Da Abbatto i Muri:
Ho letto il lungo articolo di Christian Raimo e devo dire che su molte cose mi trovo d’accordo. Molte. Non tutte. Alcuni suoi passaggi io li avrei esauriti definendo con precisione ciò di cui si tratta: paternalismo e patriarcato (buono). Lui lo chiama sessismo benevolo e va già bene così. Però c’è un pezzo che manca e che secondo me è bene inserire nel discorso ricordandogli che in qualche modo anche lui partecipa alla gara e alla distinzione tra uomini migliori e peggiori senza adoperarsi nel definire una complessità o senza parlarci di se’. Ché a meno di non essermi persa qualcosa non mi pare di aver letto nulla di suo in cui lui dice quante volte abbia avuto, se l’ha avuta, la tentazione di rompere le ovaie a una donna più del dovuto, quando ha insistito per un appuntamento, quando ha inteso immaginare che la sua idea fosse il meglio del meglio che può esistere per noi. Perché la tentazione a giocare a “so quel che è meglio per te” ce l’hanno in tanti, sempre di più dal momento sciagurato in cui le femministe in Snoq old/style hanno deciso che gli uomini andavano mediaticamente rieducati, sollecitando paternalismo a piene mani e regalando visibilità a patriarchi (buoni) che avevano l’ardire di dire cose profondissime tipo “la violenza sulle donne è brutta brutta“, o “gli uomini violenti sono cattivi cattivi“.
E poi quelle campagne ignobili in cui arriva il tizio che la femmina non la tocca manco con un fiore, quello che si frappone a mo’ di cavaliere tra il bruto e la povera vittima che non riesca di per se’ a sollevare un muscolo per mandare in gloria il bruto e il salvatore. Tanta campagna promozionale per solleticare l’ego di scrittori, intellettuali, gente che fino a qualche tempo fa non aveva un cazzo da scrivere, e non parlo di Raimo, e improvvisamente risplendono di luce riflessa abbracciando la causa della salvaguardia del corpodelledonne, tutto unito come giustamente scrive Angela Azzaro, che per dimostrarci quanto sono fighi e meritevoli della nostra stima innanzitutto ci indicano, a noi, come se non sapessimo individuarli, i “maschi” immeritevoli di confidenza e mentre loro si esercitano in questo scontro testosteronico a chi ce l’ha più lungo noi siamo qui, ancora, a immaginare di volerli mandare a quel paese. Entrambi.
Continued…