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Il sesso spiegato alle figlie

Siamo donne emancipate, che hanno imparato a conoscere il proprio corpo e ad usarlo. Ad un certo punto ci capita di riprodurci. I figli maschi non so. Quando parlo di madri di prole maschile perdo di obiettività. Mi capita spesso di pensare che non facciano un buon lavoro. Per chi poi con quei figli avrà a che fare dopo, intendo. Non posso fare a meno di immaginare che le madri abbiano una qualche influenza sui propri figli di sesso maschile. 

Ovvio che i padri fanno danni gravissimi. Ovvio che i padri contano, eccome. Qui però scelgo di parlare di mamme. Lo so, siamo in epoca post gender, queer e bisogna crescere i figli tentando di seguire e incoraggiare le loro inclinazioni. Non so se ancora lo facciamo. Parlo delle femmine. Partorirle è una sfida lanciata a tutta l’umanità. Come dire: "ecco, ve ne faccio un’altra che lotterà o soccomberà…".

Una figlia la cresci con molti timori. Ti ritrovi ad essere gelosa, e mano a mano che cresce a soffocare sempre di più la tentazione di chiuderla dentro una campana di cristallo per proteggerla. Ti capita di fulminare e incenerire con lo sguardo chiunque le guardi le tette o la osservi in un certo modo. Se sei separata o divorziata ti succede anche che la vuoi proteggere dal nuovo partner che pure stai frequentando perchè non si sa mai.

Quella figlia diventa il metro di giudizio, il punto di partenza dal quale stabilisci priorità per lei e quindi anche per te. Se uno può fare male a lei non te lo porti a casa. Così ti liberi da certo squallore e la tua vita ne esce sempre ripulita. Le priorità diventano altre, le aspettative enormi, l’intransigenza massima. Come una sorta di disinfettante che non ci consente ne’ giustifica le solitudini, le debolezze, le insicurezze e talvolta la mancanza di autostima.

Tutte quelle cose, insomma, che ci possono portare a scegliere persone sbagliate… Sbagliate per noi e per le nostre vite. Le figlie possono diventare un filtro di pulizia, che aiuta a svelare le mistificazioni, le contraddizioni al primo colpo. Che straordinario punto di vista, quanta ironia se ne acquista e quanta libertà nel poter fare piazza pulita di cose e persone che da subito appaiono per quello che sono: riempitivi, fasulli, anche insignificanti a volte.

Invece le figlie danno la spinta a scegliere meglio, non sempre bene, ma meglio perchè con loro attorno ti senti intera e quel buco allo stomaco che ti fa oscillare e cadere nelle zone in cui ci si accontenta sparisce. Sono belle, le figlie. Sono la misura della nostra libertà. La misura qualitativa intendo. Perchè se ce la siamo guadagnata – la libertà – poi dipende anche quale uso ne facciamo. Se per stare bene davvero o per vagare disperate alla ricerca di un senso. Le figlie, però, purtroppo e per fortuna, ad un certo punto crescono e lì viene fuori il gran problema.

Spieghi come funziona il sesso, chiarisci a scanso di equivoci e in maniera chiara come rischiano di restare incinta, racconti quanti e quali sono i metodi anticoncezionali, illustri ogni notizia utile su malattie trasmissibili sessualmente e poi – o prima – le porti dalla ginecologa (io per la prima visita di una figlia preferisco una donna, per evitarle imbarazzi, perchè si senta a suo agio). Aspetti poi che ti dicano quando e come vorranno fare sesso e non ti resta che metterle a disposizione una alcova in un luogo sicuro, magari la tua casa perchè quell’ipocrisia del farglielo fare fuori è, secondo me, davvero una incoscienza.

Almeno hanno un tetto sicuro sulla loro testa, la loro stanza, il loro ambiente, le loro cose. Cioè, se lo vogliono. O se hanno altre preferenze va benone basta che si faccia una lezione illustrativa del corretto srotolamento del preservativo, del senso in cui si mette, che non è mica detto che i ragazzi lo sappiano se sono adolescenti…

Oppure c’e’ la storia delle preferenze sessuali differenti e in quel caso si può solo dire che bisogna che seguano l’istinto, le sensazioni, i desideri. Bisogna spiegare, se occorre – perchè è difficile che lo facciano a scuola o nei consultori – che forma ha la sessualità tra due donne. Come funziona, in che modo può diventare una esperienza gratificante. Perchè altrimenti resta la frustrazione del non saper reinventare un copione recitato troppe volte al maschile.

