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#OccupyGezi: sciopero ovunque e team trasnazionale di traduttori solidali all’opera

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[Le compagne al Gezi Park]

Da Abbatto i Muri:

Ancora dalla Turchia. Mentre si diffondono attraverso i social network gli appelli a portare a Gezi Park quello di cui c’è bisogno (La lista di cui c’è bisogno per dare supporto materiale a #occupygezi: “La lista consiste in: panni di lino o cotone, cacciaviti, lampadine e prese elettriche multiple, cavi elettrici, nastro isolante, martelli pneumatici, carta igienica, assorbenti, sapone liquidi, lampadine portatili o led, pile e torce, congelatori da picnic, tende da campeggio, estintori, stuoie, sacchi a pelo, scatolame, pastasciutta, occorrente da cucina (posate, piatti etc…)), avendo ben chiaro cosa vogliono e cosa chiedono mentre tutte queste persone manifestano, sapendo che lì c’è gente che viene arrestata solo per un twitt, che la repressione è feroce soprattutto contro chi fa video e foto (come avveniva a Genova G8), compagni e compagne di tutto il mondo fanno a gara per fare le traduzioni in tempo reale di quel che accade laggiù.

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Reddito di Base: incontro tra San Precario e M5S

21_redditoDa Precaria.org:

Reddito di Base: incontro con il Movimento 5 Stelle

Settimana scorsa San Precario ha avuto un lungo incontro con alcuni deputati e senatori del Movimento 5 Stelle, membri della Commissione Lavoro della Camera e del Senato e della Commissione Finanza della Camera. L’incontro rientra in una serie di contatti che il Movimento 5 Stelle sta avviando per dare corpo ad una proposta di legge per l’introduzione di un reddito di base. Vogliamo rendere pubblici gli argomenti trattati, non soltanto in nome della trasparenza dell’informazione, ma anche per sottolineare i punti cardini che San Precario ritiene imprescindibili per una proposta di legge in materia di reddito di base.

Finalità attive non assistenziali: Il reddito di base non deve essere visto come una misura assistenziale (contro la povertà e l’emarginazione sociale) ma come un diritto personale e fondamentale.

Per San Precario il reddito di base è inoltre il riconoscimento di quella attività di vita che produce comunque valore ma che non viene certificata come tale dalle attuali norme che regolano il rapporto di lavoro e la struttura contrattuale. Questa lettura ha destato molto interesse.

Universalità: Tale misura deve essere il più universale possibile, cioè prescindere dalla condizione professionale e umana del richiedente, ovvero se occupato, inoccupato, precario, pensionato, studente. Su questo abbiamo trovato piena condivisione.

Per ragioni di sostenibilità, San Precario propone che l’unico vincolo possa essere una soglia di reddito oltre al quale non si abbia più diritto al reddito di base. E’ importante però che tale soglia di reddito non sia comunque inferiore alla soglia di povertà relativa e venga determinata in modo non assoluto, ma relativo (ad esempio come quota percentuale del reddito mediano data l’attuale distribuzione).

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Torino, 8 giugno: FAMoLo PRIDE!

Ci segnalano e volentieri condividiamo, da Circolo Maurice:

FAMoLo PRIDE

sessualità e famiglie come meglio crediamo!!

“Essere legittimati/e dallo Stato significa entrare a far parte dei termini della legittimazione offerta e scoprire che la percezione di sé in quanto persona, pubblica e riconoscibile, dipende essenzialmente dal lessico di tale legittimazione”.
”Interrogarsi su chi desidera lo Stato, chi può desiderare ciò che lo Stato desidera e perché”
Judith Butler

Il Torino Pride del 2013, che si svolgerà sabato 8 giugno, ha come focus il tema delle famiglie: www.torinopride.it/index.php/documento-politico
Ma cos’è realmente una famiglia?
Se osservata nel tempo e nello spazio, chi la studia ci dice quanto sia difficile darne una definizione precisa: più semplice appare certamente l’analisi di come si faccia famiglia, piuttosto di quella sul cosa essa sia. A fronte di alcune caratteristiche più o meno indispensabili (solidarietà, aiuto reciproco, sodalizio economico, affetto, (non sempre) sesso, ecc.), le declinazioni appaiono molto varie: storicamente, geograficamente, culturalmente e socialmente definite.

Il movimento “gay” negli anni ’70 si rivelava quanto meno avverso alla famiglia, se non il suo ideale distruttore; oggi quello lgbttqi chiede forse un po’ troppo insistentemente di partecipare ad una visione specifica e normativa della stessa, “omologata” e “omologante”? La richiesta è forse quella  di entrare a far parte di quei “privilegi” che una determinata forma affettivo/relazione ben definita (che parte dal duale, dalla coppia adulta), permette di raggiungere, rispetto alle altre?

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