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Anno nuovo: chi ben comincia…

I proiettili vaganti e le iniziazioni ai botti


E’ anche
per quest’anno abbiamo la nostra bella dose di mani mozzate e di proiettili vaganti. Proprio qualche giorno fa un amico mi faceva vedere il vecchio film con Luciano de Crescenzo “32 dicembre
e in uno dei tre esilaranti episodi era mostrata la sofferenza estrema
di un padre di famiglia che per mancanza di soldi non poteva comprare i
botti ai figlioletti.


Ma chi lo sa
che passa per la
testa agli uomini quando fanno a gara a chi lo spara più grosso. Io
ricordo bene come anche in Sicilia nel nostro piccolo si aspettava
quella mezzanotte fatidica per andare sui tetti e sulle terrazze a
sparare con le carabine pallettoni veri, di quelli che sono off limits
per i picciriddi, almeno fino a che non diventano più grandi. La
prova dell’essere diventati uomini sta nel fatto che il padre, un bel
giorno, decide che è ora per l’iniziazione alla machalità minchiona e
invita il bambino a fare questa cosa idiota che fanno i grandi. E il
bambino tutto orgoglioso va tranquillo perché si fida dei “grandi” e se
sopravvive lo racconterà anche agli amichetti. Perché le prodezze fanno
punti qualità di maschione e perdere una mano è al top del punteggio
nella hit parade delle prove del fuoco di questi uomini delle caverne.

Sono stata una bambina anch’io
e ricordo di avere avuto il mio bel brividino a tenere in mano la
fiaccolina tutta sfavillante. Da femminuccia zii e cugini non mi
facevano di certo salire sul terrazzo a sparare i botti. Era una cosa
da uomini. Uomini veri.


Ogni anno
una pallottola
rimbalzava su uno spigolo e andava ad ammazzare qualcuno che stava
semplicemente affacciat* al balcone o , come è successo anche
quest’anno, una persona che stava seduta comodamente a mangiare dentro
la sua cucina. Perciò i capodanni bisognerebbe trascorrerli con le finestre e
le porte sprangate perché è l’unica notte dell’anno (poi ci sono i
mondiali, i campionati vari di calcio in cui vince la nazionale e altri
rigurgiti di “entusiasmo” collettivo di quello stesso genere) in cui
chiunque può fare quello che gli pare e, cosa ancor più grave, può far
esplodere e sparare come gli pare.


Nel film
“32 dicembre” il
padre di famiglia di cui parlavo prima, alla fine – sebbene in ritardo
– riesce a trovare i soldi per comprare i botti e, esaudendo ad una
promessa fatta ai figli, li fa sparare fuori tempo massimo a metà gennaio. Viene richiamato
dalle forze dell’ordine che vorrebbero multarlo perché il questore, suo
vicino di casa, ha fatto un esposto. Il poliziotto che gli comunicò la
cosa gli lesse anche l’articolo del codice dove stava scritto che era
vietato fare esplodere botti. Il protagonista allora chiede se nello
stesso articolo fosse specificato che invece era legale fare esplodere
l’artiglieria la notte di capodanno e ricevendo risposta negativa
decide di denunciare lo stesso questore che proprio quella notte aveva
fatto un concerto di botti di ogni tipo. Così evitò la multa.


La condivisione dei sentimenti nazionali 


Questa cosa
mi ricorda
un’altra faccenda che tanto tempo fa mettemmo in scena con fratelli,
sorelle e amici/che in occasione di una partita di calcio in cui vinse
il Camerun. Qualche giorno prima aveva vinto l’Italia e ovunque c’era
un casino immenso. A noi dell’Italia non ce ne poteva fregare di meno e
oltretutto io avevo da studiare e quel frastuono mi stava facendo
impazzire. Così progettammo la nostra uscita da veri tifosi… del
Camerun. In una giornata procurammo aste e stoffe per le bandiere. Le
ricucimmo con pazienza e dopo la partita e la prevedibile vittoria
fummo pront*. Cinque macchine piene di accaniti e accanite tifos* con
bandiere e fischietti a girare per le strade, con la gente che ci
urlava di fare silenzio perché LORO dovevano dormire.


Qualcun*
ovviamente segnalò la
cosa alla polizia che mandò una volante. Riuscì ad acciuffarci dopo uno
strenuo inseguimento e alla fine i poliziotti non poterono non darci
ragione mentre esigevamo pari trattamento per la voglia di condividere
il nostro sentimento e la nostra gioia sportiva. Non è servito a
togliere legittimità ai tifosi patrioti dei mondiali ma di sicuro ci
siamo pres* una grande soddisfazione e io mi sono divertita moltissimo.
🙂


Nuovo anno e 1: il clero!
 


