Arriviamo a Roma in
treno. Donne e uomini. Gli uomini sono pochi e
motivati e partecipano all’assemblea organizzata da "Maschile Plurale".
Poi ci raggiungono. Tra loro un signore bravo, che assume posizioni
radicali, un filosofo che molte conoscono e apprezzano. Ha ottantanni e
in treno ci dice che è un maschio depotenziato. Ridiamo perchè senza
saperlo ha inventato lo slogan degli uomini che vorranno mostrare di
non voler esercitare mai alcun potere sulle donne. Il sabato prima era
stato a Genova a marciare con molti altri e molte altre compagne/i. Il
corteo è bellissimo. Straordinario. Enorme. Noi restiamo indietro e lo
vediamo sfilare
per rispettare la volontà delle organizzatrici che dal camion dicono
che i gruppi misti devono stare tra i partiti e sindacati. Non sarebbe
la nostra collocazione naturale ma non c’e’ problema.
Il blocco misto è davvero misto e quindi non si capisce davvero dove
stanno le sigle e dove i soggetti genericamente non separatisti. Molte
donne e uomini. Lo spezzone misto è enorme. Tanto grande che alcune donne
che ne vengono sommerse (perchè sono rimaste indietro) urlano ad alcuni
uomini di andare via. Lo dicono al compagno di ottantanni che viene
difeso dalle altre donne. E non è bello che gli uomini, definiti
carnefici, finiscano per apparire vittime (non è un bel messaggio da
mandare). Un’altro assalto all’uomo avviene più giù perchè c’e’ un
piccolo gruppo che s’e’ perso e nella confusione neppure quello ha capito
che noi stavamo nel posto giusto. Erano loro ad aver perso il loro
spezzone ridotto alla testa del corteo. Lo si spiega e tutto continua
bene.
La manifestazione è
davvero bella ed è un piacere sfilare e
chiacchierare con tante amiche e amici incontrati con sorpresa.
Incontro tante belle compagne anche romane che di separatismo non ne
vogliono proprio parlare. "Quasi bisogna vergognarsi di dire che
qualcuna è e vuole restare etero!" mi dice una di loro. L’altra mi
porta ad abbracciare lo "spezzone multiplo" con il quale sta sfilando.
Sono belle e belli. Mi dicono di essere sorprese che le compagne romane
hanno preso questa strada. "Pare che il sesso normativo da scelta
individuale sia diventato metodo applicato alle pratiche collettive. I
gruppi lesbici sono duri, puri e incazzati e pensa che guardano con
sospetto pure le bisex…" – mi dice un’altra compagna. Certo non è
bello pensare che il mondo da eteronormato possa trasformarsi in
lesbonormato. Specie dopo che abbiamo fatto tanta fatica per capire che
minchia vuol dire la teoria Queer.
Però non tutte le lesbiche sono separatiste e non tutte le etero sono
non-separatiste, niente generalizzazioni. Poi parliamo
delle disavventure genovesi e delle ferrovie dello stato che hanno
boicottato la manifestazione in solidarietà con i 25 processati. Della
storia del separatismo con tranquillità non se ne parla piu’. Anzi ci
si scherza sopra. Quando vedono arrivare un tipo, le betty esclamano
"Uh, un uomo, un uomo! 🙂
Lo vediamo da noi
che la folla è mista anche quando arriviamo alla
testa del corteo (percorriamo lo spazio lungo i marciapiedi ma dentro
molti spezzoni c’e’ più di un uomo). Ci perdiamo la Prestigiacomo per
un soffio e ci dicono che l’hanno cacciata. Qualcuna dice che i toni
potevano essere meno aggressivi, molte si dissociano, altre dicono che
se per genova si è fatto il pink block forse sarebbe il caso di
inventare un pink pink block al quadrato per gestire i conflitti in
maniera meno machista anche tra i cortei femminili. La forzitaliota
comunque se l’e’ voluta. L’ha fatto apposta. Sapeva che non sarebbe
stata ben accolta. Le abbiamo regalato una settimana di risalto
mediatico
gratis. Ha distrutto in un attimo l’immagine di donna che si sa
difendere da sola e che non chiede assistenza e protezione facendola
apparire – come da istruzioni del mondo patriarcale cui si ispira –
isterica e violenta. Ma al di la’ di tutte le valutazioni fatte col
senno di poi mi
rendo conto di provare un gusto infinito immaginando la bellona presa
ed "espulsa" dal territorio di quelle donne che non si è ricordata di
difendere quando ha appoggiato la legge sulla procreazione medicalmente
assistita o quando ha aderito al family day.
Pieno appoggio alla riappropriazione della piazza e dei luoghi di
discussione della politica [anche se qualcuna – esattamente e con piena certezza almeno due comari provinciali, acide e pettegole di Milano e Firenze con le quali sono sempre disponibile a fare la lotta basta che siamo nude, nel fango e che si faccia in pubblico per una raccolta di fondi benefit per autistici o supporto legale – continua a sfruttare la
storia del controseparatismo
per insistere nel criminalizzare e infamare le compagne
dicendo vergognosamente persino che non abbiamo difeso DAVVERO (come
ebbe a dire una delle comari con una battutona di pari intelligenza di quella della
Ravera sulle dieci "oche" che hanno occupato il palchetto) la piazza
dalle
strumentalizzazioni (e queste infamità non tengono conto che noi non-separatiste e relegate in fondo c’abbiamo messo qualche momento in più per "stare sulla notizia" 😛 e non tengono conto neppure del fatto che magari se la cosa si studiava "insieme" invece che svilupparsi per "corporativismi autoreferenziali" poteva anche improvvisarsi una azione arricchita da altre pratiche).: perdonateci care se non abbiamo il dono
dell’ubiquità e se abbiamo portato in
piazza "solo" i contenuti condivisi ; perdonateci se non siamo machiste e non marciamo con i guantoni
da box per dimostrare che ce l’abbiamo più lungo; perdonateci se invece
che urlare, anzi sbraitare
astiose ci piace parlare e
usare metodi di comunicazione altrettanto e forse più efficaci. Metodi che
magari non rendano vittime e con più potere di
strumentalizzazione quelle "donne" che non aspettano altro che vengano compiute azioni
di ingenuità politica di questo tipo… E qui un confronto sulle pratiche ci sta tutto
perchè fare le femministe e non rimettere in discussione le pratiche
machiste è un po’ senza senso e si apre anche il capitolo del
machismo al femminile che spero diventi argomento di confronto e di
conversazione tra compagne di buon senso che non hanno da prendersi
deliranti rivincite perchè non ci sono vincitrici e vinte tra noi anche
se alcune pensano – nella loro individuale competizione a chi piscia più
lontano – irresponsabilmente il contrario. Perchè sappiamo quando
bisogna agire per legittima
difesa e siamo sempre solidali con chi è vittima della repressione.
Sappiamo tutto, ma c’e’ chi ha superato la fase centrosocialista e chi
ha visioni autonome e originali dell’esercizio della difesa. Ah già,
dimenticavo… sviluppare opinioni non "in linea" per alcune persone
non è permesso. Solo esercizi di fede, autoritarismi e cameratismi al
femminile. E poi
la chiamiamo laicità :P].
Complimenti alle organizzatrici perchè comunque hanno portato in piazza
un’infinita quantità di individue e individui. "Che gli uomini stiano
in casa a mettersi in gioco nelle loro relazioni!" – affermano. Ma quei ragazzi e uomini che sono arrivati in piazza
sono proprio quelli che in gioco si sono già messi parecchio e stanno
già in fase di riflessione collettiva.
Ci sono slogan
potenti che
ricordano i contenuti. Nessun provvedimento di stampo securitario. Il
pacchetto sicurezza non serve a niente, perchè l’assassino ha le chiavi di casa e se la violenza è dentro casa non serve avere più polizia e a nulla serve la legge sulla
violenza che la ministra sponsorizza e promuove perchè continua a
insistere in termini repressivi piuttosto che agire per dare più
risorse e autonomia economica alle case antiviolenza o risorse e
autonomia economica alle donne che vogliono liberarsi. C’e’ quel "Chi
ti lamenti ma che ti lamenti, pigghia lu bastuni e tira fora li renti!"
(da mala razza di roy pacy: Che ti lamenti ma che ti lamenti, prendi un
bastone e tira fuori i denti!) che fa da colonna sonora e restituisce
alle donne l’immagine combattiva che contrasta quella della vittima
così paternalisticamente osannata da governanti e cattolici. C’erano
delle
donne giovani Rom che "stavano con Emilia la donna Rom che ha
denunciato l’aggressore di Giovanna". C’erano le bellissime betty del
Sexyshock con le loro tenute da burlesque, più miste che mai…
C’erano slogan vetero
vetero (beddamatri che bello dire vetero alla generazione che me l’ha
spiaccicato mille volte in faccia solo una cinquina di anni fa :P)
tipo "non lo puoi usare solo per
pisciare?". Ma a certe ragazze, etero, non fa proprio piacere
immaginare che lo
strumento possa essere dedicato solo ad un tal uso. E’ che ad alcune
non
serve ma ad altre si! A guidare il camion separatista c’e’ un uomo e un
cartello con su scritto che il maschio serve solo come camionista. Lo
fotografo. Mi sorride. Da uomini che non servono a uomini che servono
solo per funzioni controllate. Che messaggione! Andiamo bene. Ripenso
che devo continuare una novella lasciata in tredici dal titolo "Ovularia"
dove immagino una società controllata da donne che sfruttano l’uomo
persino per pigliargli il seme ed autoinseminarsi in un disegno di
controllo delle nascite al contrario. Non mi piacerebbe proprio una
società così. Ma proprio per niente.
