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Piuttosto mi seppellisco viva

A Bari si è deciso di accorciare di qualche settimana il tempo disponibile per consentire l'aborto terapeutico. Si narra di un intervento durante il quale si sarebbe tentato di salvare il feto (e giù con particolari sempre più truculenti per togliere diritto di scelta alle donne e farle apparire sempre più – loro, noi, e la legge 194 –  assassine) senza riuscirci. Sempre a Bari l'Asl non può – pare per provvedimento adottato dalla Regione Puglia (Non che mi sorprenda più nulla oramai: ma non c'era Nichi Vendola come presidente della Regione? ) – distribuire la "pillola del giorno dopo" che continua a denominare "pillola abortiva".

A Firenze la storia dell'aborto terapeutico deciso per errore di diagnosi prenatale dell'ospedale stesso continua a colpi di denunce. La donna denuncia innanzitutto il settimanale "L'Espresso" per aver pubblicato una storia che sarebbe stata coperta dal segreto professionale e facendo riferimento alla legge sulla privacy (ma le donne che abortiscono in questo paese non dovrebbero essere tutelate dal segreto professionale? siamo già alla schedatura delle "assassine"?). Poi denuncia anche l'ospedale.

Il fatto è che ci si è messo di mezzo il movimento per la vita che approfittando (sono corvi maledetti, sciacalli del dolore, fascisti fanatici e integralisti) della confusione ha tirato fuori un esposto e aizzato l'opinione pubblica (la solita opinione pubblica) sulla proposta di rivedere la legge, di diminuire (come per Bari) le settimane disponibili entro cui consentire l'aborto terapeutico, di permetterlo addirittura solo per talune malattie e non per altre.

Nel frattempo i vescovi hanno messo in mezzo un bel documentone che invita nuovamente i medici all'obiezione di coscienza nei consultori e negli ospedali. E' un diktat serio di quelli che procureranno seri problemi alle donne che vorranno accedere a questi servizi.

Il clima è davvero di merda. Torneremo ad abortire infilandoci un ferro da calza dentro l'utero? Ritorneremo a morire dissanguate? Dovremo per forza tenerci figli moribondi, gravissimamente malati per rispondere all'imperativo dei maschi di chiesa?

Si ritornerà a parlare di assassinio come fu per le donne che volevano abortire a seguito degli stupri da pulizia etnica e di quelli di gruppo dei caschi blu arrapati e porci durante la guerra dei balcani? O come fu per le donne in cinta che si erano beccate tutta la diossina del mondo nella storia di Seveso?

La messa in latino, il papa che ritira fuori il reato di "adulterio" e noi che dovremmo fare solo le madri di famiglia aiutandoci con questi bei lavori part time pensati apposta per farci restare succubi, in soggezione, subordinate economicamente all'uomo, al marito, a colui che ridiventa di fatto il Capo Famiglia.

Le donne schiave e deboli economicamente che non potranno scegliere di andare via di casa e rifarsi una vita anche se hanno un uomo, un marito che le picchia, che le stupra, che le fa a pezzi e le domina in tutti i modi possibili.

E tutto ciò perchè la natalità in Italia è troppo bassa. Perchè le donne non vogliono più fare figli. Perchè si considerano figli (sempre per questioni di pulizia etnica) solo quelli bianchi, italiani d'hoc. Perchè non facciamo più forza lavoro che mantenga quelli che le pensioni sono stati ancora in grado di percepirle. Perchè non facciamo più le nutrici, le allevatrici di futuri figli della patria.

Ma come si fa a fare figli con gli affitti stratosferici da pagare, i soldi che non bastano mai e la miseria che ci affligge? Loro la ricetta ce l'hanno: bisogna fare sacrifici ma comprare. Far girare l'economia ma senza esagerare. Comprare made in italy ma prodotta in romania. Non essere eccessivamente ambiziosi ma farsi spennare da finanziarie di microcredito (anche per persone con problemini) per comprare simboli del celodurismo ma anche del celolunghismo.

