Esiste un gruppo di uomini come quello di Maschile Plurale,
che si autorappresentano, prendono "attivamente" la parola, si pongono
il problema e lo affrontano organizzando anche dei corsi di formazione
antiviolenza. Ve li presento, se avete voglia di conoscerli…
Nel loro sito si dice che:
la stragrande maggioranza dei maltrattanti sono uomini;
perché la violenza ha origine in quel sistema pulsionale da cui ha
origine la vita stessa; perché è lo strumento più importante al
servizio della prevaricazione, che è quel sistema che usiamo spesso per
dirimere i conflitti, che annulla l’altro togliendoci dall’impiccio di
reggere confronti, differenze, opinioni contrastanti; perché a volte ci
sembra di non poterne fare a meno, magari mistificandola per non
doverne rispondere; perché fa parte di sistemi che la considerano
imprescindibile, anche se “usata a fin di bene”; e per tanti altri
motivi.
Nel loro ultimo incontro nazionale hanno richiamato anche a questi motivi:
La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la
parola come uomini. Se in questo incontro politico le donne sono le
dita di una mano – ma ovviamente graditissime – stavolta non è per
antiche discriminazioni ma perché questo appunto è un “incontro di
uomini”. Come emergerà dal dibattito una delle idee portanti è che i
maschi debbano parlare fra loro di sessualità e amore, di genere ed
erotismo, di patriarcato e «pensiero della differenza», di poteri e di
saperi che al dominio maschile sono collegati o contrapposti: senza
rimozioni ma anche senza il paravento del femminismo o quello, che
tanto eccita i massmedia, del maschio in crisi depressiva. Insomma
qualche forma di “auto-coscienza” è comunque necessaria, per pensare un
nuovo “modello maschile” occorre rompere anche quel modo di comunicare
fra uomini che è fatto di clamorose omissioni e/o bugie sul personale.
Loro rivolgono a tutti un appello che riporto qui:
La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini
(L’appello è stato pubblicato il 19 settembre sui quotidiani "Il manifesto" e "Liberazione")
per aderire inviare un email ad appellouomini@libero.it Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
Assistiamo a un ritorno quotidiano della violenza esercitata da
uomini sulle
donne……………………………………………….
Noi pensiamo che sia giunto il momento, prima di tutto, di una chiara
presa di parola pubblica e di assunzione di responsabilità da parte
maschile. In questi anni non sono mancati singoli uomini e gruppi
maschili che hanno cercato di riflettere sulla crisi dell’ordine
patriarcale.
Ma oggi è necessario un salto di qualità, una presa di coscienza
collettiva…………………………………………………
Chiediamo che si apra finalmente una riflessione pubblica tra gli
uomini, nelle famiglie, nelle scuole e nelle università, nei luoghi
della politica e dell’informazione, nel mondo del lavoro.
Una riflessione comune capace di determinare una sempre più riconoscibile svolta nei comportamenti concreti di ciascuno di noi.
Primi firmatari
1) Sandro Bellassai,
2) Stefano Ciccone,
3) Marco Deriu,
4) Massimo Michele Greco,
5) Alberto Leiss,
6) Jones Mannino,
7) Claudio Vedovati