La
manifestazione è antifascista. Vedo arrivare la Turco con le donne
dell’Udi e tutte a sorriderle. Ma lei socializza facile come dimostra la sua antica adesione al Branco Rosa, quella alleanza tra donne di potere (la Santanche’, la Mussolini che a quei tempi usava accomodarsi spesso sulle ginocchia della Turco) per ottenere più potere. Fa una cosa poco furba, sale sul palco
di La7 per concedere una intervista. Spalle girate alla piazza. Con lei
c’e’ la Melandri. Nel giro di pochi minuti alcune compagne salgono sul
palco e interrompono la trasmissione. Le ministre sono già scese e La7
interrompe offesa la diretta. Noi ci troviamo nel retropalchetto. Gridiamo
"brave" alle compagne e già che ci siamo ci concediamo un paio di frasi
quiete con le ministre. Faccio le foto che grazie al buio, maledette,
non vengono. Col senno di poi penso, ed è compito troppo facile lo
capisco, che forse bisognava prevedere che la tivvù prendesse lo spazio
comunicativo che non le spettava.
Penso
che quando si è concordata la diretta sapendo chi c’era in studio,
forse bisognava contrattare perchè una dell’organizzazione fosse lì a
fare da contraddittorio consapevole e forse bisognava anche non
lasciare la piazza scoperta nelle ore in cui scorreva il corteo perchè
era il caso che qualcuna desse una interpretazione su ogni singola
battuta d’agenzia che veniva fatta sul corteo (compresa la faccenda
della Prestigiacomo). Forse bisognava creare uno spazio di
comunicazione diverso con le tivvu’ di strada che pure esistono. Con le
radio che pure esistono. In streaming per fare seguire l’evento a chi
non c’era. Per costringere le tivvu’ nazionali, compresa La7 a prendere
le notizie dai canali che realizzavate voi, o noi, insieme, piuttosto
che diventare la fonte principale essa stessa di quelle stesse notizie.
La
comunicazione è importante e magari la prossima volta con più tempo e
meno allergia ad accettare la disponibilità e l’aiuto di chi può e sa
darlo bisognerebbe non fare di questi errori. Accentrare in termini
decisionali e di gestione diventa estenuante, pesante e rischioso. Nel
bene e nel male il gruppo che gestisce finisce per prendersi meriti ma
anche demeriti. E fa rabbia che tutto lo sforzo fatto finisca in due
battute della Prestigiacomo e in altre due delle ministre. Donne che
hanno volutamente stravolto il senso della manifestazione e che, si
sapeva, non avrebbero mai lasciato primeggiare i collettivi e i centri
sociali nella comunicazione relativa un argomento così centrale e
d’attualità in questo momento. Piena solidarietà alle compagne. E
qualche considerazione.
Una
volta tanto
in Italia il femminismo si è mosso dietro appello,
convocazione di gruppi autorganizzati e autogestiti. Per organizzare
una manifestazione senza cappelli politici e istituzionali. Poteva
essere una
buona occasione ed è un grandissimo passo avanti. Questo è il passaggio
meravigliosamente fondamentale di questa manifestazione. Ma è anche una
occasione persa perchè la prossima volta le altre femministe che con
numeri eccezionali hanno affollato le vie di Roma – le donne ds, i
gruppi agganciati ad alcune referenti istituzionali, i sindacati come
la cgil che c’era numerosa con rappresentanze da tutta l’italia (io li
ho visti perchè avendo percorso il corteo dalla coda alla testa per
stare in piazza prima possibile ho avuto la fortuna di godere di un
punto di vista privilegiato), le associazioni e case antiviolenza
legate all’Udi, i gruppi femministi istituzionalizzati – avranno un
buon motivo per dire che dato che per stavolta hanno lasciato fare e
dato che considerano sbagliate e non condivisibili molte cose (lo hanno
detto con dissociazioni pubbliche) accoglieranno con diffidenza
qualunque altra proposta che viene dalla stessa direzione e si
autoriconsegneranno la funzione di uniche organizzatrici di ogni evento
futuro.
Bisogna
quindi fare analisi comune e con un po’ di umiltà tentare, dal mio
punto di vista, di non perdere almeno una posizione di pari dignità così faticosamente
acquisita. E bisogna farlo mostrando la responsabilità politica di voler raccogliere anche critiche e amarezze (oltre che applausi pieni di giubilo) per non disperdere questo enorme patrimonio che è utile per ciascuna di noi. Bisogna farlo continuando il dibattito già iniziato e
provando a trovare una strada differente da quella che vede alcune in
pose ideologiche e identitarie arroccatissime. Perchè le conquiste non
si fanno da sole. Perchè un dialogo bisogna che lo ricerchiate anche
voi (a meno che davvero e ingenuamente non riteniate che i numeri della
piazza siano solo il seguito della vostra idea e pratica politica) e
credo che sarebbe bello che lo ricercaste a partire dalle compagne più
vicine che hanno più di un motivo di affinità con voi e che voi sapete
capaci di più che una singola azione di solidarietà collettiva. Spero
davvero in una discussione serena non contaminata da singole irriducibili e astiose
posizioni (persino in termini personali). Spero
che le idee abbiano il sopravvento sulla aggressività femminile e sui sintomi da ape regina detronizzata che è
sempre, costantemente oggetto del mio studio e so essere maligna,
escludente, praticante ostracismo in maniera subdola e devastante fino
ad annientare quella che ha deciso essere l’avversaria (intendendo causare solitudine e morte sociale che non è così diversa dalla morte fisica).
La piazza è piena e in un
angolo c’e’ la Pollastrini che concede una intervista. L’ennesima.
Afferriamo un paio di parole tra le sue dichiarazioni. Ci avviciniamo e
assieme ad altre donne le parliamo. Diciamo al giornalista che ascolti
anche il nostro punto di vista. Ma ai giornali non conviene. Hanno
ordini precisi. I giornalisti sono per la maggior parte ex addetti
stampa di partito. Cresciuti nelle stanze del potere. Di autonomia ne
hanno zero. Capacità di sviluppare una notizia ancora meno di zero.
Venduti. Perchè li difenda la federazione nazionale della stampa italiana non si sa dato che lo sanno pure loro vecchie volpi di che pasta è fatto il giornalismo italiano oggi. Quelli hanno una linea e la seguono.
Così,
come "per caso", hanno di sicuro filmato la scena "della aggressione"
provocata dalla Prestigiacomo e di certo avranno commentato l’altra
"aggressione" ai professionisti de La7 che sul palco non volevano le
bimbe che si sono fatte un culo stragrande per organizzare tutto ma invitavano quelle in
tayeur che di culo non se ne sono fatte neppure un pochino. Il
giornalista se ne va. Diciamo alla Pollastrini che il suo disegno di
legge non ci piace. Che la manifestazione chiede altre cose, altri
provvedimenti e che di sicuro non ha mai voluto un pacchetto sicurezza
che applica deportazioni naziste con l’alibi dell’aggressione dello
straniero. Lei incassa. Ascolta. Non interloquisce. Ma noi non urliamo
e quindi nessuna televisione si ferma e nessun giornalista fa foto.
Oggi leggiamo che lei ha dichiarato che le donne evidentemente non
vogliono che si faccia niente contro la violenza alle donne. Come può
chiamarsi una parlamentare così? Trovate una espressione e di sicuro
quella sintetizzerà anche il mio pensiero.
Non bisognava accettare l’adesione delle ministre. Non bisognava
accettare l’adesione di tutta quella parte politica che aveva
spalleggiato e legittimato il family day. Non bisognava… ma a che
serve dirlo. E se è stato meraviglioso per noi sentire dal camion che la piazza era nostra e non delle ministre non lo è altrettanto sapere che di tutto questo nelle fonti di informazione ufficiale non è passata neppure una riga (o quasi). E’ andata e fa rabbia sentirsi impotenti. Oggi leggo i
giornali. Scrivono di antipolitica e di incapacità di dialogo con le
istituzioni. Eppure signora Pollastrini ieri noi parlavamo proprio. Non
muovevamo soltanto la bocca. Il problema è che non ci ascoltava. Il
problema è che non ascoltate mai e che fate esattamente quello che
volete voi rispondendo ad esigenze che non somigliano neppure
lontanamente a quelle espresse dalle donne. Noi facciamo politica. Voi
ministre e onorevoli siete l’antipolitica perchè la politica è quella
bella cosa che accade anche (ma non solo perchè fare rivendicazioni in piazza è già alta politica) quando ministre e onorevoli realizzano le istanze
che vengono dai propri elettori e dalle proprie elettrici. Potete in
tutta sincerità dire che questo avviene? Io direi proprio di no. Non
solo. Non volete lasciarci neppure la piazza.
Vi prendete lo spazio televisivo. Inventate stratagemmi per stare sui
giornali un’altro po’. Per promuovere la vostra faccia e per spacciare
come utile la vostra funzione. E non riconoscerete mai che una piazza
come quella di ieri vi ha lasciate delegittimate, prive di una
funzione, completamente sprovviste dell’alibi che usate per dichiarare
che rappresentate le cittadine. Il corteo è passato. Se non sei
funzionale al potere, il potere – rappresentato anche dalle "donne" di
potere e lo avevamo detto mannaggiavvoi – ti toglie spazio pubblico e
ti condanna all’invisibilità. I numeri e le polemiche passano in
terzultima pagina. Oggi un lutto, una celebrazione del patriarcato
sommerge tutto quanto. In Afghanistan un militare in "missione di pace"
esplode e muore. Che volete che gliene freghi a tutt* oramai delle
donne che subiscono violenze? Perciò impediamo che si taccia su questo.
Andiamo avanti, presto, possibilmente insieme.
—>>>Segue un’altra foto sempre con dimensioni da anteprima. In generale se volete vederle più grandi bisogna che ci clikkiate sopra. Se volete vedere altre foto stanno QUI. Il confronto continua anche QUI. Vi segnalo inoltre la cronaca a caldo di Alba e le bellissime foto di Imprecario. E su DonnaTv trovate i video proiettati a Piazza navona e anche un video per raccontare la giornata a chi non c’era. Importante poi ricordare che continua la raccolta adesioni sul documento "Non ti scordar di me" che, Roma o non Roma (arriveremo a bomba :P), parla di pratiche, strategie, metodi per tenere vivo un dibattito estremamente importante.
ragazze quando potete venite nel forum di Anno Zero, ho aperto un post sul 24 novembre chiedendo una puntata:
http://www.forum.rai.it/…wtopic=184584&f=194
ci vediamo il 12
paola
errata corrige: non mi sono imbattuta nella Bindy ma in Livia Turco (me ne sono accorta dalle foto..)