Una automobile per avere la felicità a portata di mano, un profumo per sentirsi più selvagge, una cucina da 50 mila euro per essere "felici" anche se occupa da sola la superficie di due appartamenti da 800 euri l'uno al mese (se va bene).

Casa, lavoro. Altrochè senso della famiglia. Non siamo nel dopoguerra. Abbiamo diritto a mangiare almeno un paio di pasti al giorno e se non basta lo dividiamo con chi viene da terre lontane e ha davvero fame. Emancipazione dal bisogno, emancipazione dalla schiavitù familiare, maschile, parentale, sociale. Niente più lividi. Niente più stupri. Basta con gli strangolamenti quotidiani. Con i compromessi sempre a perdere. Basta con "il ruolo della donna nella famiglia". Basta con la costrizione alla maternità e la sottrazione del diritto a decidere se si vuole essere madri al di fuori dal matrimonio con un bel bestione etero, purchè ti metta una fede al dito.

Basta con le morti per mano degli uomini. Ma basta anche con le morti sociali delle donne che non accettano i ruoli imposti, quelle che non sono "normali", quelle che non si realizzano in chiesa e in casa e pretendono di poter vivere la propria vita, la propria sessualità, le proprie scelte come pare a loro. Come pare a noi.

Un giorno finirà che muoio anch'io perchè abortita da questa società malata. State certi che non mi faranno neppure un funerale. Ma già che capita lo dico: piuttosto che farmi dare l'estrema unzione mi seppellisco da sola e viva! O magari no! E continuo a rompere … fino all'ultimo respiro! 🙂

Approfondimenti: Riferimenti e rassegna stampa delle cose citate 

Fra i commenti: una informazione più di prima mano sulla questione di Bari scritta da Deceptacon di Camere Separate Blog 

*** Foto di Elivet Aguilar 

 

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


10 Responses

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  1. FikaSicula says

    Vendola e la pillola
    L’ingloriosa fine della laicità pugliese
    di *Valeria Bianchino*

