Da Abbatto i Muri:
Già da ieri sulla pagina facebook di Abbatto i Muri si sta discutendo (qui e qui) di specismo e sperimentazione animale. Dunque provo a riassumere la complessità degli interventi.
Intanto vi suggerisco di leggere, se non lo avete già fatto, il post che avevo condiviso oggi che racconta come la strumentalizzazione mediatica di questi giorni sia utile a chi legittima la sperimentazione animale come unico metodo passato, presente e futuro. Poi segnalo l’articolo che racconta di una biologa malata di sclerosi multipla che dice no alla vivisezione. A chi chiede cosa c’entra l’antispecismo con l’antisessismo suggerisco la lettura del post “Verso un ecofemminismo queer” e “Sullo specismo dei compagni“. Nella sezione animalismo/antispecismo di Femminismo a Sud trovate comunque molto altro che può esservi utile alla comprensione di un approccio intersezionale.
Prendendo le distanze da chi ha insultato Caterina e da chiunque, in generale, ha un approccio integralista rispetto a qualunque causa, ecco quello che più o meno ci siamo detti. Sarò parziale.
Il primo spunto realizzava che chi difende la sperimentazione sugli animali parrebbe strumentalizzare il dolore di una persona malata esattamente come i gruppi no-choice strumentalizzano il dolore di chi ha dovuto abortire suo malgrado per spingere la legislazione in senso antiabortista. Fare poi un paragone tra la vita di esseri viventi non umani e umani per mettere sul piatto della bilancia chi tra i due ha più diritto di vivere sembrerebbe identico a fare paragoni tra ariani ed ebrei, bianchi o neri, per autoeleggersi Dei che possono decidere chi vive e chi muore, chi può godere di diritti e chi invece no.
Continued…