Roma, 24 novembre 2007: 150mila basta! e le quattro P
Stazione Termini pullula di donne mentre su Roma scende un improvviso diluvio e tutte scrutiamo il cielo, io aspetto Emma ed Ilaria e inizio a respirare quel clima di appartenenza che si crea ad un raduno. Non c’è alcuna tensione, ci guardiamo sorridenti, ognuna col suo striscione, mentre crescono i piccoli cerchi di donne di ogni età e provenienza, arriva anche Ila e si parte! E’ uscito un caldo sole, puntuale il corteo avanza i primi passi, ora scalpitante e colorato, quasi scanzonato, negli occhi di 50enni e 60enni brilla una luce contagiosa.
Dagli altoparlanti però si sciorinano i dati numerici del femminicidio in atto, il lutto ci pervade tutte, come una marcia funebre, un atto di giustizia per le sorelle massacrate; le voci ribadiscono che l’assassino ha le chiavi di casa e il “pacchetto sicurezza” non ha niente a che vedere. I toni sono accesi ma fermi, forti della certezza di un basta-violenza definitivo e di un basta patriarcato!
Ci uniamo ad Emma e Mina del circolo femminista “Donna Proletaria” di Milano e con uno striscione di aquiloni testimoniamo ed esprimiamo la nostra dissociazione dal sistema patriarcale paternalistico autoritaristico autoritario del maschile, in tutte le sfere della società, rivendicando Autonomia.
L’immensa bandiera arcobaleno ci precede, la pace trasuda dai volti, sono ubriaca da tanta bellezza e creatività, avanziamo intonando slogan sull’oppressione e sulla libertà, d’un tratto mi esce dalla gola la famosa costola, [mai stata una costola!], ne parlerò anche a Radio Onda Rossa che col cellulare intervistava le donne in diretta [la mia personale catarsi.. grazie Roma]
Mi guardo indietro, il corteo è immenso, decido di tuffarmi con la macchina fotografica e il “Dignità ribelle” che indosso.. ma sento delle grida, c’è la Prestigiacomo col suo team e la stanno cacciando, lei si agita circondata dal suo cordame di sicurezza, sembra smarrita più che offesa, provo tenerezza per lei e poi la vedo come cellula di un organismo malato, omologata alla logica fallocratica di partito.. la caccio anch’io. Si avvicina una donna [del suo team?] con fare cristiano, ci esorta ad essere solidali in quanto donne, le sorridiamo benevole, sto per risponderle ma se ne va..
Parto anch’io, ripercorro tutto il corteo fino alla coda per poi risalirlo, sono entrata nella corrente, la que sabe è con me.
Fotografo tutti gli striscioni che incontro, vi leggo tutta l’intelligenza, la forza, la limpidezza, la grinta e la grazia del femminile, ho ancora addosso quei brividi di vita, la fierezza e gli sguardi, come se tutte da tempo avessero aspettato quel momento, essere lì a dire basta-non-se-ne-può-più.
Intanto Parigi brucia ancora e a Roma sfilano le donne, la prima spallata al patriarcato capitalista che ci opprime tutti con le sue logiche del profitto di destra, di sinistra, di centro.
Mi unisco ai cori, gli slogan diventano mantra, le nostre voci fanno il giro del mondo, siamo bellissime. Il corteo non finisce mai, rallento il passo, noto la presenza di uomini, serafici e femministi-dentro, fa piacere incontrarli ma stonano..
Decido di risalire e mi imbatto in Rosy Bindi, pure lei addossata al marciapiede, pure lei blindata, arroccata, attonita e ferma; non so se poi ste politiche uome abbiano sfilato come tutte noi o se bastava loro fare presenza.. di certo hanno capito di non essere affatto popolari..
Da un altoparlante sento: “Oggi abbiamo sconfitto la quattro P: la Pioggia, la Pollastrini, la Prestigiacomo e il Patriarcato!”
Che sollievo, rido da sola, le donne sì sanno essere rivoluzionarie, nessuna bandiera del 900, nessun compromesso per la pace, nessun regime imbriglia la que sabe, la donna selvaggia, la sentinella è libera, di agire e di reagire.. si chiama autotutela.
Quando raggiungo le altre assisto ad un tafferuglio, c’è un uomo con la barba, pelato, circondato da un nuvolo di donne che gli intimano di andarsene, siamo nel corteo separatista, forse nessuno glielo aveva detto al malcapitato, che sembra sentirsi in trappola e in quasi panico. Lo lasciamo al suo destino, [anche questa è auto-determinazione, anche questo è karma..] emerge la pretesa di rispetto per la diversità, la nausea per il paternalismo strisciante o meno, la benedizione del vescovo, del padrino, dell’onorevole, dell’industriale, del generale e del presidente, su fino al dio con la barba, tutto solo senza dea, un dio degli eserciti fuori tempo massimo.
Piazza Navona è vicina, io sono mestruata e mi devo assentare, quando torno mi raccontano del palco abusivo della partitocrazia e dello smantellamento dello stesso/a [palco e partitocrazia]. Sono felice, non vorrei dover tornare a casa, lo schermo gigante intanto dà voce alle donne che conoscono da vicino il fenomeno della violenza familiare, la gabbia dei ruoli, la conciliazione del tempo, il gap di genere, lo squilibrio nella gestione del bene comune, la pace per i bambini, Donne in nero docet.
Il femminismo risorge trasformando la paura in forza, anche separatista, se serve a dissociarci dal sistema di governo fallocratico misogino mondiale, fondato sullo sfruttamento e gli armamenti.
Il pullman delle donne di Usciamodalsilenzio di Milano mi riporta verso casa, notte indelebile con Donna Proletaria che racconta il suo ‘68 e l’entusiasmo per il successo della manifestazione, poi la notte, nella vuota Milano Stazione Centrale, Emma mi lascia un libro rosa, si chiama “Lucy” e racconta la storia delle fondatrici del femminismo, le radici della ribellione, come oggi, a Roma, le 150mila Donne.
cara bp :)*
le separazioni se diventano integralismi sono brutti assai, sono d’accordo.
mi vado a fare la cotoletta che è da ieri sera che ci penso. :)))
bacioni
Nicoletta, lo stile è stile ed il tuo è quello che ho descritto. non mi hai detto solo di trans e lo sai bene anche tu. e su genova: io veramente avevo chiesto l’adesione all’appello di supporto legale e non su quell’altro con un firmatario che ti stava sulle ovaie sul quale mi hai offerto ampi chiarimenti. cosa c’era che non andava nell’appello di supporto legale? o era solo avversione ad aderire agli appelli altrui? e l’adesione è stata data comunque solo qualche giorno prima su mia insistenza e di qualcun altro nel bel mezzo di una discussione in cui si parlava di altri appelli “autonomi” e ben altre adesioni…
ma lasciamo perdere… 🙂
sono cazzi tuoi!
Rifletto e penso: si fa un gran parlare del fatto che le donne non devono mostrarsi in quanto vittime ma si devono difendere e poi tu guarda che aria offesa state assumendo perchè mi sto difendendo 🙂
un po’ paternalistico il vostro atteggiamento…
vi piacerei di più se fossi piangente e bisognosa di protezione?
E poi nicoletta, tu hai tentato di influenzare eccome la mia opinione sulle cose e quando hai visto che io ragiono in maniera autonoma e non seguo la tua linea è iniziato il massacro di battutine, derisione, frecciatine, veleni, infamie. veri e propri atti di bullismo…
eppure sembrate persone intelligenti. potreste sostenere confronti in maniera onesta. che bisogno avete di massacrare la gente se non la pensa come voi? che bisogno avete di reagire in maniera così autoritaria? chiedetevi perchè vi si innesca questo meccanismo meschino, perchè quando si discute di donne il problema della violenza non riguarda solo gli uomini…
Sulle ingenuità: ti ringrazio del consiglio e lo so bene. ma rendere facile il compito alle polizie non è mai carino.
Il tuo intento da identificazione sbirresca è stato comunque deliziosamente bloccato e quindi nessun problema.
E’ tutto anche per me.
Un’ultima precisazione, poi passo e chiudo: sull’uso delle/i trans avevo scritto anche in quella lista, quindi non vedo dove stia il segreto; su Genova, lo sai bene, ritenevo assurdo aderire all’appello di “Quelli di via Tolemaide” ed ero invece per un appello autonomo di Facciamo Breccia, cosa che poi è stata fatta, trovandoci tutt* d’accordo.
Non mi soffermo sull’ingenuità di scrivere le stesse cose in alcune liste con nick e in altre con nome e cognome e pensare di essere tutelata. Sono fatti tuoi.
That’s all, Nic
ti dirò, cara e fika fika..
la mia preoccupazione, strafondata a quanto pare, è che questo “fanatismo”- o almeno quella è la strada- non faccia altro che allontanare da noi ogni discussione politica, ogni tentativo di confronto, ogni uomo e ogni donna che possa ancora definirsi tale.
rimarchiamo, fino a seccarci la gola, le distanze; denunciando e affermando le nostra posizione, altimenti ci sarà un vuoto da fare eco!