    In Puglia si sta operando l’ennesimo attacco ai diritti delle fasce
    sociali più deboli, in particolar modo delle donne.
    Ormai due anni sono passati dalla cosiddetta “primavera pugliese”, ma al
    di là del clima primaverile, Vendola ed il Prc (e la sua Giunta
    “infausta”) di primavera di cambiamento sociale non vogliono proprio
    saperne, continuando a dimostrare una perfetta continuità con la
    politica economica e sociale della precedente giunta di centrodestra
    guidata da Raffaele Fitto.
    Mentre il bilancio regionale prepara un regalo corposo alle gerarchie
    ecclesiastiche, pari a 13 milioni di euro per gli oratori parrocchiali,
    un’altra violenta polemica è scoppiata questa volta in tema di Sanità.
    La decisione da parte dell’assessore regionale alla Sanità, Alberto
    Tedesco, di sospendere la disposizione del direttore sanitario dell’Asl
    di Bari, Giuseppe Lonardelli, che aveva autorizzato la distribuzione
    gratuita della pillola del giorno dopo, ha creato un forte vespaio di
    polemiche e di rivolta generalizzata di medici e di associazione
    femminili e sindacali. L’intervento dell’assessore fa in modo che la
    “pillola del giorno dopo” vada ad essere classificata di colpo nella
    fascia C del prontuario farmaceutico, ovvero totalmente a pagamento.
    La cosiddetta “pillola del giorno dopo” non va confusa con la pillola
    abortiva RU – 486, e serve a evitare delle gravidanze indesiderate. E’
    un farmaco d’intercettazione della fertilità che va assunto entro
    massimo 72 ore dal rapporto, ed è una soluzione di emergenza e non un
    comune anticoncezionale.
    In Francia dal novembre 1999 è distribuita gratuitamente anche nelle
    scuole (ottenendo la riduzione del 30% degli aborti tra le adolescenti);
    in Italia, invece, arriva in clamoroso ritardo rispetto ad altri Stati
    ed è in molte regioni interamente a carico di chi l’acquista, rilasciata
    solo con la prescrizione del proprio medico.
    L’Italia, da sempre sotto l’influenza del Vaticano, è arrivata ultima
    rispetto alle altre nazioni. E’ bene ricordare che fino al 1971, anno in
    cui fu abrogato dalla Corte Costituzionale, era ancora in vigore
    l’articolo 553 del Codice Penale, che vietava propaganda e uso di
    qualsiasi mezzo contraccettivo, punibile fino ad un anno di reclusione.
    Successivamente, anche e soprattutto grazie alle battaglie del movimento
    per l’autodeterminazione della donna, la legge 405 del 22 luglio del
    1975 ha istituito i consultori familiari, il cui compito era quello di
    assistenza pubblica e gratuita. Negli anni successivi, nell’ottica di
    privatizzazione dei servizi necessari anche in tema di Sanità, i
    consultori sono stati pesantemente ridimensionati.
    La Puglia è la regione con il maggior numero di interruzioni di
    gravidanze da parte di giovanissime; nel 2005 ben 1152 adolescenti tra i
    15 e i 19 anni hanno scelto di interrompere la gravidanza.
    Unione e Cdl, alternatesi al governo nazionale, hanno di fatto
    decentralizzato alle regioni i poteri in materia sanitaria. Ogni regione
    decide dei ticket e dei piani sanitari e se si sforano i parametri
    stabiliti dal governo nazionale, bisogna tagliare i servizi e
    possibilmente aumentare la esternalizzazione ai privati, che spesso
    hanno legami con i politici locali.
    Il tutto passa attraverso una logica aziendalista, dove il malato o chi
    ha bisogno più in generale di un servizio è un “utente” e chi deve
    offrire dei servizi pubblici, è ormai da anni, un’azienda sanitaria.
    Naturalmente, anche nella Puglia del “comunista” Vendola e della sua
    “rivoluzione” gentile, l’ottica privatistica è la stessa, la stessa
    peraltro del centrodestra di Fitto, seguendo uno stesso filo di
    continuità che ha deluso chi credeva in un cambiamento sostanziale.
    Nessun cambiamento in vista! Anzi, proprio per confermare questa
    disastrosa continuità, il ministro della salute, Livia Turco, in visita
    qualche mese fa a Bari, ha elogiato il “riordino” sanitario fatto dai
    governi pugliesi che si sono avvicendati negli ultimi anni. E Fitto, sui
    giornali, ha rivendicato per sé gli elogi del ministro del governo Prodi.
    L’ultima decisione in campo sanitario, quella relativa alla
    cancellazione della gratuità della pillola, a parte qualche
    dichiarazione contraria ed esclusivamente strumentale e di facciata del
    presidente Nicki Vendola, pressato soprattutto dalle polemiche che si
    sono scatenate in seguito all’annuncio del provvedimento, rientra
    chiaramente in un attacco complessivo che vede alleate /lobby/
    politico-imprenditoriali e Chiesa cattolica.
    Sicuramente la tutela della salute delle donne e un maggiore
    potenziamento dei consultori, indispensabili per garantire una corretta
    informazione soprattutto agli adolescenti sulle tecniche contraccettive,
    non rientrano tra le preoccupazioni del presidente Vendola impegnato
    com’è a banchettare con le gerarchie ecclesiastiche a cui stanzierà ben
    12 milioni di euro per gli oratori.
    Al governatore pugliese certamente non interessa sapere che se la
    pillola Norlevo ritornerà ad essere gratuita, sicuramente molte giovani
    donne potranno evitare di ricorrere alle sale operatorie, viste come
    l’ultima spiaggia.
    Il Partito di Alternativa comunista pugliese rivendica non solo la
    gratuità del farmaco della discordia, d’accordo con i medici laici, le
    associazioni di donne pugliesi e i sindacati di base, che si sono
    schierati nettamente contro il provvedimento dell’assessore Tedesco, ma
    rivendica anche il potenziamento dei consultori alla base di
    un’informazione laica e libera contro le ingerenze della chiesa
    cattolica e in generale la cancellazione del piano ospedaliero
    Fitto-Vendola perché il diritto alla salute delle masse popolari non
    sia legato alle logiche del mercato e del profitto, come i governi di
    alternanza borghese di centrosinistra e di centrodestra sono abituati a
    professare (e a mettere in pratica).

