E' cominciata così: passeggiavo sotto il mio allegro lampione e d'un tratto una macchina sportiva (panda quattro per quattro – è sportiva pure quella no?) si è fermata. Esce un urlo dal finestrino: "Ti ho scoperta!" – dice un autista in stile casual. Ed io: "In che senso?". E già immaginavo l'apprezzamento per la mia venerabile coscia o il rispetto supremo per il mio seno rotondo. Che non è mica detto che abbia questa forma. Anzi ultimamente mi è capitato di vederne di certi a parallelepipedo con gli angoli poggiati sotto il mento. Chissà dove trovano i reggiseni adatti, le poverine.
Sto divagando. Dicevo che sognavo Hollywood. Ancora ancora Cinecittà o gli studi televisivi della Rai di Napoli che pare la zona più creativa di tutta l'emittente. Pensavo: " Mi faccio una particina *Al posto al sole* e così risparmio sulla lampada…"
L'abbronzatura è un mestiere serio. Mica pippoli. Invece mi chiede di che segno sono e anzi va ancora più nel profondo: vuole sapere l'ascendente.
'Azzo ne so io del mio ascendente. Posso racimolare informazioni su qualche zona discendente ma di robe in salita penso proprio che alla mia età non ne becco più.
Questi scopritori che non sono più come quelli di una volta! Prima gli fregava assai dell'ascendente. Anzi ti chiamavano e dicevano di abbassarti. La posa a quadrupede era quella più richiesta e devo proprio dire che mi riusciva discretamente bene.
Comunque il tizio insiste e superata la fase d'approccio, modello acchiappo da fighetti nel Pub del centro, comincia a declinare tutta una soap opera in linguaggio da Generazione X di quelli che sono gggiovani, cccioè. Mi chiede com'era, che faceva, come mai, perchè poi…
La mia espressione restava un tantino allampanata. Porzioni in movimento? Le labbra: in pose che chiudevano e schiudevano alcuni "Chi? Cosa? Quando?".
Lo sportivo insisteva con le domande e la situazione in realtà cominciava a stancarmi. Questo bell'uomo: comprava o non comprava? Scopriva o non scopriva?
Glielo dissi con signorilità: *'Azzo vuoi?*
Il tempo si fermò. Il cielo fu squarciato da un lampo. Mi tornò alla mente l'ombrello con la stampa di Marilyn che mi piaceva tanto. Stava a casa quella gran fetente di una diva morta stampata su un parapioggia. Accidenti, mannaggia a me, a te, a chi t'e' stramuorto. Ti si spremesse il cervello con travaso di sangue dall'auto sportiva. Forse mi avrebbe premiato l'insistenza: "Dolce picciotto si continua a parlare così o mi fai salire sulla tua fuoriserie?"
Santa Vladimir che menomale che mi fece salire. Il pelo si stava aggrovigliando per l'umido. No, perchè ho una chioma riccia ma me la faccio stirare a tavolino. Il liscio me lo indosso con più disinvoltura.
L'avventuroso boy scout allora mise una mano nella tasca dei pantaloni. Io pensai: "Ci siamo! Ora mi paga o mi minaccia con un'arma e mi fotte tutto l'incasso della serata…"
Invece tira fuori una foto dove c'e' una macchina ferma a parlare con qualcuno nel bel mezzo di una strada. Chiede: "Questa qui sei tu, vero?"
Così ripasso velocemente tutti i dati in mio possesso e passeggio (io passeggio sempre!) tra nozioni di storia, geografia, cultura generale. So qualcosina pure di cose della televisione. Allora penso che quello lì è un mio pronipote inviato apposta dalla De filippi per dirmi che è pentito e "Torna ccu mme!"e pianti e abbracci e "Cuore di mamma', sangue della mia vita! Ti ho ritrovato…"
Può essere il figlio della mia prima moglie. Forse è un parente di qualche disperato appeso alla ricerca di un disperso. Sarà un inviato di "Chi l'ha visto!"
Ho capito. improvvisamente tutto mi fu più chiaro. Riguardai meglio la foto. Feci due più due e anche quattro più quattro e poi osservai attentamente il ragazzotto con la macchina in via d'estinzione. Stava cercando lei. La sorella d'Italia sul ciglio della strada intenta a chiacchierare, per dare informazioni che lì si perdon tutti, col portavoce di un governo che di sicuro è di centro. Mi manca l'altra parola che ultimamente ce la mettono sempre anche se secondo me non serve.
Così afferrai il ragazzo. Lo presi proprio per la felpa e sussurrai che mi guardasse bene. Ma proprio bene. E pronunciai parole di rispetto verso quell'uomo e le istituzioni tutte. Non ero io. No di certo. Ma se anche si fosse trattato di me non lo avrei mai confessato a quello lì.
Per amore dello stato, per fedeltà alla patria, per rispetto dei monumenti e del festival di sanremo. Io ero una sorella. Una sorella d'Italia.
Fu in quel momento di rapimento mistico che una mano del picciottello scavalcò la mia cosciazza per aprire la portiera. Patriotticamente caddi. Fu allora che mi venne in mente "Bella Ciao!" e immaginai di ricevere una bella medaglia al valor civile.
Una sirena. La polizia. Che velocità. 'Sti premi statali vanno come le vincite di un telequiz. Invece non era una visita di cortesia. Trasporto rapido per la questura. E di premi post vita non se ne parla proprio che a me il papa neppure mi considera. C'ho troppi organi sessuali in uso. Resto sorella e canto "Bella Ciao" e se qualcuno dice che sono stonata: chi se ne fotte!