(per il link io già preovvedei o preovvedetti o prevvedebbi… ho già provveduto a suo tempo 🙂
mangiata la pastuzza :)))
eh si bp. gran brutta discussione. strascichi da relazioni tra femmine che inficiano il confronto. togliersi dalle ovaie queste discussioni dense di personalismi (che senno’ devastano e invadono la sfera del confronto politico) consente di far riemergere la discussione politica che è assai più importante e sicuramente di maggiore interesse. scusatemi se vi ho devastato con questi cazzi, ma era necessario.
e a proposito del processo per stupro bp, si, pare davvero un miracolo dopo tutto quello che hanno fatto o detto. qualunque fosse la sentenza in ogni caso la gravità di quello che è accaduto e sul piano culturale (e personale per la ragazza e sua madre) di quello che hanno scritto e detto parenti e amici è davvero tremenda. davvero il livello che si è toccato con le calunnie e le diffamazioni fatte contro la ragazza è stato bassissimo, considerando l’ambiente da cui proveniva…
bah 😐
la cotoletta e il contorno di patatine sono davvero una garanzia. me ne hai fatto venire voglia :)))
me le faccio domani!
vi bacio e abbraccio
bei tesori e ora che c’ho un attimo di fiato vi linko pure (imprecario e bp)
che in questi giorni non ho avuto davvero ossigeno per pensare a farlo.
notte bella compagn*
effettivamente…
ho letto tutta la discussione e i commenti di alba e imp mi hanno fatto tirare un forte sospiro di sollievo… ho ripreso fiato…
vi dirò: cotoletta con contorno di patatine frittemi da mè..
una garanzia!
BUONA PASTUZZA 🙂
Alba e imprecario la vostra incursione è assai gradita :))))
siete grandi!
io a cena?
oi oi… ho lasciato la pasta a freddarsi sul tavolo per poter scrivere nei miei 40 blog :)))PPP
la cenetta proletaria e laica io la vedrei assai bene. si si. prima o poi la dobbiamo organizzare sul serio, magari dalle vostre parti che mi sembrate più numerosi 🙂
grazie di questa boccata d’ossigeno!
vi voglio bene…
e ora vado a mangiarmi la pastuzza
baci
albè dieta? prima o poi una cenetta proletaria e laica come la vedete…giusto per stemperare un po’ 😉
BANZAAAAAAIIIIIII!
😀
che hai fatto per cena? io niente …
Cara Nicoletta,
non ti dispiacerà spero se ho editato il tuo commento sostituendo il nick al mio nome e cognome. Siete libere di scrivere i vostri (che io non ho mai scritto, che se volete posso cancellare o sostituire con nick altrettanto “identificabili”(comare toscana e comare milanese se volete, no?) – dato che procedete per identificazioni sbirresche – e che in una ricerca su google risulteranno visibili) ma se permetti la tua nota con intento vendicativo da sputtanamento che non rispetta la mia privacy con tanto di nome e cognome della tua interlocutrice io non la accetto. Non perchè non mi assumo quello che dico, tutt’altro, ma perchè un nick sul web è già una firma (se è conosciuto e non anonimo come il mio. quando mi leggi tu sai chi è la persona che scrive. io non sono quella che usa nick estemporanei e anonimi per scagliare pietre dal buio e poi nascondere la mano) e attraverso quella firma si scrivono denunce sociali e cose importanti e svelarla è utile solo agli sbirri (e ora dimmi che se non ho nulla da nascondere devo farmi teknosorvegliare e siamo davvero a posto :P).
Rispetto alle tue mail:
Mi hai mandato una bella mail per “mettermi in guardia” da un certo gruppo femminista che direbbe cose che non condividi.
e non entro nel merito di ciò che hai detto, quanto della modalità con cui lo hai detto. Io con la gente, anche con quella con cui non sono d’accordo, amo confrontarmi alla luce del sole e infatti quello che penso lo scrivo, non lo insinuo in mail private.
mi hai mandato una mail dicendomi che su genova non bisognava aderire (e ti riferivi alla proposta di adesione che io sollecitavo da parte di un intero gruppo politico e non della tua personale) perchè tra le firme dell’appello c’era qualcuno (disobbediente o non so) che avrebbe commesso chissà quale altra infamia nei confronti tuoi e del tuo gruppo femminista. e per spiegarmi meglio mi hai persino detto che mi avresti addirittura telefonato. mi hai spiegato che avevi dubbi sulla adesione alla manifestazione di genova e basavi il tuo rifiuto a dare una adesione sulla base di questa tua opinione su questa o queste persone di cui mi parlavi. a questo, come sai e come chiunque può leggere sulla mailing list che entrambe frequentiamo, io mi sono pubblicamente opposta e ho chiesto fino alla fine una adesione alla manifestazione di genova che ad onor del vero è stata data appena qualche giorno prima del corteo.
Di altre femministe delle quali frequenti le mailing list, e che io nella discussione con te ho difeso, mi hai detto altre cose e con toni “complici” da “ti spiego io come sono queste qui” (mi pare di ricordare che parlassi anche di un qualche “uso” dei trans o qualcosa di simile… mi sbaglio?), cose a parte, quindi, rispetto i tuoi interventi pubblici. e non sto qui a precisare perchè dovresti tu avere il buon gusto di confrontarti con la gente invece che sparlare alle spalle. Il tono e la modalità sono sempre di sussurri, pettegolezzi e insinuazioni (quand’anche di autoritari “inviti” a smetterla – e su questo siete fatte con lo stampino tu e elena – di parlare di argomenti che non ti piacciono o di esprimere opinioni che non condividi) fatte da chi evidentemente ritiene sempre di saperla più lunga di qualunque altro essere umano…
Le tue mail, con cose che a mio parere, per lo stile e modalità con le quali le inserisci o le frapponi nel bel mezzo di discussioni per orientarle e imprimerne una precisa da te voluta conclusione, sono un po’ lontane dalle semplici valutazioni politiche e arrivavano puntuali a “chiarire il tuo punto di vista” per influenzare il mio su alcune cose. Questo è anche il tuo stile dunque e non mi piace tant’e’ che non ho dato alcun seguito a quelle conversazioni.
E sulla scenetta della fi’a toscana e della tua cavalleresca difesa stendo un velo pietoso perchè davvero è patetica.
Grazie della cortese visita.
A presto
Elena, in breve e senza conclusioni che io non sono brava a fare comizi (e lo vedi dalla mia incapacità di sintetizzare e di esprimermi per slogan):
1. Questo blog è uno spazio aperto che accoglie ogni contributo. Tu sei venuta a buttare merda e ad “usarlo” per ritagliarti alleanze. E se permetti in quello che è anche il mio blog io aspiro ad ospitare notizie di ben altri livelli. Che comunque non significa che io ti abbia censurata, come hai ben visto. Perchè tu hai diritto di replica e io ce l’ho di replicare alle insinuazioni e alle infamie che lasci. Eppoi, mia cara, io non s-parlo. Questo è territorio pubblico. Quella che sparla e se ne vanta sei tu.
2. Se tu avessi una qualche conoscenza del web sapresti che un nick corrisponde a quel nome e cognome che ami tanto sventolare in faccia al mondo. Tutt*, meno che te, sanno chi è marijuana. E’ un account mail e non un nick che uso su qualche blog. Tu hai parlato di nick anonimi e un nick che è conosciuto da molti anni non è proprio anonimo per niente. E, di grazia, dove stanno le infamie che avrei detto su di te sotto il nick di marijuana? dato che ho scritto in una lista pubblica (sexyshock) con archivi leggibili da chiunque mi piacerebbe capire di cosa parli e quale altra infamia vorresti insinuare.
3. Insisti nell’insinuare il dubbio che io possa essere affetta da lesbofobia e davvero non hai la più pallida idea della cazzata che stai dicendo. Ma evidentemente per te è d’uso replicare a opinioni complesse con un generalista e banale “al lupo al lupo c’e’ la lesbofoba”. Anche questa è una forma di discriminazione, lo sai? Mi viene il dubbio che tu abbia problemi di eterofobia…
Una volta a Londra mi è capitato che in un pub un tizio mi ha toccata e io gli ho detto di smetterla. Lui, che era nero di pelle, per tutta risposta si è messo a urlare che io ero una razzista. Per cui, come vedi, non sei l’unica a usare questi luoghi comuni per replicare a reazioni che ti mettono un pochino in difficoltà. Ma devi avere una altissima opinione di te stessa perchè altrimenti non si spiega il perchè tu non riesca proprio a concepire che a qualcuna le cose che dici o fai possano non piacere a tal punto da inventarti che è lesbofoba. Se non mi piaci allora devo essere lesbofoba per forza no?
Leggere tra le righe è una attività interessante ma di certo “tra” le righe ciascuno può piazzarci quello che gli piace credere. Dipende da quanti pregiudizi tu abbia e quanta disonestà intellettuale hai nel manifestare le tue letture tra le righe come “certezze”. Ti sbagli infatti. Ti sbagli completamente.
4. Io credo che tu scambi le critiche per recriminazioni perchè evidentemente ti è più comodo così. E fino ad ora mi pare che tu abbia relegato ogni critica nello spazio degli interventi fastidiosi e non interessanti. Basta vedere il tono e le parole che usi per controbattere alle critiche. E in ogni caso come ti ho già detto non sei tu a dover dire chi la deve smettere di fare o dire cosa.
5. Il fatto che non siate riuscite ad isolarmi non significa che non abbiate provato a farlo. Di certo l’attività del pettegolezzo e dello spargere bugie è proprio scritta nei manuali di bullismo di chi vuole eliminare qualcuno dal proprio terreno sociale. Quindi, data l’intenzione, il fatto che non ci siate riuscite non vi assolve (e non significa neppure che la vostra azione di mobbing sia finita). Quello che siete riuscite a fare comunque, mentre tentavate di rovinare la mia reputazione, è di aver causato tensione nelle mie normali relazioni politiche, di aver causato anche fratture che mi sarà difficile sanare. E questo enorme danno attiene ad una vostra precisa responsabilità.
6. Chiunque conosca il significato di infamia infatti capisce chi ne sparge. Su questo siamo proprio d’accordo. E sono lieta che tra comari, nella perfetta logica del branco o di mutuo accordo tra api regine, riuscite ancora a manifestare reciproche attestazioni di stima e solidarietà. Qualunque gruppo che ordisce o commette spontaneamente atti di aggressione sociale nei confronti di chiunque si spalleggia ed è compatto e solidale.