  2. FikaSicula (inviata da Deceptacon) says

    IL Coordinamento Ginecologi Consultoriali Puglia ritiene di dover intervenire in sostegno dell’iniziativa promossa dalla Direzione della ASL provinciale di Bari relativamente alla distribuzione gratuita ai servizi territoriali, di continuità assistenziale ed Ospedalieri di Pronto Soccorso della cosiddetta “pillola del giorno dopo”.
    La “pillola del giorno dopo” infatti si configura come un presidio di prevenzione efficace e poco invasivo anche considerando la innocuità del farmaco che praticamente non è gravato da effetti collaterali rilevanti.
    Le istanze di tipo etico che vengono portate da certa parte della classe Medica appaiono di carattere pretestuoso e strumentale considerando che la contraccezione di emergenza nulla ha a che fare con l’aborto volontario in quanto interviene prima dell’instaurarsi della gravidanza e non a gravidanza già in corso (è peraltro dimostrato che non ha alcun effetto malformativo sul feto eventualmente già formato). Inoltre l’obiezione di coscienza invocata, è prevista nella Legge 194, che regola l’aborto volontario, ed è consentita solo per l’esecuzione dell’atto abortivo in sé ma obbliga anche gli Operatori obiettori a prestare alla donna tutta l’assistenza necessaria prima e dopo l’intervento.
    Opporsi alla gratuità della “pillola del giorno dopo” ci appare ancora una volta come una volontà punitiva nei confronti delle donne “colpevoli” di non volere un figlio, un voler continuare a mettere i presidi terapeutici preventivi solo a disposizione di chi può pagarli e non di chi, avendo meno strumenti economici e culturali, ne ha veramente più bisogno. Troppo spesso si dimentica che per qualsiasi donna una interruzione di gravidanza è un trauma che lascia tracce profonde per moltissimo tempo : se oggi abbiamo un presidio farmacologico che possa evitare anche ad una sola donna di affrontare l’esperienza devastante di una IVG abbiamo il dovere di metterlo a disposizione di tutte le donne e dei Medici che, nella loro professionalità perseguono il concetto di benessere promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (salute intesa non come assenza di malattia ma promozione del benessere fisico e mentale).
    Raccogliendo quotidianamente le istanze che vengono dal territorio, i Ginecologi consultoriali ben conoscono la portata delle problematiche legate alle Interruzioni Volontarie di Gravidanza e per questo hanno portato all’attenzione dell’Assessorato alle Politiche della Salute, fin dal febbraio 2006, una proposta di gratuità della contraccezione ormonale e della contraccezione di emergenza considerando questo intervento indispensabile per la prevenzione dell’aborto volontario in Puglia.
    Molto si è sempre parlato in modo teorico di prevenzione delle IVG ma in realtà fino ad ora pochissimi sono stati i provvedimenti adottati e in definitiva gli Operatori consultoriali si sono sempre dovuti arrangiare con i pochi strumenti disponibili. Con il provvedimento della ASL BA, che diventa un precedente anche per le atre ASL regionali, si individua l’inizio di un nuovo percorso che sia veramente a favore delle donne e della prevenzione. Pertanto si sollecita l’Assessore alle Politiche della Salute e il presidente Vendola affinché si possa, forse per la prima volta in Puglia, prendere un’iniziativa veramente concreta ed efficace nella lotta all’aborto volontario.

    Presidente Coordinamento Regionale Ginecologi Consultoriali Puglia
    Dott.ssa Rosa Guagliardo

  3. FikaSicula (inviata da Deceptacon) says

    Lettera aperta al Presidente Vendola e all’Assessore Tedesco

    Intendiamo dare un giudizio di merito in ordine alla decisione dell’Assessore Tedesco di sospendere l’efficacia della circolare interna, emanata dal direttore sanitario della ASL di Bari, Giuseppe Lonardelli, per la fornitura gratuita della “pillola del giorno dopo” ai consultori, agli ambulatori territoriali di ginecologia, ai servizi ospedalieri di ginecologia, ai servizi di pronto soccorso, e ai presidi di guardia medica della AUSL di Bari.