La fine
dell’anno in
calendario può comunque dirsi avvenuta e di sicuro ci vuole un augurio
a tutt* per un anno migliore di quello che è già passato.


I presupposti
ci sono tutti.
Il clero non ha smesso di terrorizzarci con i suoi editti, le sue crociate antiabortiste e le sue
scomuniche e non ha smesso soprattutto di fare della “sacra famigghia
il fulcro di qualunque significato moralista e bacchettone. Ultimamente
si è persino inventato che la famigghia sarebbe un luogo da custodire
per difendere la pace nel mondo.
Bontà sua, ognuno nelle cose ha ben diritto di vederci quello che gli
pare, purchè non pretenda che lo veda anch’io. Che non è mica semplice
indicare un punto fisso nello spazio e vederci gli angioletti. Succede,
certo, dopo aver assunto una buona dose di LSD. Io direi che il Vernacoliere di battutone così non ne tira fuori neppure se lo santificano.


Nuovo anno e 2: la violenza sulle donne!

Un italiano ha ucciso una romena.
L’ha uccisa perché voleva lasciarlo e per truccare la storia si è
inventato che era stata colpita da una “pallottola vagante”. Perché
certi “italiani” – dato che ragioniamo per categorie nazionali – quando
ammazzano hanno sempre di queste visioni mistiche – a proposito di
allucinogeni e pure di malafede.


E che dire
dei nostri
proiettili. A parte quello che ha ammazzato una donna giusto l’ultimo
dell’anno, poi ce ne sono altri che ogni tanto impazziscono e finiscono
un po’ dovunque. Sul cranio di Carlo Giuliani, sul collo di Gabriele Sandri, su altri corpi per i quali si dirà sempre la stessa cosa: si è trattato di un proiettile vagante. Perciò l’italiano che ha ammazzato una
romena
viene da una ottima scuola. Ordunque: se i romeni, come dice la
lega, sarebbero tutti delinquenti allora gli italiani che razza
sarebbero? Equilibristi delle palle? Allevatori di particolari volatili
in piombo definiti per puro caso proiettili?


Se i romeni
bisognerebbe,
sempre come dicono i leghisti, espellerli… allora agli italiani,
assieme ai loro particolarissimi proiettili, bisognerebbe fare un
esorcismo?

Nuovo anno e 3: gli italiani veri! 


Ma le donne
impallinate in questi giorni non sono solo quelle ammazzate.
Ce ne sono altre, ben vive e anche lucidamente conniventi con un
razzismo che non ci abbandona mai, neppure quando si dice che
bisognerebbe essere più buoni – e fesso chi ci crede.


Una donna
colombiana ha
sposato un assessore leghista. Voi direte: cazzi suoi! Certamente si.
Problema è che il marito l’ha fatta sottoporre dal sindaco, per
propaganda e tendenza alle strenne di carnazza familiare, ad un esame
di italiano. E quella lo ha pure fatto e ha infine avuto il coraggio di dire "si". Il problema è sempre lo stesso. Uno dei sindaci ridicolmente “insurgenti” leghisti, non statalisti, che ce l’hanno duro e minacciano di prendere le armi
per conquistare la padania, decide che per dare la cittadinanza – che è
d’obbligo dopo il matrimonio con un cittadino italiano e secondo la
legge non prevede nessun esame di italiano – bisogna dimostrare che il o la richiedente vuole diventare “veramente” italiano/a.


A me che
italiana non mi sono mai sentita e che non ho mai concepito la patria come luogo e segno di appartenenza di nessun tipo,
questa cosa suona davvero come una bestemmia. Una donna per avere la
cittadinanza deve dimostrare di voler diventare davvero italiana e così
le si da’ il bollino di appartenenza agli uomini italiani che, di
sicuro, difenderanno con microchip e sorveglianze varie lo strumento che si ritrova tra le cosce.


Mentre
quella donna svolgeva
l’esamino di italiano, precisando che sapeva persino parlare il
dialetto veneto, non ha solo colluso con un sistema patriarcale
architettato e tenuto in vita da coglioni. La donna ha firmato un
preciso patto di proprietà consegnandosi tutta intera a quegli uomini e
avallando una cosa che non sta ne in cielo ne’ in terra.


Ma che
minchia vuol dire
esattamente essere “veri italiani”? Avrà mica lo stesso significato di
“uomini veri”?  O piuttosto ha il significato che gli veniva attribuito
da mussolini e da tutti i fascistoni vecchi e nuovi come lui? Io direi
la seconda senza escludere la prima.


