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Lo Stato che dice di difendere le donne reprimendone l’autodeterminazione

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Zn0aPZtwKd0

Da Abbatto i Muri:

La violenza è mancato rispetto dell’autodeterminazione. Non puoi dire di lottare contro la violenza sulle donne, per esempio, se non rispetti la loro autodeterminazione. Sempre. Comunque. Non puoi ragionare di antiviolenza senza valorizzare l’autodeterminazione delle donne, senza favorirne il protagonismo, senza provare a tirarle fuori dallo spazio vittimistico in cui vengono schiacciate da un discorso pubblico completamente orientato dai tutori, i piani dei tutori, le ansie dei tutori, i paternalismi dei tutori.

Continued…

Posted in Critica femminista, R-esistenze.

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Firenze: Assemblea di genere – seconda puntata: mercoledì 5 giugno alla facoltà di Lettere

Da CortoCircuito:

Riceviamo e pubblichiamo:
(Per ogni info scrivere un’email a genere@anche.no)

Secondo appuntamento di discussione sul documento “Il vaso di Pandora”.

Facoltà di Lettere
(p.zza Brunelleschi)

dalle ore 21.00

Il vaso di Pandora

ovvero ciò che non è più possibile tornare a celare

Perché un’assemblea di genere? Perché non ci sia più bisogno di un’assemblea di genere

Abbiamo iniziato a riunirci tra donne per cospirare per l’eliminazione del genere maschile. Siamo stufe di millenni di oppressione patriarcale, di dominio, di fallocrazia. E’ giunto il momento per le donne di prendere il potere. Ogni uomo che incontreremo sulla nostra strada lo asfalteremo, tanto ci dite che non sappiamo guidare. E quelle donne che non sono d’accordo con noi le considereremo complici dell’oppressione maschile, succubi volontarie, e non degne di definirsi donne. Quando finalmente avremo il potere, nelle città non ci saranno più grattacieli a forma di fallo. Uccideremo ogni figlio maschio, ne terremo uno ogni dieci solo per procreare altre donne. E finalmente vivremo in un mondo di pace, dolcezza, comprensione, sensibilità, fragilità, mansuetudine, fino ad arrivare all’apice della Civilizzazione.

…se vi siete resi conto che ciò che desideriamo è tutto meno che questo, state iniziando a capire il perché dell’esigenza di un’assemblea di genere.

I generi maschile e femminile sono qualcosa di molto diverso dalla differenza biologica tra uomo e donna: sono una costruzione sociale che inizia dalla scelta del fiocco blu o rosa quando nasci, e che continua nell’indirizzamento verso giochi “da maschio” che hanno a che fare con la guerra, la manifestazione della forza e la virilità, oppure giochi “da femmina” che sono legati alla maternità, all’economia domestica, alla cura di sé. Al di là della famiglia e delle scelte dei genitori, che a oggi possono essere le più disparate, il condizionamento più significativo è quello dato dall’impatto con la società. A scuola, ai giardini, tramite la TV, nell’ambiente sportivo… i bambini vengono costantemente sottoposti a stimoli che li spingono a costruire la propria persona in base a dei modelli stereotipati di “maschio” e di “femmina”.

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Posted in Fem/Activism, Iniziative, R-esistenze.


Assassino chi uccide. Ovunque!

Ci segnalano e volentieri condividiamo:

L’omicidio di Fabiana Luzzi ci interroga e ci fa riflettere. Crediamo che in questi casi sia necessario rispettare il dolore di una famiglia e di una comunità.
Come Centro di Womens Studies Milly Villa non possiamo tuttavia tacere rispetto alla costruzione e alla (ri) produzione del discorso pubblico a cui stiamo assistendo in queste ore.
Non possiamo dare spazio alla costruzione del discorso mediatico che possa anche solo minimamente legittimare una posizione o rafforzare stereotipi e pregiudizi. Ci sempre un pericolo nascosto quando si esprime un giudizio o un’opinione che diventa pubblica: il pericolo del non approfondimento, della rinuncia a conoscere.
Il pericolo quello dell’inerzia o della frettolosità che fa irrigidire la definizione della realtà, investita emozionalmente da chi la esprime, in puro pregiudizio.

L’omicidio di una donna tale ovunque accada: non il luogo a stabilire naturali predisposizioni. Non biologia, né cultura naturalizzata. E’ violenza, e la violenza non conosce appartenenze territoriali o regionali.
Assassini lo si diventa quando si uccide.

E per questo che come Centro sottolineiamo il pericolo nascosto all’interno di ogni stereotipo che diventa pregiudizio: il pericolo di un razzismo che nasconde la realtà e che non permette di leggerla nelle sue tante dimensioni.
Riteniamo indispensabile ripensare alle categorie attraverso le quali leggiamo la violenza di genere, attraverso cui proviamo a comprendere i cambiamenti nelle relazioni, nelle dinamiche di potere, di riconoscimento, di costruzione di una idea di relazione affettiva come possesso e dominio.

Essere situate in una terra come la Calabria significa anche decostruire un immaginario legato alle donne del sud, agli uomini del sud, alle dinamiche tra i generi. A Sud, ma non solo. Significa decostruire concetti come quelli di emancipazione, per approfondire le diverse forse di dominio da cui liberarsi, ed uscire dalla logica che ci rende libere o oppresse nelle rispettive scelte di partire o restare.

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Posted in Critica femminista, Omicidi sociali, Scritti critici.