7. Se non sei tu la fi’a toscana, il che davvero mi viene difficile da credere, non sei comunque una che ha sparso meno infamie. dato che ne hai sparse per mail e qui durante questo tuo tour in visita. Sui 40 blog in cui scriverei: se per favore me li elenchi e indichi perchè davvero non li conosco. E come già ti ho detto ti dai troppa importanza perchè io non ho tutto quel tempo da perdere tanto da scrivere su 40 blog e da pensare a te così a lungo.
e infine, per rispondere ai tuoi cortesi saluti, le tue repliche sono sempre ben accette qui. ma quando parli con qualcuno ogni tanto devi aspettarti (o forse non sei abituata a questo) che dall’altra parte qualcuno ti risponda e non sempre ti può dire bene brava bis. Io da te non me lo aspetto. In quanto ai recinti privati credo che quella sia una cosa che riguarda più te data la modalità con la quale hai sostenuto il separatismo e date le modalità che hai per tenere, politicamente certo, compatto e allineato il gruppo politico in cui ti muovi. E dimmi se lì non pratichi mobbing, su. Dimmelo quanto apprezzi repliche nella mailing list della breccia…
A presto
Cara Fika Sicula, ecco qui anche me con nome e cognome: Nicoletta Poidimani, di Milano.
Ah, per chi legge, sarei l’altra ‘comare’.
Scrivo solo per ricordarti che io non ti ho mai mandato, come tu dici, “fior di mail” per dirti chi frequentare e chi no (ma cosa me ne frega di chi frequenti, scusa?), ma che in uno scambio di mail sul corteo di Genova e su quello del 24 ti ho espresso dei pensieri miei che sono già stranoti al mondo:
1. che non condivido e mi suscita diffidenza intellettuale il postmodernismo, anche quello delle Betty,– ma questo l’ho scritto pure in lista sexyshock e in articoli/pubblicazioni
2. che non ho mai sopportato i disobbedienti (tanto più adesso che uno di quell’area sta creando guai giudiziari a me e ad altri).
Non vedo in ciò nè trame segrete, né indicazioni su chi frequentare e chi no. Se mai ti ho detto chi/che pensiero/che area non frequento io.
Sul resto delle tue accuse non m’interessa entrare. Né sulla logica del noi/voi.
Come ho già scritto altrove, ora preferisco godermi gli effetti benefici del corteo del 24 ed elaborarli con le mie compagne.
Ultima cosa: per curiosità quando ho letto la tua mail ho chiesto a Elena se fosse davvero lei la fi’a toscana che ti attaccava e a cui avevo risposto nel blog di controviolenza. Mi sembrava strano che una come Elena avesse usato una sineddoche per firmarsi.
Ciao, Nic
In breve e concludendo:
1. pensavo che scrivere su un blog non fosse sfruttamento di spazio altrui, tanto più se lì di me si parla o sparla.
2. quindi visto che dici di usare semprelo stesso nick la marjuana in sexyshock non sei tu?
3. Io la lesbofobia la leggo tra le tue righe, ma può darsi che mi sbagli.
4. trovo che le critiche possano essere un’attività politica,le recriminazioni assai poco, ma si vede che la pensiamo diversamente.
5. dubito che possiamo averti isolata visto con quante e quanti condividi tutto ciò che scrivi.
6. esprimo la mia solidarietà all’altra comare perchè chiunque conosca il significato di infamia potrà giudicare chi ne sparge, senza che io o te glielo diciamo.
7. Io non uso mai nick, non sono quella che si firma fi’a toscana (come hai insinuatoin uno degli altri 39 blog su cui scrivi) e se non ci credi è affar tuo.
Cortesi saluti
e qui finisce la mia partecipazione a questo blog, visto che tu hai il diritto di scrivere ciò che vuoi su chiunque ma non apprezzi repliche nei recinti della tua proprietà privata
cara elena, grazie di essere venuta a sfruttare questo spazio per riappacificarti in un gioco di equilibrismi politici davvero niente male, con tutte le non separatiste nei confronti delle quali avete sparato merda e per tracciare altre linee di separazione tra me è il mondo. mediare, ritagliarsi alleanze, ma estromettere con polso fermo elementi di disturbo… bella scuola davvero. pare che tu abbia frequentato i corsi dell’abc politico delle frattocchie. brava, così si fa. te l’hanno già detto che sei tagliata per la ppolitica? sei una vecchia volpe! diventerai presto parlamentare, di sicuro 🙂
io uso un solo nick e mi firmo con quello (scrivere in 40 blog, davvero divertente. io ho un po’ da fare nelle mie giornate per perdere tempo a concentrarmi così tanto su di voi che di certo non state proprio al centro dei miei pensieri tanto da farmi mettere lì per ore a scrivere robe per il gusto sadico di fare danno a te. credo che tu stia sopravvalutando un po’ troppo almeno il tuo ruolo nella mia vita :P). di questa storia ne ho parlato qui e nei luoghi politici dove mi pare debba pure essere chiarita. qui perchè fiele e infamità le avete buttate voi su di me (anche sotto altro nick sul blog di controviolenzadonna con quella bella scenetta della difesa da parte dell’altra comare) perchè è l’unico modo che evidentemente conoscete per controbattere in politica quando non avete altri argomenti da opporre.
la tua logica è un po’ contraddittoria e anche perversina: diresti mai ad una donna stuprata o molestata o oggetto di mobbing e stalking di riferire alle amiche invece che di autodifendersi e denunciare in pubblico per non perire di morte sociale e fisica? ti fai vanto di “non lavare i panni sporchi in pubblico” ed è cosa strana detta da una che fino a qualche giorno fa era in piazza a dire alle donne di non tacere le atrocità che accadono nel segreto delle loro case. se ti sei sentita lesa in qualche modo perchè ricorrere ai pettegolezzi? o che magari ti mancavano le ragioni e quindi è più comodo lasciar scorrere pettegolezzi e infamità a fiumi? non ti piace parlarne in pubblico ma ti piacciono i linciaggi privati insomma. bella storia.
io pubblico qui perchè è anche il mio blog e perchè una infamità la si svela in pubblico perchè cessi o si affronti. con le stesse modalità che si usano per denunciare un abuso o un atto di molestia (quel certo mobbing/stalking che solo le donne sanno realizzare così bene proprio per causare morte sociale). perchè se non si denuncia non finisce mai, giusto?
perchè se non si svela tutto continua di orecchio in orecchio tra voi comari che allegramente vi divertite a infamare la gente senza contraddittorio e senza avere il coraggio di affrontare direttamente la persona oggetto dei vostri insulti. e poi vuoi mettere il grandioso argomento che vi ho fornito per denigrarmi ancora mentre fate il vostro taglia e cuci? 🙂
io non spargo infamità, balle, pietose bugie come fai tu (trovami qualcosa che dimostri il contrario, vai, che a cercare il pelo nell’uovo lo trovi di sicuro anche dove non c’e’) , ma dico “di pancia” (sei tu quella che decanta e sputa infamate alle amiche in privato tranne per il fatto che ops ti scappano in mailing list pubbliche. ti è andata male, che vuoi farci!) quello che è – subito – senza curtigghi e pettegolezzi provinciali di cui IO non sono mai stata capace. il perchè del tuo attacco personale e di quello dell’altra preziosa donna io non lo so (problemi?).
e il tuo livello di contestazione è dimostrato dalla minchiata che dici sopra (cos’e’: ora hai deciso di emanare la bolla papale tra le tue amiche inventandoti che il mio blog è antilesbico? che per fortuna che mille cose che la breccia ha fatto stanno qui a dimostrare il contrario e possono crederti solo altre comari come te. hai proprio esaurito le infamate o me ne devo aspettare altre?).
se contesto il separatismo e parlo di sessonormatività dovrei avere problemi con le lesbiche? è perchè mai? sai qual’e’ il mio orientamento sessuale per caso?
le mie valutazioni sono meno intelligenti e legittime se non accompagnate da una mia ufficiale e roboante dichiarazione di lesbismo?
io non ho problemi con le lesbiche no. ho problemi con te e l’altra tua comare. tu hai problemi con le etero?
hai problemi a parlare di questo senza infamare la gente e creare altri steccati e separazioni (sul palesemente ostili: che c’e’ tanta gente che trova palesemente reale persino dio eppure mica si vede. l’importante è crederci, no?)?
le cose che scrivo sopra me le hanno dette. c’e’ gente che le pensa. rispondi a quelle invece di stare a preoccuparti di infamare in maniera stizzita e acida me. rispondi a loro invece di concentrarti ancora per conservare spazi pubblici di potere sociale e togliere legittimazione a me in ogni luogo possibile.
che succede: se mi togli dalle balle sei più tranquilla? la mia voce e il mio contributo sono così sacrificabili all’ombra del tuo corpo nudo con altre occupazioni?
vuoi restare l’unica nel “cuore della breccia” come avesti a dire? l’unica eroina che si fa portatrice di messaggi politici utili per le donne e per l’umanità? minchia! non sapevo che madre teresa di calcutta fosse ancora viva e si sentisse così necessaria da pensare che il resto del mondo non lo è…
non mi faccio togliere da due comari affette da bullismo il diritto di combattere per le cose per cui ho sempre combattuto. mi spiace per voi ma non mi tolgo di mezzo per farvi stare tranquille e la vostra operazione nefasta riuscirà solo a rendervi protagoniste di un mio prossimo e meraviglioso racconto 🙂
naturalmente proteggerò la vostra privacy e non dirò i vostri nomi. ma è innegabile: siete due soggette letterariamente più che appetibili :)))
se poi per fiele e infamità (mentre le tue sarebbero solo acidità? che bel gioco di capovolgimento linguistico :P) intendi idee politiche e sui metodi diverse, l’averti detto in mille modi che non avete realizzato condivisione manco per un tubo e che avete deciso e fatto tutto accentrando secondo metodi autoritari che non mi piacciono. che ci siete passate come un kamikaze sopra la testa e che ora tu e l’altra gasate dal successo vi sottraete persino al confronto (e poi me lo spieghi cos’e’ confronto per te: dirti che hai ragione? che seguo la linea?) e aggiungo ora a ragion veduta che usate delegittimare e infamare quell* che considerate avversari o compagni non allineati (ed è il tuo stile visto che lo fai pure con altre persone con le quali ti chiarirai in altri equilibrismi ops modi politici) per togliere legittimità e dignità politica alle sue posizioni. (E’ anche lo stile della tua comare che mi ha mandato fior di mail – e se lo ha fatto con me mi viene il dubbio certo che lo abbia fatto anche con altr* – per spiegarmi chi dovevo politicamente frequentare e chi no sulla base di preconcetti e storie che non saprò mai se sono state inventate e alle quali per fortuna ho sempre l’abitudine di non prestare ascolto)
Insomma, cioè, lavorate lente lente e pazienti per corrodere la reputazione di una persona per causarne morte sociale. dicevo, se le infamità di cui parli sono queste io le ho scritte in pubblico a mia firma e non ho niente di cui vergognarmi, IO, dato che sono opinioni politiche e ora opinioni personali su di voi aiutate da prove provate.