    Ci meraviglia questa presa di posizione e soprattutto ci meraviglia il riferimento a “problematiche di elevata portata etico-scientifica e di grande rilevanza sociale” per una questione che dovrebbe far parte ormai della prassi contraccettiva consolidata.

    Ugualmente ci meravigliano le affermazioni del Commissario Straordinario della ASL Lea Cosentino che fa riferimento -relativamente al provvedimento in oggetto- al diritto da parte dei Medici di esercitare l’obiezione di coscienza, dimenticando che la legge 194/78 prevede il ricorso alla stessa unicamente per quanto attiene l’intervento per l’IVG.

    Le motivazioni addotte dall’Assessore Tedesco ci fanno credere che l’Assessore sia vittima di un drammatico errore, che lo porta a confondere la pillola del giorno dopo, catalogata come contraccettivo d’emergenza, con la pillola abortiva RU 486, che è altro.

    Vogliamo denunciare la superficialità con la quale l’Assessore ha inteso sospendere il provvedimento, dimenticando che la contraccezione di emergenza si è rivelata un mezzo molto efficace per prevenire le IVG e, soprattutto, per indurre le donne ad intraprendere una contraccezione stabile ed efficace. Lo invitiamo, invece, ad accelerare l’iter di approvazione della PDL per la riforma dei Consultori, che sicuramente potrà essere uno strumento efficace per potenziare gli stessi, connotandoli, così come previsto dalla vigente normativa, fra le strutture territoriali di primo livello assistenziale, preposte alla promozione della salute.
    Vogliamo ricordare al Presidente Vendola , all’Assessore e a tutta la Giunta che l’8 Marzo il Consiglio regionale ha approvato la “Legge regionale per le politiche di genere e i servizi di conciliazione vita-lavoro in Puglia”

    Questa legge, che costituisce nel panorama nazionale uno dei punti più avanzati della legislazione in ordine alle politiche di genere, ha eliminato le superfetazioni ideologiche, adottando misure concrete che aiutano una scelta consapevole della maternità e promuovono una genitorialità responsabile.

    Le discutibili scelte di questi giorni sono in aperta contraddizione con lo spirito della legge e con quanto previsto in essa.

    Ancora una volta siamo costrette a constatare quanto la politica neutra sia ipocrita e lontana dalla vita delle donne: si può legiferare bene sui corpi e sulla vita delle donne, ma questo, purtroppo, continua a non produrre prassi politiche coerenti, continua a non modificare la politica.

    Ci aspettiamo ora dal Governo regionale che si riconsideri la scelta adottata dall’Assessore Tedesco e che, soprattutto su queste questioni, si definisca un percorso politico coerente e allargato al confronto e alla partecipazione di tutti i soggetti, a cominciare dalle donne.

  4. FikaSicula says

    Cara Deceptacon,
    sono molto contenta che lì le cose si stiano muovendo.
    Aspetto le notizie del dopo assemblea di lunedì e poi metto un post in evidenza solo su questo basato sulle tue nuove (che spero buone) di approfondimento della questione che interessa a molte altre compagne.
    a presto e buona assemblea a tutt*.
    grazie!