E però
la storia mi diverte e
allora voglio immaginarmelo questo italiano vero: è abbastanza brutto,
peloso e anche tozzo. Ha la pancetta e lo sguardo lascivo di chi
intende che ogni lasciata è persa. Possiede allevamenti di proiettili
volanti e di sicuro ha un’arma di difesa personale. Ama portare la
propria donzella in salvo ogni qualvolta ella chiede “Aiuto! Aiuto!” –
salvo poi stuprarla girato l’angolo per riscossione in natura della
riconoscenza – e insegue i cattivi con fare eroico e con un unico
identikit. Lo ha realizzato la speciale polizia degli italiani veri
che i cattivi li vede un po’ neri e un po’ romeni, un po’ chiari e un
po’ scuri, un po’ froci e un po’ puttane, un po’ anarchici e un po’
comuniste, un po’ atei e un po’ dei centri sociali, un po’ femministe e
un po’ studenti della facoltà di filosofia. Quest’ultima caratteristica
è tra tutte di sicuro la più temibile. Se studi filosofia sei
cattivissimo!


L’italiano
vero è anche
particolarmente dotato. Tutti coloro che ce l’hanno al di sotto dei
venti centimetri dovranno essere condannati alla prigionia. L’italiano
vero non è MAI omosessuale e ama la FAMIGGHIA. L’italiano vero non fa
scioperi e non si incazza mai se il padrone non dota le fabbriche di
misure di sicurezza che impediscano agli operai di morire uno dopo l’altro.
L’italiano vero è flessibile e soprattutto con la fabbrichetta
delocalizzata in romania ci fa tanti soldi e ci compra 32 metri di
barchetta per le vacanze estive che per il fisco risulterà soltanto un
mezzo "aziendale"!


L’italiano
vero è cattolico e
sposa solo donne cattoliche che possano continuare l’insegnamento ai
figli che lei partorirà con dolore. L’italiano vero è disponibile con
il prossimo, purchè parli il dialetto locale o si faccia fare un
bell’esame di italiano.


Così è
l’italiano vero e
quindi io che italiana non sono penso che non mi resta altro da fare che consegnarmi
a nuoto alle polizie libiche perché mi accolgano nelle loro grandiose
prigioni, nella speranza che mi concedano almeno la cittadinanza
siculo/africana.

Nuovo anno e 4: questioni di lingua e populismo fascista! 


Che la
questione della lingua
è poi tutta un controsenso. Affezionarsi ai dialetti locali, alle
lingue del popolo, è sempre stata una attitudine eretica e
rivoluzionaria. Altro che lega nord con il suo uso fascista dei
dialetti e con il suo populismo da restaurazione dei poteri forti. Il
vulgo, la lingua volgare – così era definita, contrastava con il latino
– lingua sovrana. I libri venivano scritti in lingue colte e
sconosciute ai più perché il popolo non dovea capire e solo i ricchi, i
nobili per stirpe e i ministri del clero dovean sapere. La scuola
siciliana – quella letteraria, e lo dico soprattutto per i leghisti che
magari gli è sfuggita questa nostra meravigliosa radice culturale – fu
abbastanza radicale nel proporre schemi linguistici innovativi e
popolari. E poi: come non ricordare Dante e la sua Divina Commedia
scritta in lingua “volgare” e Boccaccio con i suoi dissacranti scritti
per il popolo. Poi ci fu Lutero che osò tradurre la bibbia in altra
lingua diversa dal latino diffondendo il concetto secondo cui dio e i
suoi princìpi/comanda-menti appartenevano a tutti e non solo al clero.


E se quei
princìpi
appartenevano a tutti e tutti potevano avere libero accesso ad essi era
anche più semplice non accontentarsi più della interpretazione unica
della chiesa cattolica ed era anche più semplice cominciare a
scardinare un integralismo che era stato un tutt’uno con il sacro
romano impero.


Per questa
ragione poi ci fu –
e ve la sintetizzo in maniera davvero banalissima – la controriforma e
la santa inquisizione con il suo meraviglioso kit di torture, omicidi,
con le sue cacce alle streghe, i roghi, lo sterminio di artisti,
scienziati, geni, donne, uomini, eretici o semplicemente persone che
non obbedivano al potere così come fino ad allora era stato
riconosciuto e conosciuto.


Se vuoi
sconfiggere uno stato
inventati un dio o una religione e vincerai la guerra. Questo era un
motto pesante e applicato sempre e in ogni circostanza fino a quel
momento. Lo aveva fatto l’imperatore romano, così come quello ottomano.
Chi si sarebbe aspettato che un ceto di intellettuali ribelli
cominciasse a istigare a suon di versi biblici in lingua "volgare" il popolo stretto tra fame e carestie, tasse e
torture dei potenti? Nessuno. Clero e nobili erano troppo arroganti e
potenti e non se l’aspettava nessuno. Così iniziò un nuovo ciclo della
storia.


