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Tutto per la gloria

Update: appello di mobilitazione per il 17 novembre a Genova. Seguite gli aggiornamenti.

Copio e vi propongo da leggere l'intervento di Nero sulla richiesta di pene fatta dai Pm per i 25 manifestanti sotto processo per i fatti del G8 di Genova. Per chi non lo sapesse: la finanziaria 2008 – quella in via di approvazione – finanzia per 30 milioni di euro l'organizzazione del vertice G8 previsto nel 2009 in Italia. Sarà un bel G8, non c'e' che dire.

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Martedì
23 ottobre 2007, a più di sei anni di distanza dai fatti del g8 di
Genova, i pm di Genova Andrea Canciani e Anna Canepa hanno chiuso la
loro requisitoria nel processo che vede 25 persone imputate del reato
di devastazione e saccheggio, un articolo del nostro codice penale
desueto e inteso per ben altre situazioni. La requisitoria si è chiusa
con la richiesta di 225 anni di carcere per i 25 imputati, una
richiesta introdotta da una stucchevole, moralistica e arrogante
lezioncina intesa per il tribunale, per gli imputati e soprattutto per
la stampa, accorsa in massa per l'occasione in cui finalmente i due pm
riusciranno a mettere il loro meschino nome di fianco a "un processo
che farà storia".

"Vogliamo pene severe, non esemplari, perché il
reato che abbiamo scelto di usare per il capo di imputazione prevede
già una pena minima molto alta. Pensiamo si debba avere il coraggio di
chiamare quello che è successo a Genova con il suo nome, ovvero
devastazione e saccheggio, così come con il suo nome vanno i chiamati i
massacri della Diaz". Strano che il reato di massacro non esista, e che
quello di strage non sia stato usato per i dirigenti delle forze
dell'ordine imputati per la Diaz e per Bolzaneto.

Ancora più strano che
queste parole vengano fuori da un magistrato che la notte della Diaz
venne chiamato per l'operazione e che decise di continuare a dormire
senza alcun rimorso di coscienza. Ulteriormente strano che questo corso
accelerato di morale venga dalla bocca di chi per sei anni si è
guardato bene dall'indagare gli abusi della polizia in piazza e da chi
continua a giustificare il gesto di Placanica, pur essendo stato il
magistrato che ha interrogato il carabiniere dopo i fatti di piazza
alimonda. E infine che nessuno ci dica che i processi per le forze
dell'ordine andranno tutti prescritti, mentre la prescrizione per il
reato scelto per i manifestanti è di 22 anni e mezzo, con buona pace
della giustizia giusta del duo genovese

Ma l'arroganza con cui è
stato condotto questo processo non si esaurisce in tutto questo. Il pm
ha scelto, nonostante il passare degli anni avrebbe forse indotto a
miglior consiglio, di porre il tribunale di fronte al solito dilemma:
fare un torto a un altro magistrato o fare torto alla storia? Perché la
richiesta di condannare per devastazione e saccheggio tutti
indistintamente i 25 imputati, evidenti capri espiatori di un evento
storico con cui nessuno è stato né ha voluto fare i conti, costringe il
tribunale a sconfessare tutto l'operato del pm, cosa che di solito i
magistrati sono restii a fare se non altro per solidarietà di casta e
di presunzione come depositari della verità assoluta, oppure a
confermare la tesi accusatoria e distruggere la vita di 25 persone, e
con essa la storia che abbiamo vissuto tutti insieme in quei giorni a
Genova.
Le parole dei pm di Genova, se fossero lette fuori dalla
bagarre spettacolare in cui sguazzano da anni, farebbero rabbrividire:
"sono casi come questi che rendono evidente come il concorso morale sia
più importante del concorso materiale; se io incito 20 persone a
lanciare un sasso sono più responsabile materialmente del reato che non
se io ne lancio cinque personalmente." La ricostruzione delle giornate
di Genova è un agghiacciante susseguirsi di minimizzazioni degli abusi
delle forze dell'ordine ("la carica in via tolemaide è durata solo due
minuti"; "i blindati hanno caricato all'impazzata solo due o tre
volte"; "l'assalto al blindato poteva risolversi con un bilancio molto
più grave dei seppur tragici fatti di piazza alimonda,
comprensibilmente") e di affermazioni assurde sulle reazioni delle
persone in piazza ("i cassonetti sono stati messi ben prima che i
blindati caricassero", e pensate cosa sarebbe successo senza quei
cassonetti; "la scelta di contrapporsi è stata deliberata, perché la
gente poteva anche andarsene e poi fare la sua bella causa civile", che
per inciso sono quasi tutte finite nel nulla cosmico della giustizia
italiana).never enough!

Tra
le 25 persone imputate ci sono persone di cui si hanno si e no dieci
foto. SN accompagna il suo ragazzo che tira un paio di pietre al
blindato, ma i due non fanno nient'altro se non essere presenti in
piazza in via tolemaide: la condanna richiesta è di 6 anni e 6 mesi
ciascuno. AF si vede si e no in quattro foto, tira un solo sasso quasi
per stizza, ma per il resto no fa nulla: la condanna richiesta è di 6
anni. Un altro imputato alla fine non fa null'altro che gironzolare per
gli scontri in vespa e portarsi a casa due lasagne dal dì per dì di
piazza giusti: condanna richiesta 7 anni e 6 mesi. Sono solo esempi, ma
sappiate che se eravate a Genova, e avete anche solo insultato un
militare che vi aveva massacrato l'amico di fianco, potreste essere
imputati. Anzi, se le richieste venissero confermate dal tribunale
potremmo iniziare a fare lo scherzone di denunciare un po' tutte le
persone che riconosciamo nei filmati che abbiamo visto mille volte.

Ognuno
di noi dovrebbe seguire questi processi come se fossero il proprio,
invece fa comodo a tutti lamentarsi sterilmente della cattiva sorte
toccata a 25 compagni e compagne al posto nostro. La storia siamo noi,
ma se non saremo in grado di parlare, la storia ricorderà i nomi di
Anna Canepa e Andrea Canciani, esaudendo il loro più grande,
narcisistico e meschino desiderio, quello della gloria a scapito della
vita degli altri.

Approfondimenti

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.