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Non ci resta che il prezzemolo!


Oggi a Firenze
, al Convitto
della Calza, c’e’ una iniziativa con Giuliano Ferrara, Vannino Chiti e
altri dal titolo: "Firenze discute, conflitti intorno alla laicità".
Pare che Firenze sia il luogo ideale per far discutere il partito democratico al suo interno
dei "temi della laicità". La vocazione
dissociata e quasi schizofrenica (come veltroni insegna: il PD e’ per
l’autodeterminazione delle donne ma anche no…) del PD però non piace
molto alle donne che si troveranno al Convitto oggi pomeriggio alle 18.00 a
distribuire prezzemolo* per contestare l’attacco alla 194 innanzitutto sostenuto dal direttore de Il Foglio con la sua  proposta di moratoria contro chi pratica aborto.


Che il dibattito
su questa
materia si voglia spostare su tutte le zone più o meno laiche del paese
(le università, le città con un forte attaccamento ai valori della
resistenza e anche a quelli delle donne) pare essere un po’ un dispetto se non
un piano strategico per scatenare una guerra fatta a suon di vittimismi
e di simulate aggressioni e ottenuta grazie alla totale mistificazione
in presenza del libero esercizio della libera opinione di chi vuole dissentire.


Le donne oggi
pomeriggio
saranno dunque lì a praticare dissenso e se si dirà che si tratta di
intolleranti che vogliono limitare la grassa e arrogante "libertà di
parola" di ferrara siete avvertit*. Di seguito copio il
comunicato di facciamo breccia che assieme ad altre donne e femministe
di firenze sarà al Convitto. 

*********** 

—>>>*Gli
infusi di prezzemolo
venivano usati prima della 194 – e anche
successivamente se si pensa alla donna siciliana morta pochi anni fa di
aborto autoindotto con quel sistema – per provocare l’aborto. In una dose massiccia
l’infuso risulta essere tossico e l’aborto provocato in condizioni di
clandestinità era comunque spessissimo ragione di morte. Un’altra cosa
molto usata dalle donne prima della 194 era il ferro da calza. Inserito
a bucare il feto diventava ragione per ferite gravissime autoinferte e
quindi anche causa di morte. Prima della 194 e senza la corretta
informazione sui metodi anticoncezionali – non voluti dalla chiesa – le
donne spesso ricorrevano alla chiusura delle tube, talvolta
all’insaputa del coniuge, come metodo anticoncezionale definitivo. Se portavano a conclusione la gravidanza capitava che queste donne partorissero in gran solitudine per poi abbandonare i figli nelle ruote (conventi e ospedali fino a che non furono chiuse per legge) e in seguito anche nell’immondizia. In questo contesto va inserito anche l’infanticidio spesso commesso con l’aiuto di parenti interessati a salvare l’onore della famiglia.

Prima
della 194
, negli anni settanta, nacquero luoghi di assistenza militante gratuiti e illegali
per le donne che volevano interrompere la gravidanza. L’alternativa
erano le mammane – a prezzi modici – o quei santi dottori che ancora
adesso fanno gli obiettori in pubblico e praticano aborti a prezzi
infami in privato. In quelle condizioni, senza assistenza adeguata e
senza possibilità di ricovero – pena il carcere per aver praticato
illegalmente l’interruzione di gravidanza – spesso le donne morivano
dissanguate o per complicazioni e infezioni successive l’aborto.

La
194 ha messo
fine a tutto questo e se applicata correttamente, laddove
parla di informazione sulla contraccezione, di consultori che agiscono
in maniera preventiva, la legge è veramente utile a tantissime donne.
Invece non viene applicata correttamente e la mancanza di laicità in
questo paese e l’ingerenza della chiesa cattolica non consentono che
nelle scuole si faccia educazione sessuale, che si parli di
contraccezione o che si discuta di trasmissione di malattie senza che
queste siano addebitate a "peccatori" di ecclesiastica specie. Questo è ancora causa di parecchi problemi soprattutto tra le donne che hanno difficoltà ad acquisire tutte le informazioni necessarie al di la’ dei divieti imposti dalla morale cattolica: no alla contraccezione, no all’aborto, no alla RU486, no all’aborto terapeutico, no al sesso non riproduttivo, no…

La
194 garantisce
il principio della autodeterminazione della donna. Si
parla di "maternità responsabile" e non di maternità imposta. Il salto
culturale permesso con la 194 ci ha dato modo – a tutte – di poter
ragionare di sessualità senza dover essere necessariamente costrette a
metterla in relazione con la nostra caratteristica riproduttiva.