la vostra è irresponsabilità politica, è atteggiamento da bulle, da cape branco, altro che donne che fanno politica. usate pisciare nei territori per seminare fango, per fare ostracismo, per escludere e ritagliarvi spazi di rappresentanza.
che se non beccavo la tua mail (e a palermo si dice che ci pigghi ri ‘ncapo commu i bagasci ri palermo) ancora tu e quell’altra negavate di dire merdate (di cui sapevo già ma fino a che non c’e’ la prova se una si esprime con “acidità” per difendersi è gioco facile farla passare per cattivona. non è così che si fa nei processi per stupro?).
con te e quell’altra non ci sono proprio le premesse per ragionare senza aggressività perchè quando io sono infamata e attaccata mi difendo e se non vuoi fare a botte pro benefit nel fango pazienza, capiterà di vederci e ne parleremo, stanne certa. e solo dopo che ci saremo viste forse io sarò meno aggressiva con voi.
perchè la mia faccia è intatta e ti incontro senza problemi dovunque ti pare.
sulla manifestazione ci sono recriminazioni da fare e critiche e non sei certo tu a dettare l’agenda degli argomenti da trattare anche per il dopo (stesso metodo eh? non ti stanchi mai). e i chiarimenti e l’abbassare i toni per me riguarda il rispetto di altri e altre. con te non abbiamo ancora chiarito niente perchè tu non hai parlato di politica mentre mi infamavi ma parlavi di cose miserabili che di politico non hanno niente.
invece di pigliarci di sopra come le bagasce di palermo (ti traduco la idiomatic form che magari non l’hai capita), dimmi che ti dispiace e che hai fatto una merdata magari sotto effetto di droghe pesanti, ma smettila di rivendicarti una cosa indifendibile di cui tutt* si possono rendere conto. chiedimi scusa e allora andremo avanti perchè neppure io porto rancori e le persone le valuto per il valore complessivo che hanno e non sulla base del fatto che mi stanno sulle ovaie a pelle come forse succede a te. a me non interessa primeggiare sulla vostra pelle (a voi evidentemente si). siete due persone che portano avanti lotte che condivido con modalità che evidentemente non condivido e se vi concentraste sulla possibilità che alle persone i vostri metodi non piacciono allora smettereste di usare personalismi e di inventarvi il mostruoso nemico per sottrarvi al confronto (belle gare dicotomiche eh?). voi, o tu in questo caso, con questi atteggiamenti da “ape regina”, avete motivi, ne hai qualcuno di veramente valido da ritenere che dopo che mi avrete fatta a pezzi, isolata e denigrata per bene, dopo che mi avrete reso impossibile poter dare un qualunque contributo che verrebbe accettato male a priori per i pregiudizi e le infamie che voi disseminate, le vostre battaglie proseguiranno meglio?
grazie della visita e del commento.
a presto
Solo per chiarire che se ho espresso qualche acidità – in privato e non in 40 blog diversi, sempre con nick diversi come fai tu – non era genericamente verso tutte le non separatiste (categoria/non categoria a cui per altro appartengo) ma verso di te che spargi fiele e infamità da un mese (e un altro gruppo con cui mi chiarirò in luoghi e modi politici). Quanto alla lotta nel fango non se ne parla nemmeno: ho altro da fare, tanto più se nuda.
Cio’ che invece un po’ mi turba, tanto più se espresso in un blog femminista come questo, sono alcune affermazioni palesemente ostili alle lesbiche, problemi?
Ritengo che davvero sarebbe il caso di iniziare a dialogare tra tutte con meno aggressività, personalismi e reticenze, tanto più dopo un successo, di tutte, separatiste e non. Smettiamola con gli avrebbero dovuto ed iniziamo con i dovremmo.
baci
da una donna che si incazza spesso ma non porta rancori e che si chiama Elena Biagini e, quando parla di politica, non usa mai nick coperti, in nessun blog
cari e care tutt*
scusate ma ieri come avete visto ho risposto solo per questioni militanti e pure in fretta. sono contenta della ricchezza di alba e che sia piaciuto tutto ad altr*. sulla storia del separatismo cara bp io penso che sia una pratica e non LA pratica. a me sta bene stare in luoghi separati con donne e poi in luoghi misti basta che non mi costringano a fare una scelta perchè in quel caso mi costringono a diventare non separatista.
per imprecario: tenterò di scrivere qualcosa che ti trovi in disaccordo :)))PPP
se questo può rasserenarti un pochino! (scherzo, sono felice che condividi quello che scrivo)
vi bacio tutt* e ora vi vengo pure a trovare
ohe’ miss, chi sei? ma possibile che quando tirate pietre vi mettete sempre nick un po’ anonimi? è sempre la stessa mano o sono dita differenti?
🙂
bah
perchè anche questa è una pratica usata anche nella lunga fase di preparazione di questa manifestazione e se ve la rivendicate beh che dire. io fino ad ora non ingiurio nessuno ma sono stata ingiuriata e posso dirti da chi senza generalizzare con tanto di nomi e cognomi.
il mio post fatto di “sproloqui” come dici tu è certamente di parte infatti sei venuta a fare visita sul mio blog (puoi scrivere la tua opinione sul tuo blog o dove vuoi o anche qui come vedi e poi sarei curiosa di sapere se avresti giudicato sproloqui opinioni invece prive di qualunque critica e totalmente a favore di ogni cosa che avete fatto) e non su una delle testate nazionali obbligate alla par condicio dove dici di non volere i 15 minuti di visibilità
e poi: chi mai ha consigliato questo? ma davvero sei così brava a stravolgere tutto quello che dico per convincerti che sto dicendoti cose così di merda?
io ho buttato lì conflitti, lo faccio perchè i conflitti non si rimuovono in politica e preferisco farlo parlando di politica piuttosto che mandare mail private e infamanti alle amiche come ha fatto una delle comari pettegole di cui parlo sopra che per errore ha postato la stessa mail su una bella mailing list pubblica.
te la giro se vuoi, perchè io non ingiurio ma è da un mese che sono infamata e quindi non venire a farmi la lezione su chi rispetta cosa e su chi adopera toni costruttivi in fase di confronto politico.
e queste modalità non funzionano. prima o poi si pagano perchè quando il livello della politica scade in miserie personali, illazioni e accuse che rivelano solo la mancanza di argomenti per affrontare in politica le questioni politiche, vuol dire che c’e’ ben poco da pigliare in termini di contenuti.
ma questo appunto riguarda chi ha scritto quella mail e un’altra persona che ne ha scritta un’altra altrettanto miserabile.
tu mi parli di rispetto e lealtà. che vuol dire? manco di rispetto? c’e’ un codice d’onore cui dovrei ispirarmi? leale in che senso? non sono leale? vuoi dire allineata per forza anche se non sono d’accordo? che vuoi dire? in cosa sarei sleale? nel non essere omertosa e nello svelare conflitti che altrimenti rimarrebbero segregati in sedi non politiche e quindi non utili a nessuna discussione? nel chiedere spiegazioni a fronte di un percorso che voi non avete proprio condiviso a parte che tra di voi? spiegami per favore perchè non capisco…
perchè il mio tentativo è ancora una volta di praticare condivisione (quante volte ci avete cagato in questo mese? qualcuna ha comunicato cose diverse che non fossero decisioni? e ora dite che tutto è stato frainteso e mal interpretato addirittura distorto per motivi “personali”? e che motivi dovrei avere io di grazia per distorcere qualcosa? perchè vi ostinate a non riconoscere il fatto che ci sono persone che non la pensano come voi e lo dicono? non vi sembra questa una forma di discriminazione? quando parlate di accettazione dell’altro di quale altro parlate?)
la condivisione è mancata e manca. ad ora quello che so è che ci sarà una assemblea vostra romana per convocare una assemblea nazionale a gennaio. e quindi ancora una volta tutto passa da lì. dopo un corteo NAZIONALE non sentite l’esigenza di confrontare con contesti NAZIONALI da subito ogni opinione su come è andata anche per sciogliere tutto quello che non si è sciolto in questo mese passato. io questo so e lo so perchè l’ho letto dai giornali e non perchè me lo avete detto voi. cosa vuol dire per voi fare rete? praticare condivisione? spiegatemi perchè altrimenti per me quello che accade è “accentramento”. non riesco a interpretarlo in modo diverso se non mi date strumenti per farlo.
rispetto poi a quello che dici tu:
io so perchè me lo ha scritto qualcuna di voi proprio su questo blog che con la7 avevate un accordo e quindi l’accordo c’era. mi avete scritto persino chi c’era in studio e quindi lo sapevate. perciò non ho capito come siete potute arrivare a contrattare uno spazio televisivo con diretta senza esservi rassicurate di potere dire al momento opportuno la vostra. se non vi rappresentavate voi chi speravate potesse farlo? le parlamentari? nessuno? i giornalisti stessi? questa è pia illusione e mi spiace ma la considero un errore di ingenuità politica (e tu stessa dici che di ingenuità ne avete fatte) e lo dico con rispetto per quello che è stato fatto specificando proprio che è facile dire dopo quello che era meglio fare prima. ma se tu vuoi rintracciare nel mio “sproloquio” (assurgerà mai al livello di opinione legittima se non concorda con le posizioni che hai espresso?) elementi per denigrarmi e darti una ragione per non cercare il confronto io non ci posso fare nulla…
io non ho ingiuriato ma ho detto la mia opinione piena di conflitti critiche e amarezza per come sono andate tutte le cose, compresi i commenti infamanti del dopo corteo. l’astio era pregresso, c’era già e se pensi che il successo della manifestazione significhi che non avete neppure bisogno del confronto per andare avanti allora forse vi mancano un paio di passaggi.
