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Terrorismo domestico. Terrorismo patriarcale

Qualche suggerimento per capire come aiutare una donna maltrattata:

Molte donne maltrattate non sanno a chi rivolgersi per ottenere aiuto.
Il tuo desiderio di aiutare è importante, ma occorre essere preparati per affrontare una situazione di maltrattamento e offrire il tipo di aiuto adeguato.

Possibili indicatori di violenza domestica

Gli effetti della violenza domestica possono emergere in molti modi diversi.
Saperli riconoscere ti aiuterà a identificare le donne maltrattate e a capire meglio la loro esperienza.

Lesioni fisiche visibili

  • Contusioni, lacerazioni, bruciature, segni di morsi e fratture – specialmente nella zona degli occhi, naso, denti e mascelle
  • Ferite durante la gravidanza, aborti “spontanei”, nascite premature
  • Inspiegabile ritardo nel cercare assistenza medica per ferite
  • Ferite multiple a diversi stadi di guarigione

Malattie che possono insorgere in situazioni di maltrattamento

  • Malattie da stress come mal di testa, mal di schiena, dolori cronici, disordini gastrointestinali, disordini del sonno, disordini alimentari e affaticamento
  • Condizioni legate a stati d’ansia: come palpitazioni cardiache, iperventilazione e attacchi di panico. Meno frequentemente: depressione, pensieri e tentativi di suicidio, uso di alcool e altre droghe

Effetti sul posto di lavoro

  • Perdita di produttività, assenteismo cronico o ritardi molto frequenti, eccessive richieste di tempo libero
  • Incursioni e molestie sul lavoro da parte del maltrattante, di persona o per telefono
  • Cambio frequente di mansioni nel curriculum lavorativo della donna, o perdita dei lavori precedenti

Richieste di aiuto

  • Per problemi di “coppia” o “familiari”
  • Per dipendenza da alcool e da droghe
  • Per consulenze legali
  • Per problemi relativi alla “salute mentale”

Molte richieste di aiuto mascherano in realtà problemi di violenza domestica.

Come faccio a sapere se una donna viene maltrattata?

L’unico modo di sapere se una donna viene maltrattata è CHIEDERE.
Non è vero che le donne maltrattate non vogliono parlare della loro situazione. Molte nascondono i maltrattamenti perché temono il compagno; perché temono di sentirsi a disagio, di essere colpevolizzate o di non essere credute.
Per comunicarle il tuo desidero di aiutarla e sostenerla, puoi:
Chiedere a lei in modo semplice e diretto, IN PRIVATO,
Avere un atteggiamento NON giudicante,
Non spingerla a fare niente,
Non pretendere che abbia subito FIDUCIA totale in te
Se ci sono dei fatti che ti hanno insospettito puoi dire: “Ho notato x, y e z e mi preoccupo per te. Posso fare qualcosa per aiutarti?”. Oppure “Mi sembra che tu sia sotto pressione e infelice. Se hai bisogno di qualcuno con cui parlarne io sono sempre a disposizione, sarà una cosa riservata fra noi due”.
Spesso si esita nell’aiutare una donna in difficoltà perché si ha l’impressione che “non sono fatti miei”. Questa falsa idea ha contribuito notevolmente a costruire l’isolamento delle donne e ad accrescere le difficoltà di prestare aiuto e supporto.
Se decidete di chiedere, preparatevi a rispondere in modo supportivo.

Cosa prepararsi ad offrire supporto

Ci sono molte cose che puoi fare per prepararti ad offrire sostegno, incoraggiamento e aiuto ad una donna maltrattata

  • Preparati sul tema della violenza domestica, leggi, parla con operatrici dei centri anti-violenza
  • Comincia la conversazione in privato e quando hai abbastanza tempo per parlare a lungo
  • Abbandona le aspettative di trovare una soluzione “pronta e veloce”
  • Sforzati di capire che la passività della donna può essere la sua strategia di sicurezza
  • Verifica la correttezza dei tuoi atteggiamenti e opinioni sul maltrattamento e se necessario modificale.
  • Le donne maltrattate non subiscono maltrattamenti per una loro mancanza. Sono donne intrappolate in relazioni coercitive a causa dellíuso della violenza e del controllo da parte dei loro partner.