Le
modifiche alla 194
e ogni altra proposta che limita
l’autodeterminazione delle donne o che desidera attribuire a tutti i
costi una qualità anagrafica – di essere vivente – al feto, partono
quindi dal presupposto che i corpi delle donne non appartengono alle stesse donne e che prima dei loro diritti valgono quelli dell’embrione. Vale a
dire che sarebbe normato il possesso del corpo delle donne da parte
dello stato e degli uomini in generale che a quel punto potrebbero
persino pretendere che una donna porti avanti per forza una gravidanza
anche se indesiderata.

Il corpo delle donne come contenitore è
già un fatto che esiste in assenza della loro volontà (quando ad
esempio parliamo dei parti post mortem con le donne in coma tenute in
vita artificialmente fino a compimento della gravidanza). Per le donne
vive e in grado di decidere per se’ invece si tenta di imporre in tutti
i modi una sorta di "incapacità di intendere e di volere" nel caso in
cui esse non desiderano portare avanti le gravidanze.

E’ opinione
diffusa
infatti, nel mondo cattolico o nella mentalità patriarcale, che
le donne non dovrebbero poter abortire senza l’autorizzazione degli
uomini, dei padri e senza essere esentate da e comunque sopravvissute al calvario
delle molestie morali inflitte dai fanatici dei vari movimenti per la
vita.

Comunque la pensiate, in ogni caso, una legge deve
garantire la libertà di scelta e deve imporre assistenza a chiunque ne
abbia bisogno. Perciò si può aggiungere che la obiezione di coscienza
di comodo praticata dai medici antiabortisti sia classificabile come
"omissione di soccorso".

Detto ciò vi consiglio di leggere la ottima raccolta di materiale che c’e’ su Ecologia Sociale e un buon dibattito che è venuto fuori sulla materia su Sorelle D’Italia. E poi, parliamone, che più se ne parla e meglio è 😐 

**********


COMUNICATO STAMPA

Anche Facciamo Breccia Firenze, insieme alle femministe che distribuiranno prezzemolo per ricordare il contributo della legge 194,
sarà presente giovedì 24 gennaio, ore 18 all’incontro "Firenze discute,
conflitti intorno alla laicità" al Convitto della Calza, a cui
partecipano Giuliano Ferrara, Vannino Chiti ed altri, per denunciare
gli attacchi continui delle gerarchie vaticane e di alcuni ambiti della
politica istituzionale alla laicità e all’autodeterminazione delle
donne.

La vicenda dell’invito di Ratzinger alla Sapienza e quanto è seguito
hanno di nuovo reso evidente l’ondata di clericalismo reazionario che
soffoca il paese, la subalternità della politica ai diktat vaticani e
la criminalizzazione dei movimenti che ritengono necessaria una
mobilitazione per la laicità e l’autodeterminazione.

Nel corso del 2007 i movimenti di liberazione delle donne, delle
lesbiche, di gay e trans hanno costruito grandi mobilitazioni di piazza
– il Pride e la manifestazione contro la violenza maschile sulle donne
– in cui sono emerse con forza la volontà di autodeterminarsi, la
denuncia delle mistificazioni familiste e dell’invadenza vaticana nella
sfera pubblica.

Facciamo Breccia porterà questa voce giovedì a Firenze e il prossimo 9
febbraio a Roma con la manifestazione NO VAT Autodeterminazione –
Laicità – Antifascismo, contro gli scambi politici sui corpi e sui
diritti.

Facciamo Breccia

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


7 Responses

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  1. FikaSicula says

    grexia,
    qui ho scritto una storia che va esattamente nella direzione che dici tu (il racconto si chiama: le vacche).
    bisogna sicuramente ragionare su una modalità differente di interrompere una gravidanza, che sia meno dolorosa per le donne che invece vengono punite apposta (perchè bisogna soffrire per essere redente come ci insegna la terribile morale cattolica).
    la pillola è una soluzione sicuramente migliore e sono convinta che potrebbero essercene altre se solo la medicina provasse ad aiutare le donne invece che sfruttarle (le case farmaceutiche) e punirle…
    condivido perciò ogni parola che hai scritto.
    sono felice di esserti da stimolo e come vedi tu lo sei per me 🙂
    ti ringrazio moltissimo. diamoci una mano tutte e tutti e prima o poi otterremo qualche risultato…

  2. grexia says

    Hai ragione! Forse non mi sono spiegata al meglio perchè di cose da dire ce ne sono tante. Penso che non si possa fare gli obiettori se si è l’unica possibilità per quella donna… non spetta al medico prendere una decisione che è totalmente della paziente.
    Non è in sè il concetto di aborto a mettermi paura, ma è come viene fatta l’operazione. Alle volte però penso che ci sia un desiderio (forse da parte di chi non vuole l’aborto) nel lasciare che rimanga un intervento difficile e brutale, quando ci sono alternative (Anche se non applicabili in tutti i casi), come la pillola abortiva (scusa se insisto sul concetto). Una lotta da fare penso che sia in questa direzione, la medicina è in continuo progresso ma non in questo campo!
    Il tuo sito è per me un pozzo di stimoli. Grazie!