ma proprio un paio…
e non lo penso perchè mi viene facile scrivere frasi intelligentone come dici tu perchè ne ho lette altre anche più intelligentone delle mie eppure mostravano lo stesso disagio e descrivevano in maniera circostanziata gli stessi giudizi critici.
lo spezzone separatista (quello prettamente separatista) era piccolo e lo so perchè l’ho visto. le altre erano tante donne che di natura non sono certamente separatiste. molte le conosco e con molte ho parlato. hanno rispettato la decisione dell’assemblea e poi, come sempre si è detto, non è che ci fosse la calca di uomini disposti a venire al corteo.
il ragionamento sulle pratiche è stato ampiamente distorto innanzitutto da voi. mi dispiace dirlo ma è così, e la discussione per quello che mi riguarda intende essere ed è costruttiva. con astii o senza perchè prima o poi tanto in faccia dobbiamo vederci e allora mi piacerebbe che i curtigghi me li diceste in faccia invece che dirveli tra voi che non serve a niente.
le pratiche sono state ampiamente e autoritariamente sacrificate sull’altare di una decisione imposta. lo dicono tutte. me lo hanno detto in molte altre che neppure sapevano che ci fosse stata dietro tutta questa discussione. ma la sensazione delle donne, con le quali ho avuto modo di parlare, era univoca, la decisione romana era romana, altro che nazionale. a nessuna è proprio andata giù per un motivo o per un altro. e il vostro errore è stato anche aver assimilato la discussione sulle pratiche a quell’altra che parla di scontri barbari tra fazioni milanesi e non so di quale altra parte. a queste miserie siamo arrivate in questo mese e quello che ho scritto in questo post è molto positivo rispetto a quello che scriverò parlando di metodi e pratiche da ora in poi, te l’assicuro. perchè parlare di politica significa proprio parlare di politica e non guardare il cielo e dire che è blu.
il problema cara è proprio questo: io ho rispetto delle tue pratiche ma sei tu (nel senso di chi ha organizzato) che hai prevaricato le mie e questo non è un livello accettabile del fare politica tra donne. non per me. mi spiace. spero che avremo modo di parlarne ancora e a lungo. spero tanto che ci sia una occasione in cui potremo dirci queste cose in faccia, di persona e senza risparmiarci nulla. perchè serve e io sono disponibile, quando vuoi, sempre a costruire un percorso comune con le donne. detto ciò non mi pare che ci sia scritto da nessuna parte lungo il post che la manifestazione sia stata un fallimento. il successo c’e’ tutto e io vi ho già scritto i miei complimenti ma non è una gara (di questo parlo sul pisciare più lontano) e qui non stiamo parlando di numeri . è una logica brutta quella che ti fa dire che passi il testimone con aria di sfida così si vede che numeri fanno altre donne per l’otto marzo. ma pensi davvero che il successo della manifestazione sia esclusivamente di chi l’ha organizzata? le donne erano incazzate nere. noi, e lo sai perchè mi leggi, continuiamo a fare e dire cose (anche NOI nei territori) per sensibilizzare contro la violenza. era il momento, ci voleva l’occasione e la gente è scesa in piazza. questa stessa idea lo scorso hanno non avrebbe sortito lo stesso effetto, non così. e prima di voi c’e’ comunque stata milano, bologna, persino parigi tu pensa e io c’ero e lo so. le donne non si sono svegliate l’altro ieri ma hanno costruito faticosamente un percorso che è servito per far crescere consapevolezza. questo merito lo hanno tutte le donne che hanno partecipato e non solo le organizzatrici. e le cose che scrivo sopra rispetto alle cose da farsi dopo sono suggerimenti credo utili, solo opinioni, le mie opinioni. e mi dispiace sentiate come costanti accuse opinioni e stimoli e conflitti che sarebbero utili invece a sviluppare una discussione costruttiva. io riconosco il fatto che più che intervenire irrompo ma se vai oltre e leggi quello che ho scritto ti renderai conto che mi ha fatto rabbia che alcune cose abbiano rovinato una giornata così bella.
io ci sono come voi, noi ci siamo, stanne certa e spero che di tutte queste discussioni quando ci saremo viste e spero avverrà presto, rimarrà solo il senso di partecipazione profonda ad una lotta che condividiamo…
ciao
salve.
ho letto con attenzione il post e lo trovo un pò di parte, solo un pò. a chi predica coesione, fusione, mix, etc, qs terminologie non aiutano. ho partecipato a varie assemblee inerenti il 24, ho aiutato a costruirlo. nessuna tra noi è cazzuta, e se qualcuna ha fatto qualche errore ha senso parlarne con calma tra noi. abbiam fatto molta fatica qui a roma a tenere le fila, resistere alle pressioni, tessere reti tra noi, essere costruttive, essere chiare aperte decise.
la manifestazione è stata forte, importante e praticata tra donne. qualcosa nell’aria si è mosso. coerente non comunicare con la7, che con noi non ha interagito. certo non ci interessava fare il siparietto e dare a qualcuna di noi i 15 minuti di notorietà dovuti -come nel suddetto post si vorrebbe suggerire- per scelta politica di coesione, di assenza di protagonismo, etc.
riconosco il lavoro importante sul machismo svolto da alcune di NOI, in anni di esperienze sul territorio, e non credo che pratiche differenti tolgano forza, non credo che un’esclusione non generi un dubbio ed una domanda, a cui ogni uomo ha provato + o – sinceramente a rispondersi. credo che i nostri fini siano comuni, e rispetto e lealtà tra noi donne saranno sicuramente più opportuni delle ingiurie postate qui sopra, che non aiutano a capirsi ed anzi generano astii. qs è un errore in cui le donne son sempre cadute, attenzione.
sono orgogliosa della coerenza espressa dalla manifestazione.
un pò meno di alcune ingenuità in cui siamo cadute. ma ci valga da appunto per il futuro.
lo spezzone separatista è stato gigantesco. e nessuna parola falsa può negarlo, ed anzi testimonia interessi opposti personali.
mi auguro che ci sarà voglia di interazione e di proseguire un percorso che evidentemente, nei modi e nelle pratiche scelte (!!!si, è così!!) accomuna molte donne.
non significa spintonare o non dialogare, significa mostrare una presenza che viene sottovalutata, usata, negata. noi donne ci siamo, qs è il punto più importante che la manifestazione ha espresso.
è stata una cosa grande che travaricato il senso che l’intelligente di turno il giorno dopo si permette di sintetizzare con parole astiose.
ha travaricato tutte noi. è stata una marea gioiosa ed orgogliosa di donne, e chi lo nega…mente.
ah, io non ce l’ho il cazzo. e non so pisciare lontano.
non so neanche scrivere sproloqui di migliaia di parole per avvalorare la mia tesi.
e non insulto le pratiche delle altre, certa che abbiamo obiettivi comuni.
ad ognuna i suoi modi. ognuna libera di scegliere i propri.
chi organizza un otto marzo nazionale e gigantesco?
qui siam state brave, inutile negarlo, passiamo volentieri il testimone per la prossima manifestazione nazionale di donne. noi ci siamo. ed abbiam voglia di lottare insieme.
di qs siatene certe.
la reazione è proporzionale all’offesa
siamo portatrici di pace, le donne in nero lo testimoniano per tutte, ma non si può pretendere il buffetto sulla guancia al mostro barbablu che ci massacra. Perché è anche questa la ns universalità, il sentirci parte lesa per ogni donna offesa, l’ho urlato anch’io al corteo, mentre fotografavo tutte che era come abbracciarle
se ministre succubi del patriarcato parlamentare e tg di regime gettano discredito sulla mobilitazione femminile-ista, cercando di imbrigliare elettorato moderato e perbenino, stanno soltanto dimostrando che non sono degne di rappresentarci, loro, nell’opulenza sfrenata di un carosello televisivo e salottiero, mentre in piazza c’erano le proletarie, alcune delle quali con le ovaie girate…
anzi la prossima volta potremmo portare le pentole e i mestoli..
siamo state grandi, ringrazio tutte per la sorellanza che ho respirato e per esserci
ottima *scossa*.
“non più carne da media”
Adelante
agaragar
Incipit:
“Mi sono divertita un sacco!”
Apprezzo molto il dibattito che si è appena aperto sulla lista retedelledonnedibologna@women.it, che ha già visto alcuni comunicati/opinioni piuttosto diversi.
Credo sia molto importante ad oggi confrontarsi su questa importante manifestazione e sulle modalità che l’hanno contraddistinta.
Parto dall’inizio, ricordando a tutte perchè siamo scese in Piazza Sabato, riprendendo dalla convocazione:
Le donne denunciano le continue violenze e gli assassini che avvengono in contesti familiari da parte di padri, fidanzati, mariti, ex e conoscenti. (…)
La violenza contro le donne non deve essere ricondotta, come si sostiene da più parti, a un problema di sicurezza delle città o di ordine pubblico. La violenza maschile non conosce differenze di classe, etnia, cultura, religione, appartenenza politica.
Denunciamo la specifica violenza contro le lesbiche volta a imporre un modello unico eterosessuale.
Non vogliamo scorciatoie legislative e provvedimenti di stampo securitario e repressivo.
Senza un reale cambiamento culturale e politico che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo non può esserci salto di civiltà.