  5. deceptacon says

    cara fikaSicula,

    qui in puglia le cose si stanno muovendo contro il provvedimento dell’assessore alla sanità Alberto Tedesco (Socialisti Autonomisti…) Da ieri sta circolando una lettera aperta scritta dalle donne della commissione pari opportunità del consiglio regionale e che diversi gruppi stanno sottoscrivendo, in cui si critica il provvedimento dell’assessore, si sostiene l’importanza della contraccezione di emergenza proprio per ridurre le interruzioni volontarie di gravidanza e si condanna l’esclusione delle donne da una decisione politica che le riguarda direttamente. Una posizione analoga è stata presa dal coordinamento dei ginecologi consultoriali e dall’aiecs bari, in cui si sostiene anche la necessità di ridare centralità ai consultori (http://www.bat24ore.it/news/news.aspx?news-id=4051). Anche Vendola ha preso posizione su questa cosa e ha manifestato il proprio dissenso rispetto a Tedesco (l’articolo lo trovate qui http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=175337&IDCategoria=11)
    Lunedì sera ci sarà un’assemblea di diversi gruppi femministi e discuteremo proprio di questi episodi.
    vi faccio sapere
    a presto

  6. deceptacon says

    ciao fikaSikula! ho appena letto quanto scrivi. Non ho notizie di prima mano su questi due casi specifici, ma mi attiverò al più presto per sentire le amiche di Lilith194 che stanno lavorando proprio sulla situazione pillola del giorno dopo negli ospedali e nei consultori baresi.
    Leggendo tra le righe del sensazionalismo e della pessima scrittura dei giornali locali mi sembra di capire che la circolare emanata il 6 marzo che autorizzava la distribuzione della pillola del giorno dopo (da assumere entro le 72 ore e che è cosa diversa dalla RU486) è stata temporaneamente ritirata perchè vi si sosteneva (giustamente) che tale procedura non provoca l’aborto ma semplicemente impedisce l’annidamento dell’ovulo o l’ovulazione. Questa affermazione di fatto impedisce l’obiezione di coscienza, perché chiarisce che non si tratta di aborto. Da qui la polemica che sta portando a una nuova circolare, in cui però non verrà messa in discussione la distribuzione gratuita delle pillole ai presidi di base, ovvero alle guardie mediche, al pronto soccorso etc. Per quanto sia assolutamente d’accordo con il fatto che non si tratti di aborto, mi immagino cosa succederebbe se mi trovassi di fronte ad un ‘obiettore di coscienza’ obbligato a prescrivermi la pillola: quali umiliazioni dovrei sopportare? Quali meccanismi perversi metterebbe in atto per dissuadermi in un momento così delicato? (Già una si sente dire l’impossibile…) Insomma, piuttosto preferirei avere la certezza di poter reperire dei medici disponibili e perché per ogni medico obiettore ve ne sia almeno uno (meglio una) che invece ha a cuore la salute e la volontà della donna. Però mi rendo conto che la questione è delicata.
    Per quanto riguarda il caso dell’aborto terapeutico: oltre all’articolo del giornale e del corriere non riesco a trovare nulla in rete. Mi sembrano entrambi imprecisi e vaghi: da chi hanno avuto queste informazioni così riservate? Non sarà il solito modo per confondere le cose e dare addosso (come sempre) alle sciagurateassassinenaziste?. Mi puzza troppo la quasi coincidenza con il caso di firenze e il fatto che venga riportato insieme alla questione della circolare. E cmq il fatto che si diffondano queste notizie in questo modo (che siano vere o inventate) è molto preoccupante. Anche su questo teniamo gli occhi aperti e ti faccio sapere.

    Sono d’accordo con te, il clima è di merda. Ed è un crescendo continuo. Dalla legge 40 in poi le cose sono solo peggiorate. Ci vogliono piazzate, scenate, provocazioni e almeno tentativi di rivoluzioni!! Qui in puglia qualcosa si sta muovendo, sia sul fronte dei movimenti di base, sia su quello istituzionale (vedi il recente ddl regionale sulle politiche di genere). Ma non basta. Ci vuole sangue bollente, passione politica e desiderio per scuotere le cose. E purtroppo spesso vengono meno le persone. Siamo in poche, cavolo. Un movimento femminista di massa non è nemmeno all’orizzonte. E allora che fare?
    baci
    a.
    p.s. le foto che posti sono di una bellezza sconcertante. Mi sai dire di chi sono?