  3. FikaSicula says

    cara grexia,
    io lo capisco che certamente non è semplice mettere mano al bisturi, vedere il sangue o fare un raschiamento. lo capisco talmente tanto che non mi sono mai sognata di fare il medico. ma come disse una donna intelligente su sorelle d’italia, quando ti chiedono di fare il soldato e invece tu fai l’obiettore di coscienza perchè odi le armi la legge stabiliva che allora tu non avresti mai avuto il porto d’armi. lo stesso dovrebbe avvenire con i medici. se non vuoi fare una cosa che è odiosa ma salva vite umane allora non fai il ginecologo oppure non lo fai in luoghi pubblici. se dici no ad una donna che vuole abortire, quella lo andrà a fare dove corre più rischi e io credo che essere responsabili di morti indirette causate da omissione di soccorso sia più grave che assistere una donna che vuole interrompere una gravidanza.
    te lo dico con grande rispetto verso quello che fai tu e che pensi. spero di aver reso chiaro quello che voglio dire.
    sugli anelli vaginali grazie della dritta. è che io non l’ho mai usato e non è una cosa che viene pubblicizzata moltissimo.
    sai se ha effetti collaterali?
    ora comunque cerco info e integro il pezzo sugli anticoncezionali 🙂

  4. grexia says

    Sono perfettamente d’accordo e ci sarei andata anch’io se non fosse che abito un po’ distante da Firenze.
    Un quesito però me lo pongo, non tanto come donna a cui può capitare di dover abortire, da quel punto di vista non ho dubbi. Da un po’ di tempo, da quando ho iniziato a studiare medicina, mi chiedo se io riuscirei a fare un aborto, se mi riconoscerei in una persona che fa un intervento di questo tipo. E purtroppo non riesco ad uscirne… penso che non ci riuscirei! Non parlo della pillola del giorno dopo, e neanche della RU486 (che comunque viene somministrata abbastanza precocemente… SCANDALOSO CHE IN ITALIA NON SI USI ANCORA DI ROUTINE… piccola parentesi)… parlo del vero e proprio intervento abortivo (un vero e proprio intervento meccanico di raschiamento, io di solito ho lo stomaco forte ma questo….).
    Scusa la sincerità, ma ho tanti dubbi (più sulle mie capacità che sulla giustezza o meno di un intervento in sè). Invece senza dubbi affermo che non vorrei mai tornare indietro, la legge 194 è necessaria!!!
    Giusto per aggiungere: ho visto anche il tuo articolo sulla pillola anticoncezionale e sei stata molto esaustiva 🙂 però aggiungerei qualcosa sui più recenti metodi, ad es gli anelli vaginali. E’ dimostrato che sottopongono a minori concentrazioni di estroprogestinici (diminuiscono anche i picchi tipici della pillola) e riducono gli effetti collaterali… ah e si mettono una volta soltanto per ogni ciclo, lasciandoli in vagina per 21 gg. Direi comodo e sicuro!

  5. FikaSicula says

    darkblue: di nulla sorella – è uno scambio di informazioni dovuto! :*

    max: la legge italiana ancora non ha stabilito che anagraficamente un embrione è un essere vivente. è e resta una tua opinione e l’opinione di altri antiabortisti come te.
    qualunque sia la tua opinione resta però il fatto che non si possono costringere le donne a fare figli per forza. spero che almeno questo ti sia chiaro!

  6. max says

    Non so cosa significhi in realtà che sono le donne a pagare il prezzo più alto. Di sicuro so che un essere vivente viene soppresso e il fatto che avvenga con metodi più o meno raffinato non lo rende più accettabile.

  7. darkblue67 says

    Se lo avessi saputo un po’ prima oggi ci sarei andata anche io…
    grazie sorella..per tutte le informazioni che dai..
    pianterò un campo di prezzemolo..e ad ogni foglia una lacrima perchè se torneremo indietro sulla 194..saremo sempre noi donne a pagare il prezzo più alto.