Se le mamme questo non lo sanno fare possono far ricorso alle associazioni lesbiche che meglio e bene possono accogliere e spiegare cose di cui può essere che si sa poco o niente. Si deve spiegare che se le ragazze fanno uso di dildi bisogna che usino comunque il preservativo che le "preserva" da irritazioni e infezioni. Bisogna usare norme igieniche che valgono in ogni caso. Fare attenzione allo scambio di oggetti del piacere  perchè anche quelli possono essere fonte di infezioni. O non bisogna dire e fare niente. Magari solo esserci e aspettare di poter essere utili. Esserci per aiutare quando e se serve.

Il sesso spiegato alle figlie può essere difficile da dire se le mamme non hanno una buona vita sessuale o un buon rapporto con i propri desideri. Forse per questo prima di essere genitori sarebbe bello essere persone compiute. Di quanti difetti di "vita privata e relazionale" delle figlie sono responsabili le madri? Quanti sono i pregiudizi che trasmettono? Quanti timori mai riusciti a vincere per se’ infine trasferiscono in maniera opprimente sulle proprie figlie?

Gli errori non sono un reato e neppure cose sulle quali appiattirsi, gravate dal senso di colpa o peggio dalla convinzione di agire in nome di un bene universale che è solo un punto di vista soggettivo… e neppure tanto consapevole. Gli errori sono solo errori. Le mamme sono caricate di obblighi e giudizi. Per parlare di sesso alle proprie figlie e farlo in maniera decente bisogna soprattutto che diventino donne felici. Questo è il compito che nessuno mai ci ha assegnato: essere soddisfatte per potere meglio fare le madri, qualora scegliamo di riprodurci.

Imparare a riconoscere i nostri desideri, soddisfarli, non reprimerli. Smettere di tenere tutte le emozioni sotto controllo. Questo, secondo me, può aiutare a capire le figlie e ad aiutarle. Usiamo uno slogan? Più sesso e piacere per tutt*! Questo ci fa madri serene, allegre, soddisfatte, persino migliori…
Faccio una proposta: inventiamo una associazione per le mamme che vogliono stare meglio. Il gruppo "mamme felici", con party e raduni annuali. Che dite, la Bindi apprezzerebbe una proposta del genere per far più bella la famiglia? 🙂

 

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Posted in Corpi, Fem/Activism, Personale/Politico, Sensi.


7 Responses

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  1. FikaSicula says

    Servetta Tracia non so se puzza o se è semplicemente fisiologico che la muraro sia andata in quella direzione. forse è il suo normale andamento. quello che è certo è che non lo condivido.
    la lonzi invece, è vero, ci manca 🙂

  2. Servetta Tracia - Valentina D. says

    Eh già… La Muraro ormai è scaduta. Ed è un gran peccato. Il suo interesse per il misticismo femminile è andato oltre, è sfociato in moralismo, in un qualcosa che non so definire, ma puzza. Come se non bastasse, la fama le ha dato alla testa. Non escluderei una correlazione fra i due fattori.
    Io direi di fare riferimento sempre e comunque a Carla Lonzi, la prima e unica; che non si è mai venduta, che non è mai scesa a compromessi, sempre trasparente, onesta, nonostante tutto.
    Carla, Carla, Carla… Mi manchi! Ci manchi!

  3. alba says

    bellissimo…
    sì sì
    esiste il disinfettante!!

  4. FikaSicula says

    No Vic 🙂
    la muraro no…
    ma l’hai sentita con l’alone mistico mentre parlava di cristianità e family day?
    no no 🙂
    riorganizziamoci tra noi che qui mi sa che i punti di riferimento non ci stanno più 😛

  5. Vic I Vicoli says

    Argomento che m’interessa soprattutto di questi ultimi tempi!
    L’idea dell’associazione “mamme felici” è splendida! Le figlie risparmierebbero parcchio in psicoterapia se le madri si organizzassero, incontrandosi come facevano vent’anni fa! Ah, queste femministe di paese… mo ce le ritroviamo nel PD insieme alla Bindi! Cristo santo! Muraro aiutaci tu.

  6. FikaSicula says

    Eh 🙂
    Ma la vostra gelosia, quella dei padri verso le figlie a me pare un po’ diversa. C’e’ anche il senso del possesso e poi il vostro (non di tutti, ovvio…) modo di essere gelosi con sentimenti che rasentano quando non la toccano la modalità dell’amante piuttosto che del padre…
    ho visto padri con figlie femmine che negli occhi avevano il fuoco – quello di chi si sente tradito – se queste stavano assieme a compagni, amici e fidanzati…
    ecco, non so se per le madri verso le figlie è proprio così 🙂

  7. kilotto says

    Di una figlia femmina si è gelosi a prescindere.
    Forse perchè sappiamo come ragionano i maschi, come ragioniamo noi maschi.
    Io lo sarei, geloso. Il lo sarò.