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#DragaMama: Cara mamma

Di Federica Araco (da LavoroCulturale.org)

Lavoratrici instancabili, lontane dai propri cari, sospese tra la propria casa e un Paese spesso duro e inospitale, le donne dell’Est vivono in mezzo a noi come figure invisibili e silenziose, piene d’amore e di nostalgia.

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Draga Mama è la storia di una di loro, arrivata come tante dalla Moldova e impiegata nel lavoro domestico e nell’assistenza familiare.
Senza conoscere una parola di italiano, Valentina è arrivata a Roma dieci anni fa in pullman, con una piccola valigia e in mano un contratto per una finta azienda tedesca. Ha cominciato come badante presso una coppia di anziani che la trattavano come una figlia. Dopo un paio d’anni ha ottenuto i documenti e da allora lavora come collaboratrice domestica in diverse famiglie. Vive in un appartamento del Laurentino 38 nella periferia sud della capitale che condivide con altre donne moldave, tutte “madri a distanza”, come lei.
Continued…

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#Bologna: si può tollerare di essere trattate male per una pillola del giorno dopo?

Questa è la email che una ragazza ha mandato al primario del pronto soccorso ginecologico del Policlinico Sant’Orsola a Bologna. Racconta la sua esperienza e le sue tribolazioni per avere la pillola del giorno dopo, e del suo incontro con una dottoressa che, per dirla con un eufemismo, non è stata davvero molto gentile. La ragazza chiede il rispetto della sua privacy, perciò cancelliamo il suo nome, lasciando intatta la lettera che ha condiviso con noi. Buona lettura!

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Gentile Dottor Mollo,

mi chiamo XXXXXXX, ho 22 anni e le scrivo a proposito dell’esperienza della mia visita al pronto soccorso, avvenuta stamattina.
Stento ancora a credere di aver avuto a che fare con una dottoressa talmente sgarbata, e talmente poco disposta all’ascolto. Purtroppo non ne conosco il nome.
So che probabilmente la mia è una email come tante, probabilmente non la leggerà, immagino, né tanto meno potrà in qualche modo essere d’aiuto. Le scrivo infatti non tanto perché mi aspetto che si possano prendere provvedimenti, perché credo nessuno possa essere punito solo per la propria maleducazione. Le scrivo perché lei sia a conoscenza di quello che mi è successo, e che magari possa trarre le su conclusioni in merito.

Mi presento al pronto soccorso in mattinata, perché desideravo farmi prescrivere la pillola del giorno dopo.
Parlo immediatamente con un uomo, che mi dice che oggi non è la giornata giusta perché c’è un medico obiettore. (Mi chiedo: obiettore a cosa, dal momento che non si tratta di una pillola abortiva.Ma sono evidentemente scelte personali, quindi non entro in merito.)
Mi viene dunque detto di aspettare il primario per la prescrizione, e io aspetto.

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La miseria del sovversivismo

Fonte dell'immagine:  http://bit.ly/1Bspv1F
Fonte dell’immagine: http://bit.ly/1Bspv1F

Da Intersezioni:

Si creano spesso polemiche su quali scelte siano rivoluzionarie, o quantomeno le più sovversive da farsi, e viceversa. Credo che questo dibattito non abbia niente di politicamente produttivo e abbia tutto di alienante per ogni parte coinvolta. La “sovversività” di qualcosa dipende dal contesto in cui quel qualcosa viene agito – e perciò si può attribuire ad un azione o un discorso un carattere sovversivo soltanto in una contigenza ben precisa, poiché questi sono un prodotto storico e culturale di determinante circostanze; queste stesse circostanze ne determinano il significato e, ne consegue, l’eventuale divergenza dallo stato di cose presenti e dall’egemonia culturale attuale.

Continued…

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