da Abbatto i Muri:
Lo stupro è quella cosa che succede quando qualcuno viola la tua libertà di scelta. C’è lui che eiacula sul tuo corpo anche se ti fa schifo e avevi detto no. E può accadere in tanti modi, violenti, tragici, patetici, ricattatori, ridicoli e così via. E poi succede che qualcuno dice “prendilo in bocca” e tu lo fai perché così lui va via. Succede nei rapporti più o meno casalinghi, quelli consensuali, adoperi lo stesso metodo quando non hai voglia ma lui ti dice “su, facciamo questo e quello” e allora ansimi un po’, gli offri gentilmente un buco in cui può eiaculare, infine ti dimeni e quello, tempo tre secondi, viene. Mi sono spesso chiesta perché farlo a pagamento fosse peggio. Di fatto, in realtà, non lo è, mi dicono, ché anzi lì hai la certezza che quella tua finzione non dovrà durare, notte dopo notte, per mesi o, peggio, anni. La paga è nettamente superiore e oltre a quello non devi lavare, stirare, non devi fare tutte quelle cose che una moglie, quando da lei si esige svolga quei doveri, deve fare. Dicono che un marito poi però ti è accanto quando hai bisogno di qualcosa. Io mi ricordo che quando quel marito c’era ero io che dovevo calmarlo e incoraggiarlo mentre tentavo di ricucire una ferita. Lui andava nel panico e poi aveva fretta di consegnarmi a un altro tutore, per togliersi l’impiccio e placare l’ansia. Sarà che sono ingiusta, probabilmente è vero, ma in questo momento mi pare di vedere le cose con chiarezza. Perciò lasciatemi dire che trovo fuori luogo l’insistenza per cui dovrei abdicare anche al cinismo, alla lucidità, all’obiettività, per raccontare la pretesa di una felicità che è effimera e frutto spesso di illusione.
Lo stupro è quando lui ti struscia un pene sulla faccia e non è quello che vorresti. Potrebbe piacerti in altre circostanze ma quella volta proprio no. La consensualità è il limite. Espressa chiaramente e altrettanto chiaramente negata, ché non si può rimproverare solo a un uomo l’incapacità di intuire quello che passa nella mia testa se io stessa non so definire quello che voglio. Ci sono alcuni che pensano che il proprio pene dovrebbe essere sempre gradito e sono io, in realtà, che in quel caso non ho detto no con una decisione che sarebbe stata utile. Come distinguere la sensazione di un abuso se in generale la vita di una donna parrebbe devoluta al sacrificio, all’abnegazione, alla dissimulazione? Mi avevano insegnato che qualunque cosa fosse dovevo sempre dir di si. Mi avevano insegnato che mio marito per me doveva essere tutto. Sii forte, figlia mia, diceva mamma, perché tu sola sei il pilastro di quella famiglia, e quando quel legame sarà solido me ne sarai grata. Così, notte dopo notte, imparavo a immaginarmi brava moglie e quando guardavo in faccia mia madre vedevo la stessa fantasia idiota che non corrispondeva alla realtà.
Continued…