Scendiamo in piazza e prendiamo la parola per affermare, come protagoniste, la libertà di decidere delle nostre vite nel pubblico e nel privato. Scendiamo in piazza per ribadire l’autodeterminazione e la forza delle nostre pratiche politiche.
Voglio sottolineare e ricordare queste frasi del comunicato, perchè ho paura che alcune se le dimentichino.
La Prestigiacomo e la Carfagna impellicciate e difese dalle guardie del corpo, oltretutto circondate da giornalisti e fotografi, erano decisamente fuori luogo. Ricordiamoci che la manifestazione di sabato era autorganizzata e perciò di “movimento”. Immaginiamo che alla marcia della pace Perugia-Assisi si presentino La russa o Fini o Berlusconi, il giorno seguente su tutti i giornali sarebbe lo scandalo: i pacifisti sono in realtà violenti e hanno strattonato e cacciato dal corteo il povero Berlusconi mentre veniva intervistato sulle missioni di pace in Iraq e Afghanistan.
Mettiamo che la marcia Perugia- Assisi giunga alla fine e si concentri in Piazza, al momento dell’arrivo si ritrovano un palco de La7 che ha seguito tutta la manifestazione in diretta, con sopra D’Alema e Mastella che parlano sempre del giusto rifinanziamento delle missioni “di pace” in Afghanistan e Iraq.
Sarebbe chiaro a tutt* che il concetto di pace messo in campo dai ministri sarebbe ben diverso da quello sceso in strada, in marcia. E tutt* sarebbero delus* dalla strumentalizzazione di quel concetto che i media avrebbero aiutato ad emergere. Non so come la marcia avrebbe reagito, non lo sapremo mai perchè fino ad ora niente di questo è successo.
Nel nostro caso, a Roma il 24 Novembre, si era deciso che in Piazza non ci sarebbe stato alcun palco, proprio per non reiterare pratiche gerarchiche tipiche delle organizzazioni partitiche, perciò, secondo l’analisi femminista e femminile che conosciamo bene, patriarcali.
E per evitare strumentalizzazioni, perchè era ben chiaro fin dalla convocazione che saremmo scese in piazza anche per ribadire l’autodeterminazione delle nostre pratiche politiche.
Riporto qui la definizione che Wikipedia dà di autodeterminazione:
“diritto all’autodeterminazione è il riconoscimento della capacità di scelta autonoma ed indipendente dell’individuo . Compare come espressione durante gli anni delle lotte femministe. Il movimento delle donne la coniò per significare il diritto di poter scegliere rispetto alle questioni della sessualità e della riproduzione. Rivendicare la totale autonomia della gestione del proprio corpo fu un punto di partenza, che portò a denunciare, ed in parte risolvere, le mille forme di violenza, coercizione e discriminazione subite dal genere femminile, per le errate norme di diritto del tempo e le dinamiche familiari soggette ad una struttura sociale di tipo patriarcale”
Veniamo al momento in cui i gruppi separatisti che aprivano la manifestazione, come concordato e quindi risaputo da tutt*, indipendentemente, per ora, dalla discussione sul separatismo che ha preceduto e seguirà questa manifestazione, giungono felici e frastornati a Piazza Navona, dove, secondo le organizzatrici, solo un grande schermo avrebbe dovuto riportare le voci del corteo e quindi le voci di quelle donne spesso, sempre inascoltate. Le donne arrivano e trovano un palco, montato da La7, un palco abusivo, di cui nessuna sapeva nulla e tutte si chiedono: chi c’è? chi non c’é? Perchè?
Da lì all’occupazione del palco passa poco, basta che una singola prenda l’iniziativa, perchè è una manifestazione e non un convegno. Ed essendo una manifestazione con una forte e giusta carica di rabbia e indignazione, unita alla gioia e all’entusiasmo, basta poco a dare l’appoggio proprio lì, in quel momento, alle donne salite sul palco. A me pare facile da capire.
I problemi da analizzare sono 5:
– PREPARAZIONE DELL’EVENTO La manifestazione è stata bellissima ma ha fin da subito poggiato le sue basi su alcune strutturali ambiguità, partite, a mio avviso, da difetti di comunicazione. Mi spiego: nel 2007, con gli strumenti e le tecniche che ci sono, non è riduttiva un’organizzazione che passa esclusivamente da decisioni votate in una limitata (geograficamente e numericamente) assemblea fisica? Dove mettiamo tutti i passi avanti fatti dalle tecnologie della comunicazione? Dove mettiamo le nuove dinamiche di partecipazione?
– GESTIONE DELL’EVENTO Riguardo alla preparazione di un evento così partecipato, come è possibile concordare e darsi un’organizzazione unitaria e pacifica senza ricorrere a strumenti avversi alle nostre pratiche, quali servizi d’ordine e cordoni? E’ possibile concordare forme di protesta a una massa eterogenea di pratiche politiche, unite da fini molto simili?
– RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI. A Bologna è una questione che affrontiamo da tempo e che ha portato anche a piccole conquiste grazie alla gestione personale di alcune donne della loro doppia appartenenza. Nella rete ci sono donne delle istituzioni e la rete ha raggiunto roma grazie al finanziamento da parte di alcune istituzioni, come la Provincia di Bologna.
La manifestazione ha mostrato un grande bisogno di visibilità da parte di tutte le associazioni che lottano contro la violenza e per la pari dignità delle persone, associato alla richiesta di ascolto. In che modalità possiamo, a livello nazionale, ottenere questo riconoscimento come soggetto politico unitario ed eterogeneo senza piegarsi al concetto patriarcale di rappresentanza gerarchica?
l’episodio del palco televisivo da una parte non aiuta i rapporti con le istituzioni, ed intendo da entrambe le parti, dall’altra apre un problema noto: la presenza femminile nelle istituzioni a livello numerico, ma soprattutto il tema della qualità della politica cosiddetta femminile.
– MASS MEDIA visto e considerato che la stampa fa il bello e cattivo tempo, indipendentemente da noi, come è possibile rapportarsi con essa? non dimentichiamo che la tv e la stampa sono ancora i mass media per eccellenza, e i giornalisti decidono con le loro scelte le priorità politiche! Ora: vogliamo scardinare questo monopolio? Allora dobbiamo essere presenti ed efficaci anche da questo punto di vista, quindi affidarci alle nuove forme di comunicazione, perciò autorganizzare dirette via web, o inventarsi qualcosa. Non riusciamo e stampa e tv sono ancora i mezzi attraverso cui esprimersi? Allora controlliamo prima durante e dopo l’evento in modo pressante e efficacie le agenzie, mandiamo comunicati, organizziamoci.
– SEPARATISMO In ultimo affronterò la questione della convocazione separatista, anche se in parte posta in secondo piano dalla presenza maschile lungo tutto il corteo. La stampa, la tv, tante persone, sapevano di una manifestazione DI donne PER le donne. Credo che questo abbaia contribuito a fare credere che sarebbe stata una manifestazione DA DONNE, nel senso dominante e patriarcale del termine. I “fattacci” che riguardano la cacciata delle politiche e giornalist* hanno davvero sconvolto l’immaginario, a giudicare da diversi telegiornali che ho guardato sabato notte, che si sono permessi di dare giudizi davvero paternalistici rispetto alla condotta delle donne, senza dimenticare interventi “maternalistici” e critici fatti da femministe storiche sui giornali. Ora, credo che lo stampo separatista abbia contribuito inconsapevolmente a ricreare idee di differenze di genere già ben bene superate dalle teorie queer, anzi, a fare emergere una predisposizione che è comunque presente e radicata nella nostra cultura. Questo, dal punto di vista di un’analisi antopologico-filosofica è uno smascheramento interessante. Ma è anche pericoloso se lasciato intatto, se cioè non si coglie la palla al balzo per riaffermare la costruzione sociale dei generi che sottende alle convinzioni di tutt* riguardo alle differenze sessuali, emersa dai mass media anche in questa occasione. in quel corteo c’erano donne che sono state a Genova, che hanno subito soprusi nelle strade, nelle piazze e, soprattuto, nelle case. Ma tutt* si aspettavano che sarebbero state calme, giudiziose e remissive. Anche le ministre che hanno accettato i giochi dei mass media, ben consapevoli di aver votato e sostenuto, anzi redatto, leggi e pacchetti contestati dalla Piazza.
Come donne abbiamo dimostrato di essere tutte diverse, nei modi, nelle relazioni, nelle pratiche, facce, nasi, bocche, parole, trucco e parrucco, ma volevamo dimostrare innanzitutto che queste enormi differenze che contraddistinguono le singole individue, nulla contano in una società e una cultura che le punisce tutte per ciò che hanno sotto le mutande. E le punisce per mano maschile. Ma, vorrei ricordare, il bastone vero e proprio è in mano xy, la cultura che domina non fa distinzioni cromosomiche, la passera della prestigiacomo non basta a renderla una paladina dei diritti femminili, così come la violenza non si ferma dinnanzi alla transessualità, all’omofobia e al lesbismo.
Secondo me questa manifestazione non ci divide, ma ci pone di fronte a nuovi interrogativi e a nuovi percorsi. E’ stata una scossa, meravigliosa, colorata e forte, che non fallisce se ci porta tutt* al confronto, anche serrato, come il nostro, ma che può dimostrarsi una grande opportunità.
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Barbara Mazzotti
preoccupato per la pedissequa condivisione di tutto ciò che scrivi ho cercato in questo testo qualche frase o parola su cui dissentire. Che ce posso fa se nun l’ho trovata?
sono giorni che non riesco a commentare… speriamo bene!!!
individuo con dolore l’errore in cui sono inciampata in questi giorni, confondendo le femministe con le separatiste…
secondo me è brutto il femminismo quasi quanto il maschilismo. entrambi non fanno altro che spezzare in due l’umanità…con tutte le conseguenze del caso.
ma se.pa.ra.tis.te…è un termine di gran lunga peggiore.. non è la parola in sè..ma è il pensiero che dietro essa si cela a farmi tremare.
mi ci abituerò? non sia mai…
vediamo se così il commento non è error
quanta ricchezza!
sono diventata RICCA!!!!
wow