  7. FikaSicula says

    Car* peace-ano :)*
    bello rileggerti!
    Anch’io ti trovo sempre in splendida forma.
    quello che tu chiedi periodi camente sai che cerco di farlo. proprio perchè penso che darsi martellate addosso non serve moltissimo. ma qualche volta – giuro che si tratta di qualche volta – sono talmente arrabbiata, con questo senso di accerchiamento che mi prende così male da indurmi a sfogare rabbia in qualche direzione o a cercare di sensibilizzare chi non sa nulla di quello che succede o a cercare di fare indignare chi invece sta comod* sul niente perchè oramai pare che si accetta tutto senza reagire.
    confesso: è uno sfogo. ma questo spazio tiene d’occhio le controproduzioni e le cerca e le fa proprie.
    ma questi giorni sono davvero nefasti. e rispetto alla pillola del giorno dopo a parte torino e la toscana, per quel che ne so non si usa molto e ci sono milioni di ostruzionismi.
    comunque prometto che cercherò più notizie e vedrò di provare a capire e a descrivere un quadro più completo della faccenda.
    anche sule storie dell’aborto c’e’ parecchio materiale in giro ma pochi progressi (e molte assenze e regressi).
    In realtà la cosa brutta è che abbiamo smesso di monitorare come si deve tutte queste cose (dico abbiamo in senso retorico sapendo di fare un torto a chi invece ha tenacemente e coraggiosamente continuato), così sappiamo meno di quello che dovremmo sapere. ne sa di più – per assurdo – il movimento per la vita.
    se tu becchi materiale postalo qui. io cercherò di recuperare quello che posso.
    vediamo se viene bene 🙂
    grazie dello stimolo positivo!
    baci

  8. FikaSicula says

    Ciao lilja,
    ho visto ora il sito 🙂
    ma la trasmissione va in streaming?
    si può sentire via web?
    perchè se volete possiamo organizzare una raccolta di dati e notizie attraverso la rete prima della trasmissione. così potete attingere da tanta roba. Che dite?
    🙂
    ora vi posto il commento anche da voi, va.
    a prestissimo, spero!
    Grazie!

  9. peace-ano says

    Ciao cara, era da un po’ che non passavo – causa settimane intense – e ti trovo sempre in splendida forma.
    Stavolta questo commento diventa una richiesta, con la pretesa di essere un suggerimento: a fianco alle disamine, alle analisi, all’editorialismo impegnato sui fatti, ti chiedo di mobilitare i tuoi impressionanti strumenti di raccolta delle informazioni per farci stare un po’ meglio e raccontarci, se ci sono – e sono certo che ci sono – un po’ di belle notizie, ovvero qualcuna di quelle contro-produzioni che rinfrancano il cuore e che potrebbero indurre a pensare che questa reprimenda cattolico-fascista sia in realtà il canto del cigno (o meglio dell’anatroccolo).
    Perché, anche se non fosse vero, immaginare che le gerarchie vaticane sono in procinto di fare una pessima fine è una cosa che può dare grande forza, perché dà grandi speranze! 😉
    Quanto è diffusa la pillola del giorno dopo? In quanti ospedali, dopo la sperimentazione torinese, si è diffusa? Al di là dei dettami e delle bolle papali, quanto è usata e accettata? Scommetto molto più di quello che ci immaginiamo. E a farmi scommettere sono proprio le binettiane grida d’orrore.
    Inoltre: ma l’aborto si fa in ogni caso per raschiamento? Che ne è dell’interruzione farmacologica? Dove la fanno? Chi la pratica e chi la sperimenta in Italia (se qualcuno lo fa)?

    …oggi m’è presa così…

  10. lilja says

    ciao! sono arrivata sul tuo sito per caso, e ho che anche il tuo è un noblogs!! come quello della nostra radio: http://radiotana.noblogs.org/
    noi siamo due ragazze che facciamo una trasmissione che prende il nome dal nostro blog. facciamo una sorta di “informazione bislacca”, è satira sul quotidiano e la politica, ma anche no. ultimamente abbiamo affrontato in ben due trasmissioni la questione prostituzione.magari la prossima parliamo dell’aborto. complimenti per il blog, ciao!