Quando
qualcuno voleva
rivoluzionare e scardinare i sistemi di potere sobillava il popolo
tenuto sempre alla fame e costretto a piegarsi ad ogni ordine
possibile. Persino della rivoluzione francese si disse che fu sobillata
da intellettuali e borghesi. E così andando via via sempre più avanti
fino al presente… e nel frattempo mi sono persa nella scrittura e non
so più per quale via ho raggiunto questo punto della discussione…


Ah si,
parlavamo di lingue e
di razzismi. La cosa che pare una novità (ma non lo è perché già lo
faceva mussolini) è che la lega usa il linguaggio della gente comune
per dire cose molto fasciste. Come se nel tempo della controriforma
cattolica in risposta alla riforma luterana la chiesa invece che
sterminare eretici si fosse applicata, per combattere contro le
innovazioni e l’andazzo che portava all’illuminismo, a recitare messa
in strettissimo dialetto locale per dimostrare quanto fosse vicina al
popolo. Di questo si tratta quando parliamo di lega e fascismi
nostrani. Di espedienti di restaurazione che mantengono intatti i
privilegi di clero, ricchi e delle “nuove” nobiltà con parole d’ordine
finto rivoluzionarie prese in prestito dal “popolo”. Perciò si chiama
populismo. Con l’aggravante che a sinistra di parole semplici non se ne
parlano quasi più. Chi le usa è solito fare altro populismo e ha
intenzioni ben poco rivoluzionarie (vedi l’allievo più capace di
berlusconi: veltroni). 

Nuovo anno e 5: i subappalti!

(e per ora basta perchè altrimenti neppure il sole di sicilia mi può evitare una depressione


Infine:
Dopo la convalida del decreto nazista sulle deportazioni ops espulsioni, il nuovo anno ci ha consegnato anche un altro ben augurante contratto con i libici. Gli abbiamo subappaltato la caccia allo straniero
nelle acque del mediterraneo. Perché a fare arrivare i morti fin nelle
nostre rive è una brutta cosa. Meglio se li raccolgono e li buttano via
in Libia.


Che dire
dunque, si apre un
bell’anno fatto di stimoli vitali a tenerci tutt* attiv* e in divisa
militante. E neppure per quest’anno, credo, potrò evitare di
incazzarmi per le cose orrende che succedono tutt’intorno…

Ps: scusate le scurrilità 🙂 e auguri di buon anno a tutt*! (Grazie per tutti i vostri auguri e complimenti a Blazar per la pazienza :)))

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

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  1. Il Mostro says

    “Lo ha realizzato la speciale polizia degli italiani veri che i cattivi li vede un po’ neri e un po’ romeni, un po’ chiari e un po’ scuri, un po’ froci e un po’ puttane, un po’ anarchici e un po’ comuniste, un po’ atei e un po’ dei centri sociali, un po’ femministe e un po’ studenti della facoltà di filosofia. Quest’ultima caratteristica è tra tutte di sicuro la più temibile. Se studi filosofia sei cattivissimo!”.
    BUAHAHAHAHAHHA… Sono cattivo e non lo sapevo!
    Ecco perchè amo Hannibal Lecter! 😀

    Bell’articolo. Cmq, i leghisti non li metterei fra gli italiani. Autodeterminazione dei popoli. Non vogliono essere italiani? Ok, accontentàti. Mangiate nebbia, vai vai.

  2. FikaSicula says

    Mario: come disse pioniere è fantastico avere qui finalmente in lettere e bit un esemplare di vero italiano. grazie di averci degnato della tua attenzione :PPP
    ps: ti giuro che chi ti dice che le femministe sono tutte brutte e racchie e non scopano mai ti dice una gran minchiata. aggiornati caro!

    Pioniere: grazissime per i complimenti e auguroni di qualunque cosa. bacione grande :))))

    Blazar: bella la citazione :))
    ma io sarei rimasta cecata e con le mani indolenzite a fare tutti quei link e a organizzare tutto quel po po’ di disegnino…
    ce vo’ pazienza, ce vo’ :)))
    bella storia! un bacione anche a te! :**

  3. blazar says

    […] nessuna pazienza. Anzi, impazienza. Insieme a pigrizia e boria […]

  4. pioniere says

    Mario, tu si che sei un vero italiano!

    Bel post! Complimenti fika!

  5. Mario says

    Ma non scopi mai?