Atteggiamenti positivi per fornire sostegno e incoraggiamento

  • Credile. Diglielo apertamente. Se conosci il suo compagno considera che molti maltrattanti si comportano in pubblico in modo molto diverso da come sono in privato
  • Ascoltala attivamente, falle domande ma evita di dare giudizi e consigli. Sarà lei stessa a dirti ciò di cui ha bisogno
  • Alleati con i suoi aspetti forti. Sulla base delle informazioni che vi fornisce e delle vostre osservazioni, individuate attivamente le modalità con cui ha sviluppato strategie per gestire la difficoltà della situazione; come ha risolto problemi e mostrato coraggio e determinazione, anche se gli sforzi non sono riusciti completamente. Aiutatela a costruire su questa forza.
  • Sostieni i suoi sentimenti. E’ comune per le donne in situazioni di maltrattamento di avere sentimenti ambivalenti – amore, paura, colpa e rabbia, speranza e tristezza. Dille che quello che prova è normali e ragionevole.
  • Evita di colpevolizzarla. Ditele che il maltrattamento non è colpa sua. Rinforzate il fatto che il maltrattamento è responsabilità del maltrattante e che è contro la legge, evitate di parlare male del maltrattante.
  • Prendi sul serio le sue paure. Se sei preoccupata per la sua sicurezza, dillo senza giudizio, “La tua situazione sembra pericolosa e sono preoccupata per la tua sicurezza”.
  • Offriti di aiutarla. Se ti chiede di fare qualcosa che puoi e vuoi fare, fallo. Se non puoi o non vuoi diglielo e aiutala a trovare altri modi per affrontare il bisogno, magari mettendola in contatto con chi può effettivamente aiutarla in quello che chiede.
  • Usa creatività nell’aiutare la donna ad elaborare strategie di sicurezza. La chiave alla pianificazione della sicurezza è analizzare il problema, considerare tutte le possibilità e le alternative a disposizione, valutare i rischi ed i benefici e le diverse opinioni e trovare dei modi per ridurre i rischi. Offri idee, informazioni e punti di riferimento.
  • Sostieni le sue decisioni. Ricordati sempre che ci sono sempre rischi legati ad ogni decisione presa da una donna maltrattata. Se vuoi davvero aiutarla devi essere paziente e avere rispetto per le sue decisioni, anche se non sei d’accordo.

 

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Precarietà, Vedere.


4 Responses

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  1. FikaSicula says

    Hama Kitama sono d’accordo. Io me lo sono chiesto e ho anche concluso, scoprendo che mi si è aperta una vena infinita di porcherie (superchierie – soverchierie – violenze soverchianti), che viste con uno sguardo un poco meno schematico e meno a compartimenti stagni (più da osservazione della complessità… termine stra-abusato oramai ma tant’è…) sono tutte in qualche modo collegate o collegabili tra loro. Perciò penso che le azioni politiche e culturali consapevoli dovrebbero tenere conto di tutto.
    Un abbraccio :*

  2. hama kitama says

    una volta uno spagnolo, ridendo, mi disse che dalle sue parti (badajoz) si dice che se dio creò la donna da una costola dell’uomo, allora l’uomo ha diritto di rompere le costole alle donne.
    al di là del fatto che il tipo era un povero coglione e che fosse proprio uno spagnolo (un paese in cui, malgrado tutto, cioè malgrado siano indubbiamente messi molto meglio di noi, la chiesa ha un peso ancora non indifferente), c’è da interrograsi sul ruolo dominante che hanno sull’immaginario collettivo archetipi e linguaggi patriarcali, come quello che vuole che dio abbia creato l’Uomo a sua immagine, e solo dall’Uomo la Donna. e delle conseguenze di queste immagini e di questi linguaggi sulla formazione della propria identità. e quindi sulle azioni.

  3. FikaSicula says

    No tesoro,
    hai il merito di aver portato un pezzo di verità in questo angolo poetico che è noblogs.
    Vero, non che porti sfiga, ma che l’Italia vince il primato.
    Sotto i video ho pubblicato i dati dell’ultima indagine Istat.
    E non parlano di morte ammazzate e questo c’entra, eccome se c’entra, con il ritorno della cultura fascista e con la violenta ingerenza della chiesa nelle nostre vite.
    Bisogna fare qualcosa di più anche in Italia. Siamo stuprate ogni giorno: nei luoghi di lavoro, dalle leggi dello stato, dalla precarietà che ci sta uccidendo, da chi ritiene che se siamo deboli precarie e subordinate, mai indipendenti, dal punto di vista economico allora torneremo a casa a sfornare figli e a realizzare il progetto patriarcale della “famiglia”.
    Personalmente ne ho davvero abbastanza: il patriarcato, i moralismi, le schiavitù, la vita senza diritti…
    Grrrrrrrr

  4. slavina says

    da quando ho scritto il post sulla violenza di genere il numero e’ raddoppiato, tanto da farmi pensare che porto pure un po’ sfiga… pero’ devo dire che l’Italia vince il primato della storia piu’ triste e truce del mese, quella della ragazza di Avellino uccisa dal convivente della madre.

    porco dio.