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Siamo tutte #NoTav! Nicco, Chiara, Claudio e Mattia liber* subito!

no-tav

Dalle Cagne Sciolte:

Niccolò, Chiara, Claudio e Mattia sono quattro militanti no tav e dal 9 dicembre sono imprigionati nel carcere torinese delle Vallette, diversi i reati loro imputati per sostenere l’accusa di “attentato con finalità di terrorismo”.
Secondo la procura avrebbero partecipato ad un’azione notturna contro il cantiere mortifero dell’Alta Velocità, una delle tante forme per ribadire concretamente quel “NO” ormai ventennale in un contesto di militarizzazione totale.

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Posted in AntiAutoritarismi, Iniziative, NoTav, Omicidi sociali, R-esistenze.


Riforma elettorale: ma chissenefrega delle quote rosa!

Da Abbatto i Muri:

Questo è il testo della riforma presentato in commissione. Trattative e negoziazioni in corso da parte delle donne di Pd, Forza Italia e Nuovo CentroDestra che addirittura scrivono una nota per esigere l’alternanza di genere nei listini o comunque le quote rosa.

Dal Fatto Quotidiano copio e incollo:

Le senatrici Valeria Fedeli (Pd), Alessandra Mussolini (Forza Italia) e Laura Bianconi (Nuovo Centrodestra) scrivono: “Per rendere realmente efficace il principio di pari opportunità nella rappresentanza politica è necessario introdurre un vincolo all’alternanza di genere uno a uno nelle liste e la medesima alternanza nei capilista. Immaginiamo, infatti, che andando a votare con questa legge risulteranno eletti soltanto i primi due nomi in lista, se non addirittura solo il primo. Insomma, quella presentata ieri è una formula del tutto inadatta con la quale rischiamo di perdere l’occasione di un cambiamento profondo: una democrazia realmente paritaria attraverso una legge elettorale che garantisca l’equità di genere”. E alle senatrici si aggiungono le deputate: “Enunciare il principio è condizione necessaria ma non sufficiente se vogliamo compiere un salto di qualità nelle regole per applicare davvero l’articolo 51 della nostra Costituzione” scrivono, tutte insieme, Roberta Agostini (Pd), Dorina Bianchi (Ncd), Elena Centemero (Fi), Titti Di Salvo (Sel), Pia Locatelli (Psi), Gea Schirò (Popolari per l’Italia) e Irene Tinagli (Sc).

Non c’entra ma la Bianconi è quella che, tanto per dire, ha presentato emendamenti tendenti a fare ostruzionismo sul ddl anti/omofobia e assieme ad altri 4 parlamentari ha sottoscritto contenuti decisamente discutibili.

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Io non denuncio: la galera non è una scuola di antisessismo!

Da Abbatto i Muri:

Mi hanno toccato il culo e non per questo ho denunciato. Mi hanno strusciato le tette e ancora non l’ho fatto. Mi hanno chiamata troia, puttana, zoccola, e non ho denunciato. Perché le situazioni episodiche non condizionano perennemente la mia vita. Perché da una toccata di culo, una strusciata di tette, una parola proferita come insulto, posso difendermi e farlo anche piuttosto bene. Io non denuncio perché il carcere può andare bene soltanto a chi neppure sa cosa significa. Perché intrappolare qualcuno nelle maglie della “giustizia” significa rovinargli la vita e io non rovino la vita a uno che m’ha toccato il culo, m’ha strusciato la tetta o m’ha chiamata troia. Ci penserei bene anche su questioni un po’ più complesse figuriamoci per cose del genere.

Il carcere è una delle istituzioni più becere che ci sia. Legittimarla e avallare l’idea che lì una persona possa davvero migliorare, capire, crescere, è totalmente idiota. Legittimare le polizie, i tutori, come fossero parte di qualcosa di interamente sano, una organizzazione scevra di sessismo, e ancora più idiota. Il sessismo non lo risolvi con la galera e questo è certo. Lo risolvi con l’educazione e la cultura. E il punto è che la società è anche quella che costruisco io. C’è lui che mi tocca il culo e se ne fotte di quel che io desidero, penso, voglio, di quanto possa darmi fastidio, perché ritiene io sia un oggetto e poi ci sono io che so molto di più, ho più strumenti culturali e ho chiaramente una empatia che supera il mio ombelico, perciò non ho alcuna voglia di rivalsa, di vendetta, nei suoi confronti.

Non sono certo disposta a tollerare nulla. Ho piedi, gomiti e parole che m’avanzano. Ad aver bisogno d’aiuto m’è capitato di esercitare il figapower con altre amiche che in quanto ad autodifesa non erano da meno, e anche a venire fuori da una situazione in cui quella toccata di culo sull’autobus o per strada te la becchi cosa vuoi fare? Chilometri di carta avvocatizia, procedimenti legali, spese, il dito puntato contro di lui a dirgli che è un mostro e poi la gioia se viene condannato a qualche anno di galera e il dispiacere se non gliene danno abbastanza? Ma io davvero chiedo: quando è successo che abbiamo cominciato a misurare il grado di libertà che la società riconosceva come nostro diritto proporzionalmente agli anni di galera inflitti a qualcheduno? Quando è successo che abbiamo cominciato a immaginare che la repressione, il legalitarismo, la galera, costituissero la risposta ai nostri problemi? Quando è successo che invece che più libertà per noi abbiamo cominciato a chiedere più galera per chiunque?

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