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Sex Worker uccisa a Firenze, Pia Covre: “non obbligateci alla fuga!”

Photo by Giant Girls, Network for Sex Workers' Rights in South Korea

Photo by Giant Girls, Network for Sex Workers’ Rights in South Korea

Da Abbatto i Muri:

A proposito della orribile morte di Andrea Cristina, uccisa da un sadico, violento, stupratore e femminicida seriale, ecco alcune parole scritte da Pia Covre, presidentessa del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute. Buona lettura!

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A volte credo di non avere piu parole ma solo rabbia. Dolore e rabbia per una compagna assassinata e non ci sono parole nuove per dire BASTA.

Resta un sentimento di frustrazione perché non riusciamo a fermare questo stillicidio di donne uccise, e quando ad essere vittima è una donna che lavora nella prostituzione mi viene il sospetto che si poteva evitare, che si poteva fare qualcosa. Nel caso di Andrea Cristina uccisa da un seviziatore sadico seriale certamente c’erano episodi precedenti che avevano lasciato tracce ed elementi di investigazione utili a chi avrebbe potuto e dovuto fermarlo gia da tempo.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Corpi/Poteri, Misoginie, Omicidi sociali, R-esistenze, Sex work.


#StigmaKills: il “bischero” stupratore e assassino di prostitute (Più diritti, meno violenza!)

Photo by Giant Girls, Network for Sex Workers' Rights in South Korea

Photo by Giant Girls, Network for Sex Workers’ Rights in South Korea

Da Abbatto i Muri:

Erano #16 le sex workers uccise in Italia lo scorso anno, senza contare quelle violentate, derubate, oggetto di violenze ad opera di persone che le prendono di mira per questioni di puttanofobia, razzismo, transfobia. Quest’anno ne abbiamo, per il momento, #3. Una era Zhanna Hashenko, ucraina, l’altra era una “giovane prostituta di origine albanese”, così ne parla la stampa. Poi c’è Andrea Cristina Zamfir, 26 anni, rumena, vittima di quella che il suo assassino ha definito una “bischerata”:

Uccisa in modo barbaro: dopo una serie di sevizie sessuali, inginocchiata a terra, legata di spalle per poter essere aggredita, nella disperata ricerca di liberarsi come testimoniano le ecchimosi sulle braccia all’altezza dello scotch e lasciata morire così sotto un cavalcavia alle porte di Firenze, in via del Cimitero a Ugnano.” [fonte]

Lei viene definita dagli investigatori, inizialmente, una “sbandata, che ha fatto un brutto incontro“, con un articolo che parla di “gente che si lamenta per la presenza di prostitute nella zona”. Perché le donne che si prostituiscono bisogna mandarle ancora più in periferia, dove corrono mille pericoli, dove non le vede nessuno, per motivi di decoro, per non far svalutare i prezzi delle case, perché è meglio lasciarle sole, mai in grado di poter contare neppure sulle colleghe, invece che consentire loro di esigere, legittimamente, garanzia di sicurezza, quando e se decidono di fare quel mestiere.

Continued…

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L’armata del bene: e dacci oggi i nostri “mostri” quotidiani!

Pater e Mater nostr*, dateci oggi la nostra crociata quotidiana. Non potremmo mai fare senza…

Quando l’armata del bene decide che bisogna risolvere un enigma della rete non c’è verso di contenerli. Entrano nelle cristallerie come elefanti, lanciano insinuazioni, sovradeterminano la stessa volontà dei protagonisti di certe vicende, a partire da nick anonimi, mettono in discussione la reputazione delle persone, perché loro sono così: lottano per il bene, e, dicono il “peccato” e il “peccatore”.

Quanto è triste questa vicenda in cui un’armata di gente che riempie il web di sermoni dettati dall’alto di piedistalli dai quali non scendono mai mette in croce e al muro una o più persone obbligando ad una risposta che pure comporta una responsabilità precisa. Perché si parla di cose che non si possono certo trattare su facebook per il gusto di mettere alla gogna qualcuno e per dare soddisfazione al pubblico di linciatori/linciatrici che poi potranno godere di tanto sangue cliccando un like da tifoseria pro/contro sul post o sullo status intelligente.

Quanta supponenza e quanta irresponsabilità c’è nella maniera di trattare questioni “in nome delle donne” senza neppure chiedersi, ciechi nel loro fanatismo, con propensione all’inquisizione, quanti danni ne deriveranno. Conversazioni in cui si accenna di “uno” che avrebbe fatto oppure no, che poi lo sanno che una volta detto resta il sospetto e hai finito per delegittimare il lavoro di anni e per intrometterti in una situazione che quantomeno andava vista alla maniera in cui bisogna trattarla se davvero ti occupi di violenza.

Parli con le persone, chiedi a loro quel che desiderano, invece che bearti del tuo bel post o dell’intervento su facebook dove inchiodi qualcuno alle sue presunte responsabilità immaginando di essere il/la portavoce di un gruppo di giustizieri armati di una sacra verità. Insomma, si tratta di cose brutte, buie, che non dovrebbero succedere ma purtroppo succedono. Che dire: a noi non sorprende affatto. State tutt* bene.

Posted in AntiAutoritarismi, Autodeterminazione, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.