenze con altri nomi, quasi a sottrarli al piacere sadico di chi
gode di fronte a simili particolari e nello stesso tempo operiamo una
censura che anestetizza l’emergenza, che tranquillizza la mente delle
persone per le quali una violenza resta quella che gli uomini vogliono
comunicare che sia: qualcosa alla quale tutto sommato si sopravvive e per cui spesso si può dire che le donne se la cercano perchè a loro piace.


Invece
per gli uomini la
sensibilità è al limite. Si toccano le corde della commozione,
dell’indignazione per un testicolo strappato. Come se simbolicamente l’atto del "togliere" o "perdere" qualcosa fosse più adeguato da attribuire a chi ha escrescenze e non a chi è munito di cavità. Non possiamo certo dimenticare che siamo in una società basata sul potere delle "palle". Un sedicente mistificato potere inteso di procreazione, di rappresentazione della potenza e della forza, con tutte quelle frasi che delineano la struttura pallesca a partire dagli elementi che la compongono. Le palle possono infatti essere di ferro, di piombo, di pietra. Immaginario che si sfracella un pochino con la fragilità mostrata a causa di un morso. Ricordo quanto la Bobbit
diventò leggendaria perchè in se’ evocava per gli uomini la paura più
paura di tutte: che gli strappassero le palle. Non sto sminuendo
l’accaduto. Una palla è pur sempre una palla. In un’epoca in cui si decide di seppellire persino una monocellula, volete che non si faccia un degno funerale ad una signora palla che ha perso la vita da eroina?

Davvero, ma di fronte a tante
donne morte, fatte a pezzi, sfondate, tranciate, torturate, scusatemi se
non mi viene da commuovermi neppure un po’. Non perchè penso che
quell’uomo lì si è meritato che gli si staccasse una palla ma solo
perchè la mia solidarietà e il mio interesse per il destino delle palle
maschili è andato via via scemando per ogni donna della quale ho
registrato la morte, per ogni lesbica della quale ho raccontato lo
stupro.

Perchè la cultura di violenza
appartiene a tutti: donne e uomini. Non lo nego e anzi lo sottolineo
perchè sia definitivamente defunta l’immagine della donna angelo,
madonna e regina del focolare che però non può essere sostituita da
quella della donna diavolo, strega cattiva che passa il tempo a
staccare le palle agli uomini. Sarebbe un nuovo tipo di serial killer:
la pallicida!

Le donne – non come entità
astratta o concettuale – sono persone alle quali va riconosciuto il
diritto di poter mostrare rabbia e aggressività. Come per gli uomini,
no? Perchè delle donne ci sorprende e degli uomini no? Pensateci…

Ci stiamo
prendendo il diritto ad essere incazzate e a poter mostrare quanto
siamo imperfette. Se non ce lo lasciate fare e ci ricacciate in ruoli
che non ci somigliano non fate un regalo a nessuno. Lo dico ai maestri
della comunicazione mainstreming che insistono con l’ignorare e perpetuare
un modello che a voler essere buoni si ispira proprio alla santissima
Laura del petrarca.

La notizia
seguente invece parla del solito ricatto maschile: "tu mi lasci e io
mostro al mondo quanto sei puttana". Un "lui" lo ha fatto attraverso la diffusione di foto ose’ su internet
della sua ex. Ha sputtanato la donna negli ambienti di studio, tra gli
amici, i conoscenti. Perchè il metodo in fondo è lo stesso. Una donna
che lascia un uomo viene uccisa fisicamente o socialmente. La finalità
è la stessa: l’uomo vuole distruggerla. Come mai su questa notizia
nessuno ha titolato "Orrore etc etc…"? Come mai il quotidiano che
linko indulge così soavemente nella descrizione delle foto
sottintendendo che la donna le avrebbe fatte, ne era al corrente e
quindi l’unico problema è che l’uomo le ha "solamente" divulgate? Mettiamoci d’accordo, car* giornalist*: la donna per voi è un po’
puttana o no? Avete forse sposato la tesi dell’avvocata del tipo che sottolinea la puttanaggine della donna? Come mai è stato riconosciuto un risarcimento a compensare l’onore trafitto dei familiari della donna? A quale epoca siete bloccati, di grazia?


Rispetto
all’uso dell’immagine del corpo femminile, per attribuirgli ruoli e funzioni codificati dal patriarcato, in generale nessuno comunque può dirsi esente e dunque faccio mia la riflessione di Ombra
che segnala come la pop art abbia trovato una "soluzione" artistica che
definisce il sessismo nella comunicazione senza censurarlo e anzi
facendolo diventare strumento di espressione artistica.  


L’ultima
notizia
riguarda invece la storia di una donna che lavorava all’Esselunga di Via
Papiniano a Milano. Non le è stato permesso di allontanarsi dal suo
posto di lavoro per fare pipì e lei si è pisciata addosso. Lei ha
denunciato questa tristissima faccenda e dato che molti e molte
l’hanno  comunicata e conosciuta allora l’Esselunga ha deciso di sporgere querela perchè ne avrebbe ricevuto un danno di immagine. Una amica di rete, a commento, dice: "Ah beh poverini! Invece chissà come è contenta lei: tutta l’italia sa che
si è dovuta pisciare addosso, oltre che tutto il resto…"

okaPer chi volesse aggirarsi
assieme alle altre "Oke inkazzate" nei pressi dell’esselunga di via
papiniano, sappiate che per l’otto marzo – oltre alla mobilitazione milanese dalle 14.30 a Largo Cairoli a cura della rete regionale lombarda per l’autodeterminazione delle donne, alle ore 15.00 le Maistat@zitt@
e il collettivo Ri-belle hanno destinato a quella tappa una attenzione
"autodeterminata" (l’altra loro iniziativa è alle 9.30 del 5 marzo
davanti l’ospedale Macedonio Melloni). Starnazzate forte, mi raccomando! 🙂

—>>>La prima immagine "Motherchild" è dell’artista Joel Peter Witkin 

—>>>La terza immagine è di Mel Ramos a proposito di nudo femminile e pop-art

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. Emanuele says

    quoto Francesco

    Emanuele

  2. Francesco says

    A te può pure non commuovere, ma io è tutto il giorno che sento il bisogno di andare continuamente in bagno per tastarmele e trarre conforto dalla loro presenza. 🙁

    Comunque è la vecchia storia dell’uomo che morde il cane che fa notizia.
    13245124 casi di violenza di uomini su donne non fanno notizia, 1 caso di violenza di donna su uomo, invece, sì.
    Tuttavia credo che quello che faccia notizia non sia il sesso della vittima, ma quello del* carnefice: casi di aggressioni fatte da uomini su altri uomini sono altrettanto ignorati di quelle fatte da uomini sulle donne (forse anche più ignorati).
    Viceversa, casi di donne che subiscono un’aggressione da parte di altre donne finiscono subito in prima pagina sotto il titolo “gang al femminile” (dando quindi per scontato che la gang tout court sia tutta e solo al maschile).

    In generale sono d’accordo sulla tua analisi che l’eccezionalità di questa notizia deriva dal fatto che la donna viene ancora catalogata come “santa o puttana”, invece che vederla come persona (e quindi con gli stessi pregi e difetti E DIRITTI delle altre persone, cioè degli uomini).
    Però è una schematizzazione in cui cascano spesso anche alcune persone che, in teoria, dovrebbero essere femministe (vedi il caso della presidente dell’UDI che parlava di comportamento non consono alle donne riferendosi).

    La Spagna lasciamola sta’… siamo in campagna elettorale e se faccio un confronto tra quello che abbiamo noi e quello che hanno loro mi